la relazione fra costi economici e costi politici del multilinguismo nell ...
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È interessante notare che, al di là <strong>del</strong>le ragioni che spinsero il governo ir<strong>la</strong>ndese a tale scelta 33 , dal 1972 il «il principio<strong>del</strong> plurilinguismo assoluto non è più integralmente rispettato. 34 » (Par<strong>la</strong>mento europeo, 1990: 31). Per completezzasull'argomento bisogna infine ricordare che il lussemburghese (o lëtzebuergesch), variante <strong>del</strong> tedesco, è stato elevato al rangodi lingua nazionale <strong>del</strong> Lussemburgo dal<strong>la</strong> Camera dei deputati <strong>del</strong> Granducato solo il 24 febbraio 1984. Tuttavia, ilLussemburgo ha deciso che questa scelta non fosse retroattiva in campo europeo e ha quindi rinunciato a rendere illussemburghese lingua comunitaria, sia nel senso di lingua dei trattati che nel senso di lingua ufficiale e di <strong>la</strong>voro <strong>del</strong><strong>la</strong>Comunità (Par<strong>la</strong>mento Europeo, 1990: 11).Continuiamo <strong>la</strong> nostra analisi scorrendo gli articoli <strong>del</strong> Rego<strong>la</strong>mento. Allo stesso modo <strong>del</strong> protocollo di Parigi, l'articolo1 <strong>del</strong> Rego<strong>la</strong>mento affianca al termine di "lingue ufficiali" quello di "lingue di <strong>la</strong>voro" <strong>del</strong>le istituzioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità (osemplicemente <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità). È venuto ora il momento di chiarire cosa si intende propriamente per lingua "ufficiale <strong>del</strong><strong>la</strong>Comunità" e "di <strong>la</strong>voro <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità" e quali sono le differenze <strong>fra</strong> le due, qualora ve ne siano.L'articolo 290 TCE e il rego<strong>la</strong>mento stesso non danno una definizione a riguardo, né aiutano a stabilire unadistinzione 35 . In letteratura invece si tende ad operare una distinzione <strong>fra</strong> le due nozioni basata sul piano <strong>del</strong><strong>la</strong> pratica più chesu quello <strong>del</strong> diritto. In tal senso definiremo con Labrie (1993: 82):• Lingue ufficiali <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità, come «le lingue utilizzate <strong>nell</strong>e comunicazioni <strong>fra</strong> le istituzioni e l'esterno 36 ».• Lingue di <strong>la</strong>voro <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità, come «le lingue impiegate <strong>nell</strong>e comunicazioni inter-istituzionali, in<strong>fra</strong>istituzionalie in occasione <strong>del</strong>le riunioni interne convocate dalle istituzioni, alle quali sono invitati deirappresentanti degli Stati membri o degli specialisti» 37 .Abbiamo quindi qualificato <strong>la</strong> definizione data all'inizio di "lingue comunitarie", distinguendo <strong>fra</strong> tre categorie di lingue(dei trattati, ufficiali e di <strong>la</strong>voro) non perfettamente sovrapponibili, come dimostra il caso <strong>del</strong>l'ir<strong>la</strong>ndese.Fatta questa importante ulteriore distinzione terminologica, scendiamo nel dettaglio <strong>del</strong><strong>la</strong> portata politica <strong>del</strong>l'articolo.Mi<strong>la</strong>n-Massana (1995: 488) a proposito scrive:«Il Consiglio decide dunque di consacrare come lingue ufficiali e di <strong>la</strong>voro le lingue che, sia per un esplicitoriconoscimento giuridico, sia de facto, sono lingue ufficiali sul territorio, da intendere più precisamente comesull'insieme <strong>del</strong> territorio, di ciascuno degli Stati membri. Questo criterio permette di garantire che almeno una<strong>del</strong>le lingue ufficiali <strong>del</strong>le Comunità sia sempre coincidente con una <strong>del</strong>le lingue ufficiali di qualsiasi parte <strong>del</strong>territorio <strong>del</strong>le Comunità 38 .».La questione in realtà è tutt'altro che pacifica. Marí e Strubell (2002 : 5-6) notano che non sia specificato da nessunaparte che le lingue riconosciute come ufficiali in uno o più Stati membri debbano essere ufficiali su tutto il territorio. Questa èun'interpretazione restrittiva che si è affermata successivamente. Quindi il rego<strong>la</strong>mento per se non vieta che una lingua ufficialesolo in una parte <strong>del</strong> territorio di uno Stato, come ad esempio il cata<strong>la</strong>no 39 - lingua più par<strong>la</strong>ta <strong>del</strong> fin<strong>la</strong>ndese o <strong>del</strong> danese - ,possa essere considerata come lingua comunitaria. L'interpretazione restrittiva è basata sul principio <strong>del</strong><strong>la</strong> sufficienza, nel33 Per un'analisi approfondita, cfr. nota 10 in Par<strong>la</strong>mento europeo (1990: 31). In ogni caso bisogna subito rilevare che il gaelicoè una lingua che, benché all'incirca un terzo <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione ir<strong>la</strong>ndese ne abbia una certa padronanza, è par<strong>la</strong>ta correntementesolo una picco<strong>la</strong> parte <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione. La lingua correntemente usata è invece l'inglese.34 Tuttavia, per le ragioni citate nel<strong>la</strong> nota precedente, <strong>la</strong> scelta di non includere l'ir<strong>la</strong>ndese non deve essere considerata comeun abbandono assoluto o totale <strong>del</strong> principio <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong> integrale. (Milian- Massana, 1995: 489). Discorso analogovale per il Lussemburgo dove il trilinguismo è un fatto e dove <strong>fra</strong>ncese e tedesco possono essere considerate al<strong>la</strong> stregua dilingue ufficiali. (Par<strong>la</strong>mento Europeo, 1990: 11).35 Cfr: Interrogazione scritta n° 1576/79 <strong>del</strong>l'on. Patterson al Consiglio <strong>del</strong>le Comunità europee.36 «Langues employées dans les communications entre les institutions et l'extérieur». Traduzione mia.37 «Langues employées dans les communications interinstitution<strong>nell</strong>es, intra institution<strong>nell</strong>es et lors des réunions internesconvoquées par les institutions, auxquelles sont aussi conviés des représentants des Etats membres ou des spécialistes.».Traduzione mia.38 «Le Conseil décide donc de consacrer comme <strong>la</strong>ngues officielles et de travail les <strong>la</strong>ngues qui, soit du fait d'unereconnaissance juridique expresse, soit du fait, sont des <strong>la</strong>ngues officielles sur le territoire, comprendre plus exactement surl'ensemble du territoire, de chacun des Etats membres. Ce critère permet de garantir qu'au moins une des <strong>la</strong>ngues officiellesdes Communautés soit toujours en coïncidence avec une des <strong>la</strong>ngues officielles de n'importe quelle partie du territoire desCommunautés». Traduzione mia.39 La lingua cata<strong>la</strong>na è lingua ufficiale solo sul territorio autonomo <strong>del</strong><strong>la</strong> Catalogna e <strong>del</strong>le isole Baleari in parità con ilcastigliano, mentre è lingua regionale in rapporto allo Stato spagnolo nel suo complesso. (Par<strong>la</strong>mento europeo, 1990: 14). Inseguito al<strong>la</strong> risoluzione <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento europeo A3-169/90 in GUCE C 19/42 <strong>del</strong> 28 gennaio 1991, <strong>la</strong> lingua cata<strong>la</strong>na haricevuto un certo grado di riconoscimento, di natura più che altro simbolica, da parte <strong>del</strong>le istituzioni comunitarie. D'altra partenon si deve dimenticare che il cata<strong>la</strong>no è una lingua che è correntemente usata a tutti i livelli da circa dieci milioni di persone<strong>fra</strong> Spagna, Francia e Italia, mentre il danese o il fin<strong>la</strong>ndese, lingue comunitarie, vantano una “popo<strong>la</strong>zione linguistica” di pocosuperiore ai cinque milioni di persone. Dati in Phillipson (2003: 1999) e Millian-Massana (1995: 512).12