104 ― N. Reggiani, Dalla magia alla filologiasignificare solo che a quell’epoca vi potevano essere dubbi circa la qualificazionedei co<strong>di</strong>ces come libri, e ciò porta ad interrogarsi su cosa fossero i libri, e in cosapotessero <strong>di</strong>versificarsi dai co<strong>di</strong>ci.La seconda lettera a Timoteo, attribuita a San Paolo, in cui sono giustapposti itermini βιβλία e μεμβράναϲ, non offre un contesto sufficientemente chiaro perrispondere al quesito 31 . Ma, richiamando la fondamentale derivazione <strong>di</strong> questeultime dai pugillares, le tavolette romane per appunti, cerate e/o pergamenacee,che Orazio accomunava nella prerogativa <strong>di</strong> un’agevole cancellazione e riscrittura32 , è possibile che la <strong>di</strong>stinzione sottintesa (e rigettata) da Ulpiano riguardassetipologie scrittorie destinate alla conservazione e altre destinate, viceversa, alconsumo. Non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui, secondo quanto raccontaDiogene Laerzio, Filippo <strong>di</strong> Opunte avrebbe trascritto su papiro le Leggi <strong>di</strong>Platone, fino a quel momento conservate, presso l’Accademia, su tavolette cerate(ἐν κηρῶ 33 ): queste ultime non potevano in alcun modo essere “un esemplare ufficiale”34 , stante il carattere aleatorio per antonomasia <strong>di</strong> questi supporti, ma dovevanoessere verosimilmente appunti o trascrizioni temporanee <strong>di</strong> Platone 35 , destinatealla copia su papiro a scopo <strong>di</strong> conservazione.Giustamente, dunque, Cavallo vede strettamente connessa la <strong>di</strong>ffusione deico<strong>di</strong>ci allo sviluppo <strong>di</strong> certi generi (semi-)letterari destinati ad un’utenza non certoincolta ma me<strong>di</strong>a e professionale: romanzi ellenistici, testi oracolari, manuali,chartarum, sed scripturae modus qui certo fine conclu<strong>di</strong>tur aestimatur). A proposito <strong>di</strong> questo e <strong>di</strong> altripassi, si veda ROBERTS/SKEAT 1987, 30-4, che non dà però conto dei motivi per cui Ulpiano sarebbedovuto intervenire su questo problema. Per ulteriori dettagli su altri riferimenti ai libri nei testi giuri<strong>di</strong>citardo-antichi si veda KRAFT (ed.) 2008, [[34]].31 2Ep.Ti. 4, 13: ...φέρε, καὶ τὰ βιβλία, μάλιϲτα τὰϲ μεμβράναϲ; cfr. CAVALLO 1994, 615. Pace SKEAT1979, non è possibile attribuire all’avverbio μάλιϲτα il senso <strong>di</strong> “particolarizzazione” <strong>di</strong> una sotto-categoria<strong>di</strong> βιβλία: si vedano al proposito le obiezioni <strong>di</strong> MCCORMICK 1985, 155 n. 16.32 Hor. Ars 386-90; cfr. anche Mart. XIV 7; ROBERTS/SKEAT 1987, 20.33 D.L. III 37.34 CAVALLO 1992, 97.35 È certo <strong>di</strong>fficile che l’intero testo delle Leggi fosse stato scritto su tavolette cerate: l’espressione significherebbedunque “in una stesura provvisoria” (DORANDI 2004, 22); una tra<strong>di</strong>zione antica raccontavain effetti <strong>degli</strong> appunti <strong>di</strong> Platone su tavolette (Quint. Inst. I 8, 64; D.H. Compl.Lit. 25). Sugli appuntipreparatorî d’autore, redatti su “co<strong>di</strong>ci” (papiracei, pergamenacei o lignei), cfr. DORANDI 2004, 13-28 e,parzialmente, ss.
Papyrotheke 1 (2010) ― 105esercizi scolastici, manuali me<strong>di</strong>ci 36 (Figg. 18-23 e 26-27). Ma va considerato anchel’aspetto più strettamente d’uso. “Proprio in quanto circolanti entro un pubblicoche non era quello delle élites tra<strong>di</strong>zionali, co<strong>di</strong>ci contenenti Trivialliteraturerano destinati a perdersi giacché la mentalità stessa <strong>di</strong> conservazione è prerogativadelle classi sociali elevate” 37 : perché non pensare che, proprio in quanto generi“<strong>di</strong> consumo”, ad essi venisse riservata quella forma libraria già da tempo associataproprio alla scrittura temporanea, non conservativa? Fondamentale risultaa questo proposito la possibilità che molti <strong>di</strong> questi co<strong>di</strong>ci – stanti le grafie pocoaccurate – siano stati scritti dagli stessi lettori, situazione da leggere in paralleloalla copiatura <strong>di</strong> simili testi su rotoli papiracei sicuramente <strong>di</strong> riuso 38 . A ciò si puòaggiungere la prerogativa che Marziale assegnava alle “tavolette pergamenacee”,ovvero la maneggevolezza e la facilità <strong>di</strong> trasporto 39 : “we may begin to wonderwhat it was about the novel format that appealed alike to some ancient doctorsand teachers. One possibility lies in the geographical mobility that characterizedthe two professions: ancient doctors and teachers were often on the move, see36 CAVALLO 1984, 120-1; ID. 1994, 616-8. I documenti considerati, tutti inizialmente datati al II o II-IIIsec.d.C., sono: P.Mil.Vogl. III 124 (Achille Tazio, Leucippe e Clitofonte); P.Col. inv. 3328 (Lolliano,Phoinikika); P.Bon. I 3 (Homeromanteion); P.Mil.Vogl. II 33 (Omero, Iliade V); P.Oxy. XXX 2517(lessico omerico); PSI VII 849 e P.Harr. 59 (manuali <strong>di</strong> grammatica); P.Mil.Vogl. I 15 (trattato me<strong>di</strong>co);BKT I 3, 29-30 (manuale me<strong>di</strong>co). La lista compilata da VAN HAELST 1989, 23-4, aggiunge P.Yaleinv.1534 (commento a Demostene, Contra Aristocratem) e P.Harr. 119 (Iliade); si veda anche, sempre<strong>di</strong> II-III sec. d.C., PSI VI 728 (trattato <strong>di</strong> palmomanzia). Per un recente aggiornamento, basato sugliesemplari catalogati nel Mertens- Pack 3 (ma una simile indagine andrebbe ampliata ed effettuata anchesu strumenti più articolati quali il Leuven Database of Ancient Books oppure Trismegistos), si rimandaa KRAFT (ed.) 2008, passim (soprattutto [[35]] ss.), che pone in particolare l’accento su calendari e documentiastronomici/astrologici, comunque tutti pertinenti alle categorie “tecnico-professionali” o “<strong>di</strong>consumo”. Sullo spostamento cronologico <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> questi esemplari si veda per esempio ANDORLINI1994, passim.37 CAVALLO 1984, 120. Sulla letteratura <strong>di</strong> consumo e i suoi veicoli materiali si veda anche ID. 2005, passim.38 Cfr. CAVALLO 2005, 219 (riuso <strong>di</strong> rotoli) e 223 (autografia dei lettori); specialmente in comparazionecon i testi scritti su rotoli “librari”, con grafie accurate e <strong>di</strong> qualità (ibid., 221 ss.). Va segnalato in particolareil caso – non isolato – dei Phoinikika <strong>di</strong> Lolliano, attestati in forma <strong>di</strong> rotolo, con scritture librarie(P.Oxy. XI 1368, II-III sec. d.C.), accanto al co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> minor qualità (P.Col. inv.3328, cit. supra)(Fig. 20): “lo stesso testo risulta proposto in forme materiali <strong>di</strong>verse, che sembrano riverberare il <strong>di</strong>variotra un libro da lettore abituale e un libro ad uso <strong>di</strong> un qualche lettore che ha accesso ad un prodotto<strong>di</strong>stribuito secondo altri meccanismi...” (ibid., 223).39 Cfr. per esempio Mart. XIV 188: si comes ista tibi fuerit membrana, putato | carpere te longas cumCicerone uias.
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