11.07.2015 Views

FORMULA 1 - Italiaracing

FORMULA 1 - Italiaracing

FORMULA 1 - Italiaracing

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>FORMULA</strong> 1FERNANDO ALONSO“Da spagnolo mi trovo benissimo con gli italiani, a prescinderedalle mie precedenti esperienze con Minardi e Briatore. Ci intendiamocon uno sguardo, con un batter d’occhi. Mi mancava...”Stefano SemeraroLa Ferrari aveva bisogno di uno come lui,lui aveva bisogno di una Ferrari. A Maranellodopo l’addio di Schumi mancava uncampione che fosse anche un leader,l’uomo­squadra totale. Fernando sentivail bisogno della consacrazione finale,del sigillo di immortalità che in F.1 solola Rossa sa darti. Come ha scritto PinoAllievi su Sportweek, “quando Alonso hamesso piede per la prima volta a Maranello,lo scorso novembre, è sembratofosse atterrato un marziano”. Un alienorazza Schumacher. Uno che magari daldi fuori sembra un po’ musone, incontentabile,e che sicuramente ha il vizio divoler vincere, sempre, comunque, il piùin fretta possibile (“entro tre anni diventeròcampione del mondo”, disse a unperplesso Briatore il giorno del suo arrivoin Renault). Ma che a conoscerlo benesa svelare tutte le sue doti umane, la suaironia, il suo entusiasmo. E che a lavorarciinsieme ti stupisce continuamente perla meticolosità, la professionalità, l’intelligenzache mette in ogni più piccolo dettaglio.Appena arrivato alla Ferrari havoluto visitare tutto, sapere tutto, conosceretutto. Prima di scendere in pista hastudiato l’abitacolo, modificato il volante,discusso strategie e tattiche. In garaha ricominciato a mordere subito, dafuoriclasse. Dicono che somigli ad AlainProst, che sia veloce come Schumacher,ma Alonso è soprattutto Alonso. Parlachiaro, non fa sconti a nessuno perché sadi essere il migliore. Un rompiscatole,ma un rompiscatole di successo, che samettere sotto pressione la squadra perottenere esattamente quello che ha inmente, ma che sa anche distenderla conuna battuta o motivarla con la sua caricadi energia e di ottimismo. Leading byexample, guidare con l’esempio: è laregola di tutti i grandi. Alonso è un ottimista­realista.I suoi ex tecnici allaRenault raccontano che di Fernando liimpressionava la capacità di prevederecon esattezza quasi infallibile, alla vigiliadella gara, il proprio piazzamento delgiorno successivo. Merito di una assolutacapacità di analisi e di osservazionedel proprio rendimento e di quello degliavversari. Ma aggiungono che anche neimomenti più neri, quelli in cui le speranzedi mettere assieme un GP decenteparevano scarsissime, il ragazzo delleAsturie comunque non si lasciava prenderedallo sconforto.Alonso è uno che ai box studia, suggerisce,propone. E che in gara sa attendere,studiando l’avversario, aspettando unamossa falsa, o un momento di difficoltà,per passarlo con decisione e ferocia.Proprio come ha fatto con SebastianVettel in Bahrain. Appena la Red Bull haavuto un problema, lui ne ha approfittato.Veloce, velocissimo, ma non impaziente.Non precipitoso. E’ uno capace didecidere in un millisecondo la mossavincente, ma anche di guardare avanti,di pensare allo sviluppo della macchina,di attendere che maturino i tempi. E’spagnolo, non cinese, ma è bravissimonel sedersi accanto al fiume attendendoche passi il cadavere del nemico. Comeinsegna il grande teorico della guerraSun Tsu, sa benissimo che la guerra èmeglio vincerla ancora prima di iniziarla.Fra le sue grandi qualità c’è anche laflessibilità: sa adeguarsi ad ogni tipo dimacchina e a ogni situazione di gara,intuendo, a volte prima e meglio degliingegneri di pista, quando è il momentodi rientrare ai box e quando invecebisogna spingere a mille. Di scarti bruschine ha avuto forse solo uno. Quandoha rotto il contratto con la McLaren, pertogliersi da un ambiente dove si sentivaun intruso, dove non aveva la certezzadi poter fare a modo proprio. Dove nonsi sentiva amato. Invece per dare ilmeglio Alonso ha bisogno proprio diquesto, di ritrovarsi all’interno di unteam di cui si può fidare, una squadrafamigliadove è naturale chiedere e dareil massimo, perché è proprio la famigliail modello ideale che lo spagnolo si portadietro. Il padre Josè Luis, la mamma, lanonna, il senso di protezione che probabilmenteha ritrovato in Ferrari, doveperaltro è stato accolto subito come unfiglio. Certo, a Maranello deve dividerel’affetto del clan con Felipe Massa, amatissimoanche lui, ma la sensazione è chein Ferrari abbia trovato alla fine la suacollocazione ideale. Latino, e quindi piùcomunicativo di Kimi Raikkonen è piùcaldo di Schumacher, ma meticoloso,quasi svizzero (del resto abita a Lugano,no?) in tutto ciò che riguarda il lavoro.Pieno di talento, ma riflessivo, determinato,ma paziente. E soprattutto incapacedi accettare, sopportare troppo a lungola sconfitta. Sembra il ritratto dellaFerrari, l’imprinting della sua tradizione.Forse era destino che Alonso, il pilotaquasi perfetto, prima o poi arrivasse lì.6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!