Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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IMPLICANZE CANONISTICHE DELL’AIDS 91malattia ad esito infausto e incurabile, nel caso specificoaggravata dalla possibilità di contagiare il coniuge sano e dallaprospettiva di lasciare il nascituro presto orfano, appare preferibilela scelta di non esercitare il proprio diritto naturale allaprocreazione. In tal senso, dovrà saggiamente orientarsi il consigliodi quanti venissero richiesti di una consulenza qualificatain merito alla pianificazione di una gestazione in situazioninelle quali vi siano fondati motivi per sospettare del contagioda HIV, invitando prudentemente a confermare sempre la diagnosiprima di intraprendere la gravidanza desiderata e attivando,oltre alle procedure di informazione e di sostegno psicologicodi routine pre- e post-test, un dettagliato counsellingpreconcezionale, per aiutare la donna sieropositiva o con partnerinfetto a valutare adeguatamente i rischi connessi conun’eventuale concepimento 76 .Un più attento intervento dovrà essere rivolto, inoltre, aicasi in cui la fecondazione è già avvenuta e alle donne che presentanorilievi anamnestici a rischio di infezione. L’esecuzionedel test sulla gestante, allo stato attuale delle conoscenze, apparecome un dovere moralmente ineludibile, fondato sulla protezionedella salute del nascituro. In caso di diagnosi positiva,infatti, è possibile attivare la profilassi a base di farmaci antiretroviralicapace di ridurre di ben 2/3 la trasmissione del virus al76Cfr. AUTIERO A., AIDS e trasmissione della vita, in CARGNEL A. (ED.),L’AIDS e i suoi messaggi. Dalla conoscenza alla solidarietà, Unicopoli,Milano 1997: 133-135; FAGGIONI M.P., An HIV-infected Italian woman seekingto have children, in KEENAN J.F. (ED.), Catholic ethicists…, 246-254; LEONE S.,L’approccio etico ai problemi dell’AIDS, in LEONE S. (ED.), AIDS. Problemisanitari, sociali e morali, Armando-ISB, Roma-Acireale (CT) 1995, 19-20.77Cfr. CONNOR E. M. ET AL., Reduction of maternal-infant transmissionof human immunodeficiency virus type I with zidovudine treatment. PediatricAIDS Clinical Trials Group Protocol 076 Study Group, in New EnglandJournal of Medicine 331 (1994) 1173-1180; UNICRI-DACP, Aggiornamentosulle conoscenze…, 74-75.78Si noti che tutti questi presidi sanitari che possono ridurre sensibilmentela trasmissione perinatale dell’HIV sono raramente disponibili neiPaesi in via di sviluppo in cui risiede la maggioranza delle persone sieropositive.Cfr. UNAIDS, Prevention of HIV transmission from mother to child.Strategic options, UNAIDS, Geneva 1999; ID., Mother-to-child transmission of

92 GIOVANNI DEL MISSIERfeto 77 . Organizzando, poi, il parto secondo opportune modalità– taglio cesareo eseguito prima dell’inizio del travaglio; esclusionedell’episiotomia; lavaggio vaginale con clorexidina – edevitando l’allattamento al seno è possibile contenere ulteriormenteil contagio verticale, riducendo il rate di infezione perinataleall’1-2% 78 .Quanto abbiamo sin qui esposto ci permette di concludereche, come in passato, ispirandosi alla figura evangelica delBuon Samaritano (Lc 10,30-37), la Chiesa è stata sempreall’avanguardia nella difesa e nell’assistenza di tutti i malati – esoprattutto di quanti tra loro presentavano le più gravi patologie,altamente contagiose, ripugnanti e oggetto di discriminazionesociale come p.es. era considerata la lebbra – oggi è chiamataa continuare questa opera di attenzione in particolare neiconfronti dei malati di AIDS, 79 non solo attraverso le opere diassistenza sanitaria e l’accompagnamento spirituale, ma anchenella difesa dei diritti fondamentali delle persone sieropositive,non ultimi quelli alla tutela della buona fama, al connubio eall’esercizio di una procreazione veramente responsabile. El’equa applicazione delle norme canoniche esistenti può rivelarsicertamente uno strumento utile ed efficace nel perseguirequesto scopo.—————GIOVANNI DEL MISSIERThe author is an invited professor at the Alphonsian Academy.El autor es profesor invitado en la Academia Alfonsiana.—————HIV. Technical update, in http://www.unaids. org/ publications/documents/mtct/index.html.79Cfr. CONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA – COMMISSIONE PASTORALE, AIDS: ilproblema pastorale, in Il Regno – Documenti 43 (1998) 293-296.

IMPLICANZE CANONISTICHE DELL’AIDS 91malattia ad esito infausto e incurabile, nel caso specificoaggravata dalla possibilità di contagiare il coniuge sano e dallaprospettiva di lasciare il nascituro presto orfano, appare preferibilela scelta di non esercitare il proprio diritto naturale allaprocreazione. In tal senso, dovrà saggiamente orientarsi il consigliodi quanti venissero richiesti di una consulenza qualificatain merito alla pianificazione di una gestazione in situazioninelle quali vi siano fondati motivi per sospettare del contagioda HIV, invitando prudentemente a confermare sempre la diagnosiprima di intraprendere la gravidanza desiderata e attivando,oltre alle procedure di informazione e di sostegno psicologicodi routine pre- e post-test, un dettagliato counsellingpreconcezionale, per aiutare la donna sieropositiva o con partnerinfetto a valutare adeguatamente i rischi connessi conun’eventuale concepimento 76 .Un più attento intervento dovrà essere rivolto, inoltre, aicasi in cui la fecondazione è già avvenuta e alle donne che presentanorilievi anamnestici a rischio di infezione. L’esecuzionedel test sulla gestante, allo stato attuale delle conoscenze, apparecome un dovere moralmente ineludibile, fondato sulla protezionedella salute del nascituro. In caso di diagnosi positiva,infatti, è possibile attivare la profilassi a base di farmaci antiretroviralicapace di ridurre di ben 2/3 la trasmissione del virus al76Cfr. AUTIERO A., AIDS e trasmissione della vita, in CARGNEL A. (ED.),L’AIDS e i suoi messaggi. Dalla conoscenza alla solidarietà, Unicopoli,Milano 1997: 133-135; FAGGIONI M.P., An HIV-infected Italian woman seekingto have children, in KEENAN J.F. (ED.), Catholic ethicists…, 246-254; LEONE S.,L’approccio etico ai problemi dell’AIDS, in LEONE S. (ED.), AIDS. Problemisanitari, sociali e morali, Armando-ISB, Roma-Acireale (CT) 1995, 19-20.77Cfr. CONNOR E. M. ET AL., Reduction of maternal-infant transmissionof human immunodeficiency virus type I with zidovudine treatment. PediatricAIDS Clinical Trials Group Protocol 076 Study Group, in New EnglandJournal of Medicine 331 (1994) 1173-1180; UNICRI-DACP, Aggiornamentosulle conoscenze…, 74-75.78Si noti che tutti questi presidi sanitari che possono ridurre sensibilmentela trasmissione perinatale dell’HIV sono raramente disponibili neiPaesi in via di sviluppo in cui risiede la maggioranza delle persone sieropositive.Cfr. UNAIDS, Prevention of HIV transmission from mother to child.Strategic options, UNAIDS, Geneva 1999; ID., Mother-to-child transmission of

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