Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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IMPLICANZE CANONISTICHE DELL’AIDS 71test di sieropositività potrebbero apparire una necessità edessere perciò inclusi nelle direttive di diocesi e istituti religiosiche regolano gli scrutini dei candidati. Nel caso in cui ciò avvenisse,non si potrà prescindere dalla richiesta del consensoinformato dell’interessato che può sempre rifiutarsi di sottoporsiall’analisi clinica (sebbene ciò possa compromettere l’ammissione)e ha il diritto di stabilire preventivamente chi dovrà venirea conoscenza dei risultati, nel più rigoroso rispetto del segreto.Ragioni di evidente prudenza richiedono che l’informazionevenga condivisa con il minor numero di persone possibile(responsabili della formazione), tutelando in ogni caso il dirittoalla riservatezza e alla buona fama. Nel caso di una dimissioneconseguente al test si dovrà prevenire le possibili ricadute negativesulla reputazione del soggetto e ogni utilizzo indebito diinformazioni in altri ambiti (impiego, assicurazioni, ecc.).È altrettanto facile comprendere come una tale situazionesia soggetta al rischio di abusi e di discriminazioni. Si possonoimmaginare pressioni dei superiori per ottenere l’assenso persottoporsi ai test; proposte generiche di indagini cliniche chedietro la mancanza di indicazioni specifiche nascondono laricerca della sieropositività all’insaputa del soggetto; screeningselettivi di particolari categorie di candidati o sulla base delPaese di provenienza; utilizzo dei risultati per determinare laqualità dei comportamenti sessuali degli interessati prima20“The Church requires candidates for priesthood and religious life toembrace chastity and celibacy. The Church does not insist on candidates provingvirginity prior to admission. Unless it is the practice to require all candidatesto reveal prior sexual histories, it should not be demanded in a situationinvolving a candidate who is seropositive for HIV (can.220). Certainly anindividual’s capacity to embrace the vowed life must be ascertained...”.ANDERSON J.D., The AIDS virus: canonical implications of sieropositivity foradmission to seminary and religious life, Dissertatio Facultatis IurisCanonici, Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, [Roma] 1988, 154.Per un approfondito studio degli argomenti a favore e di quelli contrariall’imposizione di uno screening obbligatorio cfr. SMITH R.J., The demand formandatory HIV antibody screening for health care professionals in the UnitedStates: an investigation of issues pertaining to confidentiality, disclosure andresponsibility to the common good from the Roman Catholic perspective, Parsdissertationis ad Doctoratum in Theologia Morali consequendum,Academia Alphonsiana, Romae 1993.

72 GIOVANNI DEL MISSIERdell’ammissione 20 . Questi eccessi devono essere accuratamenteevitati ed è questione di giustizia stabilire nella “politica deitest” – come avviene ormai da tempo in ambito pubblico – verie propri codici di comportamento che regolamentino chiaramente:l’accesso ai risultati e l’uso degli stessi; la durata del loropossibile utilizzo nella formazione del candidato e della loroconservazione negli archivi; la doverosa fornitura di un counsellingpre- e post-test; le informazioni da fornire al candidatonel proporre gli esami sierologici; le conseguenze derivanti daun rifiuto a sottoporsi alla procedura 21 .Una volta stabilita la sieropositività è necessario distingueretra sieropositivi in fase più avanzata, con manifeste linfo-adenopatie,infezioni opportunistiche e AIDS conclamato e malatia-sintomatici, soprattutto laddove sono disponibili le terapieHAART che permettono di controllare più a lungo la progressionedella malattia 22 . Per i primi sembra corretto rifiutarel’ammissione stante la difficoltà con cui i soggetti potrebberofarsi carico degli impegni ministeriali e della vita religiosa.Particolare attenzione andrebbe prestata nel valutare il caso diquanti manifestano la patologia conclamata ad ammissioneavvenuta poiché è possibile, in taluni casi, ammettere le eccezionidel can. 689, §2: “infermità dovuta a negligenza da partedell’istituto oppure a lavori sostenuti nell’istituto stesso” (sipensi al ministero nel campo sanitario e assistenziale dal qualepotrebbe derivare l’infezione). Resta fermo che al ministro ordinatoe al professo perpetuo è dovuta l’assistenza sanitaria e lasolidarietà umana che richiede una patologia con le caratteristichedell’AIDS.Più sottile il distinguo per i malati a-sintomatici. Dato che21Cfr. ANDERSON J.D., Seminary’s responsibilities when testing forHIV/AIDS is positive, in COGAN P.J. (ED.), CLSA Advisory Opinions 1984-1993, Washington 1995, 44-47; BIANCALANI L., HIV/AIDS e tutela civile dellapersona, Pacini, Ospedaletto (PI) 2005; CALVO R.R., GIBBONS R.C., Admissionto the seminary and HIV testing, in COGAN P.J. (ED.), CLSA Advisory Opinions1984-1993…, 47-52.22UNICRI-DACP, Aggiornamento sulle conoscenze in tema di terapiaantiretrovirale, in Bollettino per le farmacodipendenze e l’alcoolismo 27(2004/1-2) 1-82.

72 GIOVANNI DEL MISSIERdell’ammissione 20 . Questi eccessi devono essere accuratamenteevitati ed è questione di giustizia stabilire nella “politica deitest” – come avviene ormai da tempo in ambito pubblico – verie propri codici di comportamento che regolamentino chiaramente:l’accesso ai risultati e l’uso degli stessi; la durata del loropossibile utilizzo nella formazione del candidato e della loroconservazione negli archivi; la doverosa fornitura di un counsellingpre- e post-test; le informazioni da fornire al candidatonel proporre gli esami sierologici; le conseguenze derivanti daun rifiuto a sottoporsi alla procedura 21 .Una volta stabilita la sieropositività è necessario distingueretra sieropositivi in fase più avanzata, con manifeste linfo-adenopatie,infezioni opportunistiche e AIDS conclamato e malatia-sintomatici, soprattutto laddove sono disponibili le terapieHAART che permettono di controllare più a lungo la progressionedella malattia 22 . Per i primi sembra corretto rifiutarel’ammissione stante la difficoltà con cui i soggetti potrebberofarsi carico degli impegni ministeriali e della vita religiosa.Particolare attenzione andrebbe prestata nel valutare il caso diquanti manifestano la patologia conclamata ad ammissioneavvenuta poiché è possibile, in taluni casi, ammettere le eccezionidel can. 689, §2: “infermità dovuta a negligenza da partedell’istituto oppure a lavori sostenuti nell’istituto stesso” (sipensi al ministero nel campo sanitario e assistenziale dal qualepotrebbe derivare l’infezione). Resta fermo che al ministro ordinatoe al professo perpetuo è dovuta l’assistenza sanitaria e lasolidarietà umana che richiede una patologia con le caratteristichedell’AIDS.Più sottile il distinguo per i malati a-sintomatici. Dato che21Cfr. ANDERSON J.D., Seminary’s responsibilities when testing forHIV/AIDS is positive, in COGAN P.J. (ED.), CLSA Advisory Opinions 1984-1993, Washington 1995, 44-47; BIANCALANI L., HIV/AIDS e tutela civile dellapersona, Pacini, Ospedaletto (PI) 2005; CALVO R.R., GIBBONS R.C., Admissionto the seminary and HIV testing, in COGAN P.J. (ED.), CLSA Advisory Opinions1984-1993…, 47-52.22UNICRI-DACP, Aggiornamento sulle conoscenze in tema di terapiaantiretrovirale, in Bollettino per le farmacodipendenze e l’alcoolismo 27(2004/1-2) 1-82.

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