Summaries / Resúmenes - Studia Moralia
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272 BOOK PRESENTATION / PRESENTACION DEL LIBROall’antropologia filiale base dell’agire morale eccellente. Questedue parti non sono come due grandezze separate o indipendentil’una dall’altra. Conformemente allo scopo dell’opera che siriflette nel titolo, esse si condizionano reciprocamente. In altritermini, non si tratta di fare una cristologia per se stessa. Lacristologia è al servizio dell’antropologia e l’antropologia filialederiva a sua volta la sua consistenza dalla cristologia. Il prof.Ladaria ha visto bene questo legame quando scrive, alla confluenzadelle due parti, quanto segue:Il rapporto intimo di Gesù con il credente appare, con questosfondo trinitario, nei temi fin qui trattati, con l’intreccio della cristologiae l’antropologia (cf. 2 a parte). Appare ancora con più chiarezzaquesto intreccio quando si affronta direttamente il temadella filiazione, che è in un certo senso la chiave ultima sia dellacristologia che dell’antropologia (p. 4).3/ Aggiunte suggestive: Parlando della centralità del titolocristologico “Figlio” nel Nuovo Testamento, centralità che giustifical’attenzione portata all’antropologia filiale che ne promana,il prof. Ladaria nota con ragione che la concentrazione neotestamentariaaccennata si prolunga nelle professioni di fede ocredo dei primi grandi Concili ecumenici. Poi sottolinea che laformula battesimale di Mt 28,19, così importante per lo sviluppodel dogma trinitario, già contiene il titolo “Figlio”. Da questofatto egli deriva una riflessione suggestiva e stimolante, nonsolamente per una giusta percezione del Dio cristiano, maanche per il posto che questo Dio deve occupare in ogni teologia,ivi compresa la teologia morale. Leggiamo il testo:Già nella formula battesimale di Mt 28, 19, così decisiva nellatradizione per lo sviluppo del dogma trinitario, appare semplicementeil nome di Figlio come colui che indica la “secondo persona”.L’ultima e più profonda verità su Dio, quella della sua trinità,poggia sulla “paternità” della prima persona. È appunto il Figlio arivelarcela (p. 5).Vorrei altresì ringraziare il prof. Russo per la partecipazionea questa presentazione. Egli ha saputo mettere in luce alcunitratti fondamentali della vita morale eccellente che scaturisconodal rapporto cristologia-antropologia esposto precedentemente
BOOK PRESENTATION / PRESENTACION DEL LIBRO 273dal prof. Ladaria e che egli ha presentato come una rispostasignificativa (ne sono onorato) al desiderio della Chiesa conciliaredi rinnovare la morale cristiana mediante una presa inconsiderazione seria e articolata del mistero di Cristo. Tra inumerosi aspetti della sua esposizione sui quali bisognerebbesoffermarsi, vorrei metterne in rilievo uno che mi sembra particolarmenteimportante nel contesto attuale. Dinanzi all’odiernasensibilità per una morale cristiana “capace di dialogare con unetica secolare”, il prof. Russo non si è mostrato intimorito dalcarattere fortemente trino-logico ed eccedente l’umano (senzarinnegarlo, naturalmente) della morale cristiana che si cristallizza,tra l’altro, nelle raffinatezze dell’amore espresse e richiestenel Sermone sulla Montagna (preghiera incessante, prioritàassoluta della persona nell’esercizio dell’autorità, impegnoinstancabile per la pace, testimonianza fino al sangue a favoredella gloria divina e della dignità dei fratelli, ecc.). Tutt’al rovescio.Egli ha ripreso, confermandolo, quanto il prof. Lorenzettiaffermava proprio qui nella presentazione del primo volumedella mia trilogia L’“innalzamento” del Figlio, fulcro della vitamorale 1 : “La teologia morale, più è teologica, più è umana; piùè cristiana, più l’ethos è umano”.A mo’ di conclusione, vorrei ritornare rapidamente su questoargomento o meglio situarmi nella sua orbita, domandandomichi sono i destinatari di una morale dell’eccellenza.In considerazione della grande massa dei cristiani, è lecitopensare che questo tipo di morale possa concernere solo deigruppi scelti, d’élite? E ancora: in ragione del pluralismo culturalecontemporaneo, è lecito pensare che una tale morale possaapparire all’uomo di oggi non solamente difficile da capire, maanche minacciosa per la sua identità?Alla prima domanda, si potrebbe rispondere che la moraledel minimum, sebbene necessaria all’esistenza della morale toutcourt, non è affatto sufficiente nel cristianesimo. È la moraledel maximum che è ad esso conveniente, che ad esso è, per cosìdire, con-naturale e che dunque vale per tutti. Il radicamento1(SapCr., 6) Pontificia Università Lateranense - Mursia, Roma-Milano2001.
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BOOK PRESENTATION / PRESENTACION DEL LIBRO 273dal prof. Ladaria e che egli ha presentato come una rispostasignificativa (ne sono onorato) al desiderio della Chiesa conciliaredi rinnovare la morale cristiana mediante una presa inconsiderazione seria e articolata del mistero di Cristo. Tra inumerosi aspetti della sua esposizione sui quali bisognerebbesoffermarsi, vorrei metterne in rilievo uno che mi sembra particolarmenteimportante nel contesto attuale. Dinanzi all’odiernasensibilità per una morale cristiana “capace di dialogare con unetica secolare”, il prof. Russo non si è mostrato intimorito dalcarattere fortemente trino-logico ed eccedente l’umano (senzarinnegarlo, naturalmente) della morale cristiana che si cristallizza,tra l’altro, nelle raffinatezze dell’amore espresse e richiestenel Sermone sulla Montagna (preghiera incessante, prioritàassoluta della persona nell’esercizio dell’autorità, impegnoinstancabile per la pace, testimonianza fino al sangue a favoredella gloria divina e della dignità dei fratelli, ecc.). Tutt’al rovescio.Egli ha ripreso, confermandolo, quanto il prof. Lorenzettiaffermava proprio qui nella presentazione del primo volumedella mia trilogia L’“innalzamento” del Figlio, fulcro della vitamorale 1 : “La teologia morale, più è teologica, più è umana; piùè cristiana, più l’ethos è umano”.A mo’ di conclusione, vorrei ritornare rapidamente su questoargomento o meglio situarmi nella sua orbita, domandandomichi sono i destinatari di una morale dell’eccellenza.In considerazione della grande massa dei cristiani, è lecitopensare che questo tipo di morale possa concernere solo deigruppi scelti, d’élite? E ancora: in ragione del pluralismo culturalecontemporaneo, è lecito pensare che una tale morale possaapparire all’uomo di oggi non solamente difficile da capire, maanche minacciosa per la sua identità?Alla prima domanda, si potrebbe rispondere che la moraledel minimum, sebbene necessaria all’esistenza della morale toutcourt, non è affatto sufficiente nel cristianesimo. È la moraledel maximum che è ad esso conveniente, che ad esso è, per cosìdire, con-naturale e che dunque vale per tutti. Il radicamento1(SapCr., 6) Pontificia Università Lateranense - Mursia, Roma-Milano2001.