Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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266 BOOK PRESENTATION / PRESENTACION DEL LIBROstiana si raggiunga attraverso una sua riduzione a un minimoetico nel quale le diverse etiche si possano trovare d’accordo; siraggiunge piuttosto nel dimostrare che ‘Cristo, che è il nuovoAdamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore,svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissimavocazione’ 10 (Gaudium et spes, 22). La teologia morale più è teologica,più è umana; più è cristiana, più l’ethos è umano” 11 .Questi due giudizi autorevoli indicano un saluto molto positivoalla proposta di Tremblay, fin dal primo volume, di rifondarecristologicamente la teologia morale.Il secondo volume Voi, luce del mondo, vede la teologiamorale come un inno alla gloria di Dio, perché per Tremblay èimportante superare quella concezione solo orizzontalista dellavita morale come una ricerca della perfezione che dà la felicità(aristotelismo), per integrarsi in una teologia morale che permettaa Dio di prendere volto, di divenire carne nel e per ilmondo. “La morale riceve in questa maniera un arricchimentoconsiderevole. Essa non si riduce alla ricerca della performanceetica nella quale può facilmente nascondersi il culto di sé, lapreoccupazione per la propria gloria (cf. Gv 5,44). Essa èdimenticanza di sé in favore della ‘gloria di Dio’, dimenticanzaanaloga alla rinuncia delle piccole pietre che costituiscono igrandi mosaici dei templi di tradizione orientale, che non esistonoper se stesse, ma per la figura che esse contribuiscono arendere presente, a far apparire” 12 . Quella di Tremblay è “unamorale in vista dell’Alto e insieme dell’altro. Una morale dellacomunione – e non della prestazione individuale – e della manifestazionedi Dio piuttosto che della propria prestazione […].Viene dunque evidenziato l’atteggiamento filiale che consistenel manifestare Dio (e non la gloria del proprio lavoro) in uncontesto di ricezione e di elaborazione del dato (e non di invenzione),in continuità e grazie all’apporto dei fratelli e sorelle chegarantiscono la regola della fede e in vista di ridare ai credenti‘la fierezza e la gioia di poter entrare in autentica comunione10Gaudium et spes, 22.11L. LORENZETTI, La teologia morale: una nuova fase di rinnovamento?.La proposta di Réal Tremblay, in “Rivista di Teologia Morale” 137(2003) 81-95, 94.12R. TREMBLAY, Voi, luce del mondo, 9.

BOOK PRESENTATION / PRESENTACION DEL LIBRO 267con il vero Dio, il Padre di Gesù Cristo che è anche il creatoredell’universo’ (p. 25). Anche la teologia, come si vede, è filialenel triplice senso di relativa (manifesta il Padre), ricettiva (inseritanella tradizione ecclesiale) e evangelizzatrice (in vista dialtri figli)” 13 .Questo terzo volume, “Ma io vi dico…”, è dedicato allo “specifico”della morale cristiana. Una questione che è rimasta –come già accennato sopra – problematica in questi decenni deldopo concilio. L’intento di Tremblay è quello di “presentare unamorale dal contenuto elevato e dalla portata infinita” 14 . Unamorale, dunque, come “realtà grandiosa, imponente” 15 , non perle congetture espresse nell’elaborazione dei nessi concettuali,ma per il mistero teologico che l’attraversa.Il valore morale è all’uomo “dato” dal Padre nello Spirito,mentre l’uomo con la sua coscienza filiale lo discerne per realizzarloin una vita felice per sé e condividendolo con gli altri,di modo che questa azione di reciprocità e comunione possaritornare al Padre nello Spirito. Il valore morale è realtà in cuil’uomo è inserito (più avanti Tremblay dirà per la grazia deisacramenti); il valore morale è “dato” all’uomo non come ciecaobbedienza a un dettato di Dio, ma come coinvolgimentocomunionale nello Spirito. Individuiamo qui una forte dipendenzadel Tremblay dalla teologia sistematica di F.-X.Durrwell 16 .La morale cristiana è dinamismo pasquale di ritorno, permezzo dello Spirito, al Padre. Come il ritorno del Figlio alPadre esprime il compimento della sua pasqua, l’espressionedell’eccellenza della sua azione morale, così l’uomo, nel vigoredello stesso Spirito di ritorno a Dio, consegna ogni cosa alPadre, perché l’eccellenza dell’agire morale manifesti l’amore di13N. GATTESCHI, Tre libri in tema di cristologia e morale, in “Rivista diTeologia Morale” 142(2004)301-333, 321-322.14R. TREMBLAY, “Ma io vi dico…”, 11.15Ibidem.16F.-X- DURRWELL, Le Père. Dieu en son mystère (Th.), Cerf, Paris 1987;ID., L’Esprit du Père et du Fils (Mar., 18), Médiaspaul–Éd. Paulines,Montréal-Paris 1989; ID., Jésus, Fils de Dieu dans l’Esprit Saint (VVC., 71),Desclée, Paris 1997; anche se le opere citate da Tremblay sono più quellesul Padre e sull’Eucaristia.

266 BOOK PRESENTATION / PRESENTACION DEL LIBROstiana si raggiunga attraverso una sua riduzione a un minimoetico nel quale le diverse etiche si possano trovare d’accordo; siraggiunge piuttosto nel dimostrare che ‘Cristo, che è il nuovoAdamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore,svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissimavocazione’ 10 (Gaudium et spes, 22). La teologia morale più è teologica,più è umana; più è cristiana, più l’ethos è umano” 11 .Questi due giudizi autorevoli indicano un saluto molto positivoalla proposta di Tremblay, fin dal primo volume, di rifondarecristologicamente la teologia morale.Il secondo volume Voi, luce del mondo, vede la teologiamorale come un inno alla gloria di Dio, perché per Tremblay èimportante superare quella concezione solo orizzontalista dellavita morale come una ricerca della perfezione che dà la felicità(aristotelismo), per integrarsi in una teologia morale che permettaa Dio di prendere volto, di divenire carne nel e per ilmondo. “La morale riceve in questa maniera un arricchimentoconsiderevole. Essa non si riduce alla ricerca della performanceetica nella quale può facilmente nascondersi il culto di sé, lapreoccupazione per la propria gloria (cf. Gv 5,44). Essa èdimenticanza di sé in favore della ‘gloria di Dio’, dimenticanzaanaloga alla rinuncia delle piccole pietre che costituiscono igrandi mosaici dei templi di tradizione orientale, che non esistonoper se stesse, ma per la figura che esse contribuiscono arendere presente, a far apparire” 12 . Quella di Tremblay è “unamorale in vista dell’Alto e insieme dell’altro. Una morale dellacomunione – e non della prestazione individuale – e della manifestazionedi Dio piuttosto che della propria prestazione […].Viene dunque evidenziato l’atteggiamento filiale che consistenel manifestare Dio (e non la gloria del proprio lavoro) in uncontesto di ricezione e di elaborazione del dato (e non di invenzione),in continuità e grazie all’apporto dei fratelli e sorelle chegarantiscono la regola della fede e in vista di ridare ai credenti‘la fierezza e la gioia di poter entrare in autentica comunione10Gaudium et spes, 22.11L. LORENZETTI, La teologia morale: una nuova fase di rinnovamento?.La proposta di Réal Tremblay, in “Rivista di Teologia Morale” 137(2003) 81-95, 94.12R. TREMBLAY, Voi, luce del mondo, 9.

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