Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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11.07.2015 Views

OLTRE M. NOVAK PER UNA PRATICA CRISTIANA DELL’ECONOMIA 133cambiamenti strutturali nel sistema capitalista, e se non sigoverna in qualche modo il libero mercato, a volte in balia diposizioni di forza e di cartello (come l’antitrust nei paesi sviluppatiinsegna). In sostanza, ripete Baggio, esistono limiti oggettivialle autocorrezioni del sistema economico capitalista. Se variconosciuto ai Neocon il merito di un approfondimento delladottrina sociale cristiana, soprattutto per quell’invito a prenderesul serio la realtà economica capitalista, uscita vincitrice dalconfronto con il mondo social-comunista, si rimprovera loro diessere sostanzialmente acritici nei confronti del capitalismostatunitense. “La bontà dell’”esperimento americano” è il verodogma centrale del loro pensiero, afferma Baggio, al qualeanche la dottrina sociale cattolica deve adattarsi” 45 .Su posizioni simili si pone il gesuita americano A. Dulles.Alla critica di un eccessivo patriottismo, che rende i Neoconbenevoli verso i fallimenti e le perversioni del capitalismo reale,ne aggiunge un’altra dal versante più religioso e teologico.Analizzando i tre movimenti culturali e politici, tradizionalisti,neoconservatori e radicalisti profetici, di ispirazione cristianache hanno dominato la scena americana di fine secolo XX 46 ,afferma che se il movimento neoconservatore “acconsentirà alasciarsi arricchire dalla religiosità sacramentale e dalla ferventeinteriorità dei tradizionalisti, disporrà di un elevato potenzialeper l’evangelizzazione della cultura americana” 47 . Un richiamoche permette di aprire un altro campo di riflessione sul rapportotra etica ed economica, o meglio tra fede vissuta ed economia,che pur fa da sfondo alle riflessioni di Novak e Neuhaus.45Ibidem, p. 91. “Questo spirito di contrapposizione fa sì che la loroprospettiva non riesca ancora sufficientemente a far proprio il punto divista di chi, del capitalismo, sperimenta i volti più duri e che nella sinistra sitrova, in gran parte, rappresentato. […] Uno dei problemi che la riflessionee l’esperienza cristiana devono affrontare […] è il ricupero dei valori positiviche lo sconfitto movimento comunista – pur vivendoli in maniera distortae contraddittoria – conteneva, riportandoli al loro genuino significatoumano e cristiano” (ibidem, pp. 91-92).46Cfr. A.Dulles, Cattolicesimo e cultura americana…, cit., pp. 16-.25.47Ibidem, p. 21.

134 FAUSTINO PARISI3. Per una pratica cristiana dell’economiaIl riferimento è ad un rapporto più profondo e articolatodella semplice ispirazione cristiana, che pur pervade la societàcapitalista o più in generale la cultura occidentale, come hadimostrato Novak. Si può rivolgere verso le tesi novakiane, lostesso rilievo già espresso nella nostra cultura italiana nei confrontidel crociano “perché non possiamo non dirci cristiani”,laddove il cristianesimo, perdendo la forza che gli vienedall’essere, soprattutto, una fede vissuta e poi un’etica religiosa,si fa, semplicemente, cultura diffusa, quando non ideologia peralcuni.Una proposta significativa in questo campo viene offertadal lavoro di M. Falise in collaborazione con il CentroInterdisciplinare dell’Università Cattolica di Lilla, dal Compendiodella dottrina sociale della chiesa, del Pontificio ConsiglioJustizia et Pax, e dalla recentissima enciclica Deus Caritas est diBenedetto XVI. L’attenzione non è rivolta tanto all’analisi delcapitalismo democratico, che ha avuto il merito di lasciarsifecondare dai valori cristiani, come afferma Novak, quantopiuttosto ad una pratica cristiana dell’economia, a come, cioè,muovendosi da valori dell’antropologia cristiana, si possaconiugare cristianesimo ed economia, nel rispetto delle specifichepeculiarità ed autonomie.La tesi di M. Falise procede per gradi. Intanto il postulato,o meglio l’evidenza, che ogni attività economica soggiace, pursempre, ad una preoccupazione etica in quanto fa riferimento adei valori, più o meno esplicitati. “Si tratta di una letteraturadella realtà economica che svela la presenza di libertà e di valori,e conseguentemente la presenza possibili ed efficace di unapreoccupazione etica” 48 . Dovunque c’è economia, ci sono ingioco dei valori delle libertà. La libertà richiama di per sé ildiscorso etico circa le decisioni che si possono o si devonoprendere nell’attività economica in un determinato momento. Èqui che si colloca l’appello ai valori. I valori, afferma M. Falise,a loro volta sono sempre articolati secondo una concezione48M. Falise, Una pratica cristiana…, cit., p. 14.49Cfr. Ibidem, pp. 52-87. “L’analisi parziale per problemi non puòsituare e gerarchizzare i suoi valori senza articolarsi intorno a una visione

OLTRE M. NOVAK PER UNA PRATICA CRISTIANA DELL’ECONOMIA 133cambiamenti strutturali nel sistema capitalista, e se non sigoverna in qualche modo il libero mercato, a volte in balia diposizioni di forza e di cartello (come l’antitrust nei paesi sviluppatiinsegna). In sostanza, ripete Baggio, esistono limiti oggettivialle autocorrezioni del sistema economico capitalista. Se variconosciuto ai Neocon il merito di un approfondimento delladottrina sociale cristiana, soprattutto per quell’invito a prenderesul serio la realtà economica capitalista, uscita vincitrice dalconfronto con il mondo social-comunista, si rimprovera loro diessere sostanzialmente acritici nei confronti del capitalismostatunitense. “La bontà dell’”esperimento americano” è il verodogma centrale del loro pensiero, afferma Baggio, al qualeanche la dottrina sociale cattolica deve adattarsi” 45 .Su posizioni simili si pone il gesuita americano A. Dulles.Alla critica di un eccessivo patriottismo, che rende i Neoconbenevoli verso i fallimenti e le perversioni del capitalismo reale,ne aggiunge un’altra dal versante più religioso e teologico.Analizzando i tre movimenti culturali e politici, tradizionalisti,neoconservatori e radicalisti profetici, di ispirazione cristianache hanno dominato la scena americana di fine secolo XX 46 ,afferma che se il movimento neoconservatore “acconsentirà alasciarsi arricchire dalla religiosità sacramentale e dalla ferventeinteriorità dei tradizionalisti, disporrà di un elevato potenzialeper l’evangelizzazione della cultura americana” 47 . Un richiamoche permette di aprire un altro campo di riflessione sul rapportotra etica ed economica, o meglio tra fede vissuta ed economia,che pur fa da sfondo alle riflessioni di Novak e Neuhaus.45Ibidem, p. 91. “Questo spirito di contrapposizione fa sì che la loroprospettiva non riesca ancora sufficientemente a far proprio il punto divista di chi, del capitalismo, sperimenta i volti più duri e che nella sinistra sitrova, in gran parte, rappresentato. […] Uno dei problemi che la riflessionee l’esperienza cristiana devono affrontare […] è il ricupero dei valori positiviche lo sconfitto movimento comunista – pur vivendoli in maniera distortae contraddittoria – conteneva, riportandoli al loro genuino significatoumano e cristiano” (ibidem, pp. 91-92).46Cfr. A.Dulles, Cattolicesimo e cultura americana…, cit., pp. 16-.25.47Ibidem, p. 21.

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