Summaries / Resúmenes - Studia Moralia

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11.07.2015 Views

OLTRE M. NOVAK PER UNA PRATICA CRISTIANA DELL’ECONOMIA 127no il loro naturale habitat in un clima di libertà e di autodeterminazione,garantiti da una vita democratica. Tutti e tre, infine,perseguono un unico, comune, triplice intento: limitare lo strapoteredi uno stato burocratico, tutelarsi dalla tirannide 23 e dalristagno, e far sprigionare quelle energie sia individuali (self interest)che di gruppo (lobby o gruppi d’interesse). Nessuna armoniaprestabilita, osserva Novak, fa sì che i tre sistemi vivano pacificatiall’interno del mondo capitalista. Anzi ognuno sembra fattoapposta per creare problemi agli altri. Il rapporto che viene adinstaurarsi è di dipendenza-indipendenza: al tempo stesso unocontrolla ed è controllato, stimola ed è stimolato, limita ed èlimitato dagli altri due. Una naturale reciproca concorrenza,senza sbocco finale per alcuno, fa sì che il sistema viva in unaspecie di “rivoluzione continua” 24 . “Dalla corrente di scintilleche il loro contatto sprigiona, questo sistema trae la sua energiaper il progresso e la sua capacità di correzione interna” 25 . Sta inquesto, per Novak, il vero segreto del successo del capitalismodemocratico americano.Nel voler procedere oltre Weber 26 , Novak si propone di evidenziarequei fondamenti ebraico-cristiani, che sono alla basealimentano e sono al meglio alimentati da una cultura liberalepluralistica”(Ibidem, p. 2).23La differenziazione dei sistemi si propone, dunque, alla fine di proteggeretutti contro la tirannia di un sistema fortemente unitario, di cui si èavuta ampia esperienza nella storia, come voluto dai padri fondatori, e inseritonel testo fondamentale della democrazia americana The Federalist (A.HAMILTON, J. JAY, J. MADISON, The Federalist Papers, A Mentor Book, NewYork, 1999, tr. It. Il Federalista, Il Mulino, Bologna, 1980).24M. NOVAK, Lo spirito del capitalismo..., cit., pp. 223-244.25Ibidem, p. 224.26M. Novak si sente in debito di riconoscenza verso M. Weber per avergliaperto gli occhi sullo spirito del capitalismo, ma al tempo stesso ne percepiscei limiti storici e culturali: una descrizione non compiuta del capitalismo;il non aver tenuto conto della stretta connessione tra libertà economicae libertà politica; il non aver contenuto lo spazio riservato ad unoStato che alla fine si fa gabbia di ferro, ed infine l’aver accolto un’accezionedi intelligenza, puro freddo calcolo, applicata all’economia, senza quel fireof the invention, quella passione creativa, che invece caratterizza il capitalismodemocratico (cfr. M. Novak, L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo…,cit., pp. 6-15).

128 FAUSTINO PARISIdel capitalismo democratico, ovviamente antecedenti laRiforma Protestante 27 . Essi sono il risultato di un’opera difecondazione operata nei secoli dai pensatori cristiani, i quali,nel solco della tradizione ebraica, e “meditando sulle parole edopere di Gesù Cristo, hanno modificato la visione della buonasocietà proposta dagli scrittori classici della Grecia e Roma, edhanno reso possibili alcune moderne aspettative” 28 . L’idea dicreazione, la dimensione trinitaria del cristianesimo, il ruolodelle comunità intermedie, la speciale realtà dei figli di Dio, unnuovo concetto di verità, la sana e cristiana competizione, ilpeccato originale e la separazione dei regni, la caritas 29 , sono,dunque, i presupposti etici e teologici del capitalismo democratico.E’ convinzione di Novak che “la pratica effettiva del capitalismodemocratico sia più coerente con le alte finalità delgiudaismo e del cristianesimo di quanto non lo sia la pratica diqualsiasi altro sistema” 30 . Al confronto di tanta ricchezza, ereditatadalla storia del cristianesimo e dalla recezione fatta dalcapitalismo democratico, appare ancora più stridente l’attualedisaffezione del mondo cattolico per i temi dell’economia e27“In un certo senso si è trattato di un compito puramente descrittivo.Ho cercato di descrivere accuratamente il sistema attuale e di ricavare dallasua pratica reale gli intendimenti e gli ideali che già lo animano. Perciò nonho iniziato con un modello ideale, né mi sono confinato nel mondo dellalogica concettuale. Ho cercato di riflettere sulle esperienze che comunementesi fanno nell’ambito del capitalismo democratico, per mostrare inche modo i suoi ideali impliciti funzionino nella realtà Ho cercato di esprimerela saggezza inespressa” (M. Novak, Il capitalismo democratico…, cit.,p. 322).28M. Novak, Come il cristianesimo ha cambiato l’economia del mondo,in www.vatican.va/ jubilee_2000/ magazine/ documents/ju_mag_01111997_p-78_it.html.29Cfr. M. Novak, Lo spirito del Capitalismo..., cit., pp. 453-48630Ibidem, p. 323. Dai cristiani per il socialismo è stato spesso affermatoche “il cristianesimo è la religione di cui il socialismo è la pratica”, daglialtri, è il capitalismo “la pratica di cui il cristianesimo e il giudaismo sono lereligioni”. Nessuno può accaparrarsi il diritto di essere più cristiano o più inlinea con il vangelo dell’altro, ribadisce M. Novak. Giudaismo e cristianesimooffrono una dimensione di trascendenza e di universalismo che va benal di là di ogni sistema economico affermatosi nella storia. (cfr. ibidem, pp.456-457)

OLTRE M. NOVAK PER UNA PRATICA CRISTIANA DELL’ECONOMIA 127no il loro naturale habitat in un clima di libertà e di autodeterminazione,garantiti da una vita democratica. Tutti e tre, infine,perseguono un unico, comune, triplice intento: limitare lo strapoteredi uno stato burocratico, tutelarsi dalla tirannide 23 e dalristagno, e far sprigionare quelle energie sia individuali (self interest)che di gruppo (lobby o gruppi d’interesse). Nessuna armoniaprestabilita, osserva Novak, fa sì che i tre sistemi vivano pacificatiall’interno del mondo capitalista. Anzi ognuno sembra fattoapposta per creare problemi agli altri. Il rapporto che viene adinstaurarsi è di dipendenza-indipendenza: al tempo stesso unocontrolla ed è controllato, stimola ed è stimolato, limita ed èlimitato dagli altri due. Una naturale reciproca concorrenza,senza sbocco finale per alcuno, fa sì che il sistema viva in unaspecie di “rivoluzione continua” 24 . “Dalla corrente di scintilleche il loro contatto sprigiona, questo sistema trae la sua energiaper il progresso e la sua capacità di correzione interna” 25 . Sta inquesto, per Novak, il vero segreto del successo del capitalismodemocratico americano.Nel voler procedere oltre Weber 26 , Novak si propone di evidenziarequei fondamenti ebraico-cristiani, che sono alla basealimentano e sono al meglio alimentati da una cultura liberalepluralistica”(Ibidem, p. 2).23La differenziazione dei sistemi si propone, dunque, alla fine di proteggeretutti contro la tirannia di un sistema fortemente unitario, di cui si èavuta ampia esperienza nella storia, come voluto dai padri fondatori, e inseritonel testo fondamentale della democrazia americana The Federalist (A.HAMILTON, J. JAY, J. MADISON, The Federalist Papers, A Mentor Book, NewYork, 1999, tr. It. Il Federalista, Il Mulino, Bologna, 1980).24M. NOVAK, Lo spirito del capitalismo..., cit., pp. 223-244.25Ibidem, p. 224.26M. Novak si sente in debito di riconoscenza verso M. Weber per avergliaperto gli occhi sullo spirito del capitalismo, ma al tempo stesso ne percepiscei limiti storici e culturali: una descrizione non compiuta del capitalismo;il non aver tenuto conto della stretta connessione tra libertà economicae libertà politica; il non aver contenuto lo spazio riservato ad unoStato che alla fine si fa gabbia di ferro, ed infine l’aver accolto un’accezionedi intelligenza, puro freddo calcolo, applicata all’economia, senza quel fireof the invention, quella passione creativa, che invece caratterizza il capitalismodemocratico (cfr. M. Novak, L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo…,cit., pp. 6-15).

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