11.07.2015 Views

[Intervista su Sergio Bettini]1

[Intervista su Sergio Bettini]1

[Intervista su Sergio Bettini]1

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Paolo <strong>Bettini</strong>[<strong>Intervista</strong> <strong>su</strong> <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong>] 1Luigi Prestinenza Puglisi: Presentaci brevemente <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong>…Paolo <strong>Bettini</strong>: Nasce nel 1905 a Quistello, un paesino del mantovano poco sotto il Po.Il liceo lo fa a Venezia (il Marco Polo) e dopo un breve tentativo a medicina si laurea inlettere a Firenze nel 1929. Per tutto il decennio seguente è in missione in Grecia, aCreta, nei Balcani e nel vicino Oriente. Insegna pure nel liceo italiano di Scutari, in Albania,dove una notte viene ferito a una gamba da un colpo di pistola sparato non si sada chi né perché.Quel mondo rimarrà sempre al centro dei <strong>su</strong>oi interessi e della <strong>su</strong>a didattica. Ancoranel 2003 un <strong>su</strong>o allievo, Massimo Cacciari, intervistato <strong>su</strong>lla criminale distruzione dichiese serbo-ortodosse ad opera degli albanesi, esordisce così: Conosco molto bene lasituazione del Kosovo e quella dei beni artistici. Me ne sono interessato molto primadella guerra. Li visitai, dietro sollecitazione del mio maestro <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong>, immediatamentedopo la laurea, nel 1967. Feci un giro di tutti i santuari, monasteri e chiese bizantinedella zona tra Bosnia, Kosovo, Serbia … Credo di essere tra i dieci che hannofatto il giro scientifico di quelle chiese, talmente era difficile arrivarci. Non c'erano alberghi,non c'era nulla di nulla. Ma restavi di sale quando entravi…Dal 1939 al '49 mio padre dirige il Museo Civico di Padova, curando fra l'altro, durantela guerra, il trasferimento a Praglia dei due monumenti equestri del Colleoni e delGattamelata: i cavalloni li mette vicini, come se pascolassero, nel prato dell'abbazia.Nel 1946 vince l'ordinariato a Catania (nel viaggio in treno, che durava due-tre giorni,una volta si ferma a Napoli per incontare Croce); ma riesce presto a tornare a Padova,da dove non si muoverà più, insegnando, negli anni, Archeologia cristiana, Filologiabizantina, Storia dell'arte medievale e moderna, Storia dell'arte mu<strong>su</strong>lmana e copta,Storia della critica d'arte, Estetica e perfino Numismatica. Negli anni '50 Panofsky glipropone di trasferirsi all'Università di Princeton per dirigere il centro di studi bizantini(a noi figli sarebbe tanto piaciuto andarci: c'era anche Einstein!), ma accetta solo di teneredei corsi trimestrali a Istanbul, nella loro scuola di orientalistica… Ma mi accorgoche la risposta si sta allungando troppo.LPP: Quali sono i libri che consigli per avvicinarsi all'opera di tuo padre?PB: Per primo consiglierei un libro di cui tu stesso hai fatto una recensione esemplare<strong>su</strong> Domus: Forma e tempo. Scritti 1935-1977, Quodlibet, Macerata 1996 (a cura econ una consistente introduzione di Andrea Cavalletti). Lo consiglio per la varietà degliargomenti trattati, che vanno da Picasso a Matisse, dalla Biennale di Venezia al nonfinitomichelangiolesco, dalla Divina Commedia alla palazzina di Wright "in volta deCanal" (a proposito: conservo ancora le foto dei disegni di Wright colorate a mano daCarlo Scarpa e con le modifiche da lui proposte). Nel libro ci sono anche «Critica semantica,e continuità storica dell'architettura europea», uscito <strong>su</strong> Zodiac 2 nel 1958; la«Prefazione» alla traduzione, anch'essa di mio padre, della Vie des formes di Henri Focillonuscita nel 1945 e più volte riedita da Einaudi; la «Poetica del tappeto orientale»,1 Pubblicata nella PresS/Tletter n. 12 del 30 marzo 2006, in occasione dell'uscita del libro di <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong>,Forma di Venezia, con una introduzione di Giandomenico Romanelli, Consorzio Venezia Nuova, Venezia,dicembre 2005, pp. 80.Nel medesimo numero della newsletter appare un'intervista al giovane architetto e docente Giovanni Damianiil quale, richiesto di consigliare un libro a uno studente risponde: agli studenti tutto, devono leggerecome dei matti in ogni direzione, essere curiosi è la prima cosa per avere a che fare con l'architettura. Sevuoi un nome gli passo tutti i libri di <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong> che faranno loro senza dubbio bene. Poi alla domanda <strong>su</strong>l<strong>su</strong>o critico d'arte favorito risponde: <strong>su</strong>l sistema della critica faccio fatica a pronunciarmi. Sto rileggendo duecose di <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong> ed è un gigante.30-05-2009


2 Progettisti si diventache la Quodlibet ha riallegato nel '98 alla prima traduzione italiana di Antichi tappetiorientali (1891) di Alois Riegl.Penso siano tuttora rintracciabili L'arte alla fine del mondo antico, 1996 (1948), nellaUniversale di Architettura di Testo & Immagine, e Lo spazio architettonico da Roma aBisanzio, uscito nel 1978 per l'Universale di Architettura della Dedalo di Bari, collaneentrambe dirette da Bruno Zevi. Di quest'ultimo libro, che è la parte terza de L'architetturadi San Marco del 1946, è uscita nel 1963 una traduzione spagnola, El espacioarquitectónico de Roma a Bizancio, di cui ho curato personalmente una riedizione, nel1992, presso la Libreria Técnica CP67 di Buenos Aires, corredandola con la traduzionedel saggio che Argan aveva dedicato a mio padre <strong>su</strong> Arte Veneta XXIX nel 1975.A chi riuscisse a procurarsele - ma è cosa quasi impossibile - consiglierei di leggerele dispense dei <strong>su</strong>oi corsi universitari, ciclostilate e tutt'ora inedite, la cui somma –scriveva lui stesso – costituisce un numero notevole di volumi … che l'autore si lusinganon siano soltanto esercitazioni scolastiche o accademiche.LPP: Come mai hai deciso di ripubblicare Forma di Venezia?PB: Me l'ha proposto il Consorzio Venezia Nuova (quello del MOSE, per intendersi) eho <strong>su</strong>bito accettato, sia per la qualità della collana cui andava ad aggiungersi, sia perl'affidabilità dei curatori. Li ringrazio tutti, ma in particolare Giandomenico Romanelliche ha scritto una bella introduzione in cui cita, fra l'altro, un'opera di mio padre quasidimenticata: il mediometraggio (52 minuti) Venezia tra Oriente e Occidente, girato nel1975-76 con Nelo Risi. La collaborazione poteva avere un seguito curioso: nell'estatedel '74 il regista venne apposta all'Isola d'Elba per proporgli d'interpretare in un <strong>su</strong>ofilm la parte di Pablo Picasso vecchio: infatti gli somigliava molto, pur non avendo degliocchi altrettanto vivaci.LPP: Quali sono i temi principali che emergono dal libro?PB: Sono temi che mio padre ha ripreso più volte: sostanzialmente come, secondolui, si dovesse guardare a Venezia.Vorrei citare solo un passo che si potrebbe applicare pari pari a molta dell'attuale architetturadecostruttivista, o comunque - per usare un termine caro a Zevi - 'anticlassica'.Guardando gli edifici veneziani, scrive mio padre a p. 51, uno spirito classico, cheami i tratti regolari, è respinto dalla difformità. Non vi sono che incroci, rotture, deviazioni:una intelligenza affrettata a concludere, e che cerchi il riposo dell'equazione risolta,si perderebbe nelle modulazioni di questi piccoli capolavori di irrazionalità. Cerchideviati, verticali barcollanti, pilastri di diversa grossezza, capitelli eterogenei, spallettedi fondamenta e di ponti esitanti: tutto osserva una simmetria delle più relative.Qui finestre spalancano una parete, mentre quella di faccia rimane cieca. Nes<strong>su</strong>noschema unificatore, nes<strong>su</strong>n riposante equilibrio: questo è un problema al quale il costruttoreveneziano non ha nemmeno pensato, perché ha pensato soltanto, fissando la<strong>su</strong>a immagine in un punto provvisorio perché investito dal 'tempo', ha pensato soltantoagli effetti di uno spazio che per lui è soltanto luce: vale a dire a innalzare delle <strong>su</strong>perfici;delle specie di grandi transenne, <strong>su</strong>lle <strong>su</strong>perfici delle quali la luce possa agire: unaluce che assorbe l'ossatura e la fonde in una struttura nuova; asilo di cristalli moventesi,di liquidi, di fiamme, dove si agita indefinitamente, raddoppiata dai riflessi dell'acqua,la bilancia dei pesi e delle sostanze.LPP: Credo che Venezia sia stata una delle passioni di tuo padre. Cosa l'affascinava,soprattutto?PB: Oltre a Venezia, intendi? I <strong>su</strong>oi interessi erano molteplici e spesso in anticipo <strong>su</strong>itempi: per Tafuri (Teorie e storia dell'architettura, Bari 1968) le analisi di <strong>Bettini</strong> … precedonodi decenni i temi oggi in gran voga. Ma certo non posso condensarli – sempreche ne fossi in grado - in poche righe. Preferisco accennare solo a qualche <strong>su</strong>o interesseextra-professionale. Gli piaceva lavorare in giardino, tutti i giorni, e tentava di30-05-2009


<strong>Bettini</strong> INTERVISTA 3scoraggiare i visitatori importuni dicendogli che lui era il giardiniere e che "il professore"era uscito. Era appassionato di funghi (non certo come John Cage, che ha vinto nel1958 i cinque milioni di Lascia o raddoppia? portandosi in cabina esperti del calibro diLuciano Berio e Umberto Eco…), e d'estate ne faceva dei bellissimi disegni in taccuiniche conservo religiosamente. Era appassionato di libri gialli: ne leggeva come minimouno la settimana. Era curioso di Rudolph Steiner (anche se non mi pare l'abbia mai citatonei <strong>su</strong>oi libri): una volta che andavamo in auto a Parigi ha voluto deviare appostaper Dornach e alla sera l'ho visto molto soddisfatto di aver passato una giornata inveroun po' <strong>su</strong>rreale in compagnia di quei simpatici e bislacchi antroposofi…LPP: Il libro fa parte di una più numerosa collana <strong>su</strong> Venezia. Ce ne parli brevemente?PB: Il Consorzio pubblica come strenna natalizia per gli amici un libro l'anno, semprein qualche modo legato a Venezia. Il pimo era, nel 1989, il bellissimo Fondamenta degliIncurabili del premio Nobel Josif Brodskij. Dei libri <strong>su</strong>ccessivi mi piacciono soprattuttoLa città ritrovata di Paolo Barbaro (1997) e il divertente Ombra di Gianni Riotta(1994). L'ultimo libro uscito prima di quello di mio padre è stato Il levriero di Tiepolo,di un altro premio Nobel, Derek Walcott (2004).LPP: Il libro è nato come lezione di apertura di un corso universitario. Mi chiedo: oggiuno studente, soprattutto dei primi anni, è in grado di capirlo e di apprezzarlo?PB: Dico anch'io che gli studenti di oggi sono analfabeti, e statisticamente forse èvero; ma continuano a essercene di bravissimi, perfettamente in grado di capire quelche scriveva mio padre. Certo bisogna stimolarli. Come li stimolavano i corsi estivi dell'Universitàdi Padova a Bressanone, di cui Forma di Venezia è stata nel 1959 la lezioneinaugurale. Si tenevano in luglio-agosto, l'aria era buona, la compagnia scelta, i pochistudenti potevano stare a stretto contatto con i professori, alla fine gli veniva regalataperfino una sessione straordinaria di esami…LPP: È in vendita nelle librerie? Se no, come lo si può trovare?PB: Non è in vendita. Ma si può tentare di chiederlo direttamente al Consorzio, magariinviando una mail a info@consorziovenezianuova.com.LPP: Mi hai accennato che sono in atto alcune iniziative editoriali per ripubblicare altrilibri di <strong>Sergio</strong> <strong>Bettini</strong>. Ce ne parli?PB: Da pochi giorni è tornato in libreria Venezia, nascita di una città, in una nuovaedizione corredata da un importante saggio di Andrea Cavalletti. Dopo le due precedentiedizioni Electa (quella sontuosa del 1978 in grande formato e con illustrazioni acolori, e quella in formato più piccolo e con illustrazioni in bianco e nero del 1988, conla bibliografia aggiunta da Manuela Morresi) lo pubblica ora Neri Pozza nella collana"La quarta prosa" diretta da Giorgio Agamben.Del medesimo libro è anche ultimata la traduzione francese di Michel Valensi, Venise.Naissance d'une ville, di cui si può leggere un assaggio in www.lyber-eclat.net/lyber/bettini/bettini.html. Dovrebbe uscire presso le Editions de l'Éclat di Parigi nellaseconda metà del 2006. 22 La traduzione è effettivamente uscita nell'ottobre del 2006.30-05-2009

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!