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Un progetto per il Tevere di E. M. Mazzola e i suoi studenti. - Il Covile

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| ( 2 ) |ta, e ha prodotto i progetti architettonici <strong>per</strong> ivari e<strong>di</strong>fici che erano stati in<strong>di</strong>cati nella progettazioneurbana. <strong>Il</strong> risultato finale è stato unenorme successo. Sia le autorità politiche, provincialie comunali, che i professori <strong>di</strong> altreuniversità intervenuti alla presentazione dei lavorihanno ritenuto la proposta <strong>di</strong> grande interesse,sia dal punto <strong>di</strong> vista urbanistico che economicoe sociale. Qualcuno l’ha vista anchecome “futuristica”, nonostante l’importanzadata dagli <strong>studenti</strong> al rispetto dell’urbanistica edell’architettura della grande tra<strong>di</strong>zione romanafino agli anni ’20 del secolo trascorso. Inparticolare <strong>il</strong> Prof. Paolo Marconi, commentandoi lavori dei ragazzi ha sottolineato come“questa sia l’unica possib<strong>il</strong>ità che abbiamo<strong>per</strong> <strong>il</strong> futuro, la sostenib<strong>il</strong>ità passa <strong>per</strong> la risco<strong>per</strong>ta<strong>di</strong> questa urbanistica e <strong>di</strong> questa architetturae, soprattutto, delle tecniche e materialitra<strong>di</strong>zionali, <strong>per</strong>tanto questo <strong>progetto</strong>non va visto come nostalgico, bensì come futuristico.”. Senso ed obiettivi del Progetto.<strong>Il</strong> problema del congestionamento del trafficonel centro storico <strong>di</strong> Roma è in continuo aggravamento.La città ha più volte tentato <strong>di</strong>porvi rime<strong>di</strong>o, tuttavia anche <strong>il</strong> coinvolgimento<strong>di</strong> presunti “<strong>il</strong>lustri specialisti” della materia— ci si riferisce <strong>per</strong> esempio al parere richiestonegli anni ’80 del secolo scorso a Kenzo Tange— ha fornito solo risposte inadeguate.<strong>Un</strong>a delle principali ragioni <strong>di</strong> questo tristefenomeno, va senz’altro ricercata nell’eccessivopeso dei luoghi della politica presenti all’internodel centro storico. Questo è ormai un dato<strong>di</strong> fatto, tant’è che da decenni si parla <strong>di</strong> ricollocazionedelle attività politiche all’internodel cosiddetto S.D.O. Tuttavia, quella del SistemaDirezionale Orientale è una proposta chemai potrà attuarsi, almeno <strong>per</strong> due motivi:1. I politici italiani, benché possano esserericonosciuti responsab<strong>il</strong>i quanto gli architetti— se non più <strong>di</strong> loro — <strong>di</strong> quelle pianificazionie realizzazioni che hanno deturpato <strong>il</strong> territoriocircostante la città, amano <strong>il</strong> centro citta<strong>di</strong>no.Essi lo considerano infatti molto più rappresentativo<strong>di</strong> qualsivoglia e<strong>di</strong>ficio griffato chepossa sorgere in <strong>per</strong>iferia. Questo fa sì chemolto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente potranno accettare <strong>di</strong> trasferirsiin contesti <strong>di</strong>versi da quelli nei quali siidentificano.2. Se mai l’idea dello S.D.O. dovesse attuarsi,non si può sottovalutare <strong>il</strong> fatto che politici,<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> Camera e Senato e ministerialiresterebbero comunque schiavi dell’autotrazione.Basti considerare <strong>il</strong> fatto che, oltre aglispostamenti interni al tessuto urbano, ognigiorno ci sono una serie <strong>di</strong> cortei <strong>di</strong> auto blu —e loro scorte — che o<strong>per</strong>ano i collegamenti daGiuseppe Vasi 1754, vita al Porto <strong>di</strong> Ripettad<strong>Il</strong> Cov<strong>il</strong>ef N° 606

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