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Volontari, il giusto tributo dell’EuropaLorenzo BozziIl 2011 verrà celebrato come l’anno europeo delvolontariato e sarà quindi oggetto di manifestazionidivulgative e promozionali in tutti i 27 paesi dellacomunità Europea. L’attività dei volontari da semprepresente, anche se in misure diverse, in tutti gli statieuropei è stata riconosciuta dalla Comunità Europeasolo il 27 novembre 2009 nella decisione che affermache: “il volontariato è una delle dimensionifondamentali della cittadinanza attiva e dellademocrazia, nella quale assumono forma concretavalori europei quali la solidarietà e la non(continua…)Il dono: un atto trascendentePasqualina CampagnuoloIl dono non è il residuo di un tempo arcaico, bensìun elemento indispensabile per la crescita socialedella nostra comunità. Il volontariato si caratterizzacome spazio concreto e simbolico del dono. Nellanostra cultura è stato sempre presente il concetto cheil benessere, di persone e di comunità, dipende dauna pluralità di beni, non solo dai beni materiali, maanche da quelli di giustizia e da quelli di gratuità.Oggi, più che mai, vi è condivisone sul fatto che ilnostro stare bene dipende in buona parte dai beni digratuità, essi sono importanti per stringere illegame sociale, il quale non si vive bene,(continua…)


Volontari, il giusto tributo dell’Europa...discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso delle società europee”.Il 4-5 dicembre dello stesso anno nasce anche il Manifesto del Volontario per l’Europa che definisce anche da unpunto di vista legale il ruolo del volontario la cui prestazione deve essere libera, gratuita, a beneficio della comunitàe del bene comune; il che lo differenzia da attività di mutuo scambio e dalle cooperative.La comunità Europea ha inoltre deliberato di destinare alla comunità dei volontari dei fondi a favore della crescita edello sviluppo per favorire così la loro attività sul territorio che stimata in utili economici è stata valutata intorno al5% del Pil. Questi dati non devono limitare la concezione dell’attività dei volontari solo al valore economico prodotto,ma servono a rendere l’idea del grande lavoro svolto da coloro che ogni giorno decidono di dedicare il proprio tempoe le proprie energie al prossimo. Il primo obiettivo della manifestazione è quella di divulgare e pubblicizzare l’attivitàdei volontari nei paesi membri coinvolgendo sempre di più la popolazione; può sembrare superfluo, ma non ne vasottovalutata l’importanza, inoltre sottolineare quanto questa manifestazione accresca il senso di appartenenza civicae promuova quella che viene definita “cittadinanza attiva”. Il valore dell’attività volontaria non è solo quello datodal lavoro, nel senso stretto del termine, svolto, come l’assistenza agli anziani o l’assistenza sanitaria, ma anche comecostituente di una coscienza comune che ci porta a collaborare con il prossimo abbattendo ogni barriera formata daetà, religione, sesso ed etnia e proiettandoci nel pieno del sociale ed allontanandoci da quell’isolamento a cui spessola routine della vita moderna induce.Il dono: un atto trascendente...perché la felicità è nella relazione che si stabilisce tra le persone.I beni di gratuità si realizzano attraverso il fare disinteressato ed il volontariato è il testimone di ciò; esso, infatti,si esprime attraverso il gesto gratuito: nel dare la scodella di minestra a chi non ce l’ha, nell’andare a visitare ilcarcerato, nel far visita agli ammalati, nell’accogliere un bambino. I beni di gratuità sono l’essenza stessa delvolontariato e la gratuità è il fondamento etico del volontariato, essa ne qualifica il modus operandi e lo rendeeticamente necessario come soggetto che testimonia valori e crea legami sociali, beni relazionali e capitale sociale.Attraverso la gratuità il volontario “dona” il proprio tempo e la propria competenza per aiutare in maniera creativaed utile gli altri, la comunità di appartenenza e, in qualche caso, l’umanità intera. Gratuità non vuol dire gratis,ma significa riconoscere di aver bisogno dell’altro che si fa prossimo. Quando un volontario accoglie, ad esempio,un clochard, non è per buonismo, ma è perché ha la consapevolezza che cresce nello stabilire un rapporto conquesti, e lo stesso è per l’accolto. La vera gratuità genera reciprocità, e la reciprocità è un dare senza perdere, edè un prendere senza togliere.Ciò significa sentirsi responsabili rispetto a qualcuno o a qualcosa con cui si è inrelazione autentica e tale da fondare condivisione e reciprocità. E’ in virtù di questa specifica missione che ilvolontariato si caratterizza come spazio concreto e simbolico del dono, che come tale non può prescindere dallagratuità. In particolare il volontariato, attraverso il suo vivere diretto con i bisogni, il territorio, le risorse esistentiche è in grado di mobilitare per la sua natura intrinseca, costituisce un laboratorio di sperimentazione di nuoviservizi/interventi, nell’operare facendo innovazione. Inoltre, esso è dono quando, oltre ad affrontare dei problemicon interventi specifici ed efficaci, concorre ad elevare la cultura dell’operatività nel sociale, ad esempio, avendouna funzione preventiva piuttosto che riparativa, assumendo un ruolo promozionale e non semplicemente assistenziale,operando come attore consapevole nella costruzione di nuova società piuttosto che limitarsi al fare.Nella prospettiva del dono il volontariato può fornire oggi un contributo fondamentale in una duplice prospettivadi sviluppo sociale e della solidarietà.


Reciprocità e partecipazione: ecco i volontariLuisa SalantiI volontari sono una risorsa umana strategica, sia per ivalori che esprimono sia perché permettono alleOrganizzazioni di essere flessibili e innovative, dirappresentare meglio le esigenze della collettività, dimobilitare risorse altrimenti non disponibili.Essere volontario significa mettersi a disposizione delprossimo, condividere obiettivi e attività nell'ottica diperseguire il "bene comune" e contribuire così al benessereindividuale e collettivo.Ma cosa spinge a diventare volontario?La partecipazione attiva e spontanea dei cittadini al lavorodelle Associazioni di volontariato nasce da motivazionipersonali diverse; a volte ilvolontariato offre all’individuole occasioni per esprimere valorialtruistici ed umanitari o magariopportunità di sviluppopersonale; altre volte permette diapprendere nuove conoscenze ecompetenze e di esercitare abilitàche altrimenti rimarrebberoinespresse; può dare la possibilitàdi conoscere nuove persone, intal senso è un’attività che oltrea facilitare la socializzazione el’adattamento si configura comemezzo di riconoscimento sociale;per alcuni, poi, ha una funzionemeramente utilitaristica, in quanto finalizzatoall’acquisizione di conoscenze ed abilità per un futurolavoro remunerato o per un avanzamento di carriera; peraltri è uno “strumento” finalizzato alla protezione dell’Io,poiché riduce il senso di colpa per essere più fortunatodegli altri e permette di risolvere problemi personali ofavorire la crescita e lo sviluppo individuale in quantorafforza l’autostima e l’autoaccettazione.La motivazione che "muove" verso il volontariatorappresenta,dunque, il motore che permette al volontariatodi poter esistere e crescere.In ogni caso, nell'accostarsi a chi ha bisogno di sostegnoe cura è necessario analizzare ed avere ben presente qualisono le proprie motivazioni affinchè le emozioni e lepaure dell'altro possano trovare dimora dentro di noi.Proprio per questo il rapporto con il volontario diventaunico ed originale.Un tale rapporto permette di ridurre la distanza tra sé el'altro. Nel momento in cui anche riconoscendo le propriepaure ci si accosta "all'altro" è possibile riconoscere glielementi che ci accomunano a lui.La diversità, la sofferenza, il disagio, sollevano nonpoche emozioni, e spesso provocano delle vere e propriedifficoltà d’incontro; questo perché la capacità di crescitae la soddisfazione insita in tale percorso, dipendono dalladisponibilità nei confronti dello sconosciuto, del diversoda noi, dal contatto con ciò che è non-me. Comprenderesignifica abbracciare ciò che non si conosce, farlo propriosuperando la paura e le conseguenti resistenze, fughe,negazioni o tentativi di controllo, le interruzioni delcontatto relazionale insomma. Si tratta di attingere alproprio essere che, nel contatto con l’altro, può scoprirsicapace di esercitare la creatività che lo contraddistinguequando lo stato di benessere è integrale.Il volontario attraverso il suo "atto volontario" risponde,dunque, ad un bisogno di relazione e dicondivisione dell'esperienza di sofferenzao di disagio, cresce in relazione con l’altroe tale processo è caratterizzato innanzituttodalla reciprocità. Nella reciprocità che nascedal dono, l’apertura all’altro determina unamodifica dell’io, e ci si ritrova arricchitiper l’incontro avvenuto.Questa reciprocità emerge dai racconti delleesperienze vissute dai volontari, emergedalla mia esperienza di volontaria, e la cosapiù entusiasmante è che tale consapevolezzanon sempre risulta chiara, anzi, il più dellevolte rimane come sfondo. I volontaritraggono quindi dalla propria esperienza didono, motivi di arricchimento sul pianointeriore e sul piano delle abilità relazionali , perché ilvolontariato è in tutte le sue forme e manifestazioni,espressione del valore della relazione e della condivisionecon l'altro in un’esperienza di dono e di gratuità: valore,quest’ ultimo che guida la relazione.La relazione risulta, così, il motore della crescitadell’individuo.La vita associativa e l’impegno solidale nel volontariatoassumono dunque, un valore in sé caratterizzandosi comescelte etiche, di altruismo, di responsabilità e dipartecipazione. Il volontariato costituisce un orizzonte disenso che lascia un segno nella vita futura delle personeal punto che considereranno poi normale in altre fasi dellavita, offrire gratuitamente una parte del loro tempo e delleloro energie per una causa solidaristica.Auguro, allora, a tutti i giovani che vivono questo temporicco di attese e di risorse, di trovare nel volontariato unospazio significativo di educazione alla cittadinanza solidale,di vivere un’esperienza dove l’altro impreziosisce lanostra essenza e dove quei piccoli gesti di solidarietàumana aiutano ad abbattere le barriere dell’individualismoe dell’indifferenza.Questo è quello che il volontariato mi ha insegnato.


Assistere chi fugge: storie di ordinario soccorsoIrene CaliendoSono arrivati in tanti, in tre gruppi, portati con i pullman prelevati daun traghetto con cui avevano navigato il Mediterraneo ripartendo daLampedusa, in giro per le nostre coste, fino a giungere a Napoli e di lìalla tendopoli allestita a S.Maria Capua Vetere in un’ex caserma. “Arrivanogiovedì pomeriggio, no venerdì mattina, no sabato notte”; non si sapevanulla di quanti sarebbero stati, il loro sesso ed età, le loro necessità oltrea quelle primarie. Quel che certo è che istituzioni e volontariato si eranosubito messi in moto per l’accoglienza: dentro il campo la Croce Rossacon i suoi tanti volontari, alcuni dei quali appena maggiorenni, la Caritased altre associazioni umanitarie, fuori i giovani dei centri sociali e deigruppi antirazzisti.Tutti aspettavano “i tunisini”. Chiamati così eranoun gruppo amorfo e senza identità ma all’arrivo del primo pullman sonodiventati “il tunisino Abdel, Mohammed, Raghj” e tanti dai nomi irripetibili.Non per buonismo, per rispetto. Le crocerossine diplomate assistevanoi medici messi a disposizione dall’ASL CE, i volontari della Croce Rossa,i Pionieri, li accompagnavano dalle tende agli ambulatori e viceversa, fornivano loro abiti e generi di primanecessità mentre altri consegnavano i pasti; era tutto un via vai sotto l’occhio vigile degli uomini e donnedella prefettura e questura. Io ero lì, una volontaria… stipendiata! Non ero stata “precettata” per motivi dilavoro, ero giunta al campo col mio direttore sanitario che era stata nominata responsabile sanitaria delcampo, ma con normalità da volontaria ho dato una mano anche per le cose più stupide e sono stata “arruolata”nel team dell’ASL.Volontari e stipendiati fianco a fianco per un solo fine. Lo spirito della volontaria aservizio del…servizio. E come me i tanti colleghi. E poi i “crocerossini” e tutti, forze dell’ordine incluse.L’azione di un volontario è dono, dono di tempo, dono di sè, dono di condivisione ecc.Detto così l’agire diun volontario sembra ad appannaggio esclusivo del buon samaritano, ma non è così,non può e non deveessere così: molto spesso il volontario mette a disposizione degli altri anche la propria competenza professionaleoltre che il proprio tempo, la propria persona. Un volontario professionalizzato ed un professionistavolontario,fianco a fianco, per un obiettivo comune. Uno lo spirito due le competenze tanti i vantaggi. Grazievolontari.Un’operatrice si racconta: “Mi spinge la fede”Un sostegno quotidiano a famiglie e minori in difficoltà: è questa l’attività che giorno per giorno Nunzia Letizia svolgeaccanto alla <strong>Fondazione</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong>.Più che delle mansioni che svolge e del tempo che dona, per amore e disinteressatamente, con Nunzia volevamoparlare di quella stella interiore che muove tutte le cose, quella bussola di riferimento che al posto dei punti cardinaliriporta un nucleo di valori, quello che lei, ai microfoni de La Risposta, definisce “la molla interiore che ti conduceverso il prossimo”.D.: Nunzia, cosa la spinse ad avvicinarsi all’universo del volontariato?R.: La fede. Come tutte le cose alte e superiori che ci capitano nella vita, anche questa è stata dettata dalla fede.D.: La frase che ispira questo numero de La Risposta è “donare è un gesto attivo”. Nella sua esperienza divolontario, sente di condividere questa espressione?R.: Sì, la ritengo molto saggia. Il gesto attivo, nel caso dell’attività di volontariato, consiste nell’ascoltare i bisognialtrui ed operare per soddisfarli. Nel caso delle famiglie che aiutiamo, la fortuna di noi operatori è che riusciamo avedere i risultati della nostra attività e a cogliere i frutti interiori che il gesto solidale semina.D.: Cosa consiglia a un giovane che vuole avvicinarsi al volontariato ma magari è frenato perché non si senteall’altezza?R.: Chiunque può donare se sente dentro di poterlo fare. La timidezza o l’essere chiusi di carattere si supera facilmentenel momento in cui ci si accorge che ogni cosa che si dona in maniera disinteressata, ti viene restituita centuplicata.E’ una gratificazione difficile da spiegare per chi non la vive.D.: Come completerebbe lei quella frase?Con altre due espressioni: “vedere per credere” (quanto sia ricco il dono) e “ama il tuo prossimo come te stesso”.


UE, il nostro decalogo per conoscerla meglioL’Europa non è più una terra straniera,ma una seconda patria.Le sue decisioni diventano sempre piùinfluenti per i cittadini dei singoli Statimembri, ma quanto ne sappiamo di questaUnione, il cui processo di integrazioneè iniziato dopo la fine della secondaguerra mondiale ed è tuttora in corso?“La Risposta” offre ai suoi lettori unalista di parole chiave per conoscerlameglio.1. Unificazione: Le unificazioni europeeriguardano più livelli, raggiunti nel corsodella sua storia: l’unificazione dei confiniconsente a tutti i cittadini dell’Unione dispostarsi da un Paese all’altro senzapassaporti né altre formalità;l’unificazione monetaria dal 2002 dota dodici Paesi della stessa moneta, l’Euro; l’unificazione politica è loscoglio più difficile, su cui i leader dell’Unione lavorano.2. Roma: Nel 1957, nella capitale Italiana, sei Paesi si uniscono e formano il primo nucleo dal quale poi si sarebbeformata la CEE. L’Europa si è poi allargata a nove membri (1973), dodici (1986), quindici (1995), venticinque(2004) e 27 (2007).3. Valori: Quelli che ispirano l’Unione sono quelli della dignità umana, della libertà e della democrazia;dell’uguaglianza, del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e delle sue attività socialmente rilevanti, comela solidarietà e la libertà di espressione.4. Maastricht: In questa cittadina nel centro geografico dell’Europa nasce l’Unione Europea, l’attuale denominazionedell’Istituzione Unitaria del nostro continente.5. Schengen: Nel 1995, la convenzione che porta questo nome sancisce l’abolizione dei controlli alle frontieredi quasi tutti i Paesi Membri, assicurando la libertà di spostamento a persone, merci e capitali.6. Consiglio: Il Consiglio Europeo è il principale organo politico dell’Unione. E’ composto dai Capi di Stato oGoverno dei Paesi Membri e dai Ministri degli Esteri, oltre al Presidente della Commissione Europea. Si riuniscealmeno due volte all’anno.7. Parlamento: Organo legislativo che rappresenta i cittadini dell’Unione ed è eletto direttamente da loro ogni5 anni. Ha sede a Strasburgo e si compone di 785 deputati (detti anche europarlamentari).8. Commissione: Con sede a Bruxelles, quest’organo tutela gli interessi generali dell’Unione. Si compone di 27commissari, uno per Stato Membro, ed è suddiviso in altrettante commissioni, diverse per competenza, cheabbracciano tutti gli ambiti socio-economici del continente.9. Corte di Giustizia: Con sede a Lussemburgo ha il compito di far rispettare le leggi comunitarie e di regolarele controversie tra gli Stati Membri.10. Comitato Economico e Sociale: Si compone di 344 membri, scelti tra i rappresentanti sindacali e quelli dellevarie categorie professionali. Formula pareri sulle proposte della Commissione.


Nella casa di FormicottoIrene CaliendoNella casa-famiglia del piccolo Formicotto regnava ilmalcontento. Da giorni era arrivato un nuovo volontarioche aveva portato delle innovazioni nell’organizzazioneche proprio non erano gradite: bisognava alzarsi tutti allastessa ora, lavarsi i denti, mettersi in fila indiana ed andaredove era stato deciso senza deviare. Finito il propriocompito tornare nella tana e riporre tutti i chicchi di granoe le leccornie trovatesul percorso nelladispensa senzaassaggiarne nemmenoun pezzetto. Eraproprio insopportabilequel volontario! E seconsideriamo che luisi era aggiunto allasignorina Sotutto chedettava leggenell’istruire i nuovientrati ed i piccoli ilquadro era davverodeprimente.Formicotto decise dirivolgersi al MagoFormicole per trovareuna soluzione aquesto suo disagio.“Caro Formicotto”,disse il mago, ”ciòche mi chiedi è nellemie possibilità. Matutto quello che noifacciamo o nonfacciamo, come bensai, produce uneffetto. Quest’effettopuò essere piacevoleo non piacevole, belloo non bello, buono onon buono secondol’angolazione dallaquale la guardi esecondo e persone che sono coinvolte nel cambiamento.Sei proprio convinto di quello che chiedi? Sappi che idesideri che io posso esaudire sono solo tre. Poi tuttoresterà come tu lo hai desiderato e nessuno, neanche io,potrò più fare modifiche!”“Sono convinto: voglio che scompaiano i volontari dallanostra casa-famiglia!”. E così fu.Formicotto tornò a casa e della signorina Sotutto e delvolontario Faiquesto e di tutti gli altri non c’era più traccia.Passati i primi momenti di allegra spensieratezza nellacasa il non aver più regole e compiti diventò una gabbiainsormontabile. Tutti gli abitanti della casa iniziarono alitigare su chi avesse il compito di portare la spazzaturafuori, chi di tenere pulito l’interno dell’abitazione, chi diprocurarsi il cibo… Formicotto tornò dal mago.”Vuoidavvero esprimere il tuo secondo desiderio?” ”Sì, sonoconvinto: dopo i volontarifai scomparire i compiti diciascuno di noi”. E fu.Anche questa volta i primiperiodi furono una veracuccagna: niente pulizie,niente ordini, nientestudio, niente compiti…ma dopo qualche ora unpiccolo formichino ebbefame ma la dispensa eravuota, un altro ebbe doloreal pancino, un altro si erafatto male una zampina edun altro non riusciva atrovare il suo letto per latanta spazzatura che era incasa! Tutta la casasembrava un granletamaio, il caos regnavaovunque, nessuno era lìpronto a consolare i piccolio a dare un consiglio.Formicotto sconsolatotornò dal mago: “Voglioesprimere il terzo edultimo desiderio”.“Sai che ne hai espressidue, questo è l’ultimo eche non puoi chiedere diannullarli entrambi: vuoiuna casa senza doveri ouna vita senzavolontari?”Voglio chetutto torni comeprima!”rispose furbescamente Formicotto che con un solodesiderio ebbe due risultati.Quando tornò a casa trovò Faiquesto che consolava ilpiccolo dolente, la Sotutto che spiegava ai piccolil’accaduto ma la cosa più bella fu che tutti, Formicottoincluso, avevano capito l’importanza di quegli angeli, avolte fastidiosi, che sono i volontari che dedicano partedel loro tempo ad ascoltare, coadiuvare, comprendere edaiutare gli altri.


IV Convegno Nazionale, la 149 al microscopioAndrea SennecaTutto è pronto per il IV Convegno Nazionale della <strong>Fondazione</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong>, in programma il 14 ottobre nelprestigioso scenario della Reggia di Caserta.Il Convegno è ormai diventato un ritrovo importante per confrontare, discutere e condividere buone pratiche eriflessioni su famiglia e minori, i temi che vedono da anni in prima linea la <strong>Fondazione</strong> presieduta da Luigi <strong>Ferraro</strong>.Se la scorsa edizione il fil rouge degli interventi era stato “fare famiglia oggi”, quest’anno al centro del dibattito saràl’“affido familiare”.Il Comitato Scientifico, composto da Luigi <strong>Ferraro</strong> e Pasqualina Campagnuolo (Presidente e Direttrice della <strong>Fondazione</strong>),Francesco Belletti (Presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, Angelo Mari (Direttore Generaledell’Ufficio II – Dipartimento Politiche della Famiglia), Adriana Ciampa (Dirigente Ufficio Minori del Ministerodel Welfare) e Cecilia Maria Greci (Delegatadal Sindaco di Parma all’Agenzia per laFamiglia), durante i lavori preliminari didefinizione del programma, ha deciso dideclinare il macro-tema dell’accoglienza,originariamente scelto, focalizzandosi suldecennale dell’entrata in vigore della L.149/2001. Dieci anni sono stati ritenuti dalComitato un periodo congruo per analizzarecambiamenti impressi e prospettive di unanormativa complessa e fondamentale comequella sull’affido. Il Convegno, dunque, siconfigurerà proprio come un tentativo ditracciare un bilancio della legge in meritoal suo tasso attuale di applicazione e sullabase delle conoscenze ed esperienze deirelatori.La prima parte del Convegno stimoleràl’opinione pubblica a interrogarsi, nellospecifico, sui principi di fondo della 149, chesancisce proprio all’articolo 1 che “il minoreha diritto di crescere ed essere educatonell’ambito della propria famiglia”,precisando però che “il minoretemporaneamente privo di un ambientefamiliare idoneo [...] è affidato ad unafamiglia, […] in grado di assicurargli ilmantenimento, l’educazione, l’istruzione ele relazioni affettive di cui egli ha bisogno”.L’assunto teorico appena riportato harappresentato una vera rivoluzione copernicana in materia di tutela del minore, fissando il nucleo familiare comeincubatore affettivo e relazionale imprescindibile per la crescita e lo sviluppo del bambino. Dato che la precisa volontàdel legislatore, nel 2001, fu concentrare le politiche di sostegno sulla famiglia d’origine in primis, e in seconda battutasu nuclei familiari affidatari, sul palco si farà il punto sulla validità e l’attualità della ratio legis, sulle politicherealmente effettuate a favore delle famiglie d’origine in difficoltà e su quelle altrettanto importanti di sostegnosull’affido.Gli interventi più marcatamente teorici toccheranno quindi tutte le tematiche di contorno a quelle connesse alla L.149 e alle sue applicazioni, come ad esempio il tema dell’accoglienza nei Piani dell’infanzia e della famiglia e ancheall’interno delle comunità, una panoramica sulle professioni sociali e i saperi in rapporto alle politiche sull’affidofamiliare.La seconda parte dei lavori, infine, si dedicherà alle best practices e alle esperienze sul campo, con una tavola rotondache vedrà confrontarsi addetti ai lavori provenienti da diverse realtà del Paese.


L’intervistaLa direttrice Campagnuolo: “Elaborata unanuova formula per un confronto più ampio”La dottoressa Pasqualina Campagnuolo, sociologa della<strong>Fondazione</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong>, tira le somme dei lavoridel Comitato Scientifico del IV Convegno Nazionale,rispondendo alle domande de “La Risposta” sul temascelto, definito “il risultato di un’attenta riflessione chedel minore. Mentre prima la formazione culturale erariservata alle famiglie affidatarie oggi è importante ancheeducare le famiglie d’origine, che avvertono comeun’ingiustizia il trasferimento a un altro nucleo familiare,anche se temporaneo, del proprio minore.Il Presidente <strong>Ferraro</strong> ha definito gli obiettivi dellesuccessive edizioni del Convegno, che vuole diventareun appuntamento fisso su scala nazionale. Concordasu questo punto di vista?Certo. Dal punto di vista personale, però, sono già moltosoddisfatta di quello che il Convegno già è, e cioè unsincero momento di riflessione e confronto di alto livello.Quali sono le novità introdotte in questa IV edizionedel Convegno?Abbiamo deciso di accorpare i temi in un’unica sessionedi lavoro, unendo la fase prettamente teorica, con riflessionifatte da esperti del settore sui principi base, di impostazionerigorosamente scientifica con quella che analizza leesperienze sul territorio nazionale.In questa seconda fase quali esperienze verranno messea confronto?ha preso corpo gradualmente nel gruppo di lavoro”.Al di là di ciò che emergerà dal dibattito del 14 ottobre,quale conseguenza culturale principale si è registratadall’approvazione della L. 149 a oggi?La premessa contenuta nella legge che fa riferimento allafamiglia, anche affidataria purché tale, come dirittofondamentale del minore, ha rappresentato, specie nelmeridione, una medaglia a due facce: da un lato ha fissatoun principio positivo per l’infanzia e l’adolescenza,dall’altro ha sviluppato un malinteso senso di esproprioda parte della famiglia d’origine cui viene sottratta la tutelaCertamente saranno analizzate le buone pratiche di Parma,che nel 2007 ha istituito l’Agenzia per la Famiglia.Compito primario dell’Agenzia è quello di coordinare esostenere progetti a sostegno delle famiglie, promuovendoadeguate politiche familiari, secondo il principio dellasussidiarietà, collaborando con associazioni, istituzioni,cooperative, mondo economico e famiglie stesse, affinchéParma possa diventare una cosiddetta “città a misura difamiglia”.L’istituzione dell’Agenzia per la Famiglia non ha intesoaggiungere un settore di interventi e servizi ma ha miratoa dar vita ad uno spazio di impegno, confronto,collaborazione, ricerca e innovazione progettuale, con ilcompito di promuovere la famiglia in ogni funzioneamministrativa, come soggetto attivo, risorsa, partner,protagonista del suo ben-essere.L’Agenzia pertanto collabora con tutti gli altri assessorati“colorando di famiglia” ogni azione messa in campo sulterritorio di competenza.


Amicizia, cambiamento e crescitaRosa Di MatteoIn Casa Rosa Cirillo la primavera ha portato tante novità,soprattutto per una persona. Da quando F. ci ha lasciatoper iniziare una nuova vita con i suoi genitori, la casa siè svuotata. Pian piano, giorno dopo giorno, i bambinirimasti hannocolmato questovuoto con le loropiccole avventure,con le loro scopertee con i lorodiscorsi, talvoltaincomprensibili,t a l v o l t asorprendenti e altredivertenti. Il piùpiccolo della casa,G., ha conquistatoi cuori di tutti noi,con i suoi occhiluminosi esorridenti, cosìattaccati alla vita ecosì desiderosi diaffetto. S. la piccolaprincipessa di casa,con i suoimeravigliosi capelliricci, che canta,balla e parla, parla,parla, con una vocecosì delicata edolce che scioglierebbe anche il cuore più duro. T. diventasempre più bella e, tra alti e bassi, ogni giorno manifestail suo bisogno di affetto e di attenzioni, aiutandoci acapire che i bambini hanno una forza interiore più grandedi quanto si possa immaginare, ma che hanno semprebisogno di qualcuno che li sorregga nei momenti disconforto e di difficoltà. G., il più grande, che ci tienecompagnia con la sua leggerezza e la sua simpatia, edora si sta preparando per lanciarsi nel mondo degli“adulti” e iniziare a camminare incontro al suo futuro,qualunque esso sia. Il vero protagonista di questaprimavera è, però, il nostro piccolo grande uomo: D. Ilnostro principino ha vissuto un’avventura entusiasmante:insieme a Fara, la responsabile, a zia P. e a S. ha fattoun meraviglioso viaggio a Lourdes, per incontrare laMadonna e chiederLe di stargli vicino e di aiutarlo neitanti problemi che ogni giorno deve affrontare. D. si èdivertito tantissimo: ha cantato., ha pregato e ha parlatocon la mamma celeste. Magari Le avrà chiesto di starbene, magari si sarà raccomandato di proteggere tutticoloro che gli vogliono bene e che lui ama o magari Leavrà affidato i tanti bambini che hanno fatto il viaggioin treno con lui,perché D. è così,non si piangeaddosso, nonpensa solo a sé, maha un cuore grandequanto il mondo.D. è tornatocambiato dopoquesta esperienza,il suo corpo,nonostante lefatiche del viaggio,era insolitamenteluminoso, di unaluce particolareche solo chi toccaconcretamentel’amore di Dio odella Madonnapuò avere. Dopoqualche settimanaha anche compiuto4 anni, il nostropiccolo ometto.Per l’occasioneFara ha deciso diinvitare tutti i bambini protagonisti di questa avventuraa Lourdes e i loro familiari, più tutti i pargoletti chehanno abitato, per più o meno tempo, tra le mura sicuredi Casa Cirillo. Una festa meravigliosa e divertente,all’insegna dell’amore e della spensieratezza, dell’allegriae della gioia. Due fantastiche animatrici, Ole e Ilvia,anche esse conosciute a Lourdes, non hanno esitato apartecipare per festeggiare con D. La serata è stataindimenticabile per tutti, D. è stato coccolato e festeggiatoper tutta la sera. In suo onore ognuno ha portato qualcosada mangiare e una torta a tre piani della sua squadrapreferita, il Napoli, ha concluso la festa. Piccolo D., soche con i tuoi occhietti profondi ci hai ringraziati perchéti abbiamo reso felice con questa festa, ma siamo noi,tutti in coro, che dobbiamo dirti GRAZIE, perché ognisingolo giorno ci regali amore, una amore più forte diquanto possiamo desiderare, un amore gratuito e sincero.GRAZIE piccolo grande ometto!


Da noi si respira aria di vacanzeL’equipe di Casa SorrisoQuest’anno la Pasqua è venuta quasi come anticipo delle vacanze estive. I nostri ragazzi sono più che mai frizzantie gioiosi del bel tempo che sta facendo perché appena possibile si rincorrono sui prati in fiore oppure rincorronouna palla dando sfogo a tutte le loro energie positive e negative.Per la Pasqua i nostri ragazzi sono stati invitati dalle famiglie volontarie della nostra comunità parrocchiale di S.Clemente e del territorio di Caserta, a trascorrere la giornata con loro per condividere non solo il pranzo ma anchel’apertura delle numerose uova pasquali che sono stati donati loro, ed anche la gioia del calore dell’accoglienzadi queste famiglie speciali che volontariamente decidono di dedicare un po’ del loro tempo ai nostri bambini.Proprio con queste famiglie venerdì quindici aprile in casa sorriso si è svolto un incontro tra i fondatori Gino edElisa <strong>Ferraro</strong>, le nostre famiglie volontarie e noi operatori.I volontari hanno raccontato della positiva esperienza che vivono quando sono presenti i nostri ragazzi nelle lorofamiglie. Di tali vissuti positivi ne siamo testimoni quando i ragazzi rientrano in comunità. Sono sempre sereni,felici, appagati ma anche stanchi per le attività ed i giochi a cui hanno partecipato durante la giornata. Durantel’incontro ci si è confrontati sulle dinamiche comportamentali e relazionali tra i nostri ragazzi e le famiglie volontarieche puntualmente dimostrano con la vita grosse capacità di accoglienza e contenimento con ricaduta positiva sullavita dei ragazzi.Comunità FelicettaVi racconto la “mia” fondazioneAngela NaccaDal 26 gennaio svolgo il tirocinio formativo per il Corso di Laurea in Psicologia presso la Comunità Felicetta,struttura della <strong>Fondazione</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong>.Si tratta di una comunità per gestanti madri con figli,con sede in Via De Angelis snc in Maddaloni. Durantequesto periodo posso affermare di aver sviluppatocompetenze di vario genere, tra cui attività sociorelazionali,comunicative e metodologiche-operative.Tali competenze sono scaturite dalla continua presenzain comunità e dalla crescente partecipazione alleproblematiche degli utenti della Casa Felicetta.Il lavoro che ho svolto in questo periodo consisteessenzialmente nell’osservazione partecipante delrapporto che intercorre tra madri, figlie ed educatoridurante le attività quotidiane.Laddove si palesano le condizioni per effettuare una“relazione di aiuto” mi propongo di metterla in praticaaumentando le capacità relazionali e favorendo cosìprocessi di risocializzazione.Dall’osservazione maturatasi sul mio lavoro personaledi ricerca e di riflessione, posso affermare che è stataun’esperienza per me importante, per maturare semprepiù complesse competenze di natura auto-valutativa al fine di aumentare il livello del mio bagaglio culturale e diun più adeguato profilo professionale.Ho riscontrato una netta differenza tra ciò che finora ho studiato e quello che ho vissuto in questa ultima esperienza;è stato decisamente favorevole in quanto ho dovuto affondare realtà completamente diverse dalla mia, per potercapire ogni singola azione degli utenti, per poterli poi aiutare.Quelli che ho appena elencato sono alcuni dei motivi per cui fare volontariato o lavorare in una casa famiglia pensorenda l’uomo più appagato e positivo.


Rendi solidale la tua festa con una pergamenaVuoi che la tua cerimonia diventi un'occasionespeciale anche per persone che ne hanno bisogno?Rivolgiti alla <strong>Fondazione</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong> e, alposto della classica bomboniera, adotta unapergamena solidale.La pergamena, simbolo della <strong>Fondazione</strong>, è anchel'emblema della cultura del dare, poiché con essaaiuterai la <strong>Fondazione</strong> ad aiutare.Approfittiamo di questo spazio per salutare chi haadottato la pergamena solidale proprio in questesettimane:Andrea, in occasione della sua Prima Comunione,e i due futuri sposi Maurizio e Stefania. Auguri!Alla “scoperta”dei piccoli NemoAntonietta ValentinoDa Settembre 2010 è iniziato il lavoro di recupero“Progetto Nemo”, progetto gestito dal MOVIprovinciale di Caserta in convenzione con il CSVASSOVOCE di Caserta con fondi protocollo d'intesafondazioni bancarie e volontariato. Si tratta diun’importante scommessa promossa a favore deibambini affetti da paralisi celebrale infantile e vuoleessere una sfida per i promotori del progetto e perle stesse famiglie che si rivolgono al Centro al finedi rendere i propri figli parte integrante di un percorsodi autonomia e indipendenza grazie all’applicazionedel metodo Therasuite, per la parte fisioterapica, ela CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) per laparte logopedica. A diversi mesi di distanza, consideratoil percorso tracciato fino ad oggi e constatan si possononotare con una certa evidenza i passi avanti fatti dai piccolipresi in carico: imparare a soffiare per spegnere unacandelina è diventato una sorta di piccolo miracolo; riuscirea far dare un passo ai bambini con la sola forza delle lorogambe è una vittoria senza pari e qualsiasi loro piccologesto diventa motivo di gioia. Il risultato più grande, però,diventa quello di riaccendere la speranza nelle mammee nei papà dei tanti piccoli Nemo che stiamo imparandoa conoscere giorno dopo giorno, che sembravano sconfittidalla disabilità dei loro figli e dalla vita stessa e che ora,al contrario, hanno un motivo in più per lottare affinchèi propri figli si vedano riconoscere l’indipendenza. Attimodopo attimo sta prendendo corpo una realtà importantein un contesto di solidarietà e sostegno alle famiglie inLa pergamena di Andreaogni ambito che le rappresenta e in cui si vanno adesprimere; si sta materializzando con sempre maggioreentusiasmo e partecipazione di famiglie, volontari eoperatori una dimensione di supporto e aiuto a minori efamiglie in difficoltà a titolo assolutamente gratuito chegarantisce professionalità, impegno, costanza e risultaticoncreti che siano la premessa per un futuro libero dapregiudizi e ostacoli legati ai problemi scaturiti dallatetraparesi spastica dei bambini che ne sono affetti. Conil metodo Tharasuite i piccoli si vedono riconoscere ildiritto ad avere l’opportunità di stare in piedi, di sentireil proprio corpo, di fare leva sulla propria volontà ecapacità di migliorare. Tutto ciò si ispira agli ideali dellesocietà moderne che devono preoccuparsi di chi vive unasituazione di svantaggio in modo da consentirgli lapartecipazione alla vita sociale evitando ogni forma dialienazione e promuovendo una cultura di mutuo aiuto.


ADERIRE AL SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEONell'ambito del Programma Gioventù in Azione, strumentodi sostegno e finanziamento ai progetti che favorisconol'educazione non formale, l'apprendimento interculturale,la solidarietà e la mobilità internazionale dei giovani,promosso dalla Commissione Europea (Direzione GeneraleIstruzione e Cultura) e coordinato in Italia dall'AgenziaNazionale per i Giovani (www.gioventuinazione.it), siinserisce il Servizio Volontario Europeo (SVE).Esso sostiene i servizi volontari transnazionali dei giovanie aspira a sviluppare la solidarietà e a promuovere latolleranza fra i giovani, in primo luogo per rafforzare lacoesione sociale dell’Unione Europea.L’attività vera e propria svolta da un volontario europeoall’estero può avere una durata minima di 2 mesi ed unadurata globale massima di 12 mesi (long term). Perpartecipare al programma, il primo passo consiste neltrovare un’organizzazione d’invio con la quale vi sarà unprimo contatto con il volontario attraverso la compilazionedel proprio Curriculum Vitae Europeo. Inoltre, conl’ausilio dell’organizzazione d’invio, il volontarioconsulterà la BANCA DATI dei progetti approvati eorganizzazioni di accoglienza riconosciute ufficialmente,disponibile sul sito internet .Tutti i costi per partecipare allo SVE sono a carico delleorganizzazioni di invio e diaccoglienza.Sinteticamente le spese coperte previste dal ProgrammaGioventù sono:• i costi di viaggio di andata e ritorno;• l’assicurazione per tutto il periodo della vostrapermanenza all’estero;• il vitto, l’alloggio, il pocket-money per tutta la duratadel progetto;• la possibilità di partecipare a seminari di formazioneprima della partenza, ad incontri di formazione con altrivolontari presenti sul territorio estero;• la formazione socio-linguistica.Per partecipare al Servizio Volontario Europeo è necessarioinviare CV e lettera motivazionale ad un Ente diaccoglienza (Host Organisation).Sulle pagine del sito è possibile reperire informazionicirca i progetti SVE promossi dall’ associazione Giovanisenza Frontiere di Caserta.Inoltre l’Ufficio Europa/Europe Direct - Provincia diCaserta - opera dal 2005 come Ente di accoglienza (Hostorganisation) di volontari provenienti da tutta Europa, edal 2009 anche come ente di coordinamento e di invio(Co-ordinating and Sending organisation) di volontariitaliani.DIVENTARE VOLONTARI DELLA FONDAZIONEGIUSEPPE FERRAROPer essere inseriti nell’elenco dei volontari della<strong>Fondazione</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong> è sufficiente esseremaggiorenni ed in possesso del diploma di scuoladell’obbligo. Inviare o consegnare a mano un curriculumfirmato, cui allegare fotocopia della carta di identità. Inesso riportare oltre al titolo di studio posseduto, le eventualialtre esperienze di volontariato e la propria disponibilitàin termini di tempo e mansioni. E’ sufficiente donareIn questo numero1./2.// Volontari, il giusto tributodell’Europadi Lorenzo Bozzi// Il dono: un atto trascendentedi Pasqualina Campagnuolo3.// Reciprocità e partecipazione:ecco i volontaridi Luisa Salanti4./5.// Assistere chi fugge: storie diordinario soccorsodi Irene Caliendo// Un’operatrice si racconta:mi spinge la fede5.// UE, il nostro decalogo perconoscerla meglio6.// Vittorio Arrigoni: una vita peruna causadi Minni Caliendo7.// Nella tana di Formicottodi Irene Caliendo8./9.// IV Convegno Nazionale, la 149al microscopiodi Andrea Senneca//La direttrice Campagnuolo:“Elaborata una nuova formula perun confronto più ampio”anche due ore settimanali del proprio tempo con le attivitàpiù semplici (cura degli ambienti e dei suoi ospiti, giochied attività, tutoraggio a famiglie in difficoltà, ospitalitàtemporanea, diffusione materiale informativo, ecc.).PARTECIPARE ALLE ATTIVITA’ DI SNC LIBEROPENSIEROContatta l’associazione sulla sua pagina Facebook o suquella delle sue iniziative. In alternativa, puoi presentartivia e-mail alla casella sncliberopensiero@gmail.com10./11.// Amicizia, cambiamento e crescitadi Rosa Di Matteo// Da noi si respira aria di vacanzedi Equipe di Casa Sorriso// Vi racconto la “mia” fondazionedi Angela Nacca12.// Rendi solidale la tua festa con unapergamena// Alla “scoperta” dei piccoli Nemodi Antonietta Valentino13.// Rubrica “Come fare per”14./15.// L’Idea: una notte bianca dello sport(Spazio a cura dell’Associazione SNC Libero Pensiero)di Mariella <strong>Ferraro</strong>


L'Idea: una notte bianca dello sport - Spazio a curaMariella <strong>Ferraro</strong>Sapete dove nascono le migliori idee?!A TAVOLA!Tra una pietanza e l'altra nascono le idee più sane e originali..quelle che per tanto tempo avevi conservato nell'angoloAvete mai visto il film “Il Segreto di Pollyanna”, del lontano1960?! Racconta di una piccola orfanella che va a vivere pressofelice. In particolare vorrei raccontarvi una scena in cui la bambina cerca di far riscoprire ad una signora, Agnes Moorehead nil suo funerale, Pollyanna, con l'aiuto dei pezzi di cristallfilm, la giovane attrice ricevette nel l', un speciale che fu aalla signora come l'idea sta alla città). Ci sono dei momentfacile che riusciamo a fare è abbatterci perdendo entusiasmSarà una goccia nell'oceano, ma vorrei raccontNell'aprile 2009 i mass media non smettevano di ripetereCerti di essere ascoltati ci recammo presso la <strong>Fondazione</strong>sarebbero state tante idee, tanti prismi. Nel Marzo 2010Nel mese di giugno 2010 mentre eravamo a tavola..sapemmpreviste attività x il periodo estivo. Purtroppo non ci avevamperché era stato un anno sociale abbastanza intenso, alloraun'idea che potesse anche essere organizzata rapidamente..n“L'Estate ragazzi”(29.06-30.07.2010), fu certamente una verma fu intensa!Allora i volontari dell'associazione snc erano davvero pochi, ssu una mano, ma ci abbiamo creduto ed insieme abbiun'esperienza unica.Quest'anno siamo giunti alla seconda edizione ed a differscorso anno sarà aperta a 50 bambini di età compresa traanni. L'organizzazione di quest'evento ci sembrava una cologica data la bomba che ci vedemmo scoppiare tra le mananno..ma non sapevamo che sarebbe stato solo il contenitoaltre idee!Ormai tra volontari, amici e familiari si è innescato qincredibile..una grande macchina pensante! Da febbraio scl'entusiasmante caccia alla befana, ci siamo rimessi all'operaIl campione di basket Cittadini all’Estate Ragazzi 2010La tavola ne combina di scherzi! Sapete cos'è una matriosbambola che si apre ed all'interno ce n'è una identica peròche si apre ancora per dar luce ad un'altra bambola identicapiù piccina, fino ad arrivare alla miniatura della bambola che non è più divisibile. La matrioska più grande sarà l'Estate Ragazzidi questa ci sarà l'operazione Pollice Verde (composta di 8 giornate di cui 3 sono dedicate al rinverdimento di un'area pubblegalità e 2 alla cultura. Ovviamente ciascuna giornata sarà trattata in modo da rendere interessante agli occhi dei bambini questie l'esplosione finale ci sarà il 15 Luglio quando tutte le forze operative esistenti in città, ed oltre, si metteranno insieme xevento che cercherà di dare una grande scossa al nostro territorio da anni dormiente: LA NOTTE BIANCA DELLO SPORTsarà pubblicizzato ovunque, vedrà l'intervento di ospiti illustri e tanto altro ancora. Abbiamo detto che il prisma sta alla sigl'idea sta alla città.Tutto è partito da un'idea, da una tavola. E' bastato un piccolo prisma a colorare la vita di Mrs Snow. L'esperienza di un cIsaac Newton ha mostrato che non solo un prisma separa un raggio di luce nei colori dell'arcobaleno( rosso, arancione, giablu, indaco e violetto) ma anche che un secondo prisma rimette insieme tutti i colori, formando di nuovo la luce bianca. Ciaspuò rappresentare tutti i vari aspetti della nostra vita, ma non bisogna dimenticare che questi, uniti rigenerano la luce del socolorata è formata dai suoi "componenti spettrali" così come i vari suoni contengono i toni delle note musicali della sGiusto per non far mancare una sua citazione, riporto una frase della canzone SALVAMI di Jov


dell’Associazione SNC Libero Pensieropiù nascosto del tuo cervello, nel più profondo del tuo cuore..in quel clima così familiare...è così che nasce UN'IDEA!la zia acida e brontolona. La piccola Polly dovrà affrontare tante difficoltà, ma nulla le toglierà la voglia di vivere e di essereei panni di Mrs Snow , la bellezza della vita. A lei che, seduta tra una sedia ed il letto, aspetta la morte, avendo già organizzatoo di un vecchio lampadario, riapre un mondo. Quella stanza si riempie di energia e felicità! Per la sua recitazione in questossegnato proprio quell'anno per l'ultima volta. Vorrei allora proporvi una proporzione: prisma:signora=idea:città (il prisma stai in cui a tutti capita di fermarsi e pensare. In questo mondo così difficile in continua evoluzione 99 volte su cento la cosa piùo e fiducia, allora ci vorrebbe una Pollyanna per ciascuno.arvi l'esperienza che il rapporto sinergico tra <strong>Fondazione</strong> e Associazione ci sta portando a vivere.la tragedia che si era abbattuta su l'Aquila, con un gruppo di giovani decidemmo di attivarci e smettere di essere spettatori.<strong>Giuseppe</strong> <strong>Ferraro</strong>. Decidemmo di organizzarci come volontari, capendo che in questo binomio <strong>Fondazione</strong>-Associazione cinasceva così l'Associazione di volontariato “Snc:Libero Pensiero”. Da allora questo binomio è diventato inscindibile.o che due signore erano passate in <strong>Fondazione</strong> GF (CHE NON SIGNIFICA GRANDE FRATELLO :-) ) chiedendo se eranoo pensatocercammoacque cosìsione beta,contavanoamo fattoenza delloi 6 ed i 13nseguenzai lo scorsore di tanteualcosa diorso, dopo(a tavola).ka?!E' unaiù piccolama ancora, all'internolica, 3 allaargomenti)creare un! L'eventonora comerto signorllo, verde,cun colorele. La lucecala base.Una scena dell’Estate Ragazzi 2010anotti: 'la storia ci insegna che non c'è fine all'orrore, la vita c'insegna che vale solo l'amore'.


Donare senza esborso il 5 per 1000per i bambini della <strong>Fondazione</strong>Il contribuente può destinare la quota del5 per mille relativa al periodo di imposta2010 apponendo la firma nel primo deicinque riquadri, quello per leorganizzazioni non lucrative utilitàsociale, che figura sui modelli didichiarazione del CUD 2011 o delModello Unico Persone Fisiche2010, e riportare nell'appositospazio il codice fiscale delbeneficiario93025140612.È consentita una sola scelta didestinazione.La scelta del 5 per mille non escludequella dell’8 per mille.una chance alla speranza: donaci il tuo 5 per milleDai una chance alla speranza: donaci il tuo 5 per milleDai

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