6 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2008</strong>Don Bonifacionel racconto <strong>di</strong> Padre RocchiEcco come padre Flaminio Rocchi,aveva trattato <strong>di</strong> don Bonifacio nel suolibro L’Esodo dei 350mila giulianifiumani e dalmati, e<strong>di</strong>to dall’ANVGD.«Don Francesco Bonifacio daPirano, parroco <strong>di</strong> Villa Gardossi, 34anni. La sera dell’11 settembre 1946 èstato ucciso dall’OZNA (polizia segretajugoslava) e la salma è stata gettata inuna foiba <strong>di</strong> Grisignana (testimonianza<strong>di</strong> un fratello). <strong>Il</strong> vescovo <strong>di</strong> Triesteha introdotto la causa <strong>di</strong> beatificazioneed ha posto nel Santuario <strong>di</strong> MonteGrisa una lapide <strong>di</strong> bronzo con la scritta:“Trucidato in o<strong>di</strong>o a Dio e al suosacerdozio santo”.<strong>Il</strong> 16 settembre 1996 Mons.GiulioEinau<strong>di</strong>, nunzio Apostolico <strong>di</strong> Croazia,ha presieduto a Villa Gardossi una solennecerimonia per ricordare il martirio<strong>di</strong> Don Bonifacio. Ha detto: “èuno dei martiri del XX secolo, vittimadel comunismo”. Mons. AntonBogetic, attuale vescovo <strong>di</strong> Pola, haricordato che Don Francesco era andatonel bosco per cercare <strong>di</strong> aiutareun partigiano mortalmente ferito. È statascoperta una lapide <strong>di</strong> bronzo».A proposito delle persecuzioni religiosenelle nostre terre, <strong>di</strong> cui donBonifacio fu uno dei simboli, ecco l’introduzione<strong>di</strong> Padre Rocchi al lungoelenco dei martiri, ognuno con la suastoria ma tutti con la medesima fine.«Secondo la tra<strong>di</strong>zione, sarebbestato lo stesso S. Marco ad inviare inIstria S. Ermagora il quale pre<strong>di</strong>cò aParenzo, a Pola, a Pedena. Sorsero leprime <strong>di</strong>ocesi a Trieste, Capo<strong>di</strong>stria,Cittanova e a Pedena. Basiliche e chiesecostellarono tutta l’Istria, con moltisanti locali come S. Elio, S. Giacinto,S. <strong>Il</strong>ario, S. Eleuterio, S. Giuliano, S.Demetrio, S. Proietto, S. Massiminianoche nel 546 costruì presso Pola la basilica<strong>di</strong> S. Maria Formosa e poi <strong>di</strong>ventòarcivescovo <strong>di</strong> Ravenna.Lo scontro con il comunismo apparesconcertante sul terreno religioso.Dopo l’armistizio i quadri dell’amministrazionecivile e militare si erano<strong>di</strong>ssolti nella <strong>di</strong>sgregazione politica emorale. Sono rimasti sul posto i vescovie i sacerdoti. “In tutto il litoraleadriatico gli italiani erano dei cattoliciprofondamente credenti, molto religiosi.Ciò risaliva agli albori del Cristianesimo,come risulta nelle splen<strong>di</strong>dechiese e cattedrali romaniche,bizantine e <strong>di</strong> origine veneziana, taloratristemente abbandonate dagli slavio ad<strong>di</strong>rittura trasformate in autorimesse”(T. Veiter).L’art. 150 della Costituzione jugoslava<strong>di</strong>ce: “È garantita la libertà ai citta<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> esprimere la loro appartenenzaalla loro nazione o nazionalità e <strong>di</strong>coltivare la loro ere<strong>di</strong>tà culturale, comepure la libertà <strong>di</strong> usare la madrelinguae il loro alfabeto. Ogni atto che incitiall’o<strong>di</strong>o e all’intolleranza nazionale,razziale e religiosa è incostituzionale”.Ma in una circolare del 10 luglio 1944il consiglio del partito constata che, intutta la massa conta<strong>di</strong>na è subentratala paura per la salvaguar<strong>di</strong>a della religione.Per questo, aggiunge la successivacircolare del 19 luglio: “bisognaagire con prudenza e fare il possibileper avere l’adesione anche <strong>di</strong> qualcheprete”. “Ai preti è permesso occuparsidei loro riti religiosi, ma non <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondereil fanatismo religioso”. (Tito,«Borba» 15 settembre 1951).L’austriaco prof. T. Veiter scrive cheil <strong>di</strong>ritto religioso era “in netto contrastocon la teoria e la pratica degli annidella guerra e dei primi anni postbellici.La persecuzione religiosa <strong>di</strong> quelperiodo è del resto documentata dallaletteratura jugoslava specializzata. Inprimo luogo si ebbero atti <strong>di</strong> forza controi vescovi e i sacerdoti italiani, taloracon gravi oltraggi”.Ma l’ateismo persecutorio <strong>di</strong> TitoNel clima <strong>di</strong> paura e nelle strade deserte <strong>di</strong> Villa Gardossi...trova davanti a se un clero coraggioso,pronto ad affrontare anche la morte, equattro vescovi nel cui atteggiamentosi rispecchia tutta la sofferenza dellachiesa istriana e la loro <strong>di</strong>fesa in favoredella popolazione».P. Flaminio RocchiULTIM’ORAImpronte ai profughi giuliani,“Famiglia Cristiana” smemorataLe polemiche sulle impronte <strong>di</strong>gitali,sorte sulla stampa in queste settimane,hanno indotto la Presidenzanazionale dell’ANVGD (si veda il comunicatodel 7 luglio scorso pubblicatosu “Difesa” <strong>di</strong> agosto-settembre) a ricordarecome, nei primi anni del dopoguerra,una circolare dell’allora ministrodell’Interno Scelba impose alleautorità <strong>di</strong> polizia <strong>di</strong> rilevarle ai profughigiuliani e dalmati raccolti negli oltre100 campi allestiti in tutta Italia, eciò per due ragioni: il timore che tra <strong>di</strong>loro potessero esservi infiltrati jugoslavi,e la necessità <strong>di</strong> tenere sotto controlloambienti che potevano, secondole autorità <strong>di</strong> governo del tempo,essere lambiti da movimenti eversivi<strong>di</strong> estrema destra.<strong>Il</strong> comunicato ANVGD, ripreso dalleagenzie <strong>di</strong> stampa e dai quoti<strong>di</strong>aninazionali, non è piaciuto a “FamigliaCristiana”, che nel <strong>numero</strong> in e<strong>di</strong>colail 13 luglio pubblicava un e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong>Beppe Del Colle dal titolo Perché altricattolici non l’avrebbero mai fatto, conil quale negava nella maniera più assolutala possibilità – ricordata sia dallaPresidenza nazionale <strong>di</strong> questa <strong>Associazione</strong>che dal SottosegretarioCarlo Giovanar<strong>di</strong> con una nota del 10luglio – che precedenti governi retti dapolitici <strong>di</strong> ispirazione cattolica potesseromai aver deliberato una misuratanto estrema.«Perché in mezzo secolo nessungoverno democristiano, nessun ministrodemocristiano – scrive tra l’altroDel Colle nel suo e<strong>di</strong>toriale –, ha maiproposto una simile scemenza?». Secondol’opinionista, «Governi e singoliministri democristiani non l’hannomai fatto innanzitutto perché, prima<strong>di</strong> essere politici, erano cristiani».«Poi, non lo hanno mai fatto perchéerano intelligenti e consapevoli delPaese in cui vivevano e operavano. DeGasperi prese l’Italia uscita dalla guerrain rovina, insi<strong>di</strong>ata da conflitti interniaperti da minoranze etniche o <strong>di</strong>altra natura, e angustiata da problemiinternazionali come quello <strong>di</strong> Triestecontesa all’Italia dalla Jugoslavia comunista,sostenuta dalle riven<strong>di</strong>cazionidei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> origine slava; oltrechédai rapporti con i Paesi europei neiquali affluivano milioni <strong>di</strong> emigrantiitaliani, che Roma doveva <strong>di</strong>fenderesenza macchiarsi a sua volta <strong>di</strong> unqualsiasi gesto razzista, verso qualunquestraniero». E via <strong>di</strong> seguito.Ma il settimanale incorre in unamadornale “<strong>di</strong>strazione” storica. Lacircolare esistette, contrassegnata dal<strong>numero</strong> 224/17437 del 15 maggio1949. <strong>Il</strong> documento, inviato allora atutte le questure d’Italia, imponeva «laschedatura e il rilevamento delle impronte<strong>di</strong>gitali» ai profughi italianidall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.In calce, la firma <strong>di</strong> Mario Scelba: ministrodell’Interno. Nel corso <strong>di</strong> quell’anno“Difesa Adriatica” de<strong>di</strong>cò <strong>di</strong>versiservizi all’argomento, registrando tral’altro le reazioni del vescovo mons.Radossi, soggetto anch’egli allaschedatura. Dunque, cattivo giornalismo,si sarebbe detto una volta, quandoancora esistevano giornalisti chesapevano essere maestri <strong>di</strong> stile e professionistipreparati. Si scrive senzadocumentarsi, arrangiandosi con qualcheslogan che richiami i gran<strong>di</strong> econ<strong>di</strong>visibili princìpi umanitari o quant’altro,per confermarsi nelle proprieopinioni. Ma la storia è un’altro capitolo,e i lettori meritano sempre rispetto.Colta in fallo, “Famiglia Cristiana”nel <strong>numero</strong> successivo, del 16 luglio,lungi dall’ammettere l’errore, sfugge eriba<strong>di</strong>sce nell’e<strong>di</strong>toriale politico dellostesso autore: «l’onorevole Giovanar<strong>di</strong>ci ricorda che anche un Governo dcprese eccezionalmente quella misuracon i rifugiati dalla Dalmazia, per scongiuraregravi rischi alla sicurezza delloStato: ma vogliamo paragonare quelcaso con quello dei bambini rom? Ein ogni modo, l’eccezione confermala regola». Da una posizione cristianaci attendevamo l’ammissione <strong>di</strong> unpeccato <strong>di</strong> memoria, per così <strong>di</strong>re, maè più facile esigerla dal prossimo cheda se stessi. In più, persiste nella confusione<strong>di</strong> contesti e <strong>di</strong> situazioni, allaquale opportunamente ha risposto ilPresidente nazionale Toth con il comunicatodel 16 luglio, che riproduciamoin questa pagina.p. c. h.Consiglio della Federazione degli Esuli:riconfermata la presidenza a Renzo CodarinTrieste, 18 luglio. Nella sede dell’<strong>Associazione</strong>delle ComunitàIstriane, alla presenza dei delegatidell’ANVGD guidati da RodolfoZiberna, del Libero Comune <strong>di</strong> Fiumecon Guido Brazzoduro, del LiberoComune <strong>di</strong> Zara rappresentatoda Renzo de’ Vidovich e alla presenzadel presidente dell’<strong>Associazione</strong>delle Comunità Istriane LorenzoRovis, si è svolto il Consiglio federaledella Federazione degli Esuliistriani, fiumani e dalmati.Ha aperto la seduta il presidentedell’<strong>Associazione</strong> delle ComunitàIstriane Rovis, il quale ha sottolineato,nel suo intervento, il periodotravagliato e ricco <strong>di</strong> tensioni dalquale è uscita la Federazione. Orail cambiamento generale del climaall’interno delle associazioni che lacompongono è invece palpabile, eciò è stato riscontrato con sod<strong>di</strong>sfazioneda tutti i presenti.Rovis ha anche riaffermato il primatodell’identità culturale all’internodel mondo degli esuli, il qualegiustifica un senso <strong>di</strong> fratellanza e“Famiglia Cristiana”continua a non capireLe impronte <strong>di</strong>gitali agli Esuli<strong>Il</strong> comunicato stampa dell’ANVGDEvidentemente l’ispirazione cristiana non basta per aprire il cuore e lamente alla verità dei fatti e al conseguente giu<strong>di</strong>zio obiettivo su <strong>di</strong> essi.Dopo aver ammesso <strong>di</strong> aver sbagliato negando che anche i governidemocristiani attuarono la misura delle impronte <strong>di</strong>gitali a migliaia <strong>di</strong> profughigiuliano-dalmati nell’anno <strong>di</strong> grazia 1949, l’e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> “FamigliaCristiana” cerca <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are asserendo che v’è una bella <strong>di</strong>fferenza tra irifugiati del dopoguerra e i bambini rom. Come se i rifugiati <strong>di</strong> allorafossero dei pericolosi criminali che davano da lavorare alla nostra polizia.Dimentica “Famiglia Cristiana”: 1. che i profughi non erano «rifugiati»dall’Europa orientale comunista, ma citta<strong>di</strong>ni italiani espulsi in 350.000da un territorio italiano con una pulizia etnica; 2. che in quella occasioneanche ai bambini furono rilevate le impronte; 3. che malgrado le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong>sastrose dei campi profughi e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ogni risorsa, il tasso <strong>di</strong>criminalità tra i profughi giuliano-dalmati rimase pari a zero, cosicchétutta l’Italia poté ammirare la loro laboriosità e il loro rispetto della Legge.Per il resto, non sta agli Esuli e alle loro associazioni giu<strong>di</strong>care i provve<strong>di</strong>mentidel Governo. Debbono solo testimoniare le loro sofferenze e leincomprensioni patite nella loro stessa Patria.Ma “Famiglia Cristiana” sa che gli uomini hanno anche una patriaterrena “naturale”, oltre a quella celeste? Perché non si leggono le motivazionicontenute nel decreto pontificio del 3 luglio <strong>di</strong> beatificazione delparroco istriano don Francesco Bonifacio?Roma, 16 luglio <strong>2008</strong>Lucio Toth<strong>di</strong> collaborazione tra tutte le sue <strong>di</strong>versecomunità.<strong>Il</strong> concetto, secondo Rovis, è statoriaffermato anche ricordando cheil Consiglio ieri si è riunito nella Salaintitolata a Padre Bonifacio, simbolod’eccellenza morale per tutta laDiaspora.Dopo l’applau<strong>di</strong>ta relazione sulleattività svolte durante il suo mandatodal presidente uscente RenzoCodarin, incentrata sull’importanzadel lavoro condotto finora dalla Federazione,e in particolare per quantoconcerne l’istituzione del Giornodel Ricordo, si è proceduto all’approvazionedel bilancio consuntivo2007 e del preventivo <strong>2008</strong>.L’assemblea ha inoltre approvatole mo<strong>di</strong>fiche allo Statuto che sancisconola definitiva entrata dell’<strong>Associazione</strong>delle Comunità Istrianenella Federazione, che in tal modoconfermano l’ampia rappresentativitàdella Federazione stessa nelmondo dell’esilio giuliano dalmata.Per il biennio 2007-2009, convoto unanime è stato confermatoalla presidenza Renzo Codarin,vicepresidenti Lucio Toth dell’ANVGDe Lorenzo Rovis delle ComunitàIstriane.Giorgio Varisco è stato confermatonell’incarico <strong>di</strong> segretario generale.Durante l’assemblea è statoeletto anche il Collegio dei Provibiri.
<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2008</strong>DIFESA ADRIATICALa Redazione rispondeRiscatto agevolato dell’alloggio, se l’ente si oppone ricorso possibilesoltanto dopo il pronunciamento della Corte <strong>di</strong> CassazioneA cura dell’Avv.Vipsania AndreicichSono in possesso della qualifica <strong>di</strong> profugoe, proprio in base al possesso <strong>di</strong> tale qualifica,ho ottenuto nel 1972 l’assegnazione <strong>di</strong> un alloggio<strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica, secondoquanto stabilito dall’art. 17 della Legge 137/1952. In base alla legge 560/93 e sue mo<strong>di</strong>fiche,ho presentato domanda per il riscatto dell’alloggioa me assegnato, richiedendo i beneficistabiliti dall’art. 1 comma 24 della Legge560/93. L’ente, che ha in gestione l’alloggio,ha respinto la mia richiesta relativaall’ottenimento dei benefici riconosciuti ai profughiper l’acquisto degli alloggi a loro destinati.Desideravo sapere se fosse possibile impugnarequesto <strong>di</strong>niego.Lettera firmataLa questione relativa ai benefici previstidall’art. 1 comma 24 della Legge 560/93 è stataoggetto <strong>di</strong> molteplici provve<strong>di</strong>menti sia legislativiche giurisprudenziali. Per comprendereappieno la questione bisogna partire dalla legge137 del 1952, la quale prevedeva due tipi<strong>di</strong> interventi a favore dei profughi giuliani edalmati:- l’obbligo da parte degli IACP e dell’UNRRAcasa, <strong>di</strong> riservare ai profughi un’aliquota del15% degli alloggi costruiti ed abitabili dal 1°gennaio 1952 (art. 17); ed analogo obbligo eraprevisto a carico dell’INCS in favore dei profughi<strong>di</strong>pendenti statali, il tutto per unquadriennio;- per il medesimo quadriennio, la costruzione,a spese dello Stato, <strong>di</strong> fabbricati a caratterepopolare, la cui gestione era affidata agliIACP, da assegnare in locazione ai profughi all’epocaricoverati presso centri <strong>di</strong> raccolta amministratidal Ministero dell’Interno (art. 18).Successivamente la Legge 24 <strong>di</strong>cembre1993 n. 560 al comma 24 dell’art. 1 ha <strong>di</strong>spostoche gli assegnatari degli alloggi realizzati aisensi della Legge 4 marzo 1952 n. 137 e successivemo<strong>di</strong>ficazioni, ne possono chiedere lacessione in proprietà entro il termine <strong>di</strong> unaanno dalla data <strong>di</strong> entrata in vigore della presentelegge, beneficiando delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>miglior favore, ovvero al prezzo pari al 50%del costo <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> ogni singolo alloggioalla data <strong>di</strong> ultimazione della costruzionestessa ovvero <strong>di</strong> assegnazione dell’alloggio, seanteriore.Tale norma è stata in seguito oggetto <strong>di</strong> due<strong>di</strong>verse interpretazioni:- l’una, secondo la quale la possibilità <strong>di</strong>acquisto agevolato ivi prevista andava limitataai soli alloggi costruiti appositamente in favoredei profughi e, dunque quelli <strong>di</strong> cui all’art. 18della L. 137 del 1952;- l’altra che riteneva la detta <strong>di</strong>sposizioneapplicabile anche agli alloggi comunqueloro assegnati ex art. 17 della legge stessa.La sentenza n. 1176 del Consiglio <strong>di</strong> Statoha accolto la seconda interpretazione, ponendoa sostegno della propria tesi in primo luogol’art. 45, terzo comma della L. 23 <strong>di</strong>cembre2000 n. 388 la quale unifica gli interventi previstidagli artt. 17 e 18 della Legge 137 del 1952ed espressamente <strong>di</strong>spone che le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> miglior favore per la determinazione del prezzo<strong>di</strong> cessione si applicano a tutti gli immobilidestinati ai profughi. In secondo luogo la sentenzafa riferimento all’art. 1, comma 24, dellaL. n. 560 del 1993, in cui non viene fatta alcuna<strong>di</strong>stinzione tra gli alloggi ricadenti nella previsionedell’art. 17 o dell’art. 18.Purtroppo quanto stabilito dal Consiglio <strong>di</strong>Stato non è stato recepito dagli enti che gestisconogli alloggi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica,i quali continuano a respingere le richieste<strong>di</strong> applicazione dei benefici stabiliti per iprofughi nell’acquisto degli alloggi assegnatiai sensi dell’art. 17 della Legge 137/52.È sicuramente possibile impugnare i <strong>di</strong>nieghi<strong>di</strong> tali enti presso le autorità giu<strong>di</strong>ziarie, maattualmente vi è un problema riguardante lagiuris<strong>di</strong>zione: ovvero se l’eventualeimpugnazione dei predetti atti debba essererivolta al Giu<strong>di</strong>ce Or<strong>di</strong>nario o al Giu<strong>di</strong>ce Amministrativo.Tale questione è attualmente alvaglio della Corte <strong>di</strong> Cassazione e solo dopo lapronuncia <strong>di</strong> quest’ultima, un eventuale ricorsopotrà essere validamente presentato al Giu<strong>di</strong>ceche tale Corte riterrà competente a decideresu tali problematiche. Ciò significa chepur volendo impugnare la risposta negativadell’ente, attualmente vi è totale incertezza inmerito al giu<strong>di</strong>ce a cui rivolgersi.Riscatto agevolato delle abitazionicostruite per i profughi, per i ricorsibisogna attendere il pronunciamentodella Corte <strong>di</strong> Cassazione7LA SAPIENZA: NON È UNA NOVITÀAll’Università la Sapienza <strong>di</strong> Roma si ripete la stessa situazioneverificatasi ad Ancona in concomitanza del Giorno del Ricordo2007, quando si era organizzato un seminario nella aula magnadell’Ateneo <strong>di</strong> Economia e Commercio “Ex campo Profughi” contanto <strong>di</strong> presenza della riduzionista Kersevan svoltosi regolarmentementre noi come ANVGD Comitato <strong>di</strong> Ancona si commemoravala Ricorrenza nell’atrio dell’Ateneo con una certa tensione; situazionegestita da noi con tanto sentore. Del resto siamo abituati anon aver risentimenti, ma ci siamo stufati <strong>di</strong> usare i nostri morticome sfondo a turbe politiche. E’ ora <strong>di</strong> gridare che questo è successoed i morti delle foibe nel morire hanno gridato viva l’Italia.R.G. - AnconaFOIBE E UNIVERSITÀ: PRENDERE LE DISTANZEDopo i beni noti fatti a La Sapienza, adesso Forza Nuova insisteper tenere un convegno sul tema in oggetto, presso l’Università<strong>di</strong> Padova. La mobilitazione dei centri sociali è stata imme<strong>di</strong>ata(rammento che i più agguerriti centri sociali sono a Padova e che<strong>di</strong> lì sono usciti tutti gli indagati della Procura <strong>di</strong> Milano nell’inchiestasulle nuove BR). Non sarebbe il caso che l’<strong>Associazione</strong>prendesse le <strong>di</strong>stanze in modo inequivocabile, come le ha presedalle pseudo-storiche del “calibro” della Cernigoj, anche dai giovani<strong>di</strong> Forza Nuova? Questi nulla sanno sulle sofferenze e sulleumiliazioni degli istriani e dalmati. Non gliene frega niente delnegazionismo o del giustificazionismo. Questi stanno strumentalizzandogli esuli e la loro <strong>di</strong>gnità - anche se per certa parte dellapopolazione gli esuli <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità non ce l’hanno - con un unicoscopo: menare le mani. Così, dopo essersi scazzottati per bene, lafigura dei fascisti la facciamo noi. Come da sempre.L. S. - VicenzaNel comunicato del 28 maggio l’ANVGD ha preso le <strong>di</strong>stanzeda chiunque voglia utilizzare le reagioni storiche degli Esuli percon<strong>di</strong>rvi la propria ideologia e indossare il vestito <strong>di</strong> depositaridella verità assoluta. Mai come oggi è il caso <strong>di</strong> affermare chesono gli Esuli ad avere realmente unico titolo ad affermare con<strong>di</strong>gnità le proprie vicende, respingendo qualsiasi colorazione politicae ricordando che solo chi ha vissuto quei tragici fatti puòcontribuire a scrivere quella storia che ancora non si trova nei libri<strong>di</strong> scuola.Roma, la sededel Ministerodell’Economia e delleFinanze. Si attendonosegnali positividal Governo sui «beniabbandonati», unodegli otto punti prioritariin<strong>di</strong>cati dalla Federazionedelle Associazioniall’attuale EsecutivoLettere al giornaleFERMO POSTA<strong>di</strong> Fabio RocchiI quesiti (possibilmente brevi) possono essere inviati alla Redazione(Via Leopoldo Serra 32, 00153 Roma, fax 06.5816852,e-mail info@anvgd.it). Alcuni vengono tratti da più ampie interrogazioniche giungono alla sede nazionale dell’Anvgd.GOVERNO NUOVO,PROBLEMI VECCHILeggo mensilmente il Vostrogiornale con la speranza <strong>di</strong> trovarequalche notizia positiva sull’andamento delle liquidazionedelle pratiche relative ai “Beni abbandonati”. Purtroppo non c’èmai nulla in merito. Speravo che con la venuta del Centro-destraalla guida del Governo ci fosse una accelerazione nelle procedure<strong>di</strong> liquidazione o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> un ulteriore finanziamento delloStato per procedere alla chiusura veloce <strong>di</strong> tutte le pratiche. Ma,ahimé, vedo che tutto tace e le promesse fatte dai rappresentantidella Destra triestina e nazionale e da chi partecipa al PDL, nei varicomizi, sono solo chiacchere, come tutti gli altri.Guido Zaccai, mailAppena formatosi il Governo, la Federazione degli Esuli hachiesto e ottenuto un incontro ufficiale sui nostri argomenti, primofra tutti i “beni abbandonati”. Siamo in attesa dell’evolversidella situazione, con la consueta <strong>di</strong>ffidenza nei tempi celeri che ipolitici sanno sempre promettere e mai mantenere.CARABINIERE CACCIOLA, LE NOTIZIELeggendo “Difesa Adriatica” <strong>di</strong> aprile mi sono soffermato sulcaso del carabiniere Antonino Cacciola scomparso a fine aprile1945 dalla piccola citta<strong>di</strong>na istriana <strong>di</strong> Dignano. Per conoscenza<strong>di</strong>retta, faccio presente che in quel periodo militari e civili arrestatidai partigiani <strong>di</strong> Tito e rinchiusi nelle carceri <strong>di</strong> Dignano d’Istria (fraquesti mio padre insegnante elementare e il fratello), dopo alcunigiorni <strong>di</strong> detenzione, a gruppi (legati ai polsi con filo <strong>di</strong> ferro) vennerotrasferiti nelle famigerate prigioni titine del Castello deiDignano, nelle cui carceri i partigiani titini rinchiuserocivili innocenti per poi deportarli e sopprimerli,come ricorda il Lettore che ci scriveMontecuccoli a Pisino (anticamera della morte). Dopo un sommarioprocesso sparirono nel nulla, probabilmente infoibati nelleore notturne. <strong>Il</strong> responsabile <strong>di</strong> tale mattanza era il capo del tribunaledel popolo, l’aguzzino titino Ivan Motika. Dopo sessant’anni<strong>di</strong> vergognoso silenzio <strong>di</strong> Stato, imposto da una classe politicaopportunista, è giunto il momento che coloro che si sono macchiati<strong>di</strong> tanta crudeltà e infamia, debbano rendere conto alla storia.Queste povere innocenti vittime giacciono tuttora <strong>di</strong>menticatein quelle voragini rocciose e nessuno si è mai preoccupato <strong>di</strong>dar loro una degna sepoltura.L.A.- RomaLa telematica consente oggi <strong>di</strong> comunicare e interagirein tempo reale con interlocutori <strong>di</strong> tutto il mondoPIÙ CONTATTI CON ALTRE REALTÀCari amici, per noi esuli il Vostro sito internet www.anvgd.it èun sito favoloso: si possono trovare molte cose. Io sinceramente loconsulto spesso ma secondo me forse servirebbe un qualcosa inpiù per mettersi in contatto con altre realtà e con gente sparsa peril mondo, con la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare. Comunque sicuramenteva bene anche cosi. Un cor<strong>di</strong>ale saluto a tutti.Mario Torre, mailGrazie per le generose parole che ci confortano sullaconduzione <strong>di</strong> questo strumento così importante e delicato. Infondo il nostro sito è abbastanza “giovane”: infatti stiamo stu<strong>di</strong>andoalcune mo<strong>di</strong>fiche da fare nel prossimo autunno per renderlopiù completo. La possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo è consentita nella sezioneblog, dove ognuno può esprimersi come meglio crede, nel rispetto<strong>di</strong> tutti. Per questo motivo gli interventi vengono filtrati, perevitare la pubblicazione <strong>di</strong> testi non idonei ad un sereno confronto.Per quanto riguarda il resto del mondo, il nostro mensile “DifesaAdriatica” ha ogni mese una pagina in inglese e una in spagnolo.Anche il nostro sito è multilingue, in inglese, spagnolo, croatoe sloveno. Col tempo troveremo sicuramente altre soluzioni peragevolare gli accessi.