11.07.2015 Views

Il numero di Agosto-Settembre 2008 - Associazione Nazionale ...

Il numero di Agosto-Settembre 2008 - Associazione Nazionale ...

Il numero di Agosto-Settembre 2008 - Associazione Nazionale ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2008</strong>Ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Malga Bala,proposta la medaglia d’oroalla memoria dei 12 Carabinieritrucidati dai partigiani <strong>di</strong> TitoUna medaglia d’oro al merito civile alla memoria per i 12Carabinieri trucidati nel 1944 a Malga Bala (oggi in Slovenia) daipartigiani <strong>di</strong> Tito: l’ha proposta il Comando generale dell’Armaalla Difesa che l’ha già inoltrata, per competenza, al Ministerodell’Interno. È quanto si legge nella risposta ad una interrogazionedel senatore Filippo Berselli (PDL), che al ministro La Russa, chiedevase non intendesse proporre al Capo dello Stato la concessionedella medaglia d’oro ai 12 carabinieri «barbaramente trucidatisolo perché italiani». L’ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Malga Bala fu un atto <strong>di</strong> unaferocia inau<strong>di</strong>ta. Nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1944 quelli cheBerselli definisce «gli pseudo partigiani slavi» presero in ostaggioi carabinieri che erano <strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o alla centrale idroelettrica <strong>di</strong>Bretto, in territorio <strong>di</strong> Gorizia. I 12 militari dell’Arma furono quin<strong>di</strong>rinchiusi in un fienile dove gli venne dato un pasto a base <strong>di</strong>soda caustica e sale nero.Nonostante gli atroci dolori furono costretti a marciare fino aMalga Bala dove furono incaprettati e torturati: ad uno venne venneaperto il petto, dove gli fu conficcata la foto dei figli. Nellarisposta del Governo a Berselli (che aveva presentato analoga interrogazioneanche nella passata legislatura) si segnala, tra l’altro,che il 5 giugno scorso è giunta alla Difesa, dal Comando generaledell’Arma, la proposta <strong>di</strong> concessione della medaglia. L’istanza estata quin<strong>di</strong> inoltrata al Viminale, per competenza; dal canto suola Difesa ha garantito l’impegno «a fornire ogni eventuale utile enecessario supporto per un favorevole e rapido accoglimento dell’istanza».(fonte ANSA)Con gli Alpinisui sentieri della storia, luoghie testimonianze in un volumeL’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Alpini, incollaborazione con l’e<strong>di</strong>tore Mursia, hapresentato il 30 giugno scorso a Milano,nella sede della Libreria Mursia, il progettoe il libro Con gli Alpini sui sentieridella storia, I luoghi della Grande Guerra(pagg. 300 con illustrazioni, Euro20,00).Hanno preso parte all’incontro CarloGiovanar<strong>di</strong>, sottosegretario alla Presidenzadel Consiglio, Corrado Perona, presidente<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Alpini eFiorenza Mursia, presidente Ugo Mursia E<strong>di</strong>tore.Si legge nella presentazionesul sito ufficiale dell’ANA, il volumeè una guida storico-turisticasui luoghi della Grande Guerra esi basa sul lavoro <strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong>recupero fatto dai Gruppi ANA suiluoghi storici (dalla Linea Cadornaalla Carnia) e per ogni inse<strong>di</strong>a-In alto: la copertina delvolume e<strong>di</strong>to a cura dell’ANAe una cartolina (a sin.)della Prima guerra mon<strong>di</strong>alede<strong>di</strong>cata all’alpinoAnche quest’anno nel Raduno <strong>Nazionale</strong>dei Bersaglieri (si veda la nota <strong>di</strong> cronacasul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> luglio <strong>di</strong> “Difesa”) irappresentanti <strong>di</strong> Zara, Fiume e Pola hannosfilato in posizione d’onore. <strong>Il</strong> 25 maggiohanno preceduto gli altri bersaglieriin congedo per le vie <strong>di</strong> Pordenone, cittàimportante nella storia recente della Specialità.Dietro allo striscione Vivi e morti iBersaglieri <strong>di</strong> Zara Fiume e Pola sono qui,erano i labari che rappresentanole scomparse Sezioni delle tre Città e ireparti che più a lungo hanno <strong>di</strong>feso lafrontiera orientale.Al passaggio davanti alla tribuna lospeaker ha citato il passato storico italiano delle terre giuliane edalmate, sottolineando l’importanza <strong>di</strong> questo passato anche perla storia dei bersaglieri e della loro <strong>Associazione</strong>; mettendo in lucein particolare come i primi nuclei <strong>di</strong> “bersaglieri” non in servizio,così come le prime “bersagliere” siano nati a Zara.Prima della Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale Pola era sede del 12°Reggimento, che aveva anche il compito <strong>di</strong> formare gli AllieviUfficiali <strong>di</strong> complemento. A Zara il 9° Reggimento era stato sosti-DIFESA ADRIATICARaduno nazionale Bersaglieri,sempre presenti i giuliani e dalmatiPordenone, 23-25 maggio <strong>2008</strong>,sfila la rappresentanzadei fanti piumati delle province perdute(foto E. Ricciar<strong>di</strong>)De Vergottini, l’ambasciatore delle missioni impossibiliLe agenzie <strong>di</strong> stampa hanno de<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versi lanci alla figuradell’ambasciatore Tomaso de Vergottini, spentosi a Montevideo loscorso maggio. Riproduciamo parte del servizio de<strong>di</strong>catoglidall’AISE, una delle maggiori agenzie de<strong>di</strong>cate agli italiani all’esteroe alla <strong>di</strong>ffusione delle notizie dall’Italia ai connazionali residentinel mondo.«“Sono stato esule e rifugiato anche io. Non posso lasciarlisoli”». Fu questa la risposta che Tomaso de Vergottini, 40 anniancora da compiere ed una carriera <strong>di</strong>plomatica all’orizzonte,<strong>di</strong>ede alla moglie che lo prese per pazzo quando si offrì <strong>di</strong> partireper il Cile, fresco del colpo <strong>di</strong> Stato. Erano gli ultimi giorni del1973. L’11 <strong>di</strong> settembre i golpisti guidati da Augusto Pinochet avevanobombardato la Moneda, Salvador Allende, il presidente cheavviò la via cilena al socialismo» fu trovato morto nel suo ufficio,la Giunta militare cominciò una persecuzione sistematica deglioppositori che fece scuola poi per il cosiddetto Plan Condor. Peruna coincidenza l’Ambasciatore italiano in carica, NorbertoBehman dell’Emo, non si trovava a Santiago nei giorni del golpe el’Italia, non volendo riconoscere il governo <strong>di</strong> Pinochet, decise <strong>di</strong>mandare un incaricato d’affari. De Vergottini si offrì spontaneamente.<strong>Il</strong> senso della missione sta tutto in quella frase detta allamoglie Anna Sofia: l’umanità, il coraggio <strong>di</strong> gettare il cuore oltrel’ostacolo, il senso del dovere, l’equilibrio e l’ambizione». Si aprecosì un lungo articolo, a firma <strong>di</strong> Federica Manzitti, pubblicatooggi sulle pagine <strong>di</strong> “Gente d’Italia”, il quoti<strong>di</strong>ano delle Americhe<strong>di</strong>retto da Mimmo Porpiglia, de<strong>di</strong>cato alla figura dell’AmbasciatoreTomaso de Vergottini, scomparso pochi giorni fa a Montevideo.Giovane <strong>di</strong>plomatico, padre <strong>di</strong> un bambino <strong>di</strong> 5 anni, deVergottini era stato Console ad Innsbruck e Norimberga. Poi consiglierea Tel Aviv. Santiago del Cile rappresentava un trampolino<strong>di</strong> lancio nella carriera, ma anche un rischio molto grande. Nonbastava la ferocia della giunta militare, l’ambigua posizione <strong>di</strong>plomaticaassunta dal nostro governo che comportava la mancanzadelle garanzie che la figura <strong>di</strong> un Ambasciatore normalmente implica,i rifugiati, più <strong>di</strong> cento, accampati nella residenza; c’eraanche l’impetuosa protesta <strong>di</strong> una parte consistente dei 25milaitaliani residenti in Cile, nostalgici del fascismo e sostenitori <strong>di</strong>Pinochet. Ma evidentemente al flemmatico e timido ex Console<strong>di</strong> Norimberga, le sfide non facevano paura. Lui era figlio <strong>di</strong> istriani,nato a Parenzo nel 1933, fuggito con la madre e la nonna dopoche il padre era stato infoibato dai partigiani jugoslavi, aveva vissutoda bambino qualcosa <strong>di</strong> simile a quello che stavano vivendoi cileni anti-golpe. Qualcuno lo credette socialista per la determinazioneche mise nel tentativo <strong>di</strong> salvarli, ma era semplicementeun uomo <strong>di</strong> centro che <strong>di</strong> fronte alla violazione dei <strong>di</strong>ritti umanisentiva l’imperativo morale <strong>di</strong> opporsi. [...] La missione cominciatanel <strong>di</strong>cembre del 1973 doveva essere «per tre mesi», terminònel 1984. [...]La sua missione è un caso unico nella storia della <strong>di</strong>plomaziainternazionale, impossibile probabilmente senza l’imperturbabilitàe la determinazione <strong>di</strong> quell’uomo, spentosi a 75 anni aMontevideo lo scorso 26 maggio. Montevideo fu la destinazionesuccessiva al Cile. [...]mento fornisce al lettore non solo le informazioni storiche suquanto vi è accaduto durante la Grande Guerra, ma ancheutili consigli escursionistici per coloro che intendono visitarli.Inoltre sono in<strong>di</strong>cati i gruppi che hanno eseguito i lavori <strong>di</strong>recupero e la tipologia <strong>di</strong> intervento.<strong>Il</strong> libro Con gli alpini sui sentieri della storia è parte integrantedel progetto omonimo che ha come obiettivo quello <strong>di</strong>conservare la memoria viva della Storia italiana, progetto rivoltosoprattutto alle nuove generazioni.red.tuito nel 1936 dal battaglione “Zara”.I reparti che più a lungo <strong>di</strong>fesero lafrontiera orientale furono: il btg. “Zara”che l’8-9-1943 rimase in armi a <strong>di</strong>fesadell’omonima città, conservando lestellette del Regio Esercito fino a quandoi Tedeschi, al principio del 1944, nonlo <strong>di</strong>sarmarono prendendolo prigioniero;un battaglione e altre due compagniedella RSI che <strong>di</strong>fesero la Valledell’Isonzo fino al maggio del 1945.Questi ultimi reparti erano costituitiin massima parte da giovanissimi volontari,alcuni dei quali sono ancora sfilati<strong>di</strong> corsa.Nel 1871 nacque a Zara la prima Società dei Bersaglieri, precedendo<strong>di</strong> 15 anni il primo sodalizio <strong>di</strong> fanti piumati in congedonato nel Regno d’Italia, a Torino. La seguirono le Società, particolarmenteconsistenti, <strong>di</strong> Spalato e <strong>di</strong> Borgo Erizzo <strong>di</strong> Zara ed anchequelle, minori, <strong>di</strong> Salona <strong>di</strong> Spalato e <strong>di</strong> Neresi della Brazza.La Società <strong>di</strong> Zara nel 1912 aveva anche un gruppo femminile.Elio Ricciar<strong>di</strong>Note dolorose...19Anna Sofia è la combattiva vedova del <strong>di</strong>plomatico. Una donna<strong>di</strong> carattere, che maschera l’umanità <strong>di</strong>etro una ruvidezza affascinante.Non potrebbe essere altrimenti, visto che neppure lei siè mai tirata in<strong>di</strong>etro durante l’avventura cilena. La signora AnnaSofia andava a fare la spesa col camion, «dovevamo sfamare finoa 250 persone al giorno», tanti quanti erano gli esiliati che per percinque mesi vissero nella nostra sede <strong>di</strong>plomatica. Sopportavacon il marito gli attacchi della stampa filo regime, si <strong>di</strong>stricavanell’incerta posizione burocratica che ufficialmente le riconoscevail governo: turista, moglie <strong>di</strong> un addetto commerciale, madre <strong>di</strong>un bambino che non aveva <strong>di</strong>ritto alla scorta eppure andava ascuola tutti i giorni, ospite temporanea <strong>di</strong> un Paese in ostaggio deimilitari, ma in realtà ambasciatrice anch’essa, senza rinunciaremai all’eleganza, ad un sorriso per i collaboratori, ad una zampataper i nemici <strong>di</strong> suo marito. Neppure quando un misterioso incidente<strong>di</strong> macchina ha rischiato <strong>di</strong> ucciderla insieme alla sua famiglia,la signora Anna Sofia ha perso la sua forza <strong>di</strong> volontà.[...] Quel che non poteva <strong>di</strong>re, de Vergottini comunque fece.Permise a 850 perseguitati politici e 400 loro familiari <strong>di</strong> scavalcareil cancello dell’Ambasciata ottenendo per essi prima la salvezzaimme<strong>di</strong>ata dagli squadroni della DINA, l’organizzazionerepressiva del regime, poi quella futura strappando con unequilibristico gioco <strong>di</strong>plomatico i salvacondotti umanitari perrifugiarli nel nostro Paese o in altri solidali come Cuba, la Romania,il Venezuela, la Svezia e la Gran Bretagna.[...] «L’Ambasciata italiana <strong>di</strong>ventò un luogo <strong>di</strong> asilo e <strong>di</strong> libertà:molte volte i militari cercarono <strong>di</strong> entrare per catturare coloroche volevano consegnare alla giustizia, ma de Vergottini non hamai permesso che uno solo <strong>di</strong> loro fosse toccato», ha detto il deputatocileno Antonio Leal, che fu tra i rifugiati della nostra sede<strong>di</strong>plomatica. [...] Solo quando nottetempo gettarono il cadavere<strong>di</strong> una donna dentro i giar<strong>di</strong>ni dell’Ambasciata, de Vergottini fucostretto ad aprire i cancelli ai militari e ad affrontare insieme aisuoi collaboratori una delle crisi più <strong>di</strong>fficili del lungo periododella <strong>di</strong>ttatura. Ma nessuno, anche in quel caso, venne strappatodalle sue mani.In Uruguay in particolare, ha lasciato un ricordo pieno <strong>di</strong> ammirazionee <strong>di</strong> affetto. Qui è stato artefice, oltre che testimone, <strong>di</strong>una vivacissima vita <strong>di</strong>plomatica. [...]MONTEVIDEO\ aise\Nel primo anniversario della scomparsa avvenuta il 1° maggio2007, della lussignanaMaria (Meri) Morin ved. Nicolichnata a Lussinpiccolo il 5 agosto 1910, i figli, Gianni daCorgemont (Svizzera) e Sergio da Albisola Capo(Savona), ricordano la mamma con immutato affetto.In Sua memor offrono un’elargizione a “Difesa Adriatica”.• • •<strong>Il</strong> 10 aprile <strong>2008</strong> si è spenta a BiellaSilvana Detonived. CostanzaNe danno il triste annuncio la sorellaFulvia, le figlie Diana con Guido e Fiorellacon Giuseppe, i nipoti Isabella, Giovanni,Benedetta, Marta, Giovanna, Carlo e Chiara.Fulvia e famiglia ringraziano tutti coloro che sono stati vicininel loro dolore.• • •Lutto nel Comitato ANVGD <strong>di</strong> Bellunoper la scomparsa del gen. Di MaggioÈ morto il 4 luglio il generale Giuseppe Di Maggio, che avevaretto la presidenza del Comitato ANVGD <strong>di</strong> Belluno per ben 25anni fino al 2000. Ne dà notizia l’attuale presidente GiovanniGhiglianovich. Un altro delle nostre storiche guide che “xe andadoavanti” - come scrive Ghiglianovich - senza aver mai voluto rivederela “sua” Zara. Si è così addormentato sognando com’erarimasta nei suoi occhi. Le esequie si sono svolte martedì 8 luglionel Duomo <strong>di</strong> Belluno. I messaggi <strong>di</strong> partecipazione al lutto possonoessere in<strong>di</strong>rizzati alla vedova e ai due figli al seguente in<strong>di</strong>rizzo:Famiglia Di Maggio, Via Feltre 17, 32100 Belluno.• • •<strong>Il</strong> 29 maggio <strong>2008</strong> si è spenta a Venezia, dove risiedeva, lasignoraFernanda Cretich ved. KucichEra nata a Fiume nel 1923. I famigliari La ricordano a quantiL’hanno conosciuta.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!