Il numero di Agosto-Settembre 2008 - Associazione Nazionale ...

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10 DIFESA ADRIATICA Agosto-Settembre 2008dai comitatiVarese, 16 febbraio, Università dell’Insubria, altre immaginidella celebrazione ufficiale del Giorno del Ricordoe convegno «La storia siamo noi: comunicare il ricordo».tivamente presidente e vicepresidenteComitato di Varese. Ha fatto seguito laproiezione di documentario storicosull’esodo, che ha suscitato largo interessee molte domande.Il 7 febbraio, a Ispra, nel palazzoComunale, alla presenza del sindacodott. Paolo Gozzi, dell’assessore allaCultura e di numeroso pubblico, conferenzasul tema «Le Foibe e l’esodoGiuliano-Dalmata: una tragedia dimenticata».Relatori : Sissy Corsi e PierMaria Morresi, applauditi e sollecitatia fornire ulteriori chiarimenti. Ha fattoseguito la proiezione di documentariostorico «Pola Addio».Il 10 febbraio, nel corso della giornatasi sono svolte le seguenti celebrazioni:Busto ArsizioQuesta manifestazione, organizzatadal nostro Comitato unitamente alComune di Busto Arsizio, è stata moltoimportante e significativa. Alle ore11.00, presenti il Gonfalone del Comunedi Busto Arsizio, i labaridell’ANVGD e delle associazioni d’Arma,il sindaco, le autorità civili e religiose,di numerosi esuli, cittadini emembri del nostro Comitato, celebrazionedi S. Messa (a noi dedicata) nellaChiesa S. Croce, cui ha fatto seguitola deposizione di fiori avanti la statuadi S. Biagio nel rione Borsano doveesiste il quartiere “Giuliano-Dalmata”.Alle 12.30, nel Palazzo MoliniMarzoli, mostra storico-filatelica intitolata«Pagine di Storia Triestina 1918-1954», con annullo postale. Alle Ore14.30 celebrazione ufficiale con interventodel sindaco dott. Gigi Farioli,dell’eurodeputato avv. Speroni e diSissy Corsi: relazione del prof. AntonioMaria Orecchia (docente di StoriaContemporanea all’Università degliStudi dell’Insubria di Varese) cui hafatto seguito proiezione del film-documentario«Ritorno a casa». Durante lacerimonia è stata ricordata l’esule PaolaBruni, residente nel quartiere “Giuliano-Dalmata”di Borsano che nelmattino si trovava a Roma presso ilQuirinale per ricevere dal Presidentedella Repubblica la medaglia d’oro inricordo del padre.VARESEDeposizione di una corona daparte del Comune in Via Istria-Martiridelle Foibe. Presenti numerosi esuli, ilComitato in persona dell’esule MirellaFeletti, cittadini locali ed autorità comunali.ArcisateDopo aver celebrato la S. Messadedicata agli esuli nella Basilica di S.Vittore, nella Sala comunale celebrazioneufficiale alla presenza delle autoritàcittadine con interventi del sindaco,dell’assessore alla Cultura edalcune rappresentanza d’Arma nonchédel nostro Comitato nelle personedegli esuli dott. Guido Battara esig.ra Maria Rovis Franzi, che hannoricordato la nostra storia.GavirateAlla presenza di numerosi cittadini,il vicesindaco ed il nostro Comitatonella persona dell’esule HonoréPitamitz, hanno deposto una coronain Piazza Martiri delle Foibe.SaronnoIl 12 febbraio, nella sede dell’Universitàdell’Insubria, alla presenza dellacittadinanza, di esuli e del Direttivo delComitato, dopo gli interventi dell’assessorealla Cultura, di Sissy Corsi edel prof. Antonio Maria Orecchia, proiezionedel film documentario «Ritornoa casa».VARESEIl 13 febbraio, alle ore 9.30 incontrocon gli studenti del Liceo Classico“Cairoli” e Scuola media “DanteAlighieri” Interventi dei professori VittorioFabbricatore (preside Scuolamedia); Daniela Tam (preside LiceoClassico), Rosalba Ferrero (docenteStoria e Filosofia), Antonio Maria Orecchia(docente universitario di StoriaContemporanea), Sissy Corsi, proiezionedi documentario storico sulle Foibee sull’Esodo.Clivio, Saltrio e ViggiùPresenti numerosi cittadini deiComuni di Clivio, Saltrio, Viggiù, dinostri esuli e del Direttivo del Comitato,dopo interventi dei rispettivi sindacie di Sissy Corsi, proiezione del filmdocumentario«Ritorno a casa».VARESEIl 16 febbraio, nella sede dell’Universitàdell’Insubria, celebrazione ufficialea livello provinciale del Giornodel Ricordo e Convegno «La storia siamonoi: comunicare il ricordo», allapresenza di numeroso pubblico, diesuli, del Direttivo del Comitato, dimolti studenti delle scuole medie superiori,accompagnati dai relativi professori,studenti e professori dell’Universitàdell’Insubria; presenti la stamparegionale, autorità civili, militari edistituzionali tra i quali il prefetto RobertoAragno, il sindaco di Varese avv.Attilio Fontana, il Questore, il comandantedella Guardia di Finanza e Comandantedei Carabinieri, dispiegati iGonfaloni dei Comuni di Varese, BustoArsizio, Clivio, Saltrio, il Labarodella nostra Associazione e delle altreassociazioni d’Arma, accompagnatidalla banda della Marina Militare.Sissy Corsi ha dato inizio alla manifestazione.Dopo un sentito interventosulla nostra storia e sul Giorno delRicordo da parte del prefetto e del sindacodi Varese, è intervenuto il prof.Renzo Dionigi (Magnifico Rettore dell’Universitàdell’Insubria) il quale,dopo aver ricordato la nostra storia haaperto il Convegno ed ha presentato ilvolume edito dalla sua Università daltitolo La Stampa e la Memoria, le foibe,l’esodo e il confine orientale nelle paginedei giornali lombardi agli alboridella Repubblica. Autori del libro sonoquattro studenti universitari che, a seguitodi borse di studio erogate dalnostro Comitato, hanno svolto le ricerchee la redazione dei testi sotto l’illuminataguida del prof. Antonio MariaOrecchia (docente di Storia Contemporaneaall’Università dell’Insubria).Quest’ultimo ha quindi svolto unadotta e coinvolgente lezione tra cronacae storia inerente il periodo 1940-1954.La sua lezione di storico contemporaneistaha illuminato la nostra storiadi perseguitati, di esuli per sempresegnatinel profondo dell’anima; hainoltre illustrato l’impegno dei suoi studentinella ricerca dei relativi scrittiutilia capire il motivo del dramma etnicogeneratosi in quegli anni. Il prof.Orecchia ha quindi ringraziato il nostroComitato e per esso Sissy Corsi,per la collaborazione, per il contributodato e per aver appoggiato il lavorodi preparazione con entusiasmo ecompetenza.Un particolare grazie ha rivolto aOttavio Missoni che come scritto nellibro «con le sue parole ha regalatoun senso concreto e vissuto alle paginedello stesso».Quindi il brillante intervento delnostro “Grande, Unico” OttavioMissoni.A seguire sono intervenuti: il dott.Amabile Stifano che, anche a nomedegli altri autori del libro, ha letto alcunipassaggio significativi; il rappresentantedella Consulta studentescaprovinciale; l’esule Paola Bruni, che harievocato la forte emozione vissuta nelmomento in cui il 10 del mese, a Romapresso il Quirinale, ha ricevuto dalPresidente Napolitano la medagliad’oro in ricordo del padre. Quindi,dopo l’esordio con il Gaudeamusigitur, il coro dell’Università ha intrattenutoil pubblico con uno stupendoconcerto .FernoIl 19 febbraio, incontro con gli studentidella scuola media “BenedettoCroce” alla presenza di nostri esuli.Dopo gli interventi del sindaco, dott.Mauro Cerutti e assessore alla Cultura,prolusione storica di Sissy Corsi cuiha fatto seguito la proiezione di documentariostorico sulle Foibe e l’Esodo.GavirateIl 21 febbraio incontro con la cittadinanza.Dopo gli interventi del consiglieredelegato alla Cultura, prof.Silvano Alberio, dell’on.le europarlamentareCristiana Moscardini, rievocazionestorica di Sissy Corsi cui hafatto seguito la proiezione del filmdocumentario«Ritorno a casa»..LuinoIl 23 febbraio incontro con gli stu-«Onore e giustizia agli esuli»Riproduciamo in buona parte l’intervento tenuto a Milano dal sen.Enrico Pianetta nel corso della cerimonia pubblica svoltasi il 10 febbraioscorso, in occasione del Giorno del Ricordo [si veda la relativa cronacadal Comitato milanese].Parlare di una storia che ha costretto tanti nostri connazionali, con laviolenza, a lasciare la loro terra natale e che patiscono ancora (dopo oltremezzo secolo da quel dramma), il dolore dell’esilio, è motivo di profondariflessione ed amarezza.Mi emoziona il coraggio e la dignità civile che viene da oltre 350.000persone che per non farsi schiave di un regime dittatoriale e di una disumanaideologia (il comunismo) preferì l’esilio. Si cancellò così quasi deltutto una cultura di quelle sponde orientali dell’Adriatico. Tanti di lorofurono portatori di cultura e difensori dei nostri principi. [...] Fino allastoria drammatica, dal 1943 in poi, quando l’Istria, Fiume e la Dalmaziavengono a trovarsi in una morsa tra il dominio nazista e gli appetiti delmondo slavo-comunista. Quando i tedeschi abbandonano questi territori,Volontari per la Libertà afferenti al CLN Alta Italia si insediano nei Municipipiù importanti della Venezia Giulia e della Dalmazia. C’è esultanzaper questa libertà riconquistata autonomamente. Ma l’orgoglio e il sognodi libertà “moriranno all’alba” perché ben presto i partigiani di Tito, qualificandosicome liberatori, toglieranno di mezzo le bandiere italiane e gliuomini liberi che le avevano innalzate.Anche con il contributo della doppiezza di Togliatti per Trieste che,incontratosi segretamente con alcuni dirigenti jugoslavi – Kardelij, Gilas,Hebran – “aveva di fatto dato il suo assenso alle mire di annessione degliuomini di Tito e aveva accettato che le formazioni partigiane italiane fosseroinserite in quelle jugoslave”. C’era tutta la doppiezza del partito comunistaossia “il profondo contrasto tra la necessità di presentarsi comepartito nazionale in difesa degli interessi di vasti strati della società italianae il suo ruolo come parte integrante del movimento comunista internazionaledominato dall’URSS”. [...] Bisogna dire queste cose.Come pure bisogna considerare con particolare attenzione le recentiparole di Bush su Yalta.Nella conferenza di Yalta del febbraio ’45 su insistenza di Stalin,Roosevelt e Churchill aderirono alla spartizione dell’Europa in due blocchi:milioni di cittadini europei venivano a perdere democrazia e libertà –sappiamo per 50 anni – e caddero sotto l’influenza del regime sovietico.Si può dire pertanto – forti delle parole di Bush – che a Yalta fu segnatoil destino dell’Europa dell’Est e anche quello degli italiani di Istria, Fiume eDalmazia, perché per essi fu cancellato un caposaldo del Diritto Internazionalel’autodeterminazione dei popoli.Solo con l’abbattimento del muro di Berlino l’Europa è libera nuovamente.Dunque in qualche modo Yalta fu l’incipit che sanzionò il drammadei giuliani, fiumani, dalmati. Tito, allevato politicamente all’Hotel Lux diMosca insieme a Togliatti, sviluppò l’opera di “bonifica dell’elemento italiano”di quei territori. Gilas anni più tardi, caduto in disgrazia e rinchiusoin prigione, nel libro Compagno Tito, dice: “Avevamo il compito di farandare via gli italiani con ogni mezzo”. E così fu fatto. Il terrore percorsequelle terre – foibe, fosse comuni, deportazioni – e gettò nella disperazioneuna popolazione priva di difese. Si aggiunsero anche le norme dellapulizia etnica contro gli italiani.Misure di svalutazione dei risparmi, espropri: le case, i terreni, le fabbriche,officine, negozi, perfino le antiche tombe di famiglia, a partire dal’45 passavano da proprietà privata alla cosiddetta “proprietà sociale”: ibeni degli italiani diventarono proprietà della società jugoslava. [...] APola si resistette fino a quando la Conferenza di pace di Parigi (10 febbraio’47) decise che tranne un territorio – la Zona B del territorio libero diTrieste – tutta l’Istria, Fiume, Dalmazia passavano sotto la sovranità jugoslava.Ci fu un grande esodo. Giunti in Italia gli esuli vennero disseminati inogni dove: nelle caserme, nei box, nelle vecchie carceri; perfino nei vagoniferroviari. Molti preferirono dare un taglio netto: partirono per le Americheo per l’Australia.Nel Parlamento si alzò forte la voce liberale di Benedetto Croce cheaccusò il Governo di “cupidigia di servilismo” e il successivo 31 lugliosupplicò i colleghi a non ratificare il trattato di pace. Ma l’imperativo deltempo fu quello di diluire in 149 campi profughi quella fiumana di umanitàsofferente. [...]Deve essere anche modificato lo “status” dei 350.000 italiani che patisconola pesante condanna dell’esilio. In questo senso anche le leggi del1991 slovene e croate in merito ai beni sottratti dal regime di Tito cheprevedono la restituzione del bene (ove possibile) oppure la sua sostituzione,oppure un corrispettivo economico solo per coloro che in quelmomento avevano la cittadinanza slovena, croata o jugoslava rappresentanouna discriminazione a danno dei 350.000 italiani. Inoltre,il problemadella restituzione dei “beni degli esuli” va continuata e bisognariproporre e rafforzare le azioni che già il nostro Ministero degli Esteri hapresentato in Slovenia e Croazia il 13 marzo 1993.Bisogna ridare una dignità e uno spazio di libertà, di sicurezza e digiustizia per gli esuli, anche nei loro luoghi natali. Penso che verso i tantiesuli il nostro Paese abbia il dovere di rendere onore e giustizia.Enrico Pianetta

10 DIFESA ADRIATICA <strong>Agosto</strong>-<strong>Settembre</strong> <strong>2008</strong>dai comitatiVarese, 16 febbraio, Università dell’Insubria, altre immaginidella celebrazione ufficiale del Giorno del Ricordoe convegno «La storia siamo noi: comunicare il ricordo».tivamente presidente e vicepresidenteComitato <strong>di</strong> Varese. Ha fatto seguito laproiezione <strong>di</strong> documentario storicosull’esodo, che ha suscitato largo interessee molte domande.<strong>Il</strong> 7 febbraio, a Ispra, nel palazzoComunale, alla presenza del sindacodott. Paolo Gozzi, dell’assessore allaCultura e <strong>di</strong> <strong>numero</strong>so pubblico, conferenzasul tema «Le Foibe e l’esodoGiuliano-Dalmata: una trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong>menticata».Relatori : Sissy Corsi e PierMaria Morresi, applau<strong>di</strong>ti e sollecitatia fornire ulteriori chiarimenti. Ha fattoseguito la proiezione <strong>di</strong> documentariostorico «Pola Ad<strong>di</strong>o».<strong>Il</strong> 10 febbraio, nel corso della giornatasi sono svolte le seguenti celebrazioni:Busto ArsizioQuesta manifestazione, organizzatadal nostro Comitato unitamente alComune <strong>di</strong> Busto Arsizio, è stata moltoimportante e significativa. Alle ore11.00, presenti il Gonfalone del Comune<strong>di</strong> Busto Arsizio, i labaridell’ANVGD e delle associazioni d’Arma,il sindaco, le autorità civili e religiose,<strong>di</strong> <strong>numero</strong>si esuli, citta<strong>di</strong>ni emembri del nostro Comitato, celebrazione<strong>di</strong> S. Messa (a noi de<strong>di</strong>cata) nellaChiesa S. Croce, cui ha fatto seguitola deposizione <strong>di</strong> fiori avanti la statua<strong>di</strong> S. Biagio nel rione Borsano doveesiste il quartiere “Giuliano-Dalmata”.Alle 12.30, nel Palazzo MoliniMarzoli, mostra storico-filatelica intitolata«Pagine <strong>di</strong> Storia Triestina 1918-1954», con annullo postale. Alle Ore14.30 celebrazione ufficiale con interventodel sindaco dott. Gigi Farioli,dell’eurodeputato avv. Speroni e <strong>di</strong>Sissy Corsi: relazione del prof. AntonioMaria Orecchia (docente <strong>di</strong> StoriaContemporanea all’Università degliStu<strong>di</strong> dell’Insubria <strong>di</strong> Varese) cui hafatto seguito proiezione del film-documentario«Ritorno a casa». Durante lacerimonia è stata ricordata l’esule PaolaBruni, residente nel quartiere “Giuliano-Dalmata”<strong>di</strong> Borsano che nelmattino si trovava a Roma presso ilQuirinale per ricevere dal Presidentedella Repubblica la medaglia d’oro inricordo del padre.VARESEDeposizione <strong>di</strong> una corona daparte del Comune in Via Istria-Martiridelle Foibe. Presenti <strong>numero</strong>si esuli, ilComitato in persona dell’esule MirellaFeletti, citta<strong>di</strong>ni locali ed autorità comunali.ArcisateDopo aver celebrato la S. Messade<strong>di</strong>cata agli esuli nella Basilica <strong>di</strong> S.Vittore, nella Sala comunale celebrazioneufficiale alla presenza delle autoritàcitta<strong>di</strong>ne con interventi del sindaco,dell’assessore alla Cultura edalcune rappresentanza d’Arma nonchédel nostro Comitato nelle personedegli esuli dott. Guido Battara esig.ra Maria Rovis Franzi, che hannoricordato la nostra storia.GavirateAlla presenza <strong>di</strong> <strong>numero</strong>si citta<strong>di</strong>ni,il vicesindaco ed il nostro Comitatonella persona dell’esule HonoréPitamitz, hanno deposto una coronain Piazza Martiri delle Foibe.Saronno<strong>Il</strong> 12 febbraio, nella sede dell’Universitàdell’Insubria, alla presenza dellacitta<strong>di</strong>nanza, <strong>di</strong> esuli e del Direttivo delComitato, dopo gli interventi dell’assessorealla Cultura, <strong>di</strong> Sissy Corsi edel prof. Antonio Maria Orecchia, proiezionedel film documentario «Ritornoa casa».VARESE<strong>Il</strong> 13 febbraio, alle ore 9.30 incontrocon gli studenti del Liceo Classico“Cairoli” e Scuola me<strong>di</strong>a “DanteAlighieri” Interventi dei professori VittorioFabbricatore (preside Scuolame<strong>di</strong>a); Daniela Tam (preside LiceoClassico), Rosalba Ferrero (docenteStoria e Filosofia), Antonio Maria Orecchia(docente universitario <strong>di</strong> StoriaContemporanea), Sissy Corsi, proiezione<strong>di</strong> documentario storico sulle Foibee sull’Esodo.Clivio, Saltrio e ViggiùPresenti <strong>numero</strong>si citta<strong>di</strong>ni deiComuni <strong>di</strong> Clivio, Saltrio, Viggiù, <strong>di</strong>nostri esuli e del Direttivo del Comitato,dopo interventi dei rispettivi sindacie <strong>di</strong> Sissy Corsi, proiezione del filmdocumentario«Ritorno a casa».VARESE<strong>Il</strong> 16 febbraio, nella sede dell’Universitàdell’Insubria, celebrazione ufficialea livello provinciale del Giornodel Ricordo e Convegno «La storia siamonoi: comunicare il ricordo», allapresenza <strong>di</strong> <strong>numero</strong>so pubblico, <strong>di</strong>esuli, del Direttivo del Comitato, <strong>di</strong>molti studenti delle scuole me<strong>di</strong>e superiori,accompagnati dai relativi professori,studenti e professori dell’Universitàdell’Insubria; presenti la stamparegionale, autorità civili, militari e<strong>di</strong>stituzionali tra i quali il prefetto RobertoAragno, il sindaco <strong>di</strong> Varese avv.Attilio Fontana, il Questore, il comandantedella Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza e Comandantedei Carabinieri, <strong>di</strong>spiegati iGonfaloni dei Comuni <strong>di</strong> Varese, BustoArsizio, Clivio, Saltrio, il Labarodella nostra <strong>Associazione</strong> e delle altreassociazioni d’Arma, accompagnatidalla banda della Marina Militare.Sissy Corsi ha dato inizio alla manifestazione.Dopo un sentito interventosulla nostra storia e sul Giorno delRicordo da parte del prefetto e del sindaco<strong>di</strong> Varese, è intervenuto il prof.Renzo Dionigi (Magnifico Rettore dell’Universitàdell’Insubria) il quale,dopo aver ricordato la nostra storia haaperto il Convegno ed ha presentato ilvolume e<strong>di</strong>to dalla sua Università daltitolo La Stampa e la Memoria, le foibe,l’esodo e il confine orientale nelle paginedei giornali lombar<strong>di</strong> agli alboridella Repubblica. Autori del libro sonoquattro studenti universitari che, a seguito<strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o erogate dalnostro Comitato, hanno svolto le ricerchee la redazione dei testi sotto l’illuminataguida del prof. Antonio MariaOrecchia (docente <strong>di</strong> Storia Contemporaneaall’Università dell’Insubria).Quest’ultimo ha quin<strong>di</strong> svolto unadotta e coinvolgente lezione tra cronacae storia inerente il periodo 1940-1954.La sua lezione <strong>di</strong> storico contemporaneistaha illuminato la nostra storia<strong>di</strong> perseguitati, <strong>di</strong> esuli per sempresegnatinel profondo dell’anima; hainoltre illustrato l’impegno dei suoi studentinella ricerca dei relativi scrittiutilia capire il motivo del dramma etnicogeneratosi in quegli anni. <strong>Il</strong> prof.Orecchia ha quin<strong>di</strong> ringraziato il nostroComitato e per esso Sissy Corsi,per la collaborazione, per il contributodato e per aver appoggiato il lavoro<strong>di</strong> preparazione con entusiasmo ecompetenza.Un particolare grazie ha rivolto aOttavio Missoni che come scritto nellibro «con le sue parole ha regalatoun senso concreto e vissuto alle paginedello stesso».Quin<strong>di</strong> il brillante intervento delnostro “Grande, Unico” OttavioMissoni.A seguire sono intervenuti: il dott.Amabile Stifano che, anche a nomedegli altri autori del libro, ha letto alcunipassaggio significativi; il rappresentantedella Consulta studentescaprovinciale; l’esule Paola Bruni, che harievocato la forte emozione vissuta nelmomento in cui il 10 del mese, a Romapresso il Quirinale, ha ricevuto dalPresidente Napolitano la medagliad’oro in ricordo del padre. Quin<strong>di</strong>,dopo l’esor<strong>di</strong>o con il Gaudeamusigitur, il coro dell’Università ha intrattenutoil pubblico con uno stupendoconcerto .Ferno<strong>Il</strong> 19 febbraio, incontro con gli studentidella scuola me<strong>di</strong>a “BenedettoCroce” alla presenza <strong>di</strong> nostri esuli.Dopo gli interventi del sindaco, dott.Mauro Cerutti e assessore alla Cultura,prolusione storica <strong>di</strong> Sissy Corsi cuiha fatto seguito la proiezione <strong>di</strong> documentariostorico sulle Foibe e l’Esodo.Gavirate<strong>Il</strong> 21 febbraio incontro con la citta<strong>di</strong>nanza.Dopo gli interventi del consiglieredelegato alla Cultura, prof.Silvano Alberio, dell’on.le europarlamentareCristiana Moscar<strong>di</strong>ni, rievocazionestorica <strong>di</strong> Sissy Corsi cui hafatto seguito la proiezione del filmdocumentario«Ritorno a casa»..Luino<strong>Il</strong> 23 febbraio incontro con gli stu-«Onore e giustizia agli esuli»Riproduciamo in buona parte l’intervento tenuto a Milano dal sen.Enrico Pianetta nel corso della cerimonia pubblica svoltasi il 10 febbraioscorso, in occasione del Giorno del Ricordo [si veda la relativa cronacadal Comitato milanese].Parlare <strong>di</strong> una storia che ha costretto tanti nostri connazionali, con laviolenza, a lasciare la loro terra natale e che patiscono ancora (dopo oltremezzo secolo da quel dramma), il dolore dell’esilio, è motivo <strong>di</strong> profondariflessione ed amarezza.Mi emoziona il coraggio e la <strong>di</strong>gnità civile che viene da oltre 350.000persone che per non farsi schiave <strong>di</strong> un regime <strong>di</strong>ttatoriale e <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sumanaideologia (il comunismo) preferì l’esilio. Si cancellò così quasi deltutto una cultura <strong>di</strong> quelle sponde orientali dell’Adriatico. Tanti <strong>di</strong> lorofurono portatori <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong>fensori dei nostri principi. [...] Fino allastoria drammatica, dal 1943 in poi, quando l’Istria, Fiume e la Dalmaziavengono a trovarsi in una morsa tra il dominio nazista e gli appetiti delmondo slavo-comunista. Quando i tedeschi abbandonano questi territori,Volontari per la Libertà afferenti al CLN Alta Italia si inse<strong>di</strong>ano nei Municipipiù importanti della Venezia Giulia e della Dalmazia. C’è esultanzaper questa libertà riconquistata autonomamente. Ma l’orgoglio e il sogno<strong>di</strong> libertà “moriranno all’alba” perché ben presto i partigiani <strong>di</strong> Tito, qualificandosicome liberatori, toglieranno <strong>di</strong> mezzo le ban<strong>di</strong>ere italiane e gliuomini liberi che le avevano innalzate.Anche con il contributo della doppiezza <strong>di</strong> Togliatti per Trieste che,incontratosi segretamente con alcuni <strong>di</strong>rigenti jugoslavi – Kardelij, Gilas,Hebran – “aveva <strong>di</strong> fatto dato il suo assenso alle mire <strong>di</strong> annessione degliuomini <strong>di</strong> Tito e aveva accettato che le formazioni partigiane italiane fosseroinserite in quelle jugoslave”. C’era tutta la doppiezza del partito comunistaossia “il profondo contrasto tra la necessità <strong>di</strong> presentarsi comepartito nazionale in <strong>di</strong>fesa degli interessi <strong>di</strong> vasti strati della società italianae il suo ruolo come parte integrante del movimento comunista internazionaledominato dall’URSS”. [...] Bisogna <strong>di</strong>re queste cose.Come pure bisogna considerare con particolare attenzione le recentiparole <strong>di</strong> Bush su Yalta.Nella conferenza <strong>di</strong> Yalta del febbraio ’45 su insistenza <strong>di</strong> Stalin,Roosevelt e Churchill aderirono alla spartizione dell’Europa in due blocchi:milioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni europei venivano a perdere democrazia e libertà –sappiamo per 50 anni – e caddero sotto l’influenza del regime sovietico.Si può <strong>di</strong>re pertanto – forti delle parole <strong>di</strong> Bush – che a Yalta fu segnatoil destino dell’Europa dell’Est e anche quello degli italiani <strong>di</strong> Istria, Fiume eDalmazia, perché per essi fu cancellato un caposaldo del Diritto Internazionalel’autodeterminazione dei popoli.Solo con l’abbattimento del muro <strong>di</strong> Berlino l’Europa è libera nuovamente.Dunque in qualche modo Yalta fu l’incipit che sanzionò il drammadei giuliani, fiumani, dalmati. Tito, allevato politicamente all’Hotel Lux <strong>di</strong>Mosca insieme a Togliatti, sviluppò l’opera <strong>di</strong> “bonifica dell’elemento italiano”<strong>di</strong> quei territori. Gilas anni più tar<strong>di</strong>, caduto in <strong>di</strong>sgrazia e rinchiusoin prigione, nel libro Compagno Tito, <strong>di</strong>ce: “Avevamo il compito <strong>di</strong> farandare via gli italiani con ogni mezzo”. E così fu fatto. <strong>Il</strong> terrore percorsequelle terre – foibe, fosse comuni, deportazioni – e gettò nella <strong>di</strong>sperazioneuna popolazione priva <strong>di</strong> <strong>di</strong>fese. Si aggiunsero anche le norme dellapulizia etnica contro gli italiani.Misure <strong>di</strong> svalutazione dei risparmi, espropri: le case, i terreni, le fabbriche,officine, negozi, perfino le antiche tombe <strong>di</strong> famiglia, a partire dal’45 passavano da proprietà privata alla cosiddetta “proprietà sociale”: ibeni degli italiani <strong>di</strong>ventarono proprietà della società jugoslava. [...] APola si resistette fino a quando la Conferenza <strong>di</strong> pace <strong>di</strong> Parigi (10 febbraio’47) decise che tranne un territorio – la Zona B del territorio libero <strong>di</strong>Trieste – tutta l’Istria, Fiume, Dalmazia passavano sotto la sovranità jugoslava.Ci fu un grande esodo. Giunti in Italia gli esuli vennero <strong>di</strong>sseminati inogni dove: nelle caserme, nei box, nelle vecchie carceri; perfino nei vagoniferroviari. Molti preferirono dare un taglio netto: partirono per le Americheo per l’Australia.Nel Parlamento si alzò forte la voce liberale <strong>di</strong> Benedetto Croce cheaccusò il Governo <strong>di</strong> “cupi<strong>di</strong>gia <strong>di</strong> servilismo” e il successivo 31 lugliosupplicò i colleghi a non ratificare il trattato <strong>di</strong> pace. Ma l’imperativo deltempo fu quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>luire in 149 campi profughi quella fiumana <strong>di</strong> umanitàsofferente. [...]Deve essere anche mo<strong>di</strong>ficato lo “status” dei 350.000 italiani che patisconola pesante condanna dell’esilio. In questo senso anche le leggi del1991 slovene e croate in merito ai beni sottratti dal regime <strong>di</strong> Tito cheprevedono la restituzione del bene (ove possibile) oppure la sua sostituzione,oppure un corrispettivo economico solo per coloro che in quelmomento avevano la citta<strong>di</strong>nanza slovena, croata o jugoslava rappresentanouna <strong>di</strong>scriminazione a danno dei 350.000 italiani. Inoltre,il problemadella restituzione dei “beni degli esuli” va continuata e bisognariproporre e rafforzare le azioni che già il nostro Ministero degli Esteri hapresentato in Slovenia e Croazia il 13 marzo 1993.Bisogna ridare una <strong>di</strong>gnità e uno spazio <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong>giustizia per gli esuli, anche nei loro luoghi natali. Penso che verso i tantiesuli il nostro Paese abbia il dovere <strong>di</strong> rendere onore e giustizia.Enrico Pianetta

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