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Diritto e pratica tributaria n° 1-2008 - Shop WKI

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ALLA PROVA DELL’IRPEF (*)La svolta fiscale del Partito democratico, alla quale lavora Walter Veltroni,dipende in via preliminare dal successo della Banca centrale europea edella Federal Reserve nel rimettere in movimento il sistema finanziario internazionale.Se la tempesta perfetta scatenata dai mutui subprime fermasse lacrescita, anche il gettito fiscale rallenterebbe, e con esso svanirebbe lo spazioper ridurre le aliquote. D’altra parte, la Commissione Ue e la stessa Bce esigonodall’Italia dei 1600 miliardi di debito pubblico una disciplina che nonconsente la ricetta reaganiana di «affamare la bestia», di negare risorse alloStato per costringerlo a dimagrire. Lorenzo Bini Smaghi avverte: prima riducetela spesa pubblica, poi le tasse. Sospeso tra Scilla (il rischio di crisi economica)e Cariddi (i vincoli Ue), il sindaco di Roma dice: «È arrivato il momentodi restituire ai contribuenti leali – lavoratori dipendenti, autonomi, famigliee imprese – tutto quello che si ricava dal successo nella lotta all’evasione».Il «tesoretto» prossimo venturo, dunque, non dovrebbe venir utilizzato,com’è invece avvenuto fin qui, per aumentare le pensioni, finanziare leFerrovie dello Stato, aumentare le retribuzioni del pubblico impiego. Maquanto è il tutto di cui parla Veltroni? E può bastare per tutti senza scontentarenessuno, in primis la sinistra radicale? Veltroni sembra gettare il cuoreoltre l’ostacolo del partito della spesa che, forte negli anni berlusconiani, nonsi è indebolito in quelli di Prodi. Il «tesoretto» della Provvidenza altro non èche la parte del gettito superiore alle previsioni non derivante né dal miglioramento(sempre reversibile) dell’economia né da una tantum o nuovi provvedimentiné da anticipi di riscossione. Questo extragettito, si conviene, derivadall’emersione di parte del sommerso. La riserva sembra grande. In Italial’economia in nero sottrae 100 mila miliardi al fisco e si stima sia proporzionalmentedoppia rispetto a Germania, Francia e Regno Unito. Il viceministroVincenzo Visco vanta un meritorio recupero dell’evasione: 15 miliardi neiprimi 12 mesi di governo. La tendenza continua. Ad agosto il gettito erarialerisulta superiore di 4 miliardi alle previsioni del Dpef e di 7 rispetto alla precedenterelazione trimestrale di cassa. Ma è difficile credere che si arrivi inun baleno a recuperare 50 mila miliardi per allinearci alla media europea.Anche così, tuttavia, il governo rischia di ritrovarsi a fine anno con una pressionefiscale superiore al record del 42,3% del pil 2006. Restituire qualcosa ècomunque consigliabile. Di qui la dote fiscale per i figli, la parziale riduzionedell’I.c.i., già proposta da Berlusconi, e la proporzionale detrazione fiscaledell’affitto. Si tratta di 4 miliardi: a spesa pubblica costante difficile fare dipiù. Ma un conto è la tattica di sopravvivenza di una coalizione e un altro èuna svolta strategica di un partito nuovo. A questo scopo non basta nemmenoil taglio dell’ires finanziato con quello degli incentivi alle imprese, ma sidevetoccare in modo sensibile l’irpef, lasciando a ciascuno la facoltà di desti-(*) Da Corriere della Sera, 11 settembre 2007.

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