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Diritto e pratica tributaria n° 1-2008 - Shop WKI

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108 DIRITTO E PRATICA TRIBUTARIAtale zona franca o in tale deposito franco, di misure connesse, in lineadi massima, alla loro esportazione.Per concludere, possiamo dire che la zona franca in senso strettoè costituita da una parte del territorio dello Stato non necessariamenteubicata sulla riva del mare o comprendente un porto, di notevoleestensione, che include nel proprio ambito centri abitati e quindi unapopolazione con residenza stabile e anche eventualmente zone industrialied agricole. Il deposito franco, per il diritto comunitario, è a tuttigli effetti una zona franca e si distingue da questa per le sole dimensionigeografiche ridotte. È cioè una zona franca limitata e circoscrittaad un edificio o recinto destinato prevalentemente al deposito dimerci e derrate (3) (4).Ma, si può, dopo questa veloce disamina normativa, affermare cheesistono delle zone franche che non hanno una esclusiva valenza doganale,si possono infatti riscontrare zone franche che si traducono inun regime giuridico caratterizzato da regole speciali autorizzato da unoStato nei confronti di merci o beni, ma anche di attività o operazionicommerciali o industriali, per cui possiamo classificare tali aree in:– zone franche classiche (5) (z.f. commerciali, industriali,d’esportazione, porti franchi) caratterizzate dall’esonero dei diritti di(3) G. Greco, Depositi doganali: zone franche e depositi franchi, Genova,2002; D. Bette, Le zone franche nella CEE: zone di impiego e zone di impresa,1988.(4) Se la Zona Franca si limita ad un abitato urbano che in ipotesi può anchenon ricomprendere un porto, ricorre la figura della città franca che si caratterizzaper la presenza sul proprio territorio posto fuori della linea doganale di unapopolazione stabile. Il porto franco, invece, indica il complesso delle installazioniportuali considerate nella propria totalità (specchio d’acqua, calate, banchine, magazzini,opifici...) che gode del privilegio di franchigia doganale di modo che lemerci che vi si trovano sono considerate fuori dalla linea doganale B. Minoletti,Le zone franche nei porti francesi: contributo allo studio dei porti franchi, Pavia,1938.Si può avere infine una zona franca portuale che individua una sola partedel porto proclamata franca e pertanto coesistente con l’altra parte del porto stessodalla quale è separata dalla linea doganale che continua ad essere sottoposta alregime doganale ordinario. A secondo poi dell’estensione della franchigia doganalea tutto il porto o ad una parte di esso si avrà rispettivamente un porto franco oun punto franco Cfr M. Ingrosso (a cura di), Le zone franche, ed. Camera dicommercio industria, artigianato e agricoltura di Napoli, 1998, 11 e ss.(5) Nel 1970 solo pochi paesi erano dotati di Zone franche, ma già nel1996 l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) stimòin circa 500 le zone franche industriali d’esportazione localizzate in ben 73paesi, mentre l’elenco internazionale elaborato nel 1997 dalla World EconomicProcessing Zones Association (WEPZA) indica in ben 830 il numero totale di zonefranche d’esportazione e zone franche commerciali sparse in tutto il mondo.Gran parte di tali zone sono inoltre localizzate in paesi in via di sviluppo e concentratein tre macroaree geografiche: Asia sud-orientale, America centrale e Mediterraneomeridionale (TNO Inro, 2002).

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