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galleria del vento (pdf) - INFN

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GALLERIA DEL VENTOSCOPI DELL’ESPERIENZACon la <strong>galleria</strong> <strong>del</strong> <strong>vento</strong> ci si propone:la verifica <strong>del</strong>le leggi di continuità (o di Leonardo) e di Bernoullila misura <strong>del</strong>la resistenza aerodinamica di diversi corpila determinazione <strong>del</strong> profilo <strong>del</strong>le velocità attraverso la sezione <strong>del</strong> canalela determinazione <strong>del</strong>la polare di un’alaDinamica dei fluidiSi potrebbe descrivere il moto di un fluido suddividendo idealmente il fluido stesso inelementi, a cui applicare le leggi <strong>del</strong>la dinamica. Seguire il moto di ciascuna‘particella’ sarebbe però un lavoro molto complesso. Si può invece definire, per ognipunto <strong>del</strong> fluido e per ogni istante di tempo, il valore <strong>del</strong>le diverse grandezze cheservono per descrivere il fluido stesso (ad esempio la densità o la velocità)concentrando così l’attenzione sul quanto succede in un dato punto al passare <strong>del</strong>tempo, invece che seguire il moto <strong>del</strong> singolo elemento.Il moto <strong>del</strong> fluido può essere stazionario (quando la velocità <strong>del</strong> fluido è, in ognipunto, costante nel tempo) o non stazionario. Nel caso di fluido stazionario, ogniparticella che arriva, in qualsiasi istante, in un certo punto, assume la stessa velocità,(mentre particelle in punti diversi possono naturalmente assumere velocità diverse).Il moto <strong>del</strong> fluido può essere rotazionale (se in ogni punto gli elementi di fluidohanno velocità angolare non nulla attorno a quel punto) o irrotazionale .Il fluido può essere comprimibile ( = m/V non costante) o incomprimibile.Il fluido può essere viscoso (con conseguente dissipazione di energia durante il moto)o non viscoso.Nel caso di moto stazionario, seguendo il percorso di una particella troviamo che essoè lo stesso che verrà seguito da qualsiasi altra particella che, in un certo momento,transiterà per quel punto. Possiamo allora pensare di congiungere tutti i punti diquesto ‘percorso fisso’, ottenendo una linea di flusso, tale che la velocità risulta inogni punto tangente alla linea di flusso in quel punto. Inoltre due linee di flusso nonpossono mai incrociarsi. Si determina pertanto una configurazione <strong>del</strong>imitatadall’insieme <strong>del</strong>le linee di flusso, detta tubo di flusso, che si comporta come uncondotto dal quale nessuna particella può uscire durante il moto.


La massa m che attraversa in un certo istante una sezione A <strong>del</strong> tubo di flusso èapprossimativamente:m = V = A vtDove vt rappresenta la lunghezza percorsa nell’intervallo di tempo t dall’elementodi fluido che si muove con velocità v.Supponendo costante questa massa, per qualsiasi sezione <strong>del</strong> tubo di flusso possiamoscrivere: A 1 v 1 t = A 2 v 2 tcioè: A vcostQuesto risultato esprime il principio <strong>del</strong>la conservazione <strong>del</strong>la massa nella dinamicadei fluidi e viene conosciuto anche come principio di continuità. La grandezza Av,che risulta costante nel caso di fluido a densità costante, è detta portata.Il moto di un punto materiale può essere descritto attraverso la legge di conservazione<strong>del</strong>l’energia meccanica, che lega la variazione di energia cinetica con lacontemporanea variazione di energia potenziale. Nel caso <strong>del</strong> moto di un puntomateriale, non dobbiamo considerare altre azioni, perché il punto è un’entità a sé,che, in assenza di attrito <strong>del</strong>l’aria, si muove come entità isolata. Quando si consideraun fluido, come l’aria, ogni elemento di fluido fa parte di un tutt’uno che interagiscecon gli altri elementi <strong>del</strong> fluido stesso. Ci si aspetta quindi che questo introduca, nellalegge di conservazione <strong>del</strong>l’energia meccanica, un termine aggiuntivo, che esprimaproprio questo tipo di ‘legame’. Possiamo utilizzare il teorema <strong>del</strong>le forze vive, oteorema <strong>del</strong>l’energia cinetica, per ricavare questa espressione ‘estesa’ <strong>del</strong>la legge diconservazione <strong>del</strong>l’energia. Sappiamo quindi che la variazione <strong>del</strong>l’energia cinetica èuguale alla somma dei lavori dovuti alle varie forze in gioco: in particolare alla forzadi gravità ed alla forza legata alla pressione.Il lavoro <strong>del</strong>la forza di gravità (forza conservativa), può essere espresso attraverso ladifferenza fra il valore iniziale ed il valore finale <strong>del</strong>l’energia potenzialegravitazionale. Il lavoro <strong>del</strong>la forza di pressione può essere scritto come pV, dove p èla pressione che agisce sull’elemento di fluido nel punto considerato.


Visto che il moto <strong>del</strong> fluido è ‘provocato’ dalla spinta <strong>del</strong> fluido che sta dietrol’elemento il questione (forza parallela al moto) e reso più difficile dalla presenza <strong>del</strong>fluido che sta oltre l’elemento in questione (forza antiparallela al moto), il lavoroviene espresso come differenza dei due termini p i V – p f V.Poiché la posizione iniziale e finale sono prese in modo casuale e non determinano,con la loro scelta, la validità <strong>del</strong> risultato, possiamo raggruppare i termini relativi allaposizione iniziale e quelli relativi alla posizione finale, giungendo ad una espressioneche resta costante durante il modo <strong>del</strong> fluido:mgh + ½ m v 2 + pV = costDividendo ogni termine per V e ricordando la definizione di densità = m/V,possiamo riscrivere la relazione precedente (che costituiva una espressione <strong>del</strong>laconservazione <strong>del</strong>l’energia) come una somma di pressioni:gh + ½ v 2 + p = costL’equazione di Bernoulli ha parecchie applicazioni. Ricordiamo ad esempio il caso incui un condotto orizzontale presenti in strozzatura. Per il principio di continuità nellastrozzatura la velocità deve essere maggiore, ma questo implica, per il principio diBernoulli, che la pressione debba essere minore; questo effetto può essere evidenziatocon l’applicazione di un manometro differenziale, che viene immerso in un fluido permisurarne la velocità di flusso (tubo di Venturi)Il tubo di Pitot è un dispositivo impiegato per misurare la velocità di flusso di un gas.Per capirne il funzionamento immaginiamo di poter confrontare la pressione in unpunto A, in cui il fluido è in quiete, con quella in un punto C in cui il fluido havelocità v. Supponiamo che l’altezza sia la stessa per i due punti.


L’applicazione <strong>del</strong> teorema di Bernoulli permette di scrivere:p C + ½ v 2 = p Adove C è un punto in cui la velocità <strong>del</strong> fluido non è alterata dalla presenza <strong>del</strong> corpo.Nella disposizione più moderna <strong>del</strong> tubo di Pitot la pressione non perturbata vienemisurata direttamente su un ramo laterale <strong>del</strong> tubo, dove l’imboccatura <strong>del</strong> ramodestro (b) è perpendicolare rispetto alla direzione <strong>del</strong> flusso e di conseguenza lavelocità si riduce a zero. In a invece il fluido ha velocità v.Applicando l’equazione di Bernoulli si ha:p a + ½ v 2 = p bcioè p a < p b . Se h è la differente altezza <strong>del</strong> liquido manometrico di densità ’, ladifferenza di pressione può essere anche espressa come:p b – p a = ’hga cui è possibile ricavare la velocità <strong>del</strong> gas:v = (2gh’ /) 1/2Il tubo di Pitot può essere tarato in modo che vi si legga direttamente la velocità <strong>del</strong>gas. Nella configurazione descritta sopra ricavare la velocità equivale a ricavare lapressione dinamica, cioè quella pressione legata al moto <strong>del</strong> fluido con velocità v:p din = ½ v 2


E’ importante però ricordare che la densità <strong>del</strong>l’aria non è una costante, ma dipendedalla temperatura e dall’umidità <strong>del</strong>l’aria: se necessario, bisogna applicare leopportune correzioni.Viene detta pressione statica quella riferita al punto in cui la velocità è nulla (b, nelcaso precedente) e pressione totale la somma p a + ½ v 2Il manometro differenziale non da direttamente un valore di pressione, ma permettedi leggere il valore di una differenza di pressione fra i due punti ai quali il manometroè collegato.Se una estremità <strong>del</strong> manometro differenziale è libera e l’altra è collegata con laboccola perpendicolare <strong>del</strong>la sonda, possiamo leggere la differenza di pressione:p = p amb – p bLa pressione ambiente può però anche essere letta sul barometro di Fortin e quindi,dal confronto <strong>del</strong> valore letto, in questa seconda configurazione, sul manometrodifferenziale e quello letto sul barometro di Fortin si può ottenere p b , cioè la pressionestatica.Dalla somma <strong>del</strong>la pressione statica e <strong>del</strong>la pressione dinamica si può infine ottenereanche la pressione totale (essendo i vari punti alla stessa altezza, il termine gh è lostesso in ogni posizione), il cui valore, secondo la legge di Bernoulli, deve restarecostante.La spinta dinamica è una forza che agisce su un corpo in virtù <strong>del</strong> suo motoall’interno di un fluido (la spinta statica è invece quella espressa dalla spinta diArchimede). Anche quando sia il corpo in moto in un fluido fermo risulta spessocomodo considerare il corpo fermo e il fluido in movimento, come è effettivamentenel caso <strong>del</strong>le esperienze con la <strong>galleria</strong> <strong>del</strong> <strong>vento</strong>. Il comportamento <strong>del</strong> fluido puòessere visualizzato con le linee di flusso, che indicano una velocità maggiore là dovesono più raddensate.pallina ferma, fluido in moto pallina in rotazione somma dei due motiA velocità maggiore corrisponde minore pressione: nel caso <strong>del</strong>l’ala <strong>del</strong>l’aereo, lamaggiore velocità si ottiene, per la forma stessa <strong>del</strong>l’ala, sopra ad essa. Ne segue unapressione maggiore sotto l’ala che sopra, con una conseguente spinta <strong>del</strong>l’aria sull’aladal basso verso l’alto.


la forma <strong>del</strong>le ali viene realizzata i modo tale che la superficie superiore abbia unraggio di curvatura minore di quello <strong>del</strong>la superficie inferiore. L’aria che scorre sullasuperficie superiore segue un percorso maggiormente incurvato di quello <strong>del</strong>l’aria acontatto con la superficie inferiore.La velocità <strong>del</strong>l’aria che si avvicina è orizzontale, mentre quella che si allontana dalprofilo dopo essere fluita lungo l’ala ha una componente verso il basso. Vi è stataquindi una forza applicata sull’aria, diretta verso il basso; l’aria deve esercitaresull’ala una forza diretta verso l’alto (terza legge di Newton). La componenteverticale di questa forza è detta portanza aerodinamica (F a ), la componenteorizzontale resistenza (F W ).La portanza dipende da vari fattori: velocità <strong>del</strong>l’aereo, area <strong>del</strong>l’ala, sua curvatura,angolo fra l’ala e la direzione orizzontale. A parità degli altri termini, possiamoconsiderare l’effetto <strong>del</strong>la variazione <strong>del</strong>l’angolo : quando quest’ultimo aumenta, ilflusso turbolento al di sopra <strong>del</strong>l’ala riduce la spinta prevista dall’effetto Bernoulli. Ilgrafico <strong>del</strong>la resistenza in funzione <strong>del</strong>la portanza, per diversi valori <strong>del</strong>l’angolo diattacco, costituisce la ‘polare’ <strong>del</strong>l’ala.Il moto di un fluido viene detto laminare quando in ogni punto <strong>del</strong> liquido la velocitàsi mantiene costantemente parallela ad una direzione fissa ed i diversi strati di liquidofra loro adiacenti, avendo velocità differenti, scorrono uno sull’altro senzamescolarsi.


Nel moto di un fluido, la viscosità è l’analogo <strong>del</strong>l’attrito nel moto dei corpi solidi. Siconsideri un fluido tra due piani paralleli. Si applichi una forza F sul piano superiore,in modo da mantenerlo in moto con velocità costante v rispetto al piano inferiore, cheinvece è in quiete. Si può immaginare il fluido diviso in tanti strati paralleli ai piani.La viscosità non agisce solo tra il piano superiore ed il fluido, ma anche fra ciascunostrato <strong>del</strong> fluido: la velocità di ciascuno di essi differisce di una quantità dv da quello<strong>del</strong>lo strato adiacente. Lo sforzo tangenziale è definito come F/A, con A area <strong>del</strong>lostrato di fluido. Il fluido reagisce variando la velocità di ogni strato e possiamoesprimere ciò con la quantità dv/dy. La forza necessaria per tenere in moto la lastrasuperiore con velocità v risulta essere proporzionale alla dimensione <strong>del</strong>la piastra Aed alla velocità ed inversamente proporzionale alla distanza d fra le piastre; ilcoefficiente di proporzionalità viene chiamato viscosità e la sua unità di misura èNsm -2 nel sistema SI. Nel sistema CGS l’unità di misura prende il nome di poise,essendo 1 poise = 0.1 Nsm -2 . Si ha perciò:F/A = v/dIn una conduttura cilindrica gli strati di fluido sono sottili anelli cilindrici di raggiovariabile, ma il moto è ancora laminare e la velocità di flusso varia con il raggio:sull’asse <strong>del</strong> tubo si ha il valore massimo, mentre il minimo (che si pone uguale azero) si ha sulle pareti. La velocità sull’asse dipende dalla differenza di pressione tragli estremi <strong>del</strong>la conduttura di lunghezza L. Se si considera il flusso di fluidoattraverso ogni anello cilindrico si può mostrare che il flusso totale di massa dm/dt è:dm/dt = (pR 4 p) / (8L)dove R è il raggio <strong>del</strong> condotto (legge di Poiseuille).Conoscendo la differenza di pressione che fa scorrere un fluido in un tubo emisurando il flusso di massa si può determinare la viscosità <strong>del</strong> fluido stesso. Neiliquidi la viscosità diminuisce con la temperatura, mentre nei gas aumenta.Se <strong>del</strong>le polveri colorate vengono mescolate ad un liquido in moto laminare lungo untubo, si vedono i granuli muovesi lungo linee non intersecatesi che sono i tubi diflusso. Se si fa aumentare la velocità di scorrimento <strong>del</strong> fluido, per un valore critico v c<strong>del</strong>la velocità il moto dei granuli diviene disordinato ed il colore si sparpaglia pertutto il tubo: il moto è diventato turbolento. Le particelle <strong>del</strong> fluido cominciano afluttuare in maniera disordinata, generando turbinii e fluttuazioni. A parità didifferenza di pressione agli estremi <strong>del</strong> tubo, la portata risulta assai minore di quella


che si avrebbe in regime laminare. Nel moto turbolento la direzione <strong>del</strong>la velocità inun punto cambia di istante in istante e le particelle <strong>del</strong> fluido possiedono motirotazionali vorticosi. Si trova sperimentalmente che la velocità critica v c dipendedalla densità <strong>del</strong> liquido, dal coefficiente di viscosità e dal raggio <strong>del</strong> tubo nelquale scorre il liquido. Si può quindi impostare una equazione dimensionale,trovando che la velocità critica deve essere proporzionale a /D, con D diametro <strong>del</strong>tubo. La costante di proporzionalità è un numero puro e viene chiamato numero diReynolds: R = Dv/A parità di numero di Reynolds,il flussoavrà lo stesso ‘aspetto’, pur variando lavelocià e, corrispondentemente, il diametro <strong>del</strong> cilindro. Questo fatto permette adesempio di studiare quale sarà il comportamento <strong>del</strong> flusso d’aria su un’ala di unaeroplano anche senza costruirlo effettivamente: sarà sufficiente effettuare <strong>del</strong>lemisure in un tunnel aerodinamico con un mo<strong>del</strong>lino in scala ridotta, adoperandonaturalmente <strong>del</strong>le velocità che diano lo stesso numero di Reynolds. A questo scopole ‘gallerie <strong>del</strong> <strong>vento</strong>’ sono costruite in modo che la velocità di ogni strato paralleloall’asse sia parallela all’asse stesso, non abbia variazioni temporali e non presentiturbolenze. Naturalmente non è possibile realizzare gallerie che soddisfinopienamente questi requisiti e diventa importante chiedersi e verificare a quale livellouna particolare <strong>galleria</strong> soddisfi queste ipotesi.Dal punto di vista fisico, il numero di Reynolds corrisponde al rapporto tra la forzainerziale F i e la forza viscosa F v .Consideriamo un liquido in moto con velocità media v m in una tubatura di diametro De sezione A. La forza d’inerzia si può scrivere:F i = v m dm/dt = v m (Av m ) = Av m2e la forza viscosa:F v = A dv/dt = A(v m) / DIl rapporto è: R=Dv/Dato che la forza di inerzia è prevalente nel flusso turbolento e quella viscosa nelflusso laminare, i grandi valori <strong>del</strong> numero di Reynolds possono essere associati allaturbolenza e quelli piccoli al flusso laminare.Quando il numero di Reynolds è <strong>del</strong>l’ordine di 30, il flusso <strong>del</strong> fluido è ben descrittodalla teoria di Poiseuille. Per numeri di Reynolds più grandi, la teoria di Poiseuille siapplica solo ad una certa distanza dall’ingresso nella <strong>galleria</strong>, e solo da lì in poi potràstabilirsi il caratteristico profilo di velocità parabolico. Indicata con X la distanza allaquale la velocità massima scarta meno <strong>del</strong> 5% dal valore dato dalla teoria diPoiseuille, si può ricavare che X ≈ RD/30, dove R è il numero di Reynolds e D ildiametro <strong>del</strong> condotto.Spesso si verifica la presenza di un moto relativo fa un oggetto ed un fluido:pensiamo ad esempio al moto di un aeroplano nell’aria o a quello <strong>del</strong> <strong>vento</strong> che soffiasulle case. Le situazioni reali sono molto complicate, ma si può cercare dicomprendere le caratteristiche <strong>del</strong> fenomeno usando <strong>del</strong>le situazioni geometricamentepiù semplici: possiamo pensare ad esempio all’effetto sul moto <strong>del</strong> fluido <strong>del</strong>la


presenza di un cilindro di diametro d, posto con l’asse normale al flusso di un fluidoche si muove con velocità v (La situazione è poi perfettamente equivalente a quella<strong>del</strong> moto <strong>del</strong> cilindro attraverso un fluido fermo).Anche in questo caso le caratteristiche <strong>del</strong> moto <strong>del</strong> fluido possono essere classificatein base al valore <strong>del</strong> numero di Reynolds, definito come R=dv/essendo d il diametro <strong>del</strong> cilindro, e rispettivamente la densità e la viscosità <strong>del</strong>fluido. Anche in questo caso le caratteristiche <strong>del</strong> flusso saranno le stesse a parità dinumero di Reynolds, mentre varieranno al variare <strong>del</strong> numero stesso.Quando il numero di Reynolds è molto minore di 1 il flusso è simmetrico prima edopo il corpo immerso, essendo il lato destro copia speculare <strong>del</strong> lato sinistro. Alcrescere <strong>del</strong> valore <strong>del</strong> numero di Reynolds questa simmetria svanisce. Dietro alcilindro compaiono alcuni vortici ed il percorso <strong>del</strong>le particelle <strong>del</strong> fluido è disturbatodalla presenza <strong>del</strong> cilindro molto più lontano a valle, piuttosto che a monte <strong>del</strong>cilindro stesso. Per R > 40 il flusso cambia ancora: uno dei vortici dietro al cilindrodiventa così lungo che si rompe e se ne va con la corrente <strong>del</strong> fluido, mentre nuovivortici si formano dietro al cilindro. Soprattutto ciò che differenzia le prime duesituazioni da quelle successive è che la velocità nelle prime è costante, mentre poivaria nel tempo in ogni punto: il flusso non è più stazionario.Via via che il numero di Reynolds cresce ancora, la vorticità tende a riempire unabanda sottile, detta strato limite, nella quale il flusso è caotico ed irregolareConsideriamo la forza di trascinamento che agisce su un corpo di sezione A immersoin un fluido, di densità che si muove con velocità v. Essa risulta F = - ½ C R v 2 Adove C R è noto come coefficiente di resistenza; esso risulta essere dipendente dalvalore <strong>del</strong> numero di Reynolds (che a sua volta è proporzionale alla velocità <strong>del</strong>fluido, se tutto il resto è mantenuto costante)


Nel diagramma è riportato il coefficiente di resistenza in funzione <strong>del</strong> numero diReynolds, ottenuto sperimentalmente, per un ostacolo di forma sferica.

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