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Alfonso Aurbacher, alla guida della Camera dal 1911 al 1912

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V<strong>al</strong> la pena qui di accennare che fra <strong>Aurbacher</strong> e l'ing. Edmondo Sanjust, deputato e già dirigentesuperiore del Ministero dei Lavori pubblici, si stabilirà una intesa e perfino un asse preferenzi<strong>al</strong>e<strong>al</strong>lorché proprio a Sanjust toccherà di progettare l'ampliamento del porto commerci<strong>al</strong>e e passeggeri.Ciò che finirà per determinare, quasi come conseguenza e contraccolpo, un sempre maggiorradic<strong>al</strong>ismo nella opposizione che <strong>al</strong>l'impostazione del Sanjust (e di tutto quanto dirà e farà<strong>Aurbacher</strong>) verrà da un <strong>al</strong>tro pur esimio esponente <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> di Commercio cagliaritana, il cav.Angelo Vanini…Circa poi la sua presenza, come capit<strong>al</strong>ista, nel settore ferroviario, merita riferire <strong>della</strong> pur giàaccennata società delle Complementari Sarde – un'anonima costituita nel dicembre <strong>1911</strong> – di cuiscrive Paolo Fadda nel suo pregevole saggio Alla ricerca di capit<strong>al</strong>i coraggiosi.Insieme con l'avv. Sante Boscaro (che farà p<strong>al</strong>azzo proprio di lato a quello di <strong>Aurbacher</strong>), <strong>al</strong> conteEdoardo Corin<strong>al</strong>di, agli ingg. Stanislao e Dionigi Scano e Gracco Tronci, dà vita <strong>al</strong> Comitatod'iniziativa per la concessione <strong>della</strong> Ferrovia Villacidro-Isili. Esso, che presenta <strong>al</strong> governo un pianoarticolato di nuovi collegamenti nel territorio, ottenendo l'assenso per la re<strong>al</strong>izzazione del troncoappunto Villacidro-Isili, troverà nella Banca Commerci<strong>al</strong>e It<strong>al</strong>iana l'istituto di credito che crederànell'intrapresa e la sosterrà finanziariamente.Presidenza breve ma prestigiosaRieletto, con 347 voti, per il triennio a decorrere <strong>d<strong>al</strong></strong> 1º gennaio <strong>1912</strong>, seconda la nuova normativa,in un Consiglio che conta adesso 21 membri, e confermato <strong><strong>al</strong>la</strong> presidenza, <strong>Aurbacher</strong> purtroppo giàpochi mesi dopo deve lasciare l'incarico. Il 3 marzo <strong>1912</strong> il suo vice Benvenuto Pernis dà lettura delmessaggio che da lui ha appena ricevuto: "La nuova manifestazione di stima e di fiducia offertami<strong>d<strong>al</strong></strong> Colleghi del Consiglio <strong>Camera</strong>le, col rieleggermi Presidente ad unanimità di suffragi, mi hasinceramente commosso, poiché mi dimostra da quanta benevolenza sia stata sempre seguita lamodesta opera mia e mi è di conforto in quest'ora penosissima <strong>della</strong> mia vita."Ho dedicato per molti anni ai lavori <strong>della</strong> <strong>Camera</strong> solerti cure persuaso che il nostro consesso sia ilpiù atto a dirigere il Paese nella via del progresso economico e a difenderne con energia e coscienzai più vit<strong>al</strong>i interessi.Sarebbe stato per me onore grande e profonda soddisfazione se avessi potuto in questo momento,unitamente ai Colleghi vecchi e nuovi, tornare con entusiasmo <strong>al</strong> consueto lavoro, ma la tirannia diun m<strong>al</strong>e che mi obbliga per qu<strong>al</strong>che tempo <strong><strong>al</strong>la</strong> quiete più assoluta, mi impone pure di lasciare che<strong>al</strong>tri possa con la continuità d'azione, ch'è indispensabile, <strong>guida</strong>re e dirigere i lavori <strong>della</strong> <strong>Camera</strong>."Mi vedo quindi costretto a rassegnare e rassegno nelle sue mani, perché ne dia comunicazione agliegregi Colleghi, le mie dimissioni da Presidente. Riconoscentissimo verso tutti per la fiducia in meriposta, sento d'<strong>al</strong>tra parte di non dover abusare di questa fiducia, né privare la <strong>Camera</strong> di unasolerte ed intelligente direzione."A questo passo, che per l'affetto ed i ricordi che mi legano <strong><strong>al</strong>la</strong> <strong>Camera</strong> è per me dolorosissimo,sono costretto non da affievolito amore verso il nostro Paese, o sminuito sentimento di civici doveri,ma da una ragione più forte <strong>della</strong> mia stessa volontà e cioè <strong>d<strong>al</strong></strong>le speci<strong>al</strong>i condizioni di s<strong>al</strong>ute in cuimi trovo."Seguirò sempre con amorevole pensiero i lavori <strong>della</strong> <strong>Camera</strong>, e sarà per me sommo gaudio se ungiorno potrò, riacquistata completamente la s<strong>al</strong>ute, ritornare come modesto consigliere fra i colleghie riportare ancora nella <strong>Camera</strong> il povero contributo dell'opera mia."La prego pertanto di ringraziare i Colleghi tutti per la benevolenza addimostratami ed in particolarmodo ringrazio Lei per le cortesi ed amichevoli espressioni contenute nella lettera con cui mi hapartecipato la nomina".Non è ancora l'addio definitivo <strong><strong>al</strong>la</strong> <strong>Camera</strong>, è soltanto un primo passo. Perché infatti ancora perqu<strong>al</strong>che mese egli conserverà la carica di consigliere (per<strong>al</strong>tro non partecipando <strong>al</strong>le sedute), e perdiversi anni ancora ne resterà il delegato presso il Consiglio gener<strong>al</strong>e del Banco di Napoli.

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