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L'ULTIMO DEI TITANI - giornale dello spinone

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www.continentalidaferma.itwww.<strong>giornale</strong><strong>dello</strong><strong>spinone</strong>.it (Pagina 1 di 2)<strong>dello</strong><strong>spinone</strong>N° 68 - Gennaio 2013il <strong>giornale</strong>ADDIO A TRISTANO DEL BUONVENTOL’ULTIMO <strong>DEI</strong> <strong>TITANI</strong>di Giovanni GiulianiLa dipartita di un grande Spinone, per molti anni protagonista nelle prove.La sua progenie ha molto arricchito la razza.Un altro dei grandi campioni del recentepassato ci ha lasciato: lo ha fattocon la discrezione e la riservatezzadei migliori attori, chiudendo il siparioserenamente, nel sonno di unanotte di dicembre.Si è spento “naturalmente”: avevacompiuto quattordici anni il 14 novembrescorso, tantissimi anni, probabilmentetra i record di longevitàper uno Spinone, dieci dei quali vissutiintensamente e senza mai una malattiao un acciacco, tra i campi diprova ed i più disparati terreni di caccia.L’anzianità sembrava quasi nongravare sul corpo dell’atleta che fu.Sul suo collo, sulle cosce e sulle spallesi intravedeva ancora, pur se flebilee sfumato, il tratto inciso di quelli cheun tempo erano stati muscoli poderosie scattanti. Da ultimo ricordavauno di quei vecchi montanari, asciuttoe arzillo, tanto da potersi permettereuna commovente passerella pubblicain esposizione all’ultimo radunodi primavera del CISp, organizzatonella sua “Tuscia viterbese”: 1°Eccellente in classe Senior e commossisaluti di tanti che ebbero mododi rivederlo ancora una volta!Nacque dall’accoppiamento tra unamonumentale cacciatrice, Zoemi delBuonvento (Campione riproduttoree prima genitrice con l’affisso delBuonvento), e l’ultimo – in ordine ditempo – importante cane del compiantoCarlo Sardelli, il CampioneAssoluto Indice del Brenton.La sua carriera iniziò da giovanissimoper volere di Carlo, agli ordinidel fischietto di Luigino Bottani che,tra le starne della Polonia e i fagianidelle bandite di caccia italiane, lo presentòal pubblico mostrandone lestraordinarie qualità e segnandone lacarriera di Campione di Lavoro giàa soli 20 mesi.Alla prematura morte di Carlo Sardelli,Tristano tornò (assieme ad Indice)prima dal suo allevatore OttavioMencio, poi in mano a LeonardoAntonielli, con cui completò il campionatodi lavoro. Nel nome di Tristano,nei passaggi di mano che se-


www.continentalidaferma.itwww.<strong>giornale</strong><strong>dello</strong><strong>spinone</strong>.it Addio a Tristano del Buonvento (Pagina 2 di 2)gnarono la giovane vita di questoSpinone, è stata scritta una delle piùbelle storie di amicizia che io conosco:una storia di sentimenti, di legamiaffettivi; un codice d’onore che cementòil rapporto profondo tra treimportanti cultori <strong>dello</strong> Spinone, alsecolo Carlo Sardelli, Ottavio Mencioe Leonardo Antonielli. Una vicendadi altri tempi, quando preponderantenella vita di ogni giorno era ancoral’attenzione al valore dei rapportiumani, impegnati nel segno dell’onestàe della correttezza verso ilprossimo. Una di quelle vicende chefanno bene agli uomini e alla cinofilia.Ma soprattutto, una pagina di storiadi amore verso lo Spinone che,prima o poi, qualcuno racconterà alpubblico.Ora è il momento di ricordare il cane,di scrivere <strong>dello</strong> Spinone straordinarioche fù Tristano del Buonvento.Campione italiano di lavoro, CampioneRiproduttore, vincitore di dueedizioni del Trofeo Carlo Sardelli edi un’edizione del Trofeo Massimino,5 volte componente della squadraSpinoni in Coppa Italia Continentalie decine e decine di batterie vinte inprove di lavoro su selvaggina naturale,a starne e con selvatico abbattuto.Tuttavia, come per ogni cane dacaccia, non sono solo i titoli, le qualificheed i certificati ottenuti nelle provedi lavoro a conclamarne il valoreeccezionale ed unico. A scriverneindelebilmente la storia vi è anche latestimonianza di un paese, di un interoterritorio, dei tanti cacciatori chehanno avuto la fortuna di viverlo inquella che era la sua professione: lacaccia. Non solo spinonisti o appassionatidelle razze Continentali, maanche inglesisti che lo raccontanoancora – specialmente a beccacce ea beccaccini – con “un cane da cacciacosì è più unico che raro!”.In Tristano si trovava il corredo completodel campione da ferma: nonsolo classe, ma naso potente collegatoad un ottimo cervello. Sublimeera la presa di punto, espressa semprein grandissimo stile. Plateale laguidata – sovente dai forti tratti di“felinità” – nella quale era sempre sicuroe deciso, sembrava agganciato,a tensione costante, da un filo invisibileche lo legava indissolubilmenteal selvatico. Aveva potenza, velocitàe ampiezza di cerca, di quelle vistein pochissimi altri soggetti, nonsolo Spinoni; e volontà smisurata. Piùdi ogni cosa, sapeva rendere eclatantianche le cose banali: ovvero, era ingrado di spettacolarizzare in ognimomento le azioni ordinarie di uncane da ferma, qualità, queste ultime,che andrebbero ricercate in ognisoggetto, poiché in grado di riempiregli occhi ed il cuore del cacciatoree del conduttore, anche quando nonsi trova selvaggina.Al di là della perdita del Sardelli,possiamo affermare che la vita diquesto Spinone è stata toccata daun’occasione singolare, un’occasioneche non ha sprecato: quella di mostrarei suoi talenti in una lunga carrierada “agonista” esercitata in unperiodo in cui, sui campi di prova, sipoteva ammirare un gran numero dicani importanti. Ciò gli ha permessodi competere nelle prove di lavorocon tutti i più grandi campioni del recentepassato.In una vera e propria sfida tra Titani,Tristano ha avuto – più di altri –l’onore e l’onere di duellare “parisinter pares” con i campioni più importantidel momento: un gigante tragiganti, dei quali voglio ricordare Zendell’Aia, Indice del Brenton (il padre),Zor dei Pedrazzini, Tobia, Bianconedi Morghengo, Quark e Querciadi Nisida, Gimmi dell’Adige, Turandotdel Buonvento (la sorella) el’armata dei “Ferentum” che arruolavacalibri pesanti come Vanitoso,Lillo, Learco, Tiberio, Diamante,Vulcano, Virgilio e Veio. In ultimo,anche i fuoriclasse più recenti comeFerentum Lato e Falco di Morghengo.Un Olimpo di Spinoni che, oggi,ci manca e in cui Tristano del Buonvento,sia da giovanissimo che da veterano,è stato probabilmente l’unicoa battersi con chiunque.La classe di questo cane, la sua forzae la sua tenacia, si sublimano esattamentenell’aver svolto la sua carrieraagonistica in un’epoca gloriosa<strong>dello</strong> Spinone, in un periodo in cui icompetitori erano tantissimi e soprattuttodi assoluto valore. Duelli epici,dai quali tante volte è uscito vincitoree nei quali mai ha sfigurato. Oggidi Tristano del Buonvento non rimangonosolo due libretti di lavoro colmidi importanti risultati (*): di Tristanorimane l’impronta genetica in svariatisoggetti, figli e nipoti. Alcuni Campionidi lavoro e Campioni Riproduttori;altri affermati soggetti in provedi lavoro (le “tre sorelle” del Derby2010 sono sue nipoti). Tutti e altriancora, straordinari cani da caccia.Di Tristano del Buonvento rimanel’immagine di uno Spinone titanico,l’ultimo gigante a gettare la spugna,l’ultimo ad arrendersi alle sfide e alcorso naturale della vita. Oggi (giovedì6 dicembre 2012), in una freddamattina d’inverno, mentre soppesoin mano l’ennesima beccaccia regalatamidal lavoro magistrale di suonipote Aladino del Subasio e di suafiglia Dirce del Buonvento, la miamente vola per un istante in un luogolontano. Penso a Tristano... lui è li,assieme a Carlo Sardelli. Uno con ladoppietta in mano, l’altro con unabeccaccia nel naso,da lui ipnotizzata.Pezzi di storia <strong>dello</strong> Spinone: una storiada non dimenticare.(*) Per dovere di cronaca e nelvoler dare il giusto tributo a queirisultati, va ricordato che la maggiorparte di questi è stata ottenutacon un conduttore non professionista,ovvero il suo allevatoreOttavio Mencio.

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