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MARIA TEMPIO DI DIO Sante Babolin - Centro di Cultura Mariana

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la nostra risposta d’amore, che dà senso e valore a tutta lanostra esistenza.Tutto questo si vive e si celebra insieme con gli altri, checon<strong>di</strong>vidono la nostra fede e speranza, nell’esercizio della medesimacarità. Evidentemente, come la Gerusalemme celeste èl’immagine compiuta della beatitu<strong>di</strong>ne eterna, accessibile al <strong>di</strong>là del nostro tempo, l’e<strong>di</strong>ficio sacro della chiesa, per la presenzadell’altare, si carica d’una simbologia nuova ed universale,nel senso che <strong>di</strong>venta come il grembo <strong>di</strong> Dio dal quale gliuomini ricevono la vita eterna in e per Cristo. Il profano risultacosì essere il profanato, un santo non riconosciuto, un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nestorico e non originario, che può essere quin<strong>di</strong> rior<strong>di</strong>natodall’Uomo-Dio, me<strong>di</strong>ante la remissione dei peccati: Eucaristiae sacramento della Penitenza, altare e confessionale si congiungonoai pie<strong>di</strong> della Croce che tutto rinnova e rigenera.Possiamo allora concludere che l’e<strong>di</strong>ficio della chiesa è simboloe dono della Gerusalemme celeste: la luce, la decorazionee l’armonia della costruzione la rendono, in qualche modo,presente agli occhi dei fedeli, come un compen<strong>di</strong>o dell’interastoria della salvezza sempre attuale e operante, me<strong>di</strong>ante lacelebrazione dei <strong>di</strong>vini misteri. Nella chiesa, non tanto il sacerdote,ma Cristo stesso ci attende per renderci sempre più suoiamici e fratelli tra <strong>di</strong> noi. Con ciò, mentre la chiesa nell’arte cristianaacquista sempre più i colori e i contorni della Gerusalemmeceleste, nel cuore d’ogni credente, che partecipa allaLiturgia (che frequenta la chiesa), si attua lentamente una vitainteriore sempre più solida e simile alla stessa vita del Cristo; equesta progressiva conformazione a Cristo rende la vita piùvivibile, le gioie più profonde e più sicure, le sofferenze e idolori più sopportabili.2. <strong>MARIA</strong> SEMPRE VERGINE E HORTUS CONCLUSUSSul fondamento biblico-teologico della verginità <strong>di</strong> Maria,prima durante e dopo il parto, il Catechismo della Chiesa Catto-lica (nn. 496-511) ci offre un quadro sintetico che può orientarela nostra adesione <strong>di</strong> mente e cuore al <strong>di</strong>segno salvifico <strong>di</strong>Dio, che per sua pura iniziativa fa germinare dal grembo verginale<strong>di</strong> Maria il nostro Redentore:«Lo sguardo della fede può scoprire, in connessione con l’insiemedella Rivelazione, le ragioni misteriose per le quali Dio,nel suo progetto salvifico, ha voluto che suo Figlio nascesseda una Vergine. Queste ragioni riguardano tanto la Persona ela missione redentrice <strong>di</strong> Cristo, quanto l’accettazione <strong>di</strong> talemissione da parte <strong>di</strong> Maria in favore <strong>di</strong> tutti gli uomini» (n.502).Leggiamo poi tre testi biblici che possono guidare le nostreriflessioni, per motivare la sovrapposizione tra Maria, semprevergine, e il tempio inteso come <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> Dio tra gli uomini.«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la viadavanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, chevoi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccoviene, <strong>di</strong>ce il Signore degli eserciti» (Ml 3, 1).«Allora Maria <strong>di</strong>sse all’angelo: “Come è possibile? Non conoscouomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderàsu <strong>di</strong> te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo.Colui che nascerà santo sarà dunque chiamato Figlio <strong>di</strong>Dio”»(Lc 1, 34-35).«Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo <strong>di</strong> lui,eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente,ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto,ha dato potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare figli <strong>di</strong> Dio: a quelli che credononel suo nome, i quali non da sangue, né da volere <strong>di</strong> carne, néda volere <strong>di</strong> uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbosi fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmola sua gloria, gloria come <strong>di</strong> unigenito dal Padre, pieno <strong>di</strong>grazia e <strong>di</strong> verità» (Gv 1, 10-14).Due piccole riflessioni introduttive:a) Maria <strong>di</strong>venta la madre dell’Unigenito <strong>di</strong> Dio me<strong>di</strong>anteil suo fiat, il concepimento del Verbo <strong>di</strong> Dio nel suo grembo; e242243

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