11.07.2015 Views

MARIA TEMPIO DI DIO Sante Babolin - Centro di Cultura Mariana

MARIA TEMPIO DI DIO Sante Babolin - Centro di Cultura Mariana

MARIA TEMPIO DI DIO Sante Babolin - Centro di Cultura Mariana

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

essere; incontro-scontro, nel quale prevale sempre il positivosul negativo; il tempio fa esistere quin<strong>di</strong> un principio cosmizzatore,che è dentro l’uomo poiché è l’uomo stesso che fa prevalerel’or<strong>di</strong>ne sul <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, con la sua stessa energia vitale che sioppone alla morte e a tutto ciò che ad essa conduce. Perciòesiste una profonda omologia tra tempio, uomo e cosmo; omologiache conferisce al tempio un valore simbolico antropologicoe cosmico.1.1. Simbologia antropologica del tempioC’è un’intrinseca relazione tra tempio e corpo, in continuitàcon quel modo <strong>di</strong> pensare antico che considerava ilcorpo umano un microcosmo; <strong>di</strong> questo abbiamo una limpidatestimonianza nel trattato sull’Architettura <strong>di</strong> Vitruvio Pollione(1° sec. a. C.), per il quale «nessun tempio potrebbe avere unaprogettazione razionale senza simmetria e proporzione, senzacioè avere un esatto rapporto proporzionale con le membra <strong>di</strong>un corpo umano bene formato». 1 In altre parole, qualsiasi e<strong>di</strong>ficio,e il tempio in modo particolare, deve essere come unarealtà vivente (sicut animal ae<strong>di</strong>ficium, amava <strong>di</strong>re L. B. Alberti);e questo si ottiene me<strong>di</strong>ante una perfetta corrispondenza,fra le <strong>di</strong>mensioni delle singole parti e tutto l’insieme dellacostruzione, analoga a quella che si vede nel corpo umano.Il tempio è il luogo del sacro e dell’intangibile, che non sipuò alterare o sporcare, in quanto è lo «spazio vitale» che l’uomoè riuscito a or<strong>di</strong>nare (o cosmizzare) in costante tensioneverso il superamento <strong>di</strong> sé, verso la trascendenza o <strong>di</strong>vinità; e laintangibilità del sacro è proprio la volontà umana <strong>di</strong> non perderequello che ha già acquisito. Il tempio esprime questo tentativo<strong>di</strong> «coprirsi» con la <strong>di</strong>vinità attraverso azioni, ripetute(riti) nel tempo, che rior<strong>di</strong>nano lo spazio. Possiamo intuirefacilmente questo fenomeno profondamente umano, se pensia-1VITRUVIO POLLIONE, Dell’Architettura, traduzione e interpretazione<strong>di</strong> G. FLORIAN, Giar<strong>di</strong>ni, Pisa 1978, p. 57.mo al significato che spesso assume oggi una chiesa per unpaese; attorno ad essa si svolge la vita or<strong>di</strong>naria del popolo; talvoltaè proprio nel piazzale della chiesa che si tengono il mercatoe i raduni festosi; e questo non è profanazione, ma ricercaspontanea della copertura <strong>di</strong>vina nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni. Iltempio esprime quin<strong>di</strong> il cammino dell’uomo verso il <strong>di</strong>vino; ela sua ricerca <strong>di</strong> Dio coincide con la ricerca <strong>di</strong> se stesso: il luogodel sacro è dentro l’uomo, anzi è l’uomo stesso, dal qualenasce il sacro, poi «recintato», ben protetto nello spazio (tempio)e nel tempo (calendario delle ritualità) e separato con curada tutto il resto ritenuto estraneo o profano.Possiamo ora comprendere come il tempio cristiano, cheassorbe la simbologia cosmica ed antropologica appena espressa,si trasformi in simbolo cosmico del corpo mistico del Cristototale: infatti come nel singolo uomo il corpo è la <strong>di</strong>mora dell’anima,così nel Cristo, Uomo-Dio e Uomo tipologico, il corpo èla <strong>di</strong>mora della <strong>di</strong>vinità; e <strong>di</strong> questo troviamo conferma nell’apostoloPaolo: «in Cristo <strong>di</strong>mora corporalmente tutta la pienezzadella <strong>di</strong>vinità, cui pure noi possiamo avere parte» (Col 3, 9-10).Il tempio cristiano è la «tenda della presenza <strong>di</strong> Dio», unequivalente della tenda del convegno eretta dal popolo elettonel deserto, coperta dalla nube della presenza <strong>di</strong> Dio; presenzache teneva lontano lo stesso Mosè, «il quale non poteva entrarvimentre la nube <strong>di</strong>morava su <strong>di</strong> essa e la tenda si riempivadella gloria del Signore» (Es 40, 35). Ora il tempio, simbolocosmico della <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> Dio tra gli uomini e del corpo glorioso<strong>di</strong> Cristo risorto, svolge una funzione analoga in mezzo alpopolo dei credenti: su <strong>di</strong> esso c’è sempre la nube della presenza<strong>di</strong> Dio, e il nuovo Mosè, che è Cristo, vi entrò e vi rimaneper sempre; ne segue che il tempio cristiano è il «corpo <strong>di</strong> Cristo»,dell’Uomo-Dio che «ha posto la sua tenda in mezzo anoi» (Gv 1, 14). Perciò l’incarnazione del Verbo <strong>di</strong> Dio trasfigurala precedente simbologia del tempio: l’e<strong>di</strong>ficio della chiesacristiana non esprime più soltanto lo sforzo cosmizzatoredell’uomo ma anche, e soprattutto, la venuta <strong>di</strong> Dio all’uomo,la presenza attiva <strong>di</strong> un Dio che cerca l’uomo dentro la stessa238239

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!