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Ettore Lo Gatto nella Parigi di Evreinov - Europaorientalis.it

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EUROPA ORIENTALIS 28 (2009)ETTORE LO GATTO NELLA PARIGI DI EVREINOV:NOSTALGIE E RIMPIANTI TEATRALIMaria Pia PaganiIl ricordo obiettai, non anticipa, segueEugenio Montale, VivereTra i tanti autorevoli nomi che si incrociano in quel libro particolare che èI miei incontri con la Russia, <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> non manca <strong>di</strong> ricordare gliincontri parigini con Nikolaj Nikolaevi <strong>Evreinov</strong> <strong>nella</strong> casa <strong>di</strong> Rue Boileau7. Nello stesso e<strong>di</strong>ficio, “nido <strong>di</strong> russi emigrati”, 1 ab<strong>it</strong>ava anche unodegli autori che gli furono più cari: Aleksej Michajlovi Remizov. Curiosoera lo scambio <strong>di</strong> saluti che, tram<strong>it</strong>e l’osp<strong>it</strong>e <strong>it</strong>aliano un po’ imbarazzato, idue illustri esuli si scambiavano:Un nome che spesso tornò nelle nostre conversazioni fu quello <strong>di</strong> Nikolaj <strong>Evreinov</strong>,che ignoro per quale ragione era in urto con Remizov, ma a me interessava perchénelle ‘fantasie’ evreinoviane vedevo, a torto o a ragione, qualche analogia con alcunealmeno delle fantasie remizoviane. Tra le quinte dell’anima, il t<strong>it</strong>olo <strong>di</strong> unacomme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>, mi pareva adatto a scandagliare Remizov; ma non insistoperché l’averlo detto inquietò Remizov in modo per me incomprensibile. Ma la‘<strong>di</strong>sarmonia’, non inimicizia, tra Remizov e <strong>Evreinov</strong> non era poi tanto profonda,se Aleksej Michajlovi, più <strong>di</strong> una volta, sentendo che sarei passato da <strong>Evreinov</strong> alpianterreno, mi incaricò <strong>di</strong> portargli i suoi saluti, che a mio mezzo ogni volta furonoricambiati. 2I colloqui parigini con <strong>Evreinov</strong> sono stati molto importanti per la stesuradella Storia del teatro russo e, in generale, per gli interessi teatrali <strong>di</strong><strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, che durante i soggiorni in Russia del 1929, 1931 e 1932 avevaassist<strong>it</strong>o a numerosi spettacoli e conosciuto personalmente Stanislavskij,Nemirovi-Danenko, Tairov e Mejerchol’d:_________________* Rivolgo un pensiero <strong>di</strong> grat<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ne al prof. Gérard Abensour per i ricor<strong>di</strong> personali suAnna Kaina <strong>Evreinov</strong>a, e un vivo ringraziamento al prof. Christopher Collins e al dott.Antonio Palermo per il prezioso aiuto datomi alla Bibliothèque Nationale <strong>di</strong> <strong>Parigi</strong>.1 E. <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, I miei incontri con la Russia, Milano, Mursia, 1976, p. 151.2Ivi, p. 160.


300Maria Pia PaganiIn realtà il mio interesse storico per il teatro russo risaliva ai primi anni venti, quandoa Praga avevo appreso dalle labbra del folklorista Pëtr Bogatyrëv una quant<strong>it</strong>à<strong>di</strong> cose sulle origini del teatro russo nelle cornici della creazione popolare. Fin daallora era nato in me il desiderio <strong>di</strong> scrivere la Storia del teatro russo che realizzaiun quarto <strong>di</strong> secolo più tar<strong>di</strong>, dandone solo un anticipo con una Storia del teatrorusso contemporaneo, cosa comprensibile dato che del teatro contemporaneo erostato <strong>di</strong>retto testimone in Russia. Probabilmente non sarei andato oltre il desiderio,senza i prolungati soggiorni moscov<strong>it</strong>i, durante i quali, a partire dalla primavera del1929, non lasciai passare sera senza frequentare un teatro, in particolare i tre teatrimaggiori del tempo, il “Teatro d’Arte”, il “Teatro da Camera”, il “Teatro della Rivoluzione”,riuscendo ad avvicinarmi ai gran<strong>di</strong> registi Stanislavskij e Nemirovi-Danenko del primo, Tairov del secondo, Mejerchol’d dell’ultimo. La mia bibliotecateatrale andò da allora sempre più ampliandosi, il mio interesse per i problem<strong>it</strong>ecnici e per lo sfondo storico approfondendosi, restando io pur sempre un letteratoche guardava al teatro come al campo d’esperimento dell’opera creativa, in prosa oin poesia, fondata sul <strong>di</strong>alogo. Ricordo <strong>di</strong> non aver mai preteso, nelle conversazioniche ebbi coi ricordati registi e con i non pochi cr<strong>it</strong>ici teatrali del tempo, <strong>di</strong> intendermi<strong>di</strong> problemi teatrali. Cosa che del resto feci anche più tar<strong>di</strong> coi miei ascoltatorialle lezioni che, per inv<strong>it</strong>o <strong>di</strong> Silvio d’Amico, tenni alla “Accademia d’arte drammatica”a Roma. Il punto <strong>di</strong> partenza letterario non mi impedì <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re anchei problemi teatrali, pur tuttavia restando (come ho già avuto occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>re) ilrepertorio al primo piano, probabilmente sotto l’influenza del contatto che col repertorioebbi spesso come traduttore, oltre che come stu<strong>di</strong>oso. 3L’importanza <strong>di</strong> questi momenti affiora chiaramente dall’epigrafe appostaalla Storia del teatro russo: “Alla memoria <strong>di</strong> K. S. Stanislavskij,Vl. I. Nemirovi-Danenko, Vs. E. Mejerchol’d e A. Ja. Tairov per me un<strong>it</strong>inel nostalgico ricordo dei preziosi colloqui <strong>di</strong> tanti anni or sono. Roma,febbraio 1952”. Uno degli appassionati lettori della Storia del teatro russoè stato Fausto Malcovati:Così, molto prima <strong>di</strong> sapere chi è <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, ho amato i suoi due volumi dellaStoria del teatro russo che acquistai do<strong>di</strong>cenne <strong>nella</strong> lussuosa veste tipografica dellacasa e<strong>di</strong>trice Sansoni […]. Lentamente, <strong>di</strong> quel libro, capii l’importanza, l’unic<strong>it</strong>à,il coraggio. Non solo si parlava <strong>di</strong> tutto, organicamente, <strong>di</strong> autori e <strong>di</strong> correnti,<strong>di</strong> attori e <strong>di</strong> ballerini, <strong>di</strong> musicisti e <strong>di</strong> scenografi, non solo il materiale iconograficooltre che bellissimo era spesso <strong>di</strong> una incre<strong>di</strong>bile rar<strong>it</strong>à: ma soprattutto si riabil<strong>it</strong>avanofigure <strong>di</strong> letterati e <strong>di</strong> registi che la cr<strong>it</strong>ica sovietica da decenni aveva rigorosamenteeliminato da manuali e ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura da biblioteche e che solo dopo il1960 avrebbe cominciato con circospetta reticenza a nominare. Tra gli altri, <strong>Ettore</strong><strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> riportò alla ribalta Mejerchol’d, parlò senza enfasi <strong>di</strong> Stanislavskij, <strong>di</strong>ede_________________3Ivi, pp. 180-181.


302Maria Pia Paganiamico <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> ai tempi della loro attiv<strong>it</strong>à prima della rivoluzione ed anche neiprimi anni dopo la rivoluzione, le cose che <strong>Evreinov</strong> mi aveva detto. 7Altra fonte <strong>di</strong> preziose informazioni per <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> sulla carriera teatrale<strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>, soprattutto in relazione al Teatro dello Specchio Deformante, 8è il p<strong>it</strong>tore e scenografo Jurij Annenkov, che aveva ab<strong>it</strong>ato per qualchetempo a Rue Boileau 7:<strong>Lo</strong> stesso Annenkov che <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> mi aveva parlato tante volte, <strong>di</strong>videva l’attiv<strong>it</strong>àdell’amico e collega in tre perio<strong>di</strong>, quello de ‘<strong>Lo</strong> specchio deformante’, quello dellaprima metà degli anni venti e quello infine <strong>di</strong> <strong>Parigi</strong>, che egli stesso chiamava ilperiodo dei ‘ricor<strong>di</strong>’. Da Annenkov seppi che al teatro de ‘<strong>Lo</strong> specchio deformante’aveva partecipato come ballerina Leontina Pugni, cugina <strong>di</strong> Giovanni (Ivan) Pugni,il p<strong>it</strong>tore che con Malevi aveva fondata la scuola del ‘suprematismo’ e che a meinteressava in quanto <strong>it</strong>aliano e non francese come r<strong>it</strong>enevano ormai tutti per il suocognome trasformato alla francese in Pougny. Annenkov aveva preparato a suotempo in Russia scenari e costumi per le comme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> al teatro de ‘<strong>Lo</strong>specchio deformante’ ed io riuscivo a ricostruire il passato che mi interessava sullabase delle poche frasi <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> ascoltate a Rue Boileau 7 e sviluppate a RueCampagne Première, l’atelier <strong>di</strong> Annenkov. È facile capire perché fosse tanto fortein me il rimpianto <strong>di</strong> non aver conosciuto <strong>Evreinov</strong> in piena attiv<strong>it</strong>à... 9Dopo il r<strong>it</strong>iro dalle scene, avvenuto a <strong>Parigi</strong> <strong>nella</strong> primavera 1944, <strong>Evreinov</strong>si era completamente de<strong>di</strong>cato alla scr<strong>it</strong>tura <strong>di</strong> testi <strong>di</strong> memorialisticae storia teatrale. Tra i suoi contributi spicca la pregevole Histoire du théâtrerusse (1947), 10 che si rivela fondamentale per la nascente monografia<strong>di</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>:Il mio libro uscì nel 1952 ed ho ancor oggi il rammarico <strong>di</strong> non aver fatto in tempoa portarne una copia ad <strong>Evreinov</strong>, delle cui opere, e soprattutto della sua Storia delteatro russo, m’ero avvalso durante il mio lavoro, seguendo l’e<strong>di</strong>zione franceseche precedette <strong>di</strong> parecchi anni quella russa. 11La lettura delle pagine della Histoire du théâtre russe de<strong>di</strong>cate allaComme<strong>di</strong>a dell’Arte fece tornare in mente a <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> alcune delle sue_________________7E. <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, I miei incontri con la Russia, c<strong>it</strong>., pp. 193-194.8Su questa esperienza evreinoviana cfr. A. M. Ripellino, Il trucco e l’anima. I maestridella regia nel teatro russo del Novecento, Torino, Eiuna<strong>di</strong>, 1974, pp. 206-210.9E. <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, I miei incontri con la Russia, c<strong>it</strong>., p. 194.10N. Evreinoff, Histoire du théâtre russe. Préface et adaptation française de G. Welter,Paris, E<strong>di</strong>tions du chêne, 1947.11E. <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, I miei incontri con la Russia, c<strong>it</strong>., p. 193. L’e<strong>di</strong>zione russa, che abbracciavail periodo dalle origini al 1917, è usc<strong>it</strong>a postuma: N. N. <strong>Evreinov</strong>, Istorija russkogoteatra s drevnejich vremen do 1917 goda, New York, Izdanie imeni echova, 1955.


<strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> <strong>nella</strong> <strong>Parigi</strong> <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> 303conversazioni russe, generando il rimpianto <strong>di</strong> non aver approfon<strong>di</strong>to megliola questione della prior<strong>it</strong>à dell’introduzione <strong>di</strong> questo genere <strong>nella</strong>Russia novecentesca e, <strong>di</strong> riflesso, la ‘rival<strong>it</strong>à’ che oppose Mejerchol’d(Gozzi) ad <strong>Evreinov</strong> (Goldoni): 12Quando io conobbi Mejerchol’d il problema a quale <strong>di</strong> questi riformatori spettassela prior<strong>it</strong>à <strong>di</strong> tale richiamo alla Comme<strong>di</strong>a dell’Arte non era risolto. Nella Storia delteatro russo dell’<strong>Evreinov</strong>, opera che conobbi più tar<strong>di</strong>, l’autore affermava senz’altroche la prior<strong>it</strong>à spettava a lui e ai suoi collaboratori <strong>nella</strong> <strong>di</strong>rezione del cosiddetto‘Teatro Antico’ anteriore alla guerra del 1914, i quali con lui, dopo averne realizzatidue cicli, quelli del Me<strong>di</strong>o Evo e del teatro spagnolo, ne avevano preparato unterzo de<strong>di</strong>cato appunto alla Comme<strong>di</strong>a dell’Arte, che non si realizzò perché nelfrattempo era scoppiata la guerra.“Quel che noi <strong>di</strong>rettori del ‘Teatro Antico’ non eravamo riusc<strong>it</strong>i a realizzare – scriveval’<strong>Evreinov</strong> – fu ripreso da Mejerchol’d, il quale fondò uno ‘Stu<strong>di</strong>o’ per applicareappunto i principi della Comme<strong>di</strong>a dell’Arte”.Se avessi già conosciuto questa opinione dell’<strong>Evreinov</strong> ne avrei parlato con Mejerchol’d,il quale non ignorava quanto aveva già tentato <strong>di</strong> mettere in pratica l’<strong>Evreinov</strong>.Mejerchol’d comunque realizzò per primo due principi della Comme<strong>di</strong>a dell’Arte,l’in<strong>di</strong>pendenza del teatro dalla letteratura, il più controverso per me letterato,e la molteplice abil<strong>it</strong>à dell’attore, considerato centro dello spettacolo. Mejerchol’ds’era affermato nel ‘Teatro d’Arte’ ma non aveva tardato ad uscirne, dopoaverne appreso moltissimo, perché proprio tra la sua regia, in basa alla conoscenzasempre più profonda della Comme<strong>di</strong>a dell’Arte, e quella del ‘Teatro d’Arte’ s’eravenuto a creare un contrasto analogo a quello che la storia del teatro aveva conosciutoin Italia tra le idee <strong>di</strong> Carlo Gozzi e quelle <strong>di</strong> Carlo Goldoni. Non per nullaMejerchol’d tradusse Gozzi e si impersonò nel dottor Dappertutto. Ancor oggi rimpiangoperciò <strong>di</strong> non avergliene parlato. 13Un’occasione per tributare a <strong>Evreinov</strong> il giusto mer<strong>it</strong>o nel panoramadel teatro novecentesco giunge per <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> nel decimo anniversario dellamorte del regista grazie alla vedova Anna Aleksandrovna Kaina, conosciutanegli incontri a Rue Boileau 7. Come testimoniano i documenti conservatialla Bibliothèque Nationale de France riportati in appen<strong>di</strong>ce, <strong>Lo</strong><strong>Gatto</strong> non riesce a partecipare alla serata <strong>di</strong> commemorazione a <strong>Parigi</strong> del26 novembre 1963 al Théâtre de l’Atelier <strong>di</strong>retto da André Barsacq, organizzatadalla Kaina con il patrocinio della “Association pour la conservationde valeurs culturelles russes” e della “Association des Écrivains et_________________12Sulla ‘rival<strong>it</strong>à’ <strong>di</strong> Mejerchol’d e <strong>Evreinov</strong> cfr. M. Lenzi, La natura della convenzione.Per una storia del teatro drammatico russo del Novecento, Torino, Testo & Immagine,2004, pp. 60 sgg.13E. <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, I miei incontri con la Russia, c<strong>it</strong>., pp. 190-191.


304Maria Pia PaganiJournalistes russes en France”. Tra gli osp<strong>it</strong>i era stato inv<strong>it</strong>ato anche lostu<strong>di</strong>oso viennese Franz Theodor Csokor, <strong>di</strong> cui la rivista “Il dramma”aveva pubblicato nel 1946 un articolo int<strong>it</strong>olato Nikolaj Nikolajevic <strong>Evreinov</strong>.14Incoraggiato dalla lettera della vedova del 7 febbraio 1964, alla qualeera un<strong>it</strong>o un recente articolo evreinoviano <strong>di</strong> Csokor usc<strong>it</strong>o a Berlino, <strong>Lo</strong><strong>Gatto</strong> pubblica sul quoti<strong>di</strong>ano romano “Il Tempo” del 7 maggio 1964 unattento e interessante contributo: Nicola <strong>Evreinov</strong> e il teatro russo. Entusiastae riconoscente, Anna Kaina gli scrive chiedendo alcune copie delquoti<strong>di</strong>ano per la sua raccolta stampa personale: un r<strong>it</strong>aglio è ancora oggiconservato a <strong>Parigi</strong> <strong>nella</strong> Collection Nicolas Evreinoff da lei donata allaBibliothèque Nationale de France.Assai attenta a mantenere vivo il ricordo del mar<strong>it</strong>o attraverso le traduzioni,le prefazioni, la memorialistica, Anna Kaina aveva terminato a<strong>Parigi</strong>, nell’agosto 1963, la stesura <strong>di</strong> N. N. <strong>Evreinov</strong> v mirovom teatre XXveka, 15 e nel <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quell’anno ne aveva mandato una copia in anteprimaa <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, che nell’articolo su “Il Tempo” ne annuncia l’usc<strong>it</strong>a, segnalandocon garbo l’assenza in bibliografia della voce de<strong>di</strong>cata a <strong>Evreinov</strong><strong>nella</strong> Enciclope<strong>di</strong>a dello Spettacolo, 16 soprattutto perché si trattava <strong>di</strong>uno dei pochi ed esaurienti testi <strong>it</strong>aliani sul grande regista russo.Nella corrispondenza conservata a <strong>Parigi</strong> affiora più volte il desiderio<strong>di</strong> Anna Kaina <strong>di</strong> leggere la Storia del teatro russo <strong>di</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>; dal cantosuo lo slavista <strong>it</strong>aliano ricorda l’Histoire du théâtre russe evreinoviana anchein un ciclo <strong>di</strong> conferenze degli anni Cinquanta-Sessanta per la ra<strong>di</strong>osvizzera, i cui appunti dal t<strong>it</strong>olo L’influenza del teatro <strong>it</strong>aliano sul teatrorusso (con sud<strong>di</strong>visione in due parti: Dalle origini alla Comme<strong>di</strong>a dell’Artee Dal teatro dell’opera all’arte drammatica), sia manoscr<strong>it</strong>ti che dattiloscr<strong>it</strong>tisono conservati alla Biblioteca Nazionale Centrale <strong>di</strong> Roma, insiemea una sintetica versione francese (dattiloscr<strong>it</strong>ta, con annotazioni e correzioniautografe), int<strong>it</strong>olata Influence et echos <strong>it</strong>aliens dans le théâtre russe. 17_________________14 F. T. Csokor, Nikolaj Nikolajevic <strong>Evreinov</strong>, «Il dramma», n. 23-24 (15 ottobre-1novembre 1946), p. 95.15A. A. Kaina-<strong>Evreinov</strong>a, N. N. <strong>Evreinov</strong> v mirovom teatre XX veka, Paris, Les E<strong>di</strong>teursRéunis, 1964.16<strong>Evreinov</strong> Nikolaj Nikolaevi (Nicolas Évreïnoff), in Enciclope<strong>di</strong>a dello Spettacolo,vol. 4, Roma, Le Maschere, 1957, coll. 1723-1728.17Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, Archivio <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>.


<strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> <strong>nella</strong> <strong>Parigi</strong> <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> 305Nel 1979 l’età avanzata impe<strong>di</strong>sce a <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> <strong>di</strong> partecipare al convegnointernazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> Nicolas <strong>Evreinov</strong>. L’apôtre russe de la théâtral<strong>it</strong>é,organizzato da Gérard Abensour a <strong>Parigi</strong> per il centenario della nasc<strong>it</strong>adel regista, i cui atti sono stati raccolti in un numero monografico della«Revue des études slaves» del 1981. 18 Ma c’è un altro intenso ricordoche <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> ha comunque offerto alla vedova <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>, non senzanostalgie e rimpianti teatrali: tre pagine manoscr<strong>it</strong>te in russo, da I miei incontricon la Russia. 19APPENDICE1. Lettera dattiloscr<strong>it</strong>ta in francese <strong>di</strong> Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a a <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>del 13 <strong>di</strong>cembre 1963 [<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection NicolasEvreinoff].Paris, le 13/12/63Monsieur <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>à RomeCher Monsieur,Comme l’entête de cette feuille vous l’apprend, on à récemment commémoré,d’une façon très belles et très touchante, le 10 e anniversaire de la mort de monmari. Vous voyez que de très grands artistes y ont pris partes.J’ai vraiment regretté que vous n’aviez pas assisté à cette soirée qui me tient àcœur.Je me permets de vous rappeler que vous m’aviez promise votre livre sur leThéâtre russe. Je l’attends avec le plus vif intérêt.Hier, je vous ai envoyé mon livre, qui vient de paraître en russe: “N. Evreinoffdans le théâtre mon<strong>di</strong>al du 20 e siècle”.Je serais très heureuse de connaître votre opinion là-dessus.Dans l’espoir d’avoir bientôt de vos nouvelles, je vous adresse, cher Monsieur,l’expression de mes sentiments les meilleurs.M.me A. Evreinoff7 Rue Boileau, Paris_________________18Cfr. A. Kaina-<strong>Evreinov</strong>a, <strong>Evreinov</strong> tel qu’en lui-même, in Nicolas <strong>Evreinov</strong>. L’apôtrerusse de la théâtral<strong>it</strong>é, «Revue des études slaves», LIII (1981), fasc. 1, pp. 11-14.19<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection Nicolas Evreinoff.


306Maria Pia Pagani2. Lettera dattiloscr<strong>it</strong>ta in francese <strong>di</strong> Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a su carta intestata“Hommage à Nicolas Evreinoff” a <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> del 7 febbraio 1964 [<strong>Parigi</strong>,Bibliothèque Nationale de France, Collection Nicolas Evreinoff].Paris, le 7/2/64Prof. <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>23, Via Messina – RomaCher Monsieur,Je me réjouis d’avance de votre vis<strong>it</strong>e promise, à Paris, ou je suis revenuerécemment de l’Amérique.Je me permets de vous envoyer un article du prof. Csokor, de Vienne, concernéà mon mari à propos des <strong>di</strong>x ans écoulés depuis sa mort. Il éta<strong>it</strong> publié dans un“magazine” de Berlin dont je vous sou et un exemplaire. Si vous pouviez fairequelque chose pour sa publication, je vous en saurais gré, ainsi que le prof.Csokor.N’oubliez pas de m’et prier votre Histoire du Théâtre Russe, promise depuisun bon moment.A très bientôt donc.Très affectueusementAnna Evreinoff3. Lettera dattiloscr<strong>it</strong>ta in francese <strong>di</strong> Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a a <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>del 6 giugno 1964 [<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection NicolasEvreinoff].Paris, le 6/6/64Signor <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> – RomaCher Monsieur et Ami,A mon retour de la Dordogne le 20 mai, j’ai trouvé votre pet<strong>it</strong> mot accompagnantvotre magnifique article: Nicolas <strong>Evreinov</strong> e il Teatro russo.Une amie me l’a tradu<strong>it</strong> et je ne sais pas comment vous remercier pour uneétude aussi substantielle.J’aimerai avoir une <strong>di</strong>zaine de numéros du journal qui contiennent cet article.C’est pourquoi j’ajoute à cette lettre un billet de A.F. 500, - en vous demandants’il n’a pas un de vos élèves pourra<strong>it</strong> aller à la rédaction du journal en question ety demander qu’on me fasse parvenir ces <strong>di</strong>x numéros. Je vous remercie d’avancede cette amabil<strong>it</strong>é.Vous, en tant qu’historien du Théâtre, vous comprendrez facilement commevotre article m’est précieux.


<strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> <strong>nella</strong> <strong>Parigi</strong> <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> 307Je voudrais savoir ce que coûte l’Enciclope<strong>di</strong>a dello Spettacolo et est-elle encoretrouvable?Quand venez-vous à Paris?Avec mes meilleures pensées et mes sentiments les plus cor<strong>di</strong>aux,Anna Evreinoff4. Lettera dattiloscr<strong>it</strong>ta in francese <strong>di</strong> Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a a <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>del 16 luglio 1964 [<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection NicolasEvreinoff].Paris, le 16/7/64Cher Monsieur et Ami,Je vous remercie infiniment pour le paquet de journaux avec votre article quej’ai reçu à ma rentrée de courses vacances.A quand votre vis<strong>it</strong>e à Paris? Ou vos êtes attendu impatiemment. Quand paraîtrela deuxième é<strong>di</strong>tion de votre Histoire du Théâtre Russe qui m’intéresse vivement?Je tiens à vous <strong>di</strong>re que je m’absenterai de Paris au 7 ou 8 Août. Le reste dutemps, je resterai à Paris jusqu’à fin Novembre.En vous espérant de vous revoir avant, je vous prie bien, cher Monsieur etAmi, de croire à ma reconnaissance et à mes sentiments les plus amicaux.Anna Evreinoff5. Lettera dattiloscr<strong>it</strong>ta in russo <strong>di</strong> Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a a <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> del26 novembre 1964 [<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection NicolasEvreinoff]., 26 1964 , -. , , , ë 25- , 23- . -. – ë ?


308Maria Pia Pagani ë , ë ., , . 6. Lettera autografa in russo <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> ad Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a del 30novembre 1964 [<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection NicolasEvreinoff]., 30 1964 Madame, 20 15- 10- 1965 . , -. . <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>7. Lettera dattiloscr<strong>it</strong>ta in francese <strong>di</strong> Anna Kaina <strong>Evreinov</strong>a a <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>del 20 gennaio 1965 [<strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale de France, Collection NicolasEvreinoff].Paris, le 20/1/65Cher Ami,J’ai beaucoup regretté de ne pas vous avoir rencontré à Rome. Mais quelleville admirable et quelle joie pour moi c’éta<strong>it</strong> que de m’y promener et de l’admirer,ainsi que tous ses trésors!J’espère que, comme vous me l’avez écr<strong>it</strong>, vous viendrez è Paris (où actuellementil neige…) et me ferez le plaisir de venir à la maison, déjeuner ou dîner.A vous lire bientôt à ce sujet.Je vous adresse, cher Ami, mes pensées les plus cor<strong>di</strong>ales.Anna Evreinoff_________________20In francese nel testo.


<strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> <strong>nella</strong> <strong>Parigi</strong> <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> 3098. <strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong>, Nicola <strong>Evreinov</strong> e il teatro russo, “Il Tempo”, a. XXI, n. 125,Roma, 7 maggio 1964 [R<strong>it</strong>aglio conservato a <strong>Parigi</strong>, Bibliothèque Nationale deFrance, Collection Nicolas Evreinoff].Da molti (troppi) <strong>di</strong>menticato, il drammaturgo e regista Nikolaj Nikolaevi <strong>Evreinov</strong>,per buona sorte della storia del teatro russo contemporaneo, è rimasto vivo<strong>nella</strong> memoria <strong>di</strong> una schiera <strong>di</strong> fedeli e, grazie a loro, e specialmente al grandecoreografo e rinnovatore del balletto, Sergej Lifar’, il suo nome è stato ripetuto <strong>di</strong>recente <strong>nella</strong> stampa <strong>di</strong> tutto il mondo in occasione del decimo anniversario dellasua morte, avvenuta a <strong>Parigi</strong> nel settembre 1953 (era nato nel febbraio del 1879).Poco o nulla ho trovato tuttavia su <strong>di</strong> lui <strong>nella</strong> stampa sovietica e in quella <strong>it</strong>aliana.Che poco, e ingiustamente, <strong>Evreinov</strong> sia stato ricordato in questa occasionenell’URSS è comprensibile, meno lo è in Italia, dove almeno le sue opere principalifurono tradotte e messe in scena e grazie a Silvio d’Amico anche l’opera suateorica più rilevante, Il teatro <strong>nella</strong> v<strong>it</strong>a, fu nota nel primo dopoguerra, soprattuttoquando, lasciata la patria, <strong>Evreinov</strong> fu anche personalmente in Italia e poté coicompetenti <strong>di</strong>scutere delle sue idee. Comunque da noi esiste una eccellente fonte<strong>di</strong> informazione <strong>nella</strong> voce dell’Enciclope<strong>di</strong>a dello Spettacolo del 1957 e ad essasi potrebbe richiamare chi volesse ancora parlare del regista e drammaturgo ingiustamente<strong>di</strong>menticato dopo le rappresentazioni al ‘Teatro d’Arte’ <strong>di</strong> Pirandello aRoma, nel 1925, dei suoi due monodrammi La gaia morte e Ciò che più importa.A propos<strong>it</strong>o della voce dell’Enciclope<strong>di</strong>a vorrei rilevar qui che essa è rimasta sconosciutaanche alla vedova del drammaturgo, che, in occasione dell’anniversariodella morte del mar<strong>it</strong>o, gli ha de<strong>di</strong>cato un pur informatissimo libro: N. N. <strong>Evreinov</strong>nel teatro mon<strong>di</strong>ale del secolo XX (N. N. <strong>Evreinov</strong> v mirovom teatre XX veka, <strong>Parigi</strong>1964).Quando fui in Russia la prima volta, nel 1928, e vi conobbi i registi Stanislavskij,Nemirovi-Danenko, Tairov e Mejerchol’d, <strong>Evreinov</strong> aveva già lasciato lapatria (al principio del 1925) e, dopo brevi soste a Varsavia, a Praga, a <strong>Parigi</strong>, aNew York, s’era stabil<strong>it</strong>o defin<strong>it</strong>ivamente a <strong>Parigi</strong>. Ricordo bene che anche <strong>di</strong><strong>Evreinov</strong> ebbi occasione <strong>di</strong> parlare coi miei interlocutori moscov<strong>it</strong>i e non sentii danessuno <strong>di</strong> loro (pur così <strong>di</strong>versi tra loro e con così <strong>di</strong>verse teorie nei loro teatri)parole che non fossero <strong>di</strong> stima per il confratello esule. E bisogna tener presenteche ai tempi in cui <strong>Evreinov</strong> aveva riscossi i suoi maggiori successi non eranomancate aspre polemiche. Comunque alla fine degli ‘anni venti’ Mejerchol’d eraal vertice della sua affermazione come regista del Teatro della rivoluzione ed<strong>Evreinov</strong> era un ‘transfuga’.Più tar<strong>di</strong> la sorte <strong>di</strong> Mejerchol’d sarebbe <strong>di</strong>ventata peggiore <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>,che all’estero aveva trovato consensi: oggi nell’URSS Mejerchol’d è un ‘riabil<strong>it</strong>ato’nonostante il suo ‘formalismo’; <strong>Evreinov</strong> è quasi uno sconosciuto, anchese l’ostracismo risalga ai tempi lontani.Il contributo teatrale che <strong>Evreinov</strong> aveva portato alla rivoluzione al principio


310Maria Pia Paganidegli ‘anni venti’ non era stato così rilevante come quello <strong>di</strong> Mejerchol’d – cheaveva avuto come suo autore Majakovskij – ma aveva avuto un suo significatocon la messa in scena <strong>di</strong> uno dei più gran<strong>di</strong>osi spettacoli <strong>di</strong> massa che la storia delteatro ricor<strong>di</strong>: La presa del Palazzo d’Inverno. È vero che nel pensiero <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>essa doveva essere anche una prova realizzatrice del suo principio <strong>di</strong> teatral<strong>it</strong>à<strong>nella</strong> v<strong>it</strong>a; nel fatto che fu uno strumento <strong>di</strong> potente propaganda rivoluzionaria erimarrà <strong>nella</strong> storia del teatro come un originalissimo esperimento.Comunque l’ostracismo dato ad <strong>Evreinov</strong> come a suo tempo a Mejerchol’d,che furono tutti e due ‘gran<strong>di</strong> rivoluzionari’ nel teatro nel senso dell’avanguar<strong>di</strong>a,potrebbe essere un ammonimento per coloro che continuano a vedere <strong>nella</strong> rivoluzionerussa il trionfo dell’avanguar<strong>di</strong>a anche nell’arte, <strong>nella</strong> letteratura, nel teatro.La rivoluzione ha segu<strong>it</strong>o altre vie, tutt’altro che d’avanguar<strong>di</strong>a nei campi in<strong>di</strong>cati,ma con quello <strong>di</strong> Mejerchol’d il nome <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> deve continuare ad esserericordato con riconoscenza da tutti coloro che l’idea della rivoluzione riconduconoall’atmosfera degli ‘anni venti’.Quando, a <strong>Parigi</strong>, conobbi <strong>Evreinov</strong>, come raccontai a suo tempo ai miei lettori,la nostra conversazione fu più rievocatrice della sua attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> drammaturgoche <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> regista. Nel corso <strong>di</strong> essa egli tuttavia mi fece notare come esse infondo fossero inscin<strong>di</strong>bili, cosa che del resto appariva chiara dalle sue teorie. Ealle sue teorie <strong>Evreinov</strong> teneva moltissimo anche perché era convinto, e lo <strong>di</strong>ceva,che esse avessero influ<strong>it</strong>o assai più <strong>di</strong> quanto generalmente non si riconoscesse.Oggi è possibile ricordare come Majakovskij futurista si fosse sforzato <strong>di</strong> portareelementi <strong>di</strong> teatral<strong>it</strong>à <strong>nella</strong> v<strong>it</strong>a à la <strong>Evreinov</strong> e, avendo presente l’idea del ‘monodramma’evreinoviano, avesse scr<strong>it</strong>to il suo dramma Vla<strong>di</strong>mir Majakovskij; comeà la <strong>Evreinov</strong> avesse scr<strong>it</strong>to la sua comme<strong>di</strong>a, La signora Lenin, un altro futurista:Chlebnikov; come più tar<strong>di</strong>, nel 1923, si richiamasse a <strong>Evreinov</strong> anche il granderegista cinematografico Ejzenstejn, le cui parole: “Assumetevi l’organizzazionedella v<strong>it</strong>a reale” riecheggiavano senza dubbio quelle <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>: “Teatralizzatela v<strong>it</strong>a; siate i registi della v<strong>it</strong>a”.Intorno alla concezione del cosiddetto ‘monodramma’ <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> si è mossae si muove ancora la cr<strong>it</strong>ica e la storia del teatro russo relativa agli anni anteriorialla rivoluzione quando, non meno che nel resto d’Europa, in Russia i fiori dell’avanguar<strong>di</strong>asbocciavano come dopo le pioggie sbocciano i funghi ai pie<strong>di</strong> deigran<strong>di</strong> alberi. I gran<strong>di</strong> alberi in Russia erano stati il realismo e il simbolismo, incontinua <strong>di</strong>sputa nel quin<strong>di</strong>cennio prerivoluzionario. L’avanguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>era stata uno <strong>di</strong> questi fiori nel campo ‘antirealistico’. Sono rimaste, come concisosimbolo delle sue teorie, le parole spesso c<strong>it</strong>ate sulla funzione del teatro <strong>nella</strong> v<strong>it</strong>amoderna da lui più volte ripetute: “Per il pubblico del teatro è la fantasia ciò cheoccorre, non il naturalismo; un’immagine dell’oggetto, non l’oggetto stesso; unarappresentazione dell’azione, non l’azione come tale. Ogni teatro è una specie <strong>di</strong>inganno; in ciò è il suo vero essere. Il teatro ha un suo proprio realismo che colrealismo della v<strong>it</strong>a non ha nulla in comune”.


<strong>Ettore</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Gatto</strong> <strong>nella</strong> <strong>Parigi</strong> <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong> 311Per intendere questo principio occorre ricordare naturalmente che cosa <strong>Evreinov</strong>a sua volta intendesse per ‘monodramma’. Egli intendeva un tipo <strong>di</strong> drammanel quale, per rendere evidente allo spettatore lo stato d’animo del protagonista, ilmondo esteriore non è rappresentato quale appare agli occhi del comune mortale,ma quale è sent<strong>it</strong>o dal protagonista del dramma in un dato momento della sua esistenza.Tipico esempio <strong>di</strong> ‘monodramma’ fu e rimane il ben noto Tra le quintedell’anima, il cui t<strong>it</strong>olo era spiegato dall’autore in un prologo sulla base <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stinzionech’egli <strong>di</strong>ceva filosofica fra i tre protagonisti che in sostanza sono unosolo, e cioè l’‘Io razionale’, l’‘Io sensibile’ (o sentimentale) e infine l’‘Io-me’ ossiail subcosciente che, <strong>di</strong>scutendo tra loro ‘tra le quinte dell’anima’, presentanola trama dell’opera. “L’azione si svolge nell’anima. Tempo d’azione mezzo minuto”,<strong>di</strong>ce la <strong>di</strong>dascalia, che in sostanza al t<strong>it</strong>olo aggiunge solo una restrizioneipotetica sul concetto <strong>di</strong> tempo, così come la <strong>di</strong>dascalia a Ciò che più importa vuoleessere una in<strong>di</strong>cazione valutativa della sostanza <strong>di</strong> una stessa azione, <strong>di</strong>cendo:“Dramma per gli uni, comme<strong>di</strong>a per gli altri”, una sospensiva caratteristica tipicamenterussa, che fa pensare tra l’altro alla famosa incertezza <strong>di</strong> echov che, pursu base realistica, non era mai sicuro se adoperare la designazione <strong>di</strong> dramma o <strong>di</strong>comme<strong>di</strong>a per le sue opere teatrali.La realizzazione dei ‘monodrammi’ evreinoviani fu possibile in Russia allostesso <strong>Evreinov</strong> nel periodo in cui egli fu regista <strong>di</strong> un famoso teatro sperimentale,‘<strong>Lo</strong> specchio deformante’, che non realizzò soltanto le sue opere, ma ben oltrecento opere, la maggior parte oggi <strong>di</strong>menticate, al contrario <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>,ancora messe in scena sui teatri <strong>di</strong> tutto il mondo. Al teatro dello ‘Specchio deformante’fu messa in scena da <strong>Evreinov</strong> una paro<strong>di</strong>a delle varie regìe del tempo, int<strong>it</strong>olataLa quinta parete, che non solo sollevava il problema del rapporto tra palcoscenicoe platea (sempre vivo ancor oggi), ma lo metteva in relazione con la v<strong>it</strong>afuori del teatro. La sostanza <strong>di</strong> tale paro<strong>di</strong>a era riassunta dallo stesso <strong>Evreinov</strong> inqueste parole: “Un regista vuole mettere in scena il Faust e per ev<strong>it</strong>are il caratterefantasioso non realistico <strong>di</strong> certe s<strong>it</strong>uazioni, toglie il ringiovanimento del dottorFaust e abolisce la figura <strong>di</strong> Mefistofele, rinuncia alla musica perché <strong>di</strong>sturba ilcorso della v<strong>it</strong>a quoti<strong>di</strong>ana e così <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o, fino a tirar su tra pubblico e attori unaquarta parete, quella quarta parete <strong>di</strong> cui non si può fare a meno <strong>nella</strong> v<strong>it</strong>a”.Il carattere paradossale della paro<strong>di</strong>a è evidente, ma non lo è meno quello <strong>di</strong>altre posizioni teoriche <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>, come quella, famosa, che aveva avuto unprecedente nell’estetismo <strong>di</strong> Oscar Wilde, che cioè “l’artificio e la menzogna sonoalla base della v<strong>it</strong>a, la quale è qui essa stessa teatro, anzi il vero teatro”, così che ilteatro nel senso stretto della parola non sarebbe che “una manifestazione <strong>di</strong> quell’impulsoprimor<strong>di</strong>ale dell’uomo a mentire, a cercar d’essere <strong>di</strong>fferente, a evaderese stesso in un altro mondo”. Problema certamente vecchio, esposto in forma paradossale,ma <strong>di</strong>scutibile sempre nelle sue basi psicologiche, l’aver messo in luce lequali non fu ultimo mer<strong>it</strong>o <strong>di</strong> <strong>Evreinov</strong>.Naturalmente ciò non poté più valere in Russia dopo gli ‘anni venti’, quando


312Maria Pia Paganila tendenza dominante era <strong>di</strong>ventata quella del realismo tout court. Alla sorte <strong>di</strong>Mejerchol’d, che pure aveva avuto il mer<strong>it</strong>o <strong>di</strong> aver creato il ‘Teatro della rivoluzione’ed era caduto per sua illusione, non sarebbe sfugg<strong>it</strong>o l’<strong>Evreinov</strong> se fosse rimastoin Russia, dopo che era venuto meno il binomio ‘avanguar<strong>di</strong>a-rivoluzione’nell’arte, <strong>nella</strong> letteratura, nel teatro. Tanto più giusto ricordare oggi, a <strong>di</strong>eci annidalla sua morte, l’originale sua ‘avanguar<strong>di</strong>a-rivoluzionaria’ sempre susc<strong>it</strong>atrice<strong>di</strong> problemi <strong>nella</strong> v<strong>it</strong>a del teatro mon<strong>di</strong>ale, comunque tappa importante della storiateatrale.

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