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costruiamo il futuro - Trappiste di Valserena

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<strong>il</strong>emecronache testimonianze progetti dall’AngolaPerio<strong>di</strong>co quadrimestrale dell’Associazione Nostra Signora della Pace ONLUS - Guar<strong>di</strong>stallo (PI)n°5 - Marzo 2004 - Sped. in abb. post. - art. 2 comma 20/c - legge 662/96 - Pisa - n° 1050 del 18/11/2002 - Tassa riscossaLa forza del seme“Siate <strong>di</strong> quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori,<strong>il</strong>ludendo voi stessi”.(S. Giacomo Apostolo)Del nostro prossimo, in genere, si vuol sapere che mestiere fa, quantoguadagna, le scelte politiche, come si presenta, cosa comunica.. E’ unaregola non scritta <strong>di</strong> normale convivenza in una società tecnologica comela nostra. Il prossimo dev’essere ut<strong>il</strong>e. I poveri, gli ultimi, i vinti dalla vitao dalla malattia, quelli che l’opinione comune ignora, <strong>di</strong> solito non sono <strong>il</strong>prossimo..Quante volte anche noi che ci <strong>di</strong>ciamo credenti, abbiamo <strong>di</strong>menticato i poveri,magari con la miglior buona fede, incalzati dagl’impegni quoti<strong>di</strong>ani nel tentativo<strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are qualche spicciolo d’elemosina..Eppure Gesù si è fatto prossimo per amore <strong>di</strong> tutti fino alla morte in croce,<strong>di</strong>mostrando che <strong>il</strong> nostro prossimo è anzitutto una persona, unica,irripetib<strong>il</strong>e, degna <strong>di</strong> rispetto, stima e ascolto. Degna <strong>di</strong> ogni possib<strong>il</strong>eaiuto, qualunque cosa faccia, qualunque sia la sua con<strong>di</strong>zionesociale, morale, fisica, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> retoriche, sentimentalismi e pietismi.Gesù ci <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> amare questo prossimo anche quandoè intrattab<strong>il</strong>e, <strong>di</strong>verso, lontano, ad<strong>di</strong>rittura nemico.Amarlo comunque per amor Suo, amarlo come amiamo Luiper dare un’anima al mondo, per essere l’anima del mondo,senza temere rifiuto e in<strong>di</strong>fferenza del mondo. E’ qui chenasce ogni vera conversione. Nell’amare chi non ci ama<strong>di</strong>ventiamo, come nella parabola del buon Samaritano,strumento e potenza della Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina dovesplende una realtà umana e <strong>di</strong>vina che rivela<strong>il</strong> Mistero <strong>di</strong> Dio.<strong>costruiamo</strong><strong>il</strong> <strong>futuro</strong>1


La Trappa: venticinque anni in AngolaTestimonianzeFESTEGGIAMENTI VENTICINQUESIMO FONDAZIONENel Settembre scorso, sulla montagna del Soke (Huambo),si celebrava <strong>il</strong> venticinquesimo della fondazione <strong>di</strong> Nassomay’ Ombembwa, Nostra Signora della Pace. Era presentemadre Monica <strong>di</strong> <strong>Valserena</strong>.Questo è <strong>il</strong> racconto della sua esperienza.Sono un po’ nervosa per <strong>il</strong> ritardo degli aerei e la lunga sostaa Luanda. Mi chiedo come potrò arrivare nel giorno stab<strong>il</strong>ito..Ma la saggezza africana delle mie Sorelle ha preso le cosecon calma e mi ha fatto ricredere. E’ <strong>il</strong> Signore che hapreparato <strong>il</strong> giorno giusto: quattor<strong>di</strong>ci Settembre, festadell’Esaltazione della Croce! Nessuna <strong>di</strong> noi lo pensava,abbiamo dovuto riconoscere che non può essere un giorno<strong>di</strong>verso. Solo questo giorno, infatti, esprime tutto <strong>il</strong> nostrovissuto e anche l’inesprimib<strong>il</strong>e..Quando nella piccola cappella a forma <strong>di</strong> onjango, dopo lelunghe danze dell’ ingresso, hanno taciuto i canti, <strong>il</strong> suonodelle kore, <strong>il</strong> rullio dei tamburi e padre Chipala, l’anzianoCappellano, ha preso la parola e con lo scorrere lento dellanarrazione africana ha cominciato la sua lunga storia,l’emozione è stata grande, come ventiquattro anni fa.Proprio quel giorno, padre Chipala, primo BenedettinoAngolano, riceveva l’or<strong>di</strong>nazione sacerdotale. E alcuni annidopo, con altri Benedettini e Trappisti africani, avrebbevissuto la stessa Esaltazione della Croce davanti a PapaPaolo VI che gli chiedeva con insistenza <strong>di</strong> portare <strong>il</strong>monachesimo in Africa. Tutta la vita lunga e avventurosa <strong>di</strong>padre Chipala è trascorsa nel ricordo <strong>di</strong> quelle parole, <strong>di</strong>quella stretta <strong>di</strong> mano, mentre gli occhi penetranti del Papafissavano i suoi: “Figlio mio,” gli <strong>di</strong>sse, “ porta san Benedettoin Angola! Lui vi darà la pace!. Tu soffrirai molto figlio mio,tornerai in Angola e sarai imprigionato, ma non temere, <strong>il</strong>Signore è con te. Porta san Benedetto in Angola!”.In questa festa dell’Esaltazione della Croce, su questa severae pura montagna nel cuore <strong>di</strong> un immenso altipiano, laprofezia si è avverata.. I giorni della prigionia sono lontani,salutiamo l’alba <strong>di</strong> un tempo in cui <strong>il</strong> Signore asciugherà lelacrime dai nostri occhi.. lacrime che per l’intensa emozioneora scorrono copiose. Fra poco sarà festa grande all’ombradegli eucalipti. Le sorelle hanno ucciso <strong>il</strong> vitello grasso.Sono passati venticinque anni da quando le ultimetre sorelle del folto gruppo <strong>di</strong> ragazze angolane,formate in un monastero spagnolo, tornavano inpatria per avviare la prima Trappa d’Angola. Eranoun esiguo gruppetto insufficiente, certo, ma animatoda coraggio e fede indomab<strong>il</strong>i. Poco tempo dopo leavrebbero raggiunte alcune sorelle <strong>di</strong> <strong>Valserena</strong>, inItalia, <strong>il</strong> monastero che aveva accettato <strong>di</strong> sostenerela loro Fondazione.Sono stati venticinque anni <strong>di</strong> lavoro e preghiera,fedelmente osservati fra guerre, bombardamenti,morti e profughi, soprattutto bambini da ospitare inemergenza anche all’interno del monasteroprovvisorio, da nutrire, curare. Uomini politici danascondere alle irruzioni del partito contrario. Anni<strong>di</strong> spostamenti, tra una fazenda e l’altra, per sfamarecon <strong>il</strong> lavoro <strong>di</strong> un pezzo <strong>di</strong> terra, comunità e poveri,inseguendo <strong>il</strong> sogno ogni volta sfumato con <strong>il</strong>progre<strong>di</strong>re della guerra: la costruzione <strong>di</strong> un veromonastero. Anni <strong>di</strong> malattie e persecuzioni, ma ancheanni <strong>di</strong> gioia: gioia <strong>di</strong> cantare <strong>il</strong> grazie per <strong>il</strong> miracolodella vita <strong>di</strong> ogni giorno, gioia <strong>di</strong> spezzare <strong>il</strong> pane oaprire un container dall’Italia pieno <strong>di</strong> ogni ben <strong>di</strong>Dio. Gioia <strong>di</strong> esultare insieme per uno scampatopericolo, per <strong>il</strong> bene <strong>di</strong> vivere insieme come sorelle,d’ insegnare a queste sorelline nere dagli occh<strong>il</strong>uminosi, avide <strong>di</strong> conoscere, i primi elementi dellavita monastica.CronacheUna Biblioteca per Huambo7 gennaio in Angola: “Giorno de<strong>di</strong>cato alla cultura”.A Huambo: inaugurazione dell’Unica Bibliotecapubblica a <strong>di</strong>sposizione del popolo.6 gennaio, la sera: “Mio Dio, le candele, accen<strong>di</strong>ne<strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e, non vedo niente, devo sbattere leuova per i dolci.. accen<strong>di</strong> <strong>il</strong> forno.. le se<strong>di</strong>e, sì,portiamole fuori, stanno venendo i Padri a prenderle”..Un viaggio, due viaggi, tre, quattro.. Se<strong>di</strong>e e tavoliBIBLIOTECA E INAUGURAZIONE2


<strong>di</strong> casa si spostano nella Biblioteca perché la falegnamerianon ha fatto in tempo a consegnarli.. E poi i libri.. PoveriPadri, hanno passato la notte a metterli in or<strong>di</strong>ne sugli scaffalie noi a fare dolci, pasticcini per l’inaugurazione solenne conVescovo, Governatore e tanti personaggi della città. Chefatica!.. Non tanto per la festa ma per la realizzazione delsogno.Tre anni fa uno dei Padri Benedettini <strong>di</strong> Huambo lanciò l’idea:in questa città manca proprio una Biblioteca per aiutare nellostu<strong>di</strong>o migliaia <strong>di</strong> giovani. L’idea è accolta anche dalla nostracomunità Trappista. Certo, dobbiamo impegnarci nellaformazione intellettuale delle nuove generazioni: uomini edonne capaci <strong>di</strong> costruire <strong>il</strong> <strong>futuro</strong>. Comincia così l’o<strong>di</strong>sseaper la ricerca prima dell’e<strong>di</strong>ficio, poi dei sol<strong>di</strong> per acquistarlo..“Questo e<strong>di</strong>ficio ha una bellissima struttura. E’ <strong>di</strong>strutto dallaguerra, bruciato dal fuoco, ma una volta restaurato.. chissàa chi appartiene?.. E poi <strong>il</strong> cort<strong>il</strong>e confina con <strong>il</strong> giar<strong>di</strong>no deiPadri Benedettini. Meglio <strong>di</strong> così! Dobbiamo riuscire a comprarequesto rudere e trasformarlo”.Dal giorno della decisione <strong>il</strong> povero Vice Amministratore dellacittà <strong>di</strong> Huambo non ha avuto più pace. Aveva un bel <strong>di</strong>reche l’e<strong>di</strong>ficio apparteneva all’Amministrazione e non era inven<strong>di</strong>ta. Il martellamento è continuato ogni settimana perun<strong>di</strong>ci mesi finché un intervento decisivo del Governatorestesso ha messo fine alla rituale processione e ha costrettola ven<strong>di</strong>ta dell’immob<strong>il</strong>e.La Conferenza Episcopale Italiana ha accettato <strong>di</strong> sostenerele spese della ristrutturazione e anche con pochi libri e pochimob<strong>il</strong>i, abbiamo inaugurato la Biblioteca S. Anselmo.Ora non si pensa più alla fatica ma si gode lo spettacoloquoti<strong>di</strong>ano della f<strong>il</strong>a <strong>di</strong> studenti che va a consultare libri,stu<strong>di</strong>are, organizzare incontri <strong>di</strong> gruppo. I seminaristi benedettinifanno i bibliotecari a turno. Con <strong>il</strong> tempo, sappiamo che gliscaffali si riempiranno <strong>di</strong> volumi perché tanta gente è sensib<strong>il</strong>ea questo nostro bisogno <strong>di</strong> conoscere. E’ felice con noi perquesti primi passi cominciati durante la guerra e che orapotranno fiorire in tempo <strong>di</strong> pace.Per lo sv<strong>il</strong>uppo della Biblioteca, i contributi possono esserein<strong>di</strong>rizzati alle coor<strong>di</strong>nate bancarie e postali in<strong>di</strong>cate nelpresente numeroLa Casa Beato RafaelC’era una volta un bambino, <strong>il</strong> suo nome era Pedro(Pedrito) e non aveva nessuno al mondo e giravaper le strade..C’erano una volta due bambini: <strong>il</strong> loro padre è statoucciso davanti al portone del Monastero da unm<strong>il</strong>itare affamato che ha visto nelle sue mani unsacchetto <strong>di</strong> farina. La loro mamma è morta inospedale una settimana dopo, perché non è riuscitaa superare la malaria. Le sue forze non hanno rettoal <strong>di</strong>spiacere. José e Moises, soli con la nonna,conoscono solo miseria e fame al punto <strong>di</strong> sembraredue piccoli fantasmi ambulanti. Ricuperano le forzesolo quando vengono a mangiare al Monastero.Abel è un bel bambino, ma la sua mamma èimpazzita a causa della guerra e la sorella èparalitica. Avelino è stato rapito dai guerriglieri epotrebbe scrivere un libro sulle sofferenze dellaguerra nella foresta. Poi c’è la storia <strong>di</strong> Venanzio,Bernardo, Marzio, Kim, Alfonso, Adolfo e <strong>di</strong> Enrico(vittima dell’ep<strong>il</strong>essia, orfano <strong>di</strong> madre, nonriconosciuto dal padre). E infine <strong>di</strong> Faustino che per<strong>di</strong>sperazione aveva scelto la vita m<strong>il</strong>itare da cuisiamo riuscite a strapparlo prima che <strong>di</strong>ventassematto per i morti lasciati alle spalle nelle lunghefughe e gli stenti della fame.Questo gruppo <strong>di</strong> ragazzi è finito sotto la nostraprotezione senza che ce ne rendessimo conto. Liabbiamo affidati per qualche anno a un collegio, masoffrivano troppo. Allora abbiamo affittato una casadove potessero vivere, ma nessuno li seguiva.Dopo <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> cammino, ora che non sono piùbambini ma giovanotti (<strong>il</strong> più piccolo, Kim, ha do<strong>di</strong>cianni anni e <strong>il</strong> più grande, Alfonso, ventuno), abbiamochiesto aiuto a Dio e agli uomini e abbiamo avutorisposta dal Cielo e dalla Terra. In Italia muore NonnaTosca lasciando la sua unica ricchezza: una casettaa <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> studenti poveri. I nipoti l’hannovenduta e ci hanno offerto <strong>il</strong> ricavato. Anchel’Associazione “Le case degli angeli <strong>di</strong> Daniele” hacontribuito. Così è cominciata la costruzione <strong>di</strong> unacasa per i nostri ragazzi in un terreno (è un miracolo!)proprio <strong>di</strong>etro quella dei Padri Benedettini che orasi occupano della loro educazione. Cominciata eanche.. finita, posta sotto la protezione del nostrobeato Rafael. La speranza non è stata delusa e nonsono mancati gli aiuti. Ora i ragazzi, che da do<strong>di</strong>cisono <strong>di</strong>ventati se<strong>di</strong>ci, vivono, stu<strong>di</strong>ano, crescono esi preparano a essere uomini forti, buoni e gratinella non fac<strong>il</strong>e società del dopoguerra angolano.Ringraziamo Dio e i benefattori che hanno benedettoe voluto realizzare questo sogno!CASA BEATO RAFAEL E ORFANICarissime sorelle e amici,come state? Spero bene. Tornando dal mio soggiornoin Italia, ho trovato le sorelle tranqu<strong>il</strong>le, serene egioiose. Deo gratias!In questi giorni, con l’aiuto <strong>di</strong> fratel Rafael, Superioredel monastero <strong>di</strong> Jacona in Messico, stiamolavorando al progetto per la costruzione delmonastero. E’ un monaco pacifico, con grandecapacità <strong>di</strong> ascolto. Ha tenuto conferenze cherivelano la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un monaco che vive soloper Gesù, con e in Gesù.Pregate, care sorelle, perché possiamo trovare imezzi per costruire <strong>il</strong> monastero, impresa non fac<strong>il</strong>e!E’ iniziato <strong>il</strong> periodo delle piogge e ci ren<strong>di</strong>amo contoche nelle casette in cui viviamo ora, piove.Soprattutto in quella costruita nel ’97 con mattoni<strong>di</strong> fango. Qui le piogge sono proprio un d<strong>il</strong>uvio. Nellacella <strong>di</strong> Agueda piove così tanto che ogni giornodeve cambiare la posizione del letto. Anche altresorelle hanno lo stesso problema. Al Cappellanocadeva addosso la pioggia. Ha passato alcune nottispostando <strong>il</strong> letto da una parte all’altra. Immaginate3


la scena!.. Comunque siamo felici <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre,anche in minima parte, la sofferenza <strong>di</strong> tanti nostrifratelli senza tetto.Subito dopo <strong>il</strong> mio arrivo, cinque famiglie mi hannochiesto aiuto per comprare le onduline <strong>di</strong> zinco ecoprire le loro case. Normalmente vengono coperte<strong>di</strong> paglia che si trova vicino ai fiumi, ma, purtroppo,noi siamo lontane dai fiumi. Fa pena vedere bambinibagnati come una spugna. Quando piove <strong>il</strong> freddo èpiù intenso, è più fac<strong>il</strong>e ammalarsi.Carissimi, vi abbraccio e vi porto tutti nel cuore.Madre Floren çaProgettiRealizzati: Ottobre / Gennaio 2003/2004Case per famiglie povere € 8.000Sostentamento e aiuti vari per famigliepovere € 45.000Invio e sdoganamento <strong>di</strong> un container € 6.800Biblioteca (finanziamento CEI) € 100.000Casa per gli orfani € 73.000In corso:Gestione centro educativo "A Semente do Futuro"€ 9.000 al mese. Spese sostenute grazie alleadozioni a <strong>di</strong>stanza tramite l' Associazione AVSIRifornimento gratuito <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali ( per una me<strong>di</strong>a<strong>di</strong> 20 ammalati al giorno ) , costo giornalieroa persona €12 - costo mens<strong>il</strong>e € 4.800Progetto Tch<strong>il</strong>onga:Adozioni <strong>di</strong> gruppo a <strong>di</strong>stanza (cfr. "Il Seme" n°3-si relazionerà nel n°6)Da realizzare:Nuovi impianti per <strong>il</strong> Laboratorio farmaceutico€ 130.000 *Scuola professionale: conclusa la progettazione,è imminente l'avvio dei lavori per realizzarelaboratori <strong>di</strong> meccanica, calzoleria, scuola<strong>di</strong> cucito, fabbrica <strong>di</strong> mattoni, con la partecipazionedell'Associazione Angola in pace € 75.000** Costo n° 20 mattoni €10Contributi raccolti grazie anche alle vostre offerte€ 60.600Germogli la pace e la speranzain ogni cuore, in ogni terraCristo è risorto!Buona PasquaGli amici della TrappaStorie <strong>di</strong> solidarietà nate e cresciute intorno a <strong>Valserena</strong> e alla TrappaAngolanaDa quando suor Manuela, una giovane <strong>di</strong> Pontedera, è partitaper L’Angola, questa terra lontana è <strong>di</strong>ventata parte dellanostra vita e della vita della nostra comunità parrocchiale.Alcuni anni prima, suor Manuela era entrata nel MonasteroTrappista <strong>di</strong> <strong>Valserena</strong> e molti <strong>di</strong> noi pensavano che avrebbetrascorso tutta la vita in preghiera e nel s<strong>il</strong>enzio.La sua decisione improvvisa <strong>di</strong> andare in Africa e aiutare <strong>il</strong>monastero fondato da <strong>Valserena</strong> in Angola, ci sorprese.Allora conoscevamo poco <strong>di</strong> questa terra, ex coloniaportoghese, tormentata da una terrib<strong>il</strong>e guerra civ<strong>il</strong>e. L’Angolaper noi era lontana e misteriosa come buona parte dell’Africa.Attraverso l’esperienza, i racconti, le parole stesse <strong>di</strong> suorManuela, volti e storie <strong>di</strong> uomini e donne angolani ci sono<strong>di</strong>ventati fam<strong>il</strong>iari. Guardare Graziana e Domingo orfani <strong>di</strong>guerra, conoscere bambini mut<strong>il</strong>ati dalle mine, spesso prodotteanche in Italia, vedere gli occhi senza luce dei bambini soldatoe le facce dei profughi, ha cambiato la nostra vita.Suor Manuela e le sue Sorelle sono state la voce <strong>di</strong> Dio checi invitava a con<strong>di</strong>videre <strong>il</strong> sogno <strong>di</strong> un mondo più fraterno egiusto, a lasciare che <strong>il</strong> nostro cuore si convertisse ai suoiprogetti d’ amore. Potevamo rimanere in<strong>di</strong>fferenti e invocarlocome “Padre nostro”, quando sapevamo <strong>di</strong> tanti suoi figli,nostri fratelli, che vivevano senza niente in situazioni fino adallora inimmaginab<strong>il</strong>i? Le monache <strong>Trappiste</strong> <strong>di</strong> Huambo cihanno testimoniato l’amore materno <strong>di</strong> Dio che non <strong>di</strong>menticai suoi figli. Anche durante i terrib<strong>il</strong>i giorni <strong>di</strong> guerra, non hannolasciato l’Angola. Nelle lunghe veglie notturne hanno continuatoa invocare la pace e a soccorrere i feriti, i poveri, i profughiche affluivano in città da ogni parte. Hanno con<strong>di</strong>viso fino infondo con questo popolo, la fame, la paura, i rischi, ma anchela speranza nella misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio.Come Parrocchia abbiamo cominciato a inviare un container,poi due, poi tre.. Qualcuno ha chiesto <strong>di</strong> “adottare” un bambinoper aiutarlo a crescere, stu<strong>di</strong>are, trovare lavoro. E’ natal’Associazione Amici <strong>di</strong> Valeria che, con la Parrocchia <strong>di</strong>Forcoli, s’ è impegnata a sostenere una scuola, garantire lostipen<strong>di</strong>o agli insegnanti, ottenere <strong>il</strong> materiale scolastico.Oggi alcuni giovani angolani sono a Pontedera e stu<strong>di</strong>anoall’Università. La Parrocchia ha lanciato l’iniziativa dellacostruzione <strong>di</strong> un v<strong>il</strong>laggio per chi, durante la guerra, ha persotutto. Il Comune <strong>di</strong> Pontedera, la Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Fornacette,<strong>il</strong> Rotary club, molte associazioni e tantissimi uomini e donne,in questi anni si sono mob<strong>il</strong>itati, hanno dato <strong>il</strong> loro contributo.L’Angola è più vicina. La trage<strong>di</strong>a e la speranza <strong>di</strong> un interopopolo ci hanno coinvolti, hanno aperto una breccia nel murodella nostra in<strong>di</strong>fferenza. Grazie Angola!Grazie sorelle <strong>Trappiste</strong> per aver scaldato <strong>il</strong> nostro cuore, peraverci aiutato a vivere meglio la fede in Gesù Cristo che siè identificato con i poveri. Per averci aperto nuovi orizzonti.Gli Amici <strong>di</strong> PontederaIl SemeDirezione Redazione:Associazione Nostra Signora della Pace ONLUSc/o Monastero Cistercense <strong>di</strong> <strong>Valserena</strong> -<strong>Trappiste</strong>Via Provinciale del Poggetto, 4856040 Guar<strong>di</strong>stallo (PI)Tel. 0586/655072 - Fax 0586/650494www.trappisteangola.orgDirettore Responsab<strong>il</strong>e: sr. M.Laura Rossi ZanettiRedazione: Gualtiero Salvetti - M.Can<strong>di</strong>da FerriGrafica: Blinker - Cecina (LI)Stampa: Eurostampa - Cecina (LI)Aut. del Tribunale <strong>di</strong> Livorno N° 16/02 del 18/11/2002Per sostenere le attività: cc postale n° 12421541cc n° 000010076400 Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> VolterraAg. 25 Cecina (LI) - ABI 06370 CAB 70695 CIN OIntestazione: Ass. Onlus Nostra Signora della PaceI contributi sono detraib<strong>il</strong>i ai sensi del D.LG. 460/97I dati personali verranno trattati secondo la legge 675/96Il Seme viene spe<strong>di</strong>to gratuitamente4

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