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Roberto Sozzi (ARPA Lazio) Teodoro Georgiadis (CNR-IBIMET ...

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4. TEORIA DELLA SIMILARITÀ—————————————————————————————————————4.5 OSSERVAZIONI CONCLUSIVEL’enorme sforzo sperimentale realizzato in questo ultimo mezzo secolo ha consentito la raccolta di unagrossa mole di informazioni sperimentali, sia nello Strato superficiale che nel PBL, soprattutto grazieall’attuale disponibilità di sensori di tipo remote sensing. Ciò ha incoraggiato e consentito un’estensivaapplicazione dell’Analisi Dimensionale nello studio del PBL che ha portato all’individuazione di unnumero rilevante di Relazioni di Similarità Il risultato che emerge da quanto presentato in questocapitolo è che si è ottenuto da questo tipo di analisi semiempirica un modello alternativo di PBL, ditipo completamente diagnostico (quindi di tipo algebrico), molto maneggevole e le cui informazioni diingresso sono costituite dalle forzanti superficiali (velocità di frizione, flusso turbolento di caloresensibile e latente e galleggiamento) e l’estensione verticale del PBL. In pratica, note queste variabili,che di fatto caratterizzano in maniera pressoché completa lo stato di turbolenza del PBL, l’applicazionepratica di questo modello alternativo risulta immediata. Tale modello si applica solo in situazionistazionarie o quasi-stazionarie in cui sia estremamente elevato il grado di omogeneità orizzontale ed incui sia assente l’orografia; in sostanza è prevedibile che esso sia in grado di rappresentare benesituazioni piane, con rugosità omogenea e in situazioni meteorologiche poco perturbate. I limiti al suoimpiego non sono pochi, tuttavia in moltissimi casi reali esso rappresenta un mezzo relativamentesemplice per modellizzare il PBL. Vista la sua semplicità ed il suo realismo esso è attualmente ilmodello micrometeorologico più usato per determinare la struttura della turbolenza atmosfericanecessaria ai modelli di simulazione della dispersione degli inquinanti in atmosfera di medio-altacomplessità.—————————————————————————————————————- 172 -

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