Roberto Sozzi (ARPA Lazio) Teodoro Georgiadis (CNR-IBIMET ...

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1. INTRODUZIONE AL PLANETARY BOUNDARY LAYER.—————————————————————————————————————1.1.1 LE VARIABILI CINEMATICHELo studio del PBL, dal punto di vista macroscopico, altro non è che lo studio di un fluido continuo(l'aria appunto), il cui stato è definito da un insieme di variabili fisiche di tipo macroscopico. Primadi introdurre tali variabili, è necessario definire due concetti fondamentali: il volume di controllo ed ilsistema di riferimento.Ad ogni posizione nel PBL è associabile un volume di controllo (spesso indicato anche col termineparticella), cioè un volumetto d’aria di dimensioni finite, tanto piccolo da avere dimensioni trascurabilirispetto alle dimensioni caratteristiche del dominio di indagine, ma sufficientemente grande da contenereuna porzione di aria con caratteristiche omogenee, costituito cioè da un numero tanto elevato dimolecole da garantirne una descrizione macroscopica.Per descrivere il movimento di un volume di controllo nello spazio e nel tempo è necessario adottare unsistema di coordinate di riferimento. Dato che nella maggior parte degli studi del PBL si prende inconsiderazione un dominio di indagine che presenta un'estensione verticale ridotta (tipicamentedell’ordine di 1÷2 km) ed una estensione orizzontale dell'ordine delle centinaia di km, non è necessarionormalmente tener conto esplicitamente della curvatura terrestre e quindi è sufficiente un normalesistema di riferimento cartesiano ortogonale. Tale sistema di riferimento potrebbe essere a prioriqualsiasi, tuttavia è comodo adottarne uno tale che:• l'asse x sia orientato nella direzione Est - Ovest (positivo verso Est)• l'asse y sia orientato nella direzione Nord - Sud (positivo verso Nord)• l'asse z sia orientato nella direzione Alto - Basso (positivo verso l'alto).Ovviamente questa scelta del sistema di riferimento non è unica e, come si vedrà nel seguito, in certesituazioni risulteranno più comode scelte differenti.Il metodo normalmente impiegato nello studio di un fluido consiste nella sua analisi da un punto di vistaEuleriano. Secondo tale punto di vista, il fluido è un’entità continua per la quale, in ogni puntoX(x,y,z;t) dello spazio-tempo è definibile un vettore U(x,y,z;t), cioè un campo di velocità.Nel caso del PBL (ed anche dell’atmosfera in generale), la velocità del fluido prende il nome di vettorevento. Il vento è quindi una variabile vettoriale, definita in modo univoco dalle sue tre componentirispetto agli assi coordinati (indicate con normalmente coi simboli v x ,v y ,v z oppure con le lettere u, v, w).Tuttavia, in moltissime situazioni il vento viene anche descritto attraverso:• il modulo del vettore U (o più spesso della sua proiezione sul piano orizzontale), che prende il nomedi velocità del vento. In pratica si ha che la velocità del vento è definita come:2 2 2 2 2( v + v + v ) ≅ ( v v )U = +[1.1]xyzxyIl trascurare la componente verticale è pratica molto diffusa, visto che spesso, ma non sempre, talecomponente è di molto inferiore alle componenti orizzontali, specialmente quando si consideranovalori medi su tempi sufficientemente lunghi. Dal punto di vista delle unità di misura, si adotta sia perle singole componenti del vettore vento che per la sua velocità l'unità (m⋅s -1 ). Talvolta in Letteraturavengono usate unità di misura differenti, come il nodo (1 nodo = 0.513 m⋅s -1 ) o i km⋅h -1 (1 km⋅h -1 =0.278 m⋅s -1 ).—————————————————————————————————————- 3 -

1. INTRODUZIONE AL PLANETARY BOUNDARY LAYER.—————————————————————————————————————• la direzione del vento. E' consuetudine adottare per il vento le convenzioni aeronautiche chedefiniscono come direzione del vento la direzione da cui il vento spira. Tale direzione è 0°quando la direzione di provenienza è il Nord e questo angolo cresce fino a 360°, in particolare è 90°quando il vento proviene da Est, 180° quando proviene da Sud e 270° quando proviene da Ovest.Una relazione matematica che permette di calcolare la direzione del vento secondo questaconvenzione, a partire dalle componenti cartesiane, è la seguente:dove:360°2π[ v yv x] +0−1D = 90° − tan α[1.2a]α0⎧0°se vx< 0= ⎨⎩180°altrimenti[1.2b]1.1.2 LE VARIABILI TERMODINAMICHEPer descrivere l’evoluzione spazio-temporale del PBL è necessario considerare le variabili checaratterizzano tale sistema fisico, sia quelle di tipo cinematico (in pratica il solo campo di vento) chequelle di tipo termodinamico, come la pressione e la temperatura.La temperaturaUn generico volume di controllo, caratterizzato da un punto P(x,y,z), contiene, per definizione, unelevato numero di molecole in continua agitazione termica. Per esso è definibile ad ogni istante unatemperatura dell'aria T, cioè la funzione T(x,y,z;t). Normalmente T è misurata in gradi Kelvin (K), maaltre scale possibili sono quella Celsius (°C) e quella Fahrenheit (°F). Tra la scala Kelvin e quellaFahrenheit valgono le relazioni:( 9 5) ⋅[ T − 273.15] + 32273.15+ ( 5 9) ⋅ [ T − 32]TF=K(conversione da gradi Kelvin a Fahrenheit)T (conversione da gradi Fahrenheit a Kelvin)K=FVa sottolineato il fatto che nella descrizione del PBL vengono spesso impiegate anche altre definizioninon convenzionali di temperatura , come si vedrà nel seguito.La pressionePer un generico volume di controllo si definisce pressione p quella forza per unità di superficie cheagisce perpendicolarmente alla superficie esterna del volumetto stesso. L'unità di misura più usata inFisica è il Pascal (1Pa = 1N⋅m -2 ), anche se in Micrometeorologia si usa più frequentemente ilchiloPascal (kPa) e l’ectoPascal (hPa, numericamente equivalente ai mbar). In condizioni standard eal livello del mare, la pressione atmosferica è pari a 1013.25 hPa. In atmosfera la pressione èisotropica, cioè in un dato punto essa è uguale in ogni direzioneLa pressione atmosferica, misurata ad una certa quota, è la conseguenza del peso dell’aria sovrastante.Più ci si innalza, meno numerose sono le molecole presenti nella colonna d’aria sovrastante il punto inconsiderazione, cosa che determina una diminuzione della pressione con la quota. Tale diminuzione èpressoché esponenziale e dipende dalla temperatura. Una relazione approssimata è la seguente:[ − ( 0. T ) ⋅ z]p = p0 ⋅ exp 0342[1.3]—————————————————————————————————————- 4 -

1. INTRODUZIONE AL PLANETARY BOUNDARY LAYER.—————————————————————————————————————1.1.1 LE VARIABILI CINEMATICHELo studio del PBL, dal punto di vista macroscopico, altro non è che lo studio di un fluido continuo(l'aria appunto), il cui stato è definito da un insieme di variabili fisiche di tipo macroscopico. Primadi introdurre tali variabili, è necessario definire due concetti fondamentali: il volume di controllo ed ilsistema di riferimento.Ad ogni posizione nel PBL è associabile un volume di controllo (spesso indicato anche col termineparticella), cioè un volumetto d’aria di dimensioni finite, tanto piccolo da avere dimensioni trascurabilirispetto alle dimensioni caratteristiche del dominio di indagine, ma sufficientemente grande da contenereuna porzione di aria con caratteristiche omogenee, costituito cioè da un numero tanto elevato dimolecole da garantirne una descrizione macroscopica.Per descrivere il movimento di un volume di controllo nello spazio e nel tempo è necessario adottare unsistema di coordinate di riferimento. Dato che nella maggior parte degli studi del PBL si prende inconsiderazione un dominio di indagine che presenta un'estensione verticale ridotta (tipicamentedell’ordine di 1÷2 km) ed una estensione orizzontale dell'ordine delle centinaia di km, non è necessarionormalmente tener conto esplicitamente della curvatura terrestre e quindi è sufficiente un normalesistema di riferimento cartesiano ortogonale. Tale sistema di riferimento potrebbe essere a prioriqualsiasi, tuttavia è comodo adottarne uno tale che:• l'asse x sia orientato nella direzione Est - Ovest (positivo verso Est)• l'asse y sia orientato nella direzione Nord - Sud (positivo verso Nord)• l'asse z sia orientato nella direzione Alto - Basso (positivo verso l'alto).Ovviamente questa scelta del sistema di riferimento non è unica e, come si vedrà nel seguito, in certesituazioni risulteranno più comode scelte differenti.Il metodo normalmente impiegato nello studio di un fluido consiste nella sua analisi da un punto di vistaEuleriano. Secondo tale punto di vista, il fluido è un’entità continua per la quale, in ogni puntoX(x,y,z;t) dello spazio-tempo è definibile un vettore U(x,y,z;t), cioè un campo di velocità.Nel caso del PBL (ed anche dell’atmosfera in generale), la velocità del fluido prende il nome di vettorevento. Il vento è quindi una variabile vettoriale, definita in modo univoco dalle sue tre componentirispetto agli assi coordinati (indicate con normalmente coi simboli v x ,v y ,v z oppure con le lettere u, v, w).Tuttavia, in moltissime situazioni il vento viene anche descritto attraverso:• il modulo del vettore U (o più spesso della sua proiezione sul piano orizzontale), che prende il nomedi velocità del vento. In pratica si ha che la velocità del vento è definita come:2 2 2 2 2( v + v + v ) ≅ ( v v )U = +[1.1]xyzxyIl trascurare la componente verticale è pratica molto diffusa, visto che spesso, ma non sempre, talecomponente è di molto inferiore alle componenti orizzontali, specialmente quando si consideranovalori medi su tempi sufficientemente lunghi. Dal punto di vista delle unità di misura, si adotta sia perle singole componenti del vettore vento che per la sua velocità l'unità (m⋅s -1 ). Talvolta in Letteraturavengono usate unità di misura differenti, come il nodo (1 nodo = 0.513 m⋅s -1 ) o i km⋅h -1 (1 km⋅h -1 =0.278 m⋅s -1 ).—————————————————————————————————————- 3 -

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