Roberto Sozzi (ARPA Lazio) Teodoro Georgiadis (CNR-IBIMET ...
Roberto Sozzi (ARPA Lazio) Teodoro Georgiadis (CNR-IBIMET ... Roberto Sozzi (ARPA Lazio) Teodoro Georgiadis (CNR-IBIMET ...
4. TEORIA DELLA SIMILARITÀ—————————————————————————————————————possono essere scelte in base a considerazioni di praticità oppure rispettando forme funzionali suggeriteda eventuali relazioni teoriche note per il problema in esame. L’operazione di best fitting (si veda Bard(1974) per una introduzione sui metodi numerici di fitting) porta, oltre che all’individuazione deicoefficienti presenti nelle relazioni analitiche, anche alla valutazione del coefficiente di correlazioneche può essere considerato un indice significativo della dispersione dei dati e quindi della significativitàdella procedura adottata. Una gran dispersione dei dati sperimentali spesso è un chiaro indice di unascelta sbagliata delle variabili rilevanti.4.2 ESEMPIO DIDATTICO DI APPLICAZIONE DELL’ANALISI DISIMILARITÀPrima di presentare i risultati ottenuti nell’applicazione dell’Analisi di Similarità, è opportuno descriverenel dettaglio un esempio realistico, direttamente applicato alla realtà del PBL. Immaginiamo di essereinteressati alla determinazione di una relazione semiempirica che descriva il profilo verticale delladeviazione standard della temperatura potenziale entro Strato Superficiale nelle situazioniconvettive. Ottenere un tale profilo partendo dalle relazioni di base della fluidodinamica, presentate alCap.2 è sinceramente sconfortante, anche perché l’intuizione ci suggerisce che dovrebbe esistere unarelazione ragionevolmente semplice nel caso in cui si stia considerando un sito con un’elevataomogeneità superficiale, piano ed in situazioni meteorologiche non perturbate.Prima di realizzare un vero esperimento, vediamo di applicare l’Analisi di Similarità. La prima domandache si poniamo è: quali potrebbero essere le variabili rilevanti per il fenomeno che stiamo considerando?La risposta viene direttamente da quanto abbiamo appreso nel Cap.1. Sicuramente, visto che siamointeressati alla deviazione standard della temperatura, σ T sarà una variabile rilevante e, dato siamointeressati al suo profilo verticale, la quota di misura z rispetto al suolo sarà un’altra variabile rilevante.Oltre a ciò, siamo interessati alle sole situazioni convettive in cui è presente:• la turbolenza di origine meccanica, ben descritta dalla velocità di frizione u *,• la turbolenza di origine convettiva, ben rappresentata dal flusso turbolento di calore sensibile omeglio dalla covarianza w'θ'• il galleggiamento, ben rappresentato dal flusso di galleggiamento β = g/TProviamo quindi, con questi elementi, ad applicare la metodologia appena descritta. Le variabili rilevantisono in tutto 5 e le unità di misura coinvolte sono in totale 3 (lunghezza, tempo e temperatura).Scegliamo come variabili chiave z, β e u * che rispettano i vincoli imposti dal Passo 4 dell’analisi diSimilarità ed esprimiamo le variabili restanti in funzione di queste, ottenendo, come è facile verificare,[ w 'θ '] = [z] -1 [β] -1 [u*] 3[σ T ] = [z] -1 [β] -1 [u*] 2cosa che porta a definire i due rapporti adimensionali seguenti:w'θ 'Tπ1= βzπ32= βz2u*u*σche, a prima vista, appaiono abbastanza misteriosi. Tuttavia possiamo sempre impiegare il Passo 8,—————————————————————————————————————- 141 -
4. TEORIA DELLA SIMILARITÀ—————————————————————————————————————dopo però aver riletto l’ultimo paragrafo del Cap.1. In particolare, vediamo immediatamente che π 1altro non è che il rapporto di stabilità z/L, a meno del segno e della moltiplicazione per la costante di vonKarman k. Quindi il primo rapporto adimensionale che otteniamo è:π = −k π z / L[4.1]3 1=Per quanto riguarda il secondo rapporto adimensionale, possiamo per esempio sostituire a π 2 il rapportoπ 3 = π 2 /π 1 ed è immediatamente visibile che :π4π2σ= = − T[4.2]π1T*In pratica l’Analisi di Similarità afferma che è pensabile sperare di ottenere una relazione per il profiloverticale di σ T del tipo:σTT =*F( z L )[4.3]tuttavia non ci dice quale forma dovrebbe assumere la Funzione Universale F. Per prima cosa èimmediato verificare che la (4.3) è una relazione di tipo prognostico (non fa alcuna menzione di comeevolverà nel tempo il profilo di σ T ) ed è un profilo (lega tra loro σ T e z) ed è anche universale perchéè potenzialmente in grado di descrivere tutte le possibili situazioni convettive che possono capitare.A questo punto, abbiamo la possibilità di ottenere veramente questa Relazione di Similarità e quindiprepariamo la campagna sperimentale volta ad individuare la funzione F. Per prima cosa cerchiamo unsito congruente con le ipotesi fatte all’inizio della ricerca, cioè un sito piano, senza ostacoli e omogeneoin senso orizzontale. In questo sito collochiamo un palo meteorologico non troppo elevato (dobbiamostare entro lo Strato Superficiale), per esempio di 16 metri, e lo attrezziamo in modo da poter faremisure di temperatura a 1, 2, 4, 8 e 16 m dal suolo. Inoltre, dopo un’attenta lettura del Cap.9,selezioniamo delle termocoppie sottili (e quindi a risposta rapida per essere in grado di misurarerealmente la deviazione standard della temperatura) e le connetteremo ad un sistema di acquisizionedati adeguato. E fin qui ci siamo attrezzati per misurare σ T . Per poter poi caratterizzare la turbolenza ciserve un apparato in grado di misurare u * e w 'θ ' e sempre dal Cap.9 realizziamo che l’anemometroultrasonico è lo strumento ideale. Lo collochiamo ad una appropriata distanza dal suolo e gliaffianchiamo un normale termometro per poter misurare la temperatura dell’aria. A questo punto lacampagna sperimentale può partire.Un possibile risultato di una tale campagna è quello illustrato in Fig. 4.1 (nella Legenda sono riportati ivalori di u * ed H 0 relativi a ciascun profilo). Come si vede, i profili ottenuti presentano una certaregolarità, ma non aiutano certo a determinare la relazione cercata. L’unica cosa che evidenziano è unadiminuzione di σ T con la quota. Dato che, per ogni profilo, conosciamo il valore corrispondente di u * eH 0 e dato che è semplice da quest’ultimo ottenere la covarianza w 'θ ' una volta nota la temperatura(che in questo campagna ideale era di 300 K), possiamo prendere tutte le misure di tutti i profili ecalcolare per ogni coppia (σ T , z) il valore dei due rapporti adimensionali -σ T /T * e –z/L, ottenendo quantoriportato in Fig.4.2. Il risultato è che tutti i profili collassano attorno ad una curva unica (universale)che rappresenta tutte le situazioni convettive. Ci resta solo un problema aperto: determinare la formafunzionale della curva universale (disegnata in Fig.4.2). Ci si deve qui affidare all’intuizione e, peresempio, possiamo provare una relazione del tipo:—————————————————————————————————————- 142 -
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4. TEORIA DELLA SIMILARITÀ—————————————————————————————————————possono essere scelte in base a considerazioni di praticità oppure rispettando forme funzionali suggeriteda eventuali relazioni teoriche note per il problema in esame. L’operazione di best fitting (si veda Bard(1974) per una introduzione sui metodi numerici di fitting) porta, oltre che all’individuazione deicoefficienti presenti nelle relazioni analitiche, anche alla valutazione del coefficiente di correlazioneche può essere considerato un indice significativo della dispersione dei dati e quindi della significativitàdella procedura adottata. Una gran dispersione dei dati sperimentali spesso è un chiaro indice di unascelta sbagliata delle variabili rilevanti.4.2 ESEMPIO DIDATTICO DI APPLICAZIONE DELL’ANALISI DISIMILARITÀPrima di presentare i risultati ottenuti nell’applicazione dell’Analisi di Similarità, è opportuno descriverenel dettaglio un esempio realistico, direttamente applicato alla realtà del PBL. Immaginiamo di essereinteressati alla determinazione di una relazione semiempirica che descriva il profilo verticale delladeviazione standard della temperatura potenziale entro Strato Superficiale nelle situazioniconvettive. Ottenere un tale profilo partendo dalle relazioni di base della fluidodinamica, presentate alCap.2 è sinceramente sconfortante, anche perché l’intuizione ci suggerisce che dovrebbe esistere unarelazione ragionevolmente semplice nel caso in cui si stia considerando un sito con un’elevataomogeneità superficiale, piano ed in situazioni meteorologiche non perturbate.Prima di realizzare un vero esperimento, vediamo di applicare l’Analisi di Similarità. La prima domandache si poniamo è: quali potrebbero essere le variabili rilevanti per il fenomeno che stiamo considerando?La risposta viene direttamente da quanto abbiamo appreso nel Cap.1. Sicuramente, visto che siamointeressati alla deviazione standard della temperatura, σ T sarà una variabile rilevante e, dato siamointeressati al suo profilo verticale, la quota di misura z rispetto al suolo sarà un’altra variabile rilevante.Oltre a ciò, siamo interessati alle sole situazioni convettive in cui è presente:• la turbolenza di origine meccanica, ben descritta dalla velocità di frizione u *,• la turbolenza di origine convettiva, ben rappresentata dal flusso turbolento di calore sensibile omeglio dalla covarianza w'θ'• il galleggiamento, ben rappresentato dal flusso di galleggiamento β = g/TProviamo quindi, con questi elementi, ad applicare la metodologia appena descritta. Le variabili rilevantisono in tutto 5 e le unità di misura coinvolte sono in totale 3 (lunghezza, tempo e temperatura).Scegliamo come variabili chiave z, β e u * che rispettano i vincoli imposti dal Passo 4 dell’analisi diSimilarità ed esprimiamo le variabili restanti in funzione di queste, ottenendo, come è facile verificare,[ w 'θ '] = [z] -1 [β] -1 [u*] 3[σ T ] = [z] -1 [β] -1 [u*] 2cosa che porta a definire i due rapporti adimensionali seguenti:w'θ 'Tπ1= βzπ32= βz2u*u*σche, a prima vista, appaiono abbastanza misteriosi. Tuttavia possiamo sempre impiegare il Passo 8,—————————————————————————————————————- 141 -