1 BRUNELLA Le scrisse un biglietto anonimo ... - Comune di Parma

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BRUNELLA Le scrisse un biglietto anonimo: “Leggermente innamorato di te”, e lo indirizzò semplicemente a “Brunella”, c/o la palestra che frequentavano entrambi, c’era solo lei con quel nome: sulla quarantina, separata con due figli, media statura, fisico asciutto e scolpito, capelli biondi increspati raccolti sulla nuca con un elastico, mascella volitiva, sguardo spesso imbronciato. O forse concentrato sugli esercizi cui si dedicava per un paio di ore, attrezzi e corpo libero, con una costanza che lui non aveva. Un tipo tosto, insomma, e forse proprio per questo lo aveva colpito, lo attraevano le donne che sembravano qualcosa che lui non era riuscito ad essere. Non le aveva mai parlato, si posizionavano in zone diverse della palestra, dove ciascuno aveva finito col darsi un “territorio” abbastanza stabile e abitudinario. Si limitava a sbirciarla tra un esercizio e l’ altro, lei non se n'era accorta, almeno all'apparenza . E poi quell’avverbio, “leggermente”, voleva essere una rassicurazione, niente di impegnativo, di coinvolgente, niente che potesse significare lasciarsi prendere in una storia. Solo un leggero, impalpabile stato di grazia nel sapere che qualcuno ci ha rivolto la sua attenzione. Coltivava ancora tardivi vezzi da ginnasiale sognatore che di nascosto infila biglietti d’ amore tra le pagine di vocabolario della compagna di classe. Se lei avesse capito che il mittente era lui – ma da che, poi,visto che in qualsiasi cosa della vita si era organizzato le difese? Giusto da un qualche indizio che si fosse lasciato sfuggire, magari un' esitazione se si fossero incrociati agli attrezzi,soprattutto pesi e bilancieri, dove poteva capitare che due o tre persone attendessero il loro turno – se lei lo avesse intuito e avesse risposto nella stessa maniera, un biglietto anonimo ma riconoscibile, un messaggio allusivo ma senza esporsi, avrebbe toccato il cielo con un dito. E invece niente, le sedute scorrevano tutte uguali, tre volte alla settimana,ciascuno con la propria scheda di esercizi, uno scambio di battute con l’istruttrice o il vicino e via. 1

<strong>BRUNELLA</strong><br />

<strong>Le</strong> <strong>scrisse</strong> <strong>un</strong> <strong>biglietto</strong> <strong>anonimo</strong>: “<strong>Le</strong>ggermente innamorato <strong>di</strong> te”, e lo in<strong>di</strong>rizzò semplicemente a<br />

“Br<strong>un</strong>ella”, c/o la palestra che frequentavano entrambi, c’era solo lei con quel nome: sulla<br />

quarantina, separata con due figli, me<strong>di</strong>a statura, fisico asciutto e scolpito, capelli bion<strong>di</strong> increspati<br />

raccolti sulla nuca con <strong>un</strong> elastico, mascella volitiva, sguardo spesso imbronciato. O forse<br />

concentrato sugli esercizi cui si de<strong>di</strong>cava per <strong>un</strong> paio <strong>di</strong> ore, attrezzi e corpo libero, con <strong>un</strong>a<br />

costanza che lui non aveva.<br />

Un tipo tosto, insomma, e forse proprio per questo lo aveva colpito, lo attraevano le donne che<br />

sembravano qualcosa che lui non era riuscito ad essere.<br />

Non le aveva mai parlato, si posizionavano in zone <strong>di</strong>verse della palestra, dove ciasc<strong>un</strong>o aveva<br />

finito col darsi <strong>un</strong> “territorio” abbastanza stabile e abitu<strong>di</strong>nario. Si limitava a sbirciarla tra <strong>un</strong><br />

esercizio e l’ altro, lei non se n'era accorta, almeno all'apparenza .<br />

E poi quell’avverbio, “leggermente”, voleva essere <strong>un</strong>a rassicurazione, niente <strong>di</strong> impegnativo, <strong>di</strong><br />

coinvolgente, niente che potesse significare lasciarsi prendere in <strong>un</strong>a storia. Solo <strong>un</strong> leggero,<br />

impalpabile stato <strong>di</strong> grazia nel sapere che qualc<strong>un</strong>o ci ha rivolto la sua attenzione. Coltivava ancora<br />

tar<strong>di</strong>vi vezzi da ginnasiale sognatore che <strong>di</strong> nascosto infila biglietti d’ amore tra le pagine <strong>di</strong><br />

vocabolario della compagna <strong>di</strong> classe.<br />

Se lei avesse capito che il mittente era lui – ma da che, poi,visto che in qualsiasi cosa della vita si<br />

era organizzato le <strong>di</strong>fese? Giusto da <strong>un</strong> qualche in<strong>di</strong>zio che si fosse lasciato sfuggire, magari <strong>un</strong>'<br />

esitazione se si fossero incrociati agli attrezzi,soprattutto pesi e bilancieri, dove poteva capitare che<br />

due o tre persone attendessero il loro turno – se lei lo avesse intuito e avesse risposto nella stessa<br />

maniera, <strong>un</strong> <strong>biglietto</strong> <strong>anonimo</strong> ma riconoscibile, <strong>un</strong> messaggio allusivo ma senza esporsi, avrebbe<br />

toccato il cielo con <strong>un</strong> <strong>di</strong>to.<br />

E invece niente, le sedute scorrevano tutte uguali, tre volte alla settimana,ciasc<strong>un</strong>o con la propria<br />

scheda <strong>di</strong> esercizi, <strong>un</strong>o scambio <strong>di</strong> battute con l’istruttrice o il vicino e via.<br />

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* * *<br />

Dopo qualche tempo le inviò <strong>un</strong> altro <strong>biglietto</strong>, <strong>anonimo</strong> anche questo, con versi tratti da <strong>un</strong> poeta a<br />

lui caro, suicida in <strong>un</strong>a domenica <strong>di</strong> fine agosto in <strong>un</strong>a stanza d’albergo : “..mi accenna negli occhi<br />

/tutti i cieli lontani <strong>di</strong> quei mattini remoti”. Ispirati a <strong>un</strong>a donna” <strong>di</strong> tempi perduti”.<br />

Aveva completato la citazione con <strong>un</strong> trattino e il cognome del poeta.<br />

I suoi versi pre<strong>di</strong>letti, se li ripeteva spesso, era suggestiva l’ idea <strong>di</strong> <strong>un</strong>a giornata qual<strong>un</strong>que, amorfa<br />

come tutte le sue giornate qual<strong>un</strong>que, lacerata dal riapparire inatteso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a storia antica, dal<br />

sorprendersi capaci <strong>di</strong> soffrire per <strong>un</strong>a ferita che si credeva guarita. La grata scoperta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a pena<br />

tuttora acerba. E <strong>un</strong> ricordo <strong>di</strong> azzurri lontani, quando tutto poteva ancora accadere.<br />

* * *<br />

L'incontro era avvenuto casualmente in <strong>un</strong>a strada del centro.<br />

Giusto il tempo d'incrociarsi e scambiarsi <strong>un</strong> gesto <strong>di</strong> saluto con la mano.<br />

Si erano guardati per <strong>un</strong> istante .<br />

<strong>Le</strong>i non gli aveva accennato niente negli occhi, non possedevano mattini remoti <strong>di</strong> com<strong>un</strong>i ricor<strong>di</strong>.<br />

Lui,invece , si era tra<strong>di</strong>to, il suo sguardo s'era come acceso, illuminato, <strong>un</strong> riflesso del germoglio <strong>di</strong><br />

luce che lei aveva inconsapevolmente regalato alle molte inutili attese della sua vita .<br />

Non gli occorreva vedersi per conoscere le espressioni dei suoi stati d' animo. E com<strong>un</strong>que bastava<br />

la vampa <strong>di</strong> rossore che aveva sentito aggre<strong>di</strong>rgli il viso.<br />

Un attimo dopo , quando ciasc<strong>un</strong>o aveva già superato l' altro in <strong>di</strong>rezione opposta, lui sapeva che<br />

adesso lei sapeva.<br />

Aveva tentato <strong>di</strong> innalzare le consuete <strong>di</strong>fese: “ Ma no, - si era detto – ti pare che basti <strong>un</strong> incontro<br />

<strong>di</strong> pochi secon<strong>di</strong>? Eppoi, cosa ti <strong>di</strong>ce che ti abbia notato, probabilmente stava pensando ai fatti<br />

suoi”.<br />

Cercava <strong>di</strong> schermirsi, <strong>di</strong> rassicurarsi. Inutilmente: non aveva sempre sostenuto con convinzione<br />

che al linguaggio degli occhi non occorrono parole, che <strong>un</strong>o sguardo riesce a esprimere <strong>un</strong>o stato<br />

d'animo, molto <strong>di</strong> più e meglio <strong>di</strong> quanto possano fare l<strong>un</strong>ghi <strong>di</strong>scorsi?<br />

2


No, inutile illudersi, quell'incontro fuggevole l'aveva inchiodato ai due biglietti, e adesso, agli occhi<br />

<strong>di</strong> lei si sentiva colto in flagrante, come denudato, impietosamente svelato nella sua pochezza, nella<br />

sua incapacità <strong>di</strong> affrontare <strong>un</strong>a situazione a viso aperto.<br />

Fu assalito da <strong>un</strong> avvilimento oscuro, pervasivo, senza scampo né possibilità <strong>di</strong> riscatto.<br />

Si sentiva ri<strong>di</strong>colo, anzi, patetico, ch'era ancora peggio; in palestra avrebbe voluto spostare il muro<br />

per esserle, se possibile, ancora più <strong>di</strong>stante. Evitava accuratamente <strong>di</strong> avvicinarsi agli attrezzi<br />

quando lei era nei paraggi.<br />

* * *<br />

Però, alla pizza <strong>di</strong> chiusura del corso, alla metà <strong>di</strong> <strong>un</strong> luglio cal<strong>di</strong>ssimo, lei gli si era<br />

impreve<strong>di</strong>bilmente seduta accanto, alla sua sinistra.<br />

Era l’ <strong>un</strong>ica se<strong>di</strong>a libera, è vero, e lei si era presentata con <strong>un</strong> leggero ritardo, quando tutti avevano<br />

già preso posto, ma non le sarebbe certo mancata la presenza <strong>di</strong> spirito <strong>di</strong> spostare la se<strong>di</strong>a e farsi<br />

fare <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> spazio nel gruppetto delle sue amiche, del resto era magra, che <strong>di</strong>amine!<br />

E invece era lì, accanto a lui, emozionato, quasi grato, per quella vicinanza che interpretava come<br />

<strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong> riconciliazione. Anche se poi, per tutta la serata, lei non lo aveva degnato <strong>di</strong> <strong>un</strong>o<br />

sguardo né <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parola, senza neppure ringraziarlo quando lui, nella catena delle mani avviata dal<br />

cameriere, le aveva passato la pizza; anzi, gli aveva praticamente dato le spalle per conversare con<br />

altre persone alla sua sinistra. Ma era accaduto che ,in mezzo all’allegro vocìo <strong>di</strong> quella tavolata<br />

all’aperto, provenienti da <strong>un</strong>a casa vicina, si fossero fatte largo le strofe <strong>di</strong>messe <strong>di</strong> <strong>un</strong>a canzone<br />

che accennava a “calciatori tristi che non hanno vinto mai….e sono innamorati da <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />

donna che non hanno amato mai”, e lei se n’era uscita con <strong>un</strong> commento – “Che malinconia, parole<br />

desolate, la fine delle speranze…” - che lui aveva letto come <strong>un</strong>a de<strong>di</strong>ca, o forse <strong>un</strong><br />

incoraggiamento o <strong>un</strong> attestato <strong>di</strong> solidarietà.<br />

Ogni tanto avvertiva contro il ginocchio sinistro <strong>un</strong>a leggera pressione del ginocchio destro <strong>di</strong> lei,<br />

nudo fuori dalla larga gonna provenzale che nel sedersi aveva abbondantemente ritirato sulle cosce<br />

abbronzate, e per tutta la serata, e anche dopo, si era chiesto se quei contatti fossero stati<br />

intenzionali o no.<br />

3


Poi, procedendo rilassata la cena sociale, favorita anche da qualche boccale <strong>di</strong> birra ghiacciata, la<br />

conversazione <strong>di</strong>venne più generalizzata, sciolta e confidenziale, i toni <strong>di</strong> voce più alti, e lui udì<br />

nitidamente Br<strong>un</strong>ella che ann<strong>un</strong>ciava che ai primi <strong>di</strong> agosto sarebbe partita per <strong>un</strong> paese <strong>di</strong><br />

montagna, neppure due ore <strong>di</strong> autostrada, e, se qualc<strong>un</strong>o si fosse trovato a passare da quelle parti, lo<br />

invitava ad andarla a trovare, “ …basta darmi <strong>un</strong>a telefonata prima, potete lasciare la chiamata al<br />

bar F. , sta sull’elenco telefonico, ce l’ ho sotto casa, mi conoscono come D. Br<strong>un</strong>ella”.<br />

Una <strong>di</strong> quelle cose convenzionali,tanto per <strong>di</strong>rle, sicuri che cadranno nel vuoto e ness<strong>un</strong>o<br />

raccoglierà l'invito. Ma a lui era sembrato <strong>un</strong> messaggio, neppure troppo velato, e riferito più alla<br />

loro città che al paese delle vacanze: se vuoi cercarmi,sai come trovarmi, senza bisogno <strong>di</strong> biglietti<br />

anonimi, domiciliazioni c/o palestra, e altre contorsioni.<br />

Gli si aprì il cuore alla speranza, ad<strong>di</strong>rittura gli si spalancò quando, a <strong>un</strong>a domanda in<strong>di</strong>stinta: “Fin<br />

quando pensi <strong>di</strong> restare fuori?”, lei, pur cautelandosi con <strong>un</strong> “approssimativamente”, aveva in<strong>di</strong>cato<br />

la stessa giornata <strong>di</strong> fine agosto in cui si era ucciso il poeta. E anche quello sembrava <strong>un</strong> messaggio,<br />

<strong>un</strong> <strong>di</strong>chiararsi sua complice, chi, oltre lui, in quella tavolata, poteva legare quella data al suo poeta,<br />

<strong>di</strong> lui, che adesso però era <strong>di</strong>ventato <strong>di</strong> entrambi, con<strong>di</strong>viso con lei?<br />

A fine serata, nello scambio generale <strong>di</strong> saluti e auguri <strong>di</strong> buone vacanze, lei con <strong>di</strong>sinvoltura gli<br />

stampò due rapi<strong>di</strong> baci sulle guance, con <strong>un</strong>o scherzoso rimprovero, “Ahi, quanto p<strong>un</strong>gi”, riferito<br />

alla scabra e <strong>un</strong> po’ ispida barba <strong>di</strong> due o tre giorni che soleva portare, guardandolo con<br />

<strong>un</strong>’espressione <strong>di</strong> tenerezza.<br />

* * *<br />

Quella notte stentò ad addormentarsi, riviveva ogni istante della serata con <strong>un</strong>a trasognata felicità<br />

<strong>di</strong> cui da molto tempo aveva perso le tracce, come <strong>un</strong> adolescente che si prepari al primo<br />

app<strong>un</strong>tamento con la ragazza a l<strong>un</strong>go corteggiata (la compagna <strong>di</strong> classe, sfogliando le pagine del<br />

vocabolario, ha trovato il <strong>biglietto</strong>, l’ ha scambiato dapprima per <strong>un</strong> app<strong>un</strong>to residuato dall’ultimo<br />

compito in classe, vi ha gettato <strong>di</strong>strattamente gli occhi e ha avuto <strong>un</strong> tuffo al cuore…).<br />

Nei giorni successivi fu molto indeciso se chiamarla in città, o nel luogo della villeggiatura, forse<br />

più riposata e <strong>di</strong>sponibile.<br />

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E quel dubbio con cui si gingillava gli serviva a prol<strong>un</strong>gare la sensazione galvanizzante della<br />

serata <strong>di</strong> fine corso.<br />

* * *<br />

Un pomeriggio, <strong>di</strong> ritorno dall’ufficio, accaldato per l’estate, frustrato come sempre, nella cassetta<br />

delle lettere trovò <strong>un</strong> lettera, l’in<strong>di</strong>rizzo vergato a mano in <strong>un</strong>a calligrafia che gli era sconosciuta.<br />

Il collegamento a Br<strong>un</strong>ella fu imme<strong>di</strong>ato, glielo <strong>di</strong>ceva l’istinto: l'in<strong>di</strong>rizzo doveva averglielo fornito<br />

la segretaria della palestra, con la quale sembrava in confidenza.<br />

Si costrinse a non lacerare subito la busta, a pazientare per i due piani <strong>di</strong> ascensore, l’emozione <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a scoperta importante andava vissuta in <strong>un</strong> ambiente familiare, e intanto gli tornava in mente<br />

quel verso, “m'accenna negli occhi ..”, lei rispondeva alla sua muta <strong>di</strong>chiarazione del loro incontro<br />

nelle vie del centro .<br />

Era <strong>un</strong> cartoncino, <strong>anonimo</strong>, identica grafia della busta, decisa, senza esitazioni. Si accordava bene<br />

col testo: “Sogni? Poesia? Poco o niente, ma non mi mancano. Ho tempo solo per la prosa <strong>di</strong> tutti i<br />

giorni, due figli mi bastano ”.<br />

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