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“L’altra infanzia”: abbandono e illegittimità nella Capitanata dell’Ottocento291L’illegittimità era un fenomeno costante, più <strong>di</strong>ffuso dell’abbandono. Come sievince dai dati riprodotti nella tabella 1, l’andamento delle nascite illegittime erapiuttosto altalenante: il valore minimo interessò il decennio 1800-09 (0,5%), la puntamassima si ebbe nel periodo 1840-49 (2%). Se analizziamo il fenomeno in generalenel corso del XIX secolo, il peso dei nati illegittimi sul totale dei bambini messi almondo a Candela era pari all’1,2%, una percentuale che si allinea a quella relativa allaPuglia nel 1880. Nel panorama nazionale, la Puglia registrava a quella data il valorepiù basso <strong>di</strong> illegittimi e le nascite totali si ripartivano, in valori percentuali, nel seguentemodo: 95,29% legittimi, 1,32% illegittimi e 3,39% esposti 31 . Per avere un parametro<strong>di</strong> paragone, si pensi che, sempre nel 1880, gli illegittimi <strong>di</strong> Emilia Romagna,Umbria e Marche superavano abbondantemente il 10% e Roma - che rappresentavaun caso davvero eclatante - registrava un valore pari al 17,5% sul totale delle nascite.Per quanto attiene la <strong>di</strong>stribuzione per sesso, gli illegittimi a Candela avevanouna connotazione più maschile; i dati <strong>di</strong>stribuiscono, infatti, le nascite illegittime in109 maschi e 99 femmine, con un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> mascolinità pari a 110,1.Soffermiamo ora l’attenzione sugli esposti “<strong>di</strong>chiarati”.Il primo caso <strong>di</strong> esposizione annotato sui registri parrocchiali <strong>di</strong> battesimo risaleal 1810. Il trend dell’abbandono a Candela si snoda, in maniera quasi sistematica, indecenni in cui si concentrava un maggior numero <strong>di</strong> esposti e perio<strong>di</strong> in cui il fenomenoera significativamente meno <strong>di</strong>ffuso. Improvvise oscillazioni nel numero <strong>di</strong>bambini abbandonati, affidati alla pietà altrui, si ebbero in coincidenza <strong>di</strong> gravi crisi:il tifo del 1817, il colera del 1836.La Capitanata era una delle tre province della Puglia preunitaria in cui i postumi<strong>di</strong> carestie, epidemie e crisi <strong>di</strong> vario genere lasciavano i segni più profon<strong>di</strong> sullapopolazione; le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita della popolazione erano drammatiche e la ruota<strong>di</strong>venne, spesso, l’ultima possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza per tanti piccoli destinati comunquealla morte per fame e per malattia.Nel periodo 1810-19 gli esposti rappresentarono l’1% del totale delle nascite, a cuiseguì una fase <strong>di</strong> sensibile regresso dal 1820 al 1839. Fu dagli anni Quaranta del XIXsecolo che l’abbandono a Candela assunse un peso maggiore e toccò una proporzioneabbastanza elevata nel periodo 1840-49 (1,3%); il fenomeno subì un decrementonei due decenni successivi per poi raggiungere il valore più elevato negli anni Settanta.Dal 1870 al 1879 furono abbandonati a Candela 36 bambini, <strong>di</strong>stinti in 10 maschie 26 femmine, pari all’1,5% sul totale dei battezzati.Un elemento che scaturisce dall’elaborazione dei dati è la superiorità femminile,62 femmine contro 54 maschi. Si tratta <strong>di</strong> una caratteristica secolare dell’abbandono:almeno fino alla seconda metà dell’Ottocento era maggiore la propensione a liberarsi<strong>di</strong> una figlia femmina piuttosto che <strong>di</strong> un maschio. La donna rappresentava un31I dati sono riportati in G. DA MOLIN, Nati e abbandonati, cit., p. 77.Stampa: Centro Grafico S.r.l. - www.centrografi cofoggia.it

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