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“L’altra infanzia”: abbandono e illegittimità nella Capitanata dell’Ottocento285dell’ospedale del paese, mentre l’abitazione della pia ricevitrice era collocata al pianosuperiore e spesso accadeva che la donna si accorgesse troppo tar<strong>di</strong> della presenza<strong>di</strong> un bambino abbandonato.La ruota <strong>di</strong> Biccari, invece, veniva usufruita principalmente da persone provenientidai paesi vicini, tanto da portare il decurionato biccarese a deciderne arbitrariamentela chiusura senza interpellare l’intendente; la ruota venne riattivata in seguitoal decreto del 1854.Altra realtà, quella <strong>di</strong> Casalvecchio, in cui la ruota non funzionava perché mancavala pia ricevitrice che fu nominata solo nel 1854, con uno stipen<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> otto ducati.In altri paesi ancora, la ruota era completamente assente e si dovette procedereex novo alla costruzione e alla collocazione della stessa.I tempi <strong>di</strong> attesa per l’installazione dei nuovi “torni” 18 furono spesso molto lunghi,in quanto i comuni interessati erano contrari all’esborso <strong>di</strong> denaro per tale fine:a sostegno <strong>di</strong> ciò denunciavano l’inutilità della ruota perché le esposizioni eranorare o del tutto inesistenti.L’amministrazione comunale <strong>di</strong> San Fer<strong>di</strong>nando, uno dei comuni privi <strong>di</strong> ruota, sirifiutò <strong>di</strong> costruirla e trovò un valido alleato nel vescovo <strong>di</strong> Trani, il quale riteneva lacostruzione della ruota un incentivo all’abbandono dei figli.“[Le ruote] possono tornar utili in paesi gran<strong>di</strong>, ove la gente è rotta al malcostume; ma in un villaggio come San Fer<strong>di</strong>nando dove si vive con semplicitàpatriarcale, sarebbe oggetto <strong>di</strong> scandalo e turberebbe la mente delle personeoneste, le quali ignorano simili cose. Tanto più sarebbe scandaloso, come si<strong>di</strong>ce, la ruota verrebbe installata in una delle case che compongono il quadratodella villa, luogo oltre modo frequentato. Inoltre sarebbe inutile poiché da ottoanni che la colonia è stata fondata, due soli casi <strong>di</strong> parti illegittimi sono accaduti,ma con risultato <strong>di</strong> tanta infamia che da molto tempo non si sono riprodotti,ed è da credersi che non si riprodurranno più” 19 .Tuttavia, nonostante il parere contrario dell’amministrazione comunale, anche aSan Fer<strong>di</strong>nando la ruota venne costruita in seguito al decreto del 1854 20 .18A seconda delle zone e della forma, la ruota era detta anche “rota”, “torno”, “curlo”, “buca”,“presepio”, “scaffa”, “pila”. Per ulteriori in<strong>di</strong>cazioni si veda G. DI BELLO, Senza nome né famiglia.I bambini abbandonati nell’Ottocento, Firenze 1989, p. 14 e P. GALLETTO, La “ruota”, Roma1987, p. 314.19Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Foggia (d’ora in poi A.S.F.), Intendenza e governo <strong>di</strong> Capitanata, Corrispondenza,lettera datata Trani, 24 marzo 1855, dall’arcivescovo <strong>di</strong> Trani all’intendente <strong>di</strong>Capitanata.20Il <strong>di</strong>battito ottocentesco sulla chiusura delle ruote fu molto vivace; si vennero a creare duecorrenti, l’una decisamente contraria all’abolizione della ruota, l’altra, facendo ricorso agliargomenti degli avversari francesi del torno, del tutto favorevole. Nel 1869 venne chiusa laStampa: Centro Grafico S.r.l. - www.centrografi cofoggia.it

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