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la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>mensileMilanoanno In.2 – maggio 2009Ettore Cozzanie quell’Eroicaepopea graficaanna modenaIl vecchio libroche resiste allasfida del webguglielmo cavalloMalaparte,un fondo tuttoda scoprirematteo noja


Consiglio <strong>di</strong> amministrazione della<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Marcello Dell’Utri (presidente)Giuliano Adreani, Carlo Carena,Fedele Confalonieri, Maurizio Costa,Ennio Doris, Paolo Andrea Mettel,Fabio Perotti Cei, Fulvio Pravadelli,Carlo TognoliSegretario GeneraleAngelo De TomasiCollegio dei Revisori dei contiAchille Frattini (presidente)Gianfranco Polerani,Francesco Antonio Giampaolo<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Elena Bellini segreteria mostreChiara Bonfatti sala CampanellaSonia Corain segreteria teatroGiacomo Corvaglia sala consultazioneClau<strong>di</strong>o Ferri <strong>di</strong>rettoreLuciano Ghirelli servizi generaliMatteo Noja conservatore della<strong>Biblioteca</strong>Donatella Oggioni responsabile teatroe ufficio stampaAnnette Popel Pozzo responsabiledel Fondo AnticoGau<strong>di</strong>o Saracino servizi generaliDirettore responsabileAngelo CrespiUfficio <strong>di</strong> redazioneMatteo Tosi e Gianluca MontinaroProgetto grafico e impaginazioneElena BuffaFotolito e stampaGalli Thierry, MilanoReferenze fotograficheSaporetti Immagini d’Arte Snc,MilanoL’e<strong>di</strong>tore si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>sponibilea regolare eventuali <strong>di</strong>rittiper immagini o testi <strong>di</strong> cuinon sia stato possibile reperirela fonteDirezione e redazioneVia <strong>Senato</strong>, 14 – 20121 MilanoTel. 02 76215318Fax 02 782387segreteria@biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itwww.biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itBollettino mensile della<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano<strong>di</strong>stribuito gratuitamenteStampato in Italia© 2009 – <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>E<strong>di</strong>zioniTutti i <strong>di</strong>ritti riservatiQuesto perio<strong>di</strong>co è associato allaUnione Stampa Perio<strong>di</strong>ca ItalianaReg. Trib. <strong>di</strong> Milano n. 104 del11/03/2009


la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> - MilanoMENSILE DI BIBLIOFILIA – ANNO I – N.2 – MILANO, MAGGIO 2009Sommario5212541424447505254Ritratto <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>toreL’ALTROVE DELLA POESIAE “L’EROICA” DI COZZANI<strong>di</strong> Anna ModenaIl futuro dell’e<strong>di</strong>toriaIL PIACERE DELLA CARTA<strong>di</strong> Guglielmo CavalloinSEDICESIMO – Le rubricheAPPUNTAMENTI, CATALOGHI,RECENSIONI, ASTE E RISTAMPEChicche in collezioneCHE FARÒ SENZA EURIDICE?<strong>di</strong> Chiara BonfattiIl nuovo ospiteMALAPARTE È QUI<strong>di</strong> Matteo NojaI libri illustratiLA PAROLA PASSA ALLE FIGURE<strong>di</strong> Chiara NicoliniStorie d’aziendaCELEBRAZIONE GRIFFATA<strong>di</strong> Matteo NojaAcquisizioni recentiUNA COLLEZIONE SEMPREPIÙ RICCA, MESE DOPO MESE<strong>di</strong> Chiara Bonfatti e Giacomo CorvagliaChicche da bibliomaneCERTO, UNA LIBRERIA!<strong>di</strong> R. Obre<strong>di</strong>L’intervista d’autoreCANTAMESSA, CHE FALE CARTE AL DIAVOLO<strong>di</strong> Luigi MascheroniE<strong>di</strong>torialeDI MATTEO NOJAUna scossa ha trasformato parte dell'Abruzzoin un cumulo <strong>di</strong> macerie e morte.Ma il luogo della trage<strong>di</strong>a si è mutatoin breve anche nel luogo dove si incontranola speranza e la forza <strong>di</strong> chi lotta contro il tempoper portare soccorso, continuare a vivere.Durante le numerose <strong>di</strong>rette televisiveda L’Aquila, tra le tante testimonianze drammatiche,una ci ha colpito. Una signora anziana racconta <strong>di</strong>aver perso tutto. Con <strong>di</strong>gnità, senza scomporsi.“Tutto, ho perso tutto. Il mio appartamento…Tutto. I miei libri, ne avevo tanti, sa, tutti persi…I miei libri… non potrò più leggere i miei libri”.I libri sono testimoni, <strong>di</strong>retti o in<strong>di</strong>retti, dellavita <strong>di</strong> una società come <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> un uomo solo.Ne subiscono la sorte e le ingiurie, ne godonole ricchezze e le fortune; dopo la morte vengono<strong>di</strong>spersi come cenere al vento, quasi fosseroun’ingombrante testimonianza <strong>di</strong> chi ci ha lasciato.Vi è nella vita dei libri qualcosa che liapparenta alle vicende umane; la crudeltà dellanatura e degli uomini si esercita su <strong>di</strong> loro come su<strong>di</strong> noi: dai terremoti alle alluvioni, dagli incen<strong>di</strong> alleguerre, il destino <strong>di</strong> uomini e libri è comune.Parafrasando Heinrich Heine – quando ammonivache là dove si bruciano i libri, si bruciano anchegli uomini – potremmo <strong>di</strong>re che là dovescompaiono gli uomini, scompaiono anche i libri.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 5Ritratto <strong>di</strong> un “e<strong>di</strong>tore”L’ALTROVE DELLA POESIAE L’EROICA DI COZZANILa coraggiosa epopea <strong>di</strong> un uomo e della sua rivistaANNA MODENAEttore Cozzani ha fatto della sua esistenza unpercorso <strong>di</strong> ricerca della poesia: l’ha cercata, in oltretrent’anni <strong>di</strong> lavoro, come <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> rivistaed e<strong>di</strong>tore, fuori dai circuiti canonici, dalle scuole, daimovimenti, e oltre i mon<strong>di</strong> letterari; l’ha trovata nelloscorrere <strong>di</strong> un secolo che talora pare non averlo sfiorato,se non per porsi “contro”, solitario, spesso incompreso.Per Cozzani e Franco Oliva, architetto e incisorespezzino, la poesia è necessità vitale, all’atto <strong>di</strong> fondazionedella loro rivista.In quel luglio del 1911, quando con gli unici mezzidella fede e <strong>di</strong> ununo stipen<strong>di</strong>o da insegnante <strong>di</strong> 130 lire,Cozzani fonda la rivista, la pagina proemiale è un atto <strong>di</strong>ribellione: contro l’ipercritica «l’etànostra è della critica» (specialmenteCroce e Papini) ov<strong>via</strong>mente contro ilfuturismo, che comunque – scriverà n. 77-80più avanti – «aveva già superati i suoiscopi <strong>di</strong> ribellione dall’antiaccademismo»e andava a perdersi, quin<strong>di</strong>annullava la sua funzione primaria,contro «l’espressione <strong>di</strong> un’Italiastanca e ondeggiante fra la malinconiae la noia delle vecchie cose», cioècontro la poesia crepuscolare. E nonpoteva essere altrimenti se la spiegazionedel nome “L’Eroica”, un nomein totale controtendenza con i tempinuovi, che già guardavano più all’umanoche all’eroico, all’io più che alsuper io, sta in quel «Eroica invero èla poesia: unica espressione del <strong>di</strong>vinonella vita umana».A. Wildt, copertina per “L’Eroica”,Fin da giugno, Cozzani si era affrettato a scrivere ald’Annunzio, per invitarlo a collaborare, in termini moltoespliciti, delineando una battaglia e un programma:«Maestro!/ Contro l’indegna baraonda dei critici chehanno invasi i pre<strong>di</strong>i della poesia, spargendo per ogni dovela loro sozzura, si leva una rivista l’Eroica, che si propone<strong>di</strong> annunciare, <strong>di</strong>vulgare esaltare la Poesia, comunquee dovunque essa si manifesti, nelle cinque arti belle cioè, enella vita. / La rivista pubblicherà opere originali <strong>di</strong> poesia,pittura, scultura, musica e architettura, altissime; eavrà anche una sua parte critica, ma intesa più a co<strong>di</strong>ficarecha a <strong>di</strong>struggere, più a comprendere che a limitare./ L’e<strong>di</strong>zionesarà magnifica: ogni scritto edogni riproduzione o gruppo <strong>di</strong> riproduzioniavrà il suo frontespizio decorato <strong>di</strong>xilografie originali; il formato sarà moltogrande, le tavole fuori testo d’una delicatezzaunica. Ovunque il respiro e il sospirodella Poesia.»A questa richiesta, e a questomessaggio traboccante <strong>di</strong> quel «valordell’entusiasmo e della fede nellagioventù nuova, che non è tutta inari<strong>di</strong>tae inebetita, e spersa negli sterpetidella critica», d’Annunzio, dall’esiliofrancese, rispondeva con unsemplice telegramma <strong>di</strong> “consentimento”e fiducia nei “compagni <strong>di</strong>volontà e <strong>di</strong> speranza”, orgogliosamentecitato nel fascicolo 4 della rivista(p. 196).


6 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009A. Discovolo, Ettore Cozzani, 1912Ma chi era nel 1911 Ettore Cozzani che in provinciatentava un’impresa non facile da nessun punto <strong>di</strong> vista?Nato a La Spezia nel 1884 da famiglia <strong>di</strong> modestacon<strong>di</strong>zione, ma che vantava ascendenze nobiliari, in gioventùè imme<strong>di</strong>atamente affascinato dalle imprese eroichecome la spe<strong>di</strong>zione dell’ammiraglio Umberto Cagniin Alasca con la Stella polare, aderisce al partito anarchicoe collabora al settimanale spezzino “Il Libertario”, dovesi celebra Carducci rivoluzionario e agitatore, si proponeLa nave <strong>di</strong> d’Annunzio come modello <strong>di</strong> un sogno cheporta all’altra terra, l’Atlantide sognata. Il foglio osa molto,e arriva, contro ogni regola del movimento libertario,a in<strong>di</strong>care nella guerra la <strong>via</strong> più breve per la rivoluzione.Compie gli stu<strong>di</strong> letterari a Pisa dove ha come maestriVittorio Cian, e Gioacchino Volpe, ma ammira specialmenteGiovanni Pascoli, che ritrae, nei suoi Ricor<strong>di</strong>,timido, riservato, solitario tra il colonnato dell’Università,quasi preveggente la fine non lontana. Del professoreinsegue “il modo <strong>di</strong> rivelare i testi classici, e il modo <strong>di</strong>esprimersi”, del poeta, quasi ogni filone, classico e patriottico;è abbastanza intrinseco, se dalle sue mani ricevei Poemi convi<strong>via</strong>li con de<strong>di</strong>ca e l’auspicio, molto impegnativo,<strong>di</strong> un commento: «Sia la chiosa migliore del testo!».Una ricerca nell’archivio <strong>di</strong> Castelvecchio a opera<strong>di</strong> Umberto Sereni, ha messo in luce che il mito del rapportocon Pascoli è una specie <strong>di</strong> enfatizzazione della memoria,ingigantito dal tempo e da un’attenzione ritenutaesclusiva, mentre, dal 1905 al ’12, gli ultimi anni della vitadel poeta, un esiguo carteggio documenta più un tentativo<strong>di</strong> amicizia che una sua vera realizzazione. Probabilmentenon fece presa sul professore l’eccesso <strong>di</strong> passioneche animava il giovane stu<strong>di</strong>oso e non fu bene accolto ilsuo lavoro sui Convi<strong>via</strong>li. Certo è che Cozzani esce quasiimme<strong>di</strong>atamente dall’orbita pascoliana, in cui era un po’a forza entrato, e non ha più u<strong>di</strong>enza a Castelvecchio.Fin dal 1908 è attratto dalle potenzialità della giovanerivista fiorentina “La Voce”; ne percepisce imme<strong>di</strong>atamentevalore e ruolo nel risveglio della coscienza nazionale.Quando la rivista inizia una serie <strong>di</strong> corrispondenzeda varie città italiane, chiede a Prezzolini <strong>di</strong> affidagli quellasu La Spezia e la descrive come città militare, fuori dalmovimento nazionale. Ne nasce una specie <strong>di</strong> rivoluzionedegli intellettuali citta<strong>di</strong>ni, che gli dettano una risposta,stampata a proprie spese e <strong>di</strong>vulgata in città, singolareanticipo <strong>di</strong> un destino <strong>di</strong> operatore solitario.La breve collaborazione alla “Voce” si esaurisce inquesto unico articolo; nel ricordo del <strong>di</strong>rettore resta:«Una brava persona, tutto sommato, fatta <strong>di</strong> entusiasmi e<strong>di</strong> esaltazioni, che venne a sfarfallonare anche intorno a“La Voce”, senza rendersi conto che la sua retorica ci si sarebbebruciata inevitabilmente le mani».Poco dopo conosce il poeta e comme<strong>di</strong>ografo SemBenelli, già aureolato dal successo della Cena delle beffe,stabilitosi sulla costa orientale del Golfo, e lo elegge suonume tutelare. Nei ricor<strong>di</strong> sottolineerà come questa amiciziagli abbia da una parte giovato perché gli sottopose davicino «l’esperienza <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un poeta… che aveva anchesofferto la sua arte», cioè un modello atteggiato in formedannunziane, dove l’arte è missione e destino, e il repertorio<strong>di</strong> una «fantasia ricca <strong>di</strong> immagini e <strong>di</strong> musiche» chegli resterà sempre come punto <strong>di</strong> riferimento per la propriascrittura creativa, specie in versi. E, dall’altra gli abbianuociuto, sia per le gelosie che provocò, sia perché locatapultò nell’orbita delle Stroncature <strong>di</strong> Papini che, passandoal vaglio della sua penna acuminata il carme L’altare,lo etichettò in modo sferzante, prendendolo considerandolosolo come satellite del comme<strong>di</strong>ografo: «Quandoun uomo ha vinto un terno teatrale come la Cena delle


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 7beffe ed è conclamato da quei Golia della critica che sono,per cattivo esempio, Domenico Oliva ed Ettore Cozzani,non è lecito <strong>di</strong>scorrerne sotto gamba, come al tempo delFiglio dei Tempi [il primo poema del Benelli del 1905]».Giu<strong>di</strong>zio solo in parte attenuato, dopo oltre trent’anni eun colloquio, da un appunto del maggio ’46: «ConoscoEttore Cozzani, il <strong>di</strong>rettore dell’Eroica… Non l’avevomai visto e avevo poca simpatia per lui, vecchio dannunzianoenfatico. Mi <strong>di</strong>ce che il poeta del suo cuore è inveceil Pascoli, sul quale ha scritto libri che hanno avuto grandefortuna. Mi racconta le atrocità commesse in Alta Italia loscorso anno, dovute in parte a precise istruzioni straniereagli operai e a delinquenti liberati dalle carceri».Non ci sono elementi per confermare il dato che silegge in una lettera <strong>di</strong> Federigo Tozzi (che certamentenon amava Benelli) a Domenico Giuliotti del 30 maggio1912: «Il Cappa [Innocenzo] credeva (e forse lo crede ancora)che l’Eroica sia stipen<strong>di</strong>ata dal Benelli. E, quel che èassai peggio, ci crede suoi seguaci. Egli me lo <strong>di</strong>sse francamente;ed io, mostrandomene offeso, <strong>di</strong>ssi recisamenteche non era vero».Forse l’idea era dovuta più ad atmosfera <strong>di</strong> cultura e<strong>di</strong> scelte, per le quali Sem Benelli esercitò sempre un’influenzanon piccola né breve. In verità Cozzani ha sempreaffermato <strong>di</strong> aver pagato la rivista col suo modesto stipen<strong>di</strong>o<strong>di</strong> professore; e aggiungeva che, volendo fondare unarassegna adatta a sod<strong>di</strong>sfare le sue aspirazioni, si era rivoltoall’e<strong>di</strong>tore Bemporad, che gli aveva risposto che senzacentomila lire a fondo perso era impossibile cominciare.Tutta<strong>via</strong> iniziò le pubblicazioni, con la collaborazionedell’architetto Oliva e del tipografo che credettenella sua onestà; della rivista era <strong>di</strong>rettore amministratore,fattorino… in perenne stato <strong>di</strong> mobilitazione.Fu veramente L’Eroica «la più antivociana possibiledelle riviste… ultimo rifugio <strong>di</strong> peccatori dannunziani»come <strong>di</strong>sse Debenedetti analizzando gli esor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tozzi?Se lo è stata, è solo per sottrazione, per scelte altre:nel momento in cui <strong>di</strong>chiarano tutta la loro attenzione alle“cinque arti belle”, i <strong>di</strong>rettori della rivista si defilano daogni <strong>di</strong>scussione e si votano alla causa dell’artista arteficesolitario, da proporre al mondo, togliendolo appena alsuo fervore creativo. Quasi impossibile il <strong>di</strong>battito, scarsoil confronto, se i modelli sono ritenuti universali. Il nuovopuò essere sfiorato e lasciato sfuggire, o saldamente evitato,o magari, impreve<strong>di</strong>bilmente insinuarsi nelle pieghe<strong>di</strong> esercizi anonimi senza essere compreso.Fin dal secondo numero della rivista, dove la letteraturafa il suo ingresso quasi in sor<strong>di</strong>na accanto al messaggiopiù sicuro dell’incisione, la novella Tregua<strong>di</strong> FederigoTozzi (un racconto a tutti gli effetti, non una prosa oun “non racconto” come l’ha definita Cozzani) mostratutte le sue <strong>di</strong>ssonanze, per forza <strong>di</strong>rompente <strong>di</strong> linguag-E. Mantelli, xilografia per il titolo <strong>di</strong> Impulsi ed altri aforismi <strong>di</strong> F. Tozzi, n. 3, settembre 1911; C. Luperini, xilografia perla lirica A Dio <strong>di</strong> F. Tozzi, n. 5-6, novembre 1911; F. Nonni, xilografia per la lirica Lamento sopra la sorellina morta <strong>di</strong>A. S. Novaro, n.9-11, 1912


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 9gio e struttura narrativa, sia dal pacato realismo provincialedel racconto <strong>di</strong> Antonio Beltramelli, sia dal bozzettismo<strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando Paolieri.La presenza dello scrittore toscano costituisce nellarivista un capitolo non secondario, che vale la pena ricostruirealla luce degli stu<strong>di</strong> più recenti, per i meccanismialtalenanti che innesca nel suo animo e per il cambiamento<strong>di</strong> rotta che stava per apportare alla vita del perio<strong>di</strong>co.In una lettera del 1931, scritta a Paolo Cesarini chesi accingeva a <strong>di</strong>ventare biografo <strong>di</strong> Tozzi, Ettore Cozzaniricordava che, volendo scovare «forze nuove, perché <strong>di</strong>forze nuove e nascoste era piena l’Italia – ignorate o misconosciuteo tenute volontariamente fuori dalla critica»si rivolse a Domenico Giuliotti <strong>di</strong> cui aveva letto “bellissimiversi” (la raccolta <strong>di</strong> poesie Ombre <strong>di</strong> un’ombra, pienedella presenza del <strong>di</strong>vino, anche in forma mistica e severa).Giuliotti estese subito l’invito a Tozzi e a Fer<strong>di</strong>nandoPaolieri. Il 17 luglio del 1911 scriveva a Tozzi: «La rivistadel Cozzani potrebbe essere, anzi sarà, cosa bellissima.Hai fatto bene a mandargli subito qualche cosa. Io gli parlai<strong>di</strong> te come ti meriti. Perciò vorrei che tu gli avessi in<strong>via</strong>touna delle tue cose più Tozzesche. E cerca pure <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere,costà, L’Eroica come ho intenzione <strong>di</strong> fare io».Tozzi e Paolieri furono tempestivi nelle collaborazionie presenti fin dal secondo numero, l’uno con la novellaTregua, l’altro con Il grano. Forse l’invito dell’amicoGiuliotti per un invio <strong>di</strong> materiali più personali tendeva aescludere i racconti per privilegiare poesie (Tozzi pubblicanell’autunno dal Puccini <strong>di</strong> Ancona La zampogna verde)e aforismi, che non mancherà poco dopo <strong>di</strong> lodare:«Il terzo numero dell’Eroica è stupendo. Belle (pare impossibile!),d’una bellezza sui generis, le tre liriche dl Benelli;belle le tue Barche Capovolte; bello il seguito degliAmanti <strong>di</strong> Morgana del buon Cozzani; bellissimi i mobilidel Gavino e il resto, se pur minore, non stona.Per quest’altro numero, manda all’Eroica le tue ultimepoesie (quelle che tu mi leggesti qui a Greve il giorno deiSanti) ma mandale, mi capisci? E nota che se ti <strong>di</strong>co cosìmi do la zappa sui pie<strong>di</strong>; perché comparendo esse nellostesso numero che conterrà le mie “Canne <strong>di</strong> Pane” questeresteranno, al confronto, stritolate. Ma tant’è nonposso fare a meno, brutto maiale!, <strong>di</strong> volerti bene».A. Discovolo, E. Cozzani, <strong>di</strong>segno, 1906L.Viani, L’esodo, “L’Eroica”, n. 29, agosto 1914Tozzi e Giuliotti fanno parte del comitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezionedella rivista e vi ripongono molte speranze, soprattuttoper quanto riguarda la pubblicazione <strong>di</strong> loro libri:Giuliotti ha ripreso a scrivere poesie: «Dopo cinque anni<strong>di</strong> vergognoso silenzio, sto scrivendo, ora, una bella poesiade<strong>di</strong>cata a te, che sei stato il mio liberatore. M’accorgod’esser più robusto e ricco e spe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> prima. Ormai, nulla<strong>di</strong>es sine linea; e t’accerto che, fra qualche mese, avròpronto un bel volume <strong>di</strong> versi per la collana del Cozzani».Tozzi in bicicletta si spinge fino a La Spezia e il Iº <strong>di</strong>cembredel 1911, appena tornato, scrive all’amico questopromettente resoconto:«dopo un giorno <strong>di</strong> affaticamento ho goduto la mirabileamicizia che Cozzani Oliva Mantelli Luperini hanno pernoi. A pena tu avrai fatto il nuovo volume, è certo che nondovrai avere schifosi contatti e contratti e contrazionie<strong>di</strong>toriali; ma il buon gruppo dell’Eroica ti accoglierà cometi meriti e ti farà conoscere nel miglior modo! Cozzanimi incarica <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti che alla fine del mese vuol riunirci a Firenze(anche il Paolieri e qualche altro) per consigliarsi


10 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009F. Casorati, Visione, “L’Eroica”, n.34-35-36, marzo 1915circa un definitivo e più forte in<strong>di</strong>rizzodella Rivista, da cui <strong>di</strong>pendemolto <strong>di</strong> noi, praticamente».L’incontro, con Cozzani eMantelli, avverrà a Firenze e a Siena.Intanto Tozzi continuava nonsenza <strong>di</strong>fficoltà la <strong>di</strong>ffusione della rivistain Toscana e incontrava alcunicollaboratori come Eugenio Coselschi,tenuto in alta considerazione daCozzani che lo considerava una promessadella poesia, una specie <strong>di</strong> lirico<strong>di</strong> impronta filosofica.L’atteggiamento nei confronti del <strong>di</strong>rettore cambiafulmineamente: Federigo Tozzi si mostra duramente risentitoil 29 gennaio 1912: «Con mia sorpresa, t’avvertoche il Cozzani mi scrive che pubblicherà non so quale corona<strong>di</strong> poeti minori, come egli <strong>di</strong>ce. Perciò sono costrettoa scrivergli che io con “L’Eroica” non ho più niente ache vedere. Tanto per tua regola….». Non sappiamoquali fossero state le parole del Cozzani, perché nessunadelle sue lettere è rimasta nell’archivio Tozzi. Lo scrittoresenese, già poco sensibile al tema eroico, certamente nonpoteva accettare che si pubblicassero poeti come GiuseppeToffanin, Corrado Martinetti, Vittorio Bravetta, UgoGhiron, Francesco Sapori, quelli che compaiono nellaGhirlanda del n. 5-6 (datato al novembre1911, ma, pare, ancora in lavorazionenel gennaio successivo)interpreti <strong>di</strong> un gusto tardo romantico,languido e talora sentimentale,che popola le pagine della rivista.L’amarezza è evidente, condensatanell’astio contro il <strong>di</strong>rettoree contemporaneamente nella chiusa<strong>di</strong> alcune speranze: «Pensa che conquesto lavativo l’Eroica nostra è finita.Pare impossibile che le cose bellesiano sempre corte».Giuliotti è più possibilista e il Iºfebbraio riba<strong>di</strong>sce all’amico la lealtàdel Cozzani e la stima per il suo lavoro:«avendoti profondamente compreso, ti ha <strong>di</strong>feso contromolti imbecilli che <strong>di</strong>sorientati dalla tua originalità ticredono ( per i tuoi aforismi) un pazzo… Stava preparando,su te, un medaglione per l’“Eroica”. Fra qualche mese,tu sai sarebbero usciti, in magnifica veste, per meritosuo , i tuoi aforismi. Te li avrebbe lanciati come riesce alui». Attribuisce poi a “ragioni <strong>di</strong> opportunità e <strong>di</strong> convenienza”la pubblicazione, ogni quattro mesi, <strong>di</strong> “passabilipoesie” <strong>di</strong> gente che ha qualche qualità <strong>di</strong> “versificatorinon vergognosi”. E riprova la precipitosa decisione <strong>di</strong> ritirareimme<strong>di</strong>atamente i manoscritti; anzi consiglia <strong>di</strong> lasciarela Preghiera a Dio per cui sono state già fatte le incisioni.E Tozzi lo ascolta: la lirica A Dio uscirà accompa-UNA FIGURA EROICA, CONTRO LA “CRITICA”La rivista L’Eroicaè, con la casa e<strong>di</strong>triceomonima, l’immagine fedele delpercorso morale e intellettuale <strong>di</strong>Ettore Cozzani alla ricerca della Poesia, intesasoprattutto come ragione <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong>ogni forma artistica, ricerca condotta fuoridai circuiti canonici e dai vari salotti culturali,al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni scuola e movimentoletterario; ricerca che, per la sua de<strong>di</strong>zionee fiducia incrollabile nella gioventù, lo harelegato in un posto solitario nella storiadelle nostre lettere, quasi ai margini dell’ufficialità,spesso incompreso.Nato il 3 gennaio1884 a La Speziada famiglia <strong>di</strong> modeste con<strong>di</strong>zioni, graziea una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> frequenta la ScuolaNormale <strong>di</strong> Pisa dove si laurea con una tesisulla poesia sanscrita. Stu<strong>di</strong>a con GioacchinoVolpe e Vittorio Cian, ma subiscel’influenza della figura <strong>di</strong> Giovanni Pascoli,<strong>di</strong> cui è allievo devoto e a cui de<strong>di</strong>cha,nel tempo, numerose pagine <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.Il Poeta gli invierà i Poemi convi<strong>via</strong>licon un’affettuosa de<strong>di</strong>ca: “A EttoreCozzani, sia la chiosa migliore del testo”.Ben presto comincia a insegnarenella Scuola complementare pareggiata aLa Spezia. Nel 1911 assieme all’architettoFranco Oliva – che ben presto lo lascerà –fonda la rivista “L’Eroica”. Nel 1917 si trasferiscea Milano, dove continua la sua attività<strong>di</strong> scrittore ed e<strong>di</strong>tore. All’indomanidella Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, viene in-


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 11gnata dalle xilografie <strong>di</strong> Cafiero Luperini,seguita da In Chor<strong>di</strong>s et organo<strong>di</strong> Giuliotti, de<strong>di</strong>cata a Tozzi.Ma la lettera <strong>di</strong> Giuliotti toccail nervo scoperto della presenza delloscrittore senese sulla rivista spezzina,specie con quelle due serie <strong>di</strong> aforismiLa fiamma e Impulsi, anticipi <strong>di</strong>un libro progettato e sperato, Barchecapovolte (pubblicato nel 1981 dal figlioGlauco), che solo recentementesono state valutate nella loro importanza,da Baldacci a Marco Marchi, aDelia Garofano.Oggi si pensa che il “libro d’aforismi”sia cresciuto negli anni su sestesso «quale miscellanea <strong>di</strong> braniconcepiti senza precise finalità, semplice“resoconto liricizzato” <strong>di</strong> un appren<strong>di</strong>stato insiemeesistenziale e culturale».Forse Tozzi ne sperava la pubblicazione fin dal 1910come “piccolo libro <strong>di</strong> psicologia” al quale teneva più <strong>di</strong>ogni altra cosa, come accennava al Giuliotti. Nulla <strong>di</strong>eroico nei suoi aforismi, nemmeno quell’aura <strong>di</strong> peccatodannunziano che Debenedetti annetteva alla rivista, mauna ricerca <strong>di</strong> sé attraverso nuovi mezzi espressivi.Il libro è da considerare opera fondamentale nellaricerca delle ra<strong>di</strong>ci dell’esistenza, che riconferma lo spessorepsicologico del suo lavoro, già nutrito delle letturedel pragmatista americano William James. È ancora l’operache mostra l’accostamento tra vita e scrittura.C. Luperini, xilografia per il raccontoL’emigrante <strong>di</strong> G. Deledda, n. 7,marzo 1912Sembra verosimile che questamateria così moderna non abbia trovatogrande u<strong>di</strong>enza nella rivista:«Talvolta io sento la mia anima piena <strong>di</strong>occhi chiusi (Gli occhi dell’anima in Lafiamma, n. 3)Non adoperate troppo in fretta la vostracoscienza, la quale è come una spada chetaglia ovunque la volgiate. Onde non fateche le aperture troppo gran<strong>di</strong> siano prodottein voi. Bisogna che anima camminisopra il suo infinito con molta avvedutezza.Poi che l’anima è come se fosse attaccataa qualche cosa. Non fate che si rompa questo legame.(Contentezza <strong>di</strong> sé in Impulsi, n. 4)Sempre c’è nel nostro interno una <strong>via</strong> che ci convince <strong>di</strong>più. E finalmente ci affi<strong>di</strong>amo a essa. Ma quante esitazioniinnanzi. Poi che quasi tutte le vie sembrano da seguirsi. /E queste vie sono aperte al nostro passato. L’uomo vivesempre una buona parte <strong>di</strong> sé stesso, cioè <strong>di</strong> quel che si accumulatonell’anima (Le vie in Impulsi, n. 4)».Tozzi rimane nella rivista con la speranza <strong>di</strong> pubblicareBarche capovolte, ma anche il libro <strong>di</strong> poesie, che leggiamonel suo archivio: Specchi d’acqua<strong>di</strong> cui Cozzani avevagià fatto pre<strong>di</strong>sporre le bozze delle prime 60 liriche.ternato a Bresso ma presto rilasciato perchéinnocente. Morirà il 22 giugno 1971.Giornalista, e<strong>di</strong>tore e oratore (notabilialcune sue Lecturae Dantis), Cozzani èanche scrittore (suoi i romanzi La siepe <strong>di</strong>smeraldo, 1920; I racconti delle Cinque Terre,1921; Le strade nascoste, 1921; Il RegnoPerduto, 1927; Poema del mare, 1928).Tra i miti e modelli <strong>di</strong> poesia e <strong>di</strong> vita,oltre Pascoli, è d’Annunzio, che peraltronon collaborerà mai con “L’Eroica”. Cozzani,dopo molte peripezie, riesce solo a coinvolgerlonell’inaugurazione del monumentoper l’impresa dei Mille, a Genova, il5 maggio 1915. Durante la cerimonia ilVate, giunto appositamente dalla Francia,ha modo <strong>di</strong> pronunciare un famoso <strong>di</strong>scorso,decisivo per la fervente campagna interventista.A ricordo dell’evento, d’Annunziodona al giovane e<strong>di</strong>tore il manoscrittodella Crociata degli Innocenti (misterodrammatico in quattro atti, in originetentativo incompiuto <strong>di</strong> soggetto cinematografico),che, illustrato dalle xilografie<strong>di</strong> Emilio Mantelli, viene subito stampatoin due versioni.Nella prima pagina del primo numerodella rivista, Cozzani scrive: «Nasce aSpezia, oggi, 30 luglio 1911, una rivista chesi propone <strong>di</strong> annunciare, propagare, esaltarela poesia, comunque e dovunque nobilmenteessa si manifesti: in ciascuna artee nella vita. Si occuperà con uguale ar-


12 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009L’ombra del salcio cade sopra il pane;ma il pane è bianco. E il forno che lo cosseil suo lievito puro tutto smosse.Sul pane le tue lacrime son vane.E, se lo metti al cuore, non ti parequasi un fratello che non può parlare?Quando fu fatto c’era un usignolosopra un albero innanzi alla finestradella cucina; il qual parea un’orchestrasonora e grande. In vece c’era solo.I. Mestrovich, Deposizione, “L’Eroica”, n. 30-31, 1914Al <strong>di</strong>rettore dell’Eroica Tozzi aveva de<strong>di</strong>cato una liricache stava per in<strong>via</strong>rgli prima che i rapporti si interrompesseroe che è stata ritrovata dal figlio tra le sue carte:A Ettore CozzaniOggi mi pare buono e sacro il pane,e mi pare che l’anima lo mangi.Fammi sapere tu ch’oggi non piangi:sul pane le tue lacrime son vane.E mangialo anche tu. Ti farà bene.Di qualche salcio chiaro l’amiciziaTi parrà piena quasi <strong>di</strong> letizia.E il pane sarà dolce nelle vene.Ma l’udì bene chi faceva il pane,ed il canto rimase nel suo petto.Ed il pane gli venne bello e schietto.Piglialo tu <strong>di</strong> quello che rimane.È pane e canto; ed ogni cosa insieme.Il pane è tuo fratello; non ci cre<strong>di</strong>?E per l’anima sola te lo <strong>di</strong>e<strong>di</strong>Ora che è caldo, come il cuore freme.E, se lo metti al cuore, non ti pareQuasi un fratello che non può parlare?Con la lirica, come informa il curatore, era anche unmessaggio per l’e<strong>di</strong>tore, una nota relativa al testo: «Dopola lettera…m’è venuta questa poesia. Mettila nel volume,accanto a quelle per il Giuliotti, o dove ti pare meglio perla sua tecnica, e per il suo contenuto. Se non ti piace, nonce la mettere. Se ti piace fammelo sapere presto. Ad<strong>di</strong>o».dore d’ogni figura aspetto od evento dellavita, e <strong>di</strong> letteratura, pittura, architettura,musica; ma soltanto in quanto sianoespressioni dell’unica Poesia […]. Il titolo è“L’Eroica”. Eroica invero è la Poesia: unicaespressione del <strong>di</strong>vino nella vita umana»Se in campo letterario, il principalefine <strong>di</strong> Cozzani e dell’“Eroica” è appuntoquello <strong>di</strong> “annunciare, propagare, esaltarela poesia”, cercando <strong>di</strong> coglierla nei giovani,nel loro sperimentare il <strong>di</strong>fficile sentierodella scrittura, salvaguardandone lacreatività da ogni invasione della esasperantecritica del tempo, la sua sensibilità siè manifestata meglio nelle arti visive.Uno dei meriti riconosciuti della rivistaè il proporre con successo, dopo anni<strong>di</strong> silenzio, la silografia italiana. L’incisionesu legno, infatti, è per Cozzani la formagrafica più adatta alla “poesia”, come nelRinascimento, come nei primi libri a stampa.In brevissimo tempo raduna attornoalla sua rivista una nutrita schiera <strong>di</strong> incisori:De Carolis prima <strong>di</strong> tutto, che con<strong>di</strong>videil suo stesso entusiasmo, e poi Mantelli,Nonni, Luperini, Guido Marussig, Baroni,Gino Barbieri, Moroni, Porcella, Nincherie molti altri. «È vero che gli xilografi,quando la rassegna nacque […] avevanotutti smesso <strong>di</strong> incidere: è vero che tutti,nessuno escluso, si rimisero a lavorare <strong>di</strong>bulino e <strong>di</strong> sgorbia per gli incitamenti de“L’Eroica”» <strong>di</strong>rà Cozzani con qualche enfa-


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 13V. Grubicy de Dragon, Quando gli uccelletti vanno adormire, “L’Eroica” n. 73-76,1921Cozzani non ricevette dunque mai queste parole.Se le avesse avute, forse avrebbe potuto ricordarsene peril numero 117 del maggio del ’28, tutto de<strong>di</strong>cato al pane,in ottemperanza alla cultura del tempo e del regime, eaperto da una libera traduzione <strong>di</strong> Cesare Angelini daVirgilio, Il poemetto del pane.La speranza <strong>di</strong> due libri da pubblicare e delle poesieche lentamente, troppo per il suo carattere, escono sullarivista trattiene Tozzi a “L’Eroica”. Il 4 agosto partecipacon Giuliotti all’inaugurazione della Prima EsposizioneInternazionale <strong>di</strong> Xilografia; ma si fa sempre più palese ilsuo <strong>di</strong>ssenso anche da un artista come Emilio Mantelli.Qualche speranza in più ripone nell’e<strong>di</strong>tore modeneseAngelo Fortunato Formiggini che dalla fine del1911 si è trasferito a Genova, e, pensando «<strong>di</strong> farsi promotoredel rinnovamento anche e<strong>di</strong>toriale della città»,cura per alcuni anni la <strong>di</strong>stribuzione de L’Eroica.Su Formiggini, Tozzi attua un pressante intervento,con aiuto <strong>di</strong> Giuliotti, perché assuma la responsabilitàdel perio<strong>di</strong>co.Il Tozzi in particolare evidenzia all’e<strong>di</strong>tore alcuneriserve sulle capacità <strong>di</strong> Cozzani e Oliva <strong>di</strong> fare i <strong>di</strong>rettorie<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> una rivista <strong>di</strong> quel genere, nonché i molti erroricommessi nell’accettare «certi poeti che hanno definitivamenteil sigillo dell’imbecillità», non nasconde le sueillusioni: «E pensare che avevo intraveduto l’Eroica comeun nodo, del quale le cor<strong>di</strong>celle fossero le anime chedevono subentrare su la bassura letteraria d’oggi!»Ma l’e<strong>di</strong>tore, conscio <strong>di</strong> non avere energie da buttaree che Cozzani <strong>di</strong>fficilmente avrebbe rinunciato «all’e<strong>di</strong>ficioche si è costruito col suo giovanile ardore» pone finealle speranze <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> rivista.L’abbandono dell’“Eroica” per il “San Giorgio” èaccolto inizialmente con riserva da Tozzi, che ritiene la rivistabolognese dei Giorgiani me<strong>di</strong>ocre «da non compararsiniente affatto al libero soffio della bella Eroica» cheavrebbe potuto essere quello che non sarà nessun Santo.Vent’anni dopo, Cozzani è ancora rancoroso:«Fui a Siena a parlare, fui in casa <strong>di</strong> Tozzi andammo inChianti a Greve a trovare Giuliotti – vennero loro allaSpezia – si progettavano e<strong>di</strong>zioni pubblicazioni; e io giàcon estratti dall’Eroica stavo per lanciare un primo volumed’aforismi <strong>di</strong> Tozzi, quando scoppiò tra noi il dramma.M’ero accorto <strong>di</strong> due cose; essi non potevano soffrire chesi ma, forse, a ragione. Organizza importantimostre e partecipa col suo gruppo avarie manifestazioni in Italia e all’estero;e<strong>di</strong>ta raffinati cataloghi illustrati, non solod’arte ma anche <strong>di</strong> aziende ed è tra i primia illustrare i prodotti industriali con immaginiartisticamente degne; scova e proponenuovi e originali talenti, tanto chequando, De Carolis abbandona la rivista,Cozzani presenta un sorprendente incisorecome Felice Casorati.Nella pittura non ha le stesse feliciintuizioni e guarda senza interesse quantogli accade intorno in quegli anni: rifuggendoda ogni complicazione intellettuale,ignora futurismo, metafisica, Novecentoitaliano e resta fedele alle sue passioni<strong>di</strong> gioventù, Grubicy, Pre<strong>via</strong>ti, Costetti.Nella scultura, invece, pur non seguendoquella che dagli storici e dai criticiviene definita la linea maestra (ArturoMartini, Messina, Marino, Manzù, Fontanao Melotti), riesce a seguire una serie <strong>di</strong>artisti che quella stessa storiografia ha atorto emarginato: Bistolfi, Wildt, Andreottisoprattutto, ma anche Mestrovich, Zanelli,Viterbo, Minerbi, Baroni e molti altri.La <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> conservala collezione completa de “L’Eroica”, donatanel 2004 dai coniugi Agostino e CarlaPagano <strong>di</strong> Milano; in quell’occasione fuorganizzata una mostra in ricordo della rivistae dell’attività <strong>di</strong> Ettore Cozzani.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 15io <strong>di</strong>fendessi Benelli – <strong>di</strong>cevano che l’Eroica era sottomessaa lui; non capivano; io <strong>di</strong>fendevo lui come tutti icombattenti travagliati dell’arte; – inoltre avevano, Tozzispecialmente una febbre, un’ansia <strong>di</strong> arrivare che li facevaintollerantissimi; volevano che la rivista uscisse più rapidamentee più fitta senza pensare che io la pagavo togliendomiil pane <strong>di</strong> bocca e spesso non avevo per pagare il tipografoche minacciava – A un certo punto convocaronoi miei xilografi i miei autori a Siena e tentarono <strong>di</strong> metteresu una rivista con gli elementi dell’Eroica escludendo l’Eroica;lo seppi; tagliai nettamente; essi fondarono il SanGiorgio, poi la Torre mi attaccarono, mi <strong>di</strong>fesi duramente.Da allora andammo per le nostre strade; io perdonai».In realtà, dopo il tentativo <strong>di</strong> carattere e<strong>di</strong>torialecon Formiggini, Tozzi e Giuliotti avevano preso contattocon un’altra rivista e partecipato a un convegno a Sienadove erano presenti anche i pittori Gino Barbieri e FerruccioPasqui; ma il loro <strong>di</strong>stacco non sarà senza conseguenzeper la vita della rivista spezzina, a giu<strong>di</strong>care dal tonocon cui Oliva si rivolge al Discovolo in una lettera delgennaio 1913, bollandolo in sostanza <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento.Su “L’Eroica” resta la prosa nitida del ticinese FrancescoChiesa, stilisticamente me<strong>di</strong>tata come il suo sguardosul mondo, il racconto <strong>di</strong> emigrazione <strong>di</strong> Grazia Deledda,l’elogio dei buon sentimenti <strong>di</strong> Angiolo Silvio Novaro,il canto lieve <strong>di</strong> Diego Valeri. Nulla a che fare con ilmondo degli eroi. La “battaglia <strong>di</strong> Legnano” decreta lasua vittoria sulla scrittura.Ma Ettore Cozzani si sente votato a gran<strong>di</strong> imprese,e dal febbraio 1912 scrive a d’Annunzio inviti traboccanti<strong>di</strong> passione per la poesia e l’“anima italica”; si fa lettoredelle Canzoni, aspira ad anticipare brani della Parisina appenacomposta e l’annuncia; si rende conto della gaffe e fauna rapida retromarcia; nel ’13 chiede un pezzo su Pascoli.Nulla. Finché la commemorazione dei Mille a Quarto,con l’inaugurazione del monumento <strong>di</strong> Eugenio Baroni,<strong>di</strong> cui il Cozzani gli ha in<strong>via</strong>to le fotografie offre al vatel’occasione per il rientro in Italia: un rientro da salvatoredella patria in guerra. Nei taccuini del 7 marzo annota:«Cerco le fotografie del monumento <strong>di</strong> Eugenio BaroniP. Nomellini, manifesto a colori per il Monumento aiMille, n. 37-38, 1915in<strong>via</strong>temi da Ettore Cozzani. È un monumento marino,modellato dal flutto decumano. Gli eroi risorgono con unritmo <strong>di</strong> marea. Mi ricordo <strong>di</strong> non aver ancora aperta lalettera che l’accompagna. La cerco l’apro, la leggo. E tutto,ecco si rischiara! / v’è certo una provvidenza apollinea.Quel che mi è offerto, è tal cosa che risolve tutti i dubbi etutte le perplessità, ci salva da ogni errore, da ogni deformazione,dal pericolo dei contrattempi dei <strong>di</strong>ssensi, deimoti intempestivi.» Il 9 marzo risponde a Cozzani che accettal’invito, e L’Eroica si trova coinvolta nella chiamata<strong>di</strong> una generazione alla guerra. Il progetto <strong>di</strong> rinascitadella poesia si trasforma in un coinvolgimento politico.Cozzani era solito <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> aver commesso ilprimo peccato e<strong>di</strong>toriale per pubblicare la sua Orazione aigiovaninel ’17 e <strong>di</strong> avere creato a questo scopo la collana “Igioielli dell’Eroica”, che sul finire della guerra farà ampiamenteconoscere il poeta Vittorio Locchi.Era stato Sem Benelli nel 1914, a segnalare a Cozzaniun libretto <strong>di</strong> versi, stampato alla macchia con pochisol<strong>di</strong> da un gruppo <strong>di</strong> giovani <strong>di</strong> Figline Valdarno: Le canzonidel Giacchio <strong>di</strong> Vittorio Locchi, impiegato postale aVenezia, che riecheggiavano la tra<strong>di</strong>zione popolare toscanae i mo<strong>di</strong> della lirica giocosa da Burchiello a Giustinian.Cozzani segnala il libro sul n. 30-31 della rivista eapprezza l’istinto del “cantore vagabondo”. Locchi <strong>di</strong>ventacorrispondente da Venezia della rivista e uno degliautori <strong>di</strong> punta, specie dopo l’entrata in guerra: si vedano icinque sonetti, <strong>di</strong> incitamento alla battaglia, <strong>di</strong> La sveglia,scritti sull’Isonzo, pubblicati nel ’16, con cui incarna la figuradel poeta-soldato e del forte poeta civile.Quando muore, al largo <strong>di</strong> capo Matapan, sul piroscafoMinas, a inizio ’17, Cozzani pubblica e <strong>di</strong>vulga la suaultima opera, La sagra <strong>di</strong> Santa Gorizia, che il poeta avevaaffidato ad Ada Negri, figura molto cara alla rivista e alsuo <strong>di</strong>rettore, ma che non aveva trovato accoglienza pressogli e<strong>di</strong>tori milanesi. Ottenuto un finanziamento dall’amicospezzino Ettore Diana, stampa l’opera come secondade “I gioielli dell’Eroica”, con xilografie <strong>di</strong> FrancescoGamba. Egli stesso lo legge al Carlo Felice <strong>di</strong> Genova,nell’intervallo della rappresentazione <strong>di</strong> Romanticismo <strong>di</strong>Gerolamo Rovetta, con altissimo consenso <strong>di</strong> pubblico.Il poemetto in versi liberi racconta in toni semplicila dura epopea dei fanti fino alla presa <strong>di</strong> Gorizia nell’agosto1916, sul Calvario, sul San Michele, nelle trincee piene<strong>di</strong> fango; una lotta senza tregua, tra “rulli <strong>di</strong> fucileria,/vampe <strong>di</strong> bombe”, e qualcuno che ogni sera non tornanella baracca. Si motiva nel grande desiderio <strong>di</strong> combat-


16 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009tere che era nella giovane generazione interventista, eguarda al dolore quoti<strong>di</strong>ano della guerra con toni quasiungarettiani, che vengono come riscattatati dal desiderio<strong>di</strong> battaglia e dal successo della liberazione della città.Letto tra i militari, anche tra i fanti che tenevanoGorizia, per volere del generale Cattaneo, <strong>di</strong>venta quasiopera <strong>di</strong> propaganda bellica, e resta uno degli esempi piùnoti <strong>di</strong> poesia popolare legata alla Grande guerra.Nello stesso ambito si inserisce, nel 1927, La rapso<strong>di</strong>a<strong>di</strong> Caporetto <strong>di</strong> Francesco Perry (scritta nell’aprile del1918). Ne <strong>di</strong>scende, per quell’interesse alla poesia dellerealtà settoriali, anche l’attenzione per Rodolfo Fumagalli,presto etichettato “il poeta a<strong>via</strong>tore”, <strong>di</strong> cui nel ’19“L’Eroica” pubblica le prose Ali e alati, racconti <strong>di</strong> rapaci, <strong>di</strong>falconeria, e <strong>di</strong> imprese umane, delle possibilità dell’a<strong>via</strong>zione.Per questo mondo l’interesse <strong>di</strong> Cozzani era stato imme<strong>di</strong>atoe già nel 1910 aveva subìto il fascino dell’impresadello sfortunato trasvolatore delle Alpi Geo Chavez, finitatragicamente: nel numero 186-87 de “L’Eroica” del1934, de<strong>di</strong>cato a Eugenio Baroni, non mancava <strong>di</strong> pubblicarefotografia del monumento che lo scultore gli avevade<strong>di</strong>cato nella piazza principale <strong>di</strong> Lima.Non poesia, ma documento <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> sincero amore<strong>di</strong> patria, le lettere <strong>di</strong> Fulcieri Paolucci <strong>di</strong> Calboli alla fidanzataAlessandra Porro, crocerossina e legionaria fiumana,pubblicate nel ’20 dall’amico Ludovico Toeplitz deGrand Ry, figlio del fondatore della Banca Commerciale.Nei primi anni Venti l’arrivo a Milano comportanon poche <strong>di</strong>fficoltà per l’intraprendente <strong>di</strong>rettore che,dopo il numero 77-80 del ’21 è costretto a far tacere larivista per un paio d’anni; in questo periodo è intensal’attività e<strong>di</strong>toriale con alcune scoperte: il poeta garfagninoOlinto Dini, <strong>di</strong> cui pubblica Vita e sogno, uno degliesponenti della vena tardo-pascoliana portata avanti dallarivista che avrà l’interprete <strong>di</strong> punta in Renzo Pezzani.Notevole importanza ha nel 1923 il varo della collana“Montagna” dovuta anche all’iniziativa <strong>di</strong> uno scrittorepiovuto nella sede dell’Eroica dal Canton Ticino,Giuseppe Zoppi, che la inaugura con Il libro dell’Alpe,con incisioni <strong>di</strong> Francesco Gamba. E continuata da opereitaliane come La conquista dei ghiacciai <strong>di</strong> AlfredoPatroni del 1925, Scarponate <strong>di</strong> Ubaldo Riva, L’epopea delMonte Rosa <strong>di</strong> Eugenio Fasana, e dalle opere <strong>di</strong> GiuseppeMazzotti: Gran<strong>di</strong> imprese sul Cervino del ’34, La montagnapresa in giro del ’36 e La grande parete del 1944.Da segnalare, la prosa moderna <strong>di</strong> Dalla vita <strong>di</strong> unalpinista del giuliano <strong>di</strong> lingua tedesca Julius Kugy, presentatoda Ervino Pocar, l’alpinismo come lotta solitaria<strong>di</strong> Fontana <strong>di</strong> giovinezza dell’elvetico Eugenio GuidoLammer e il realismo <strong>di</strong> Carlo Fer<strong>di</strong>nando Ramuz, svizzerofrancofono <strong>di</strong> La separazione delle razze, tradotto nel’32 e due anni dopo pubblicato da Grasset a Parigi.Già nel ’22 Cozzani cerca un rapporto con leIstituzioni e<strong>di</strong>toriale milanesi e ne trova uno con la rivista“Il Risorgimento Grafico”, per la quale prepara il testo<strong>di</strong> un volume de<strong>di</strong>cato ad Armando Cermignani, terzo<strong>di</strong> “Gli artisti italiani del libro” la collana <strong>di</strong> profili deipiù noti decoratori e illustratori (dopo Guido Marussig ePrimo Sinopico) che la rivista aveva promosso.Molto insistito il tentativo <strong>di</strong> una collaborazionecon la rivista “Il Convegno” che si è stabilita in una sedecentrale e prestigiosa e svolge un’intensa attività culturale<strong>di</strong> incontri e conferenze. Al suo <strong>di</strong>rettore EnzoFerrieri, il 23 settembre 1923 scrive da Bonassola:«Tutta l’estate m’è trascorsa in una <strong>di</strong>sperata battaglia:ho lavorato, con una integrità che non avevo più ritrovatadalla guerra in poi, al mio “poema del mare” che speropossa <strong>di</strong>ventare un giorno la voce <strong>di</strong> questo nostro vitaleelemento non ancora compreso ed esaltato dalla poesiaitaliana. Ora devo raccogliere le vele per tornare in città,e <strong>di</strong> qui, prendo accor<strong>di</strong> per sistemare la mia operositànel 1923-24. Vuole accogliermi nel “Convegno” per unaserie <strong>di</strong> mie espressioni?Se non ha mai voluto tentare con me: forse le sarò unmarinaio pericoloso in una navigazione rischiosa com’èquella del suo bel naviglio tra una folla <strong>di</strong> non facili gusti.Ma io credo che non le farei <strong>di</strong>sonore. Provi. E mi assegni,se crede d’invitarmi, un compenso non indegno». .Negate le richieste, il 15 ottobre riba<strong>di</strong>sce:«Ho insistito perché mi sarebbe piaciuta qualche ora <strong>di</strong>comunione con voi e con i vostri seguaci; ma non insistopiù adesso, perché comprendo le ragioni d’una “singolarità”<strong>di</strong> atteggiamento e <strong>di</strong> intenti. Io non sono stato mailontano dal Convegno, se non corporalmente, sia perchéle sei o sette volte ch’io son venuto nella sua bella officinaideale Lei non c’era - sia perché io lavoro comeuno schiavo (d’una gio<strong>via</strong>le schiavitù) dalla mattina allasera: e quando un giorno avrò fatto almeno una parte <strong>di</strong>quello che sogno <strong>di</strong> fare – e mostrerò questa scatola <strong>di</strong>quattro metri quadrati che è tutto (stabilimento grafico,


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 17E. Prampolini, Primavera, “L’Eroica”, n. 41-42, 1915-1916redazione, <strong>di</strong>rezione, e <strong>via</strong> <strong>via</strong>) la gente si domanderà dovee come un uomo solo in così poco spazio ha potutotrovar modo <strong>di</strong> far tanto.Io avevo già pensato a Lei per esposizioni; e m’era anchebalenata un’idea: la mia saletta <strong>di</strong> Monza, che ha avuto il<strong>di</strong>ploma d’onore, adesso si scompone: non si potrebbericomporre in una vostra sala e io mi impegnerei a cambiareil contenuto delle cornici e delle vetrine ogni 15 o20 giorni, in una serie <strong>di</strong> mostre <strong>di</strong> xilografi e d’altri artisti<strong>di</strong> arte minima, che a volte è massima?Vede che se Lei non aveva l’idea <strong>di</strong> … licenziarmi, io nonavevo quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>sertare, e perciò una fraterna stretta <strong>di</strong>mano… e avanti».La proposta <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> 12 mostre bellissime<strong>di</strong> xilografia (6 italiane e 6 straniere) sarà riba<strong>di</strong>ta il 15novembre; l’unica accolta e realizzata nel giugno del1924 sarà quella de<strong>di</strong>cata all’incisione in legno polacca.Alla ripresa del ’24 l’in<strong>di</strong>rizzo lirico della rivista pareben attento a rivolgersi, al <strong>di</strong> là del patriottismo, a quelpascolismo largamente praticato, specialmente da imitatori<strong>di</strong>lettanti che fanno prove sulla rivista, palestra emeta. Non sono mai trascurati i nomi <strong>di</strong> Ada Negri eSem Benelli, <strong>di</strong>feso dagli attacchi <strong>di</strong> Silvio D’Amico.Nella seconda metà degli anni Venti è presenzaquasi fissa della rivista il toscano Delfino Cinelli, con paginede<strong>di</strong>cate alla cultura americana, a Walt Whitman,anticipi dei saggi Raffiche sui grattacieli (Milano-Roma,Treves, Treccani Tunmmi-nelli, 1932) e America d’oggi(Firenze, Vallecchi, 1938) e con letture proustiane.Cinelli, autore del romanzo La trappola, storia <strong>di</strong>un oste ingannato da un giovane e ricco signore che gliinsi<strong>di</strong>a la moglie, collocabile nel filone del naturalismocampagnolo tra Pratesi e Fucini, offre a Cozzani un altrosuccesso, dopo la Sagra <strong>di</strong> LocchiAl secondo romanzo Castiglion che Dio sol sa, sullevicende <strong>di</strong> un citta<strong>di</strong>no alle prese con un’azienda agricola,e<strong>di</strong>to sempre nel ’28, l’anno dopo viene assegnato ilPremio Borletti dell’Accademia Mondadori. È inoltreautore che ispira il cinema: da La trappola sarà trattoTragica notte <strong>di</strong> Soldati e da Calafuria nel ’42, poco dopola sua morte, il film omonimo <strong>di</strong> Flavio Calzavara conDoris Duranti e scene Art Nouveau <strong>di</strong> Italo Cremona.Fatta eccezione per questa e poche altre figure cuiarride un consenso popolare, quella che domina le paginedella rivista, è una narrativa appartata, che va dal bozzetto<strong>di</strong> Fabio Tombari alla prosa <strong>di</strong> Guido Pusinich.Anche per la sua unicità, e per apparire insolito, risulta<strong>di</strong> sicuro interesse la pubblicazione <strong>di</strong> un saggio delregista Anton Giulio Bragaglia, il fondatore del Teatrodegli In<strong>di</strong>pendenti, de<strong>di</strong>cato all’evoluzione della danza:Scultura vivente, corredato da numerose xilografie o clichésal tratto <strong>di</strong> personalità non legate all’orbita della rivista,e più vicine al mondo futurista come Prampolini,(presente sull’Eroica già nel ’16), Gino Severini,Fortunato Depero fino al giovane Leo Longanesi.Bragaglia era in ottimi rapporti con i circoli e le rivistemilanesi degli anni Venti, dal “Convegno” <strong>di</strong>Ferrieri all’ “Esame” <strong>di</strong> Somaré, dove figura come collaboratore;poco si sa invece della sua conoscenza conCozzani, forse me<strong>di</strong>ata da Giulio Aristide Sartorio.Sud<strong>di</strong>viso in vari capitoli, il saggio de<strong>di</strong>ca ampio spazioalla danza antimusicale, mettendo in rilievo, tra l’altro, icontributi dell’americana Isabella d’Etchessary, e dell’amataJia Ruskaia che proprio agli In<strong>di</strong>pendenti avevapresentato azioni mimoplastiche, e che danzerà alConvegno nel ’32, su suggerimento <strong>di</strong> Bragaglia stesso.Non viene <strong>di</strong>menticata, nel capitolo finale, l’opera<strong>di</strong> Cia Fornaroli, allora ancora <strong>di</strong>rettrice della scuola <strong>di</strong>ballo della Scala, e il suo saggio L’arte della danza pubblicatoda Bottega <strong>di</strong> Poesia nel 1923.


18 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009A. Wildt, S. Francesco, 1926, “L’Eroica”, n. 93-94, 1925[ma 1926]Negli anni Trenta la scoperta più significativa dellarivista è Giorgio Cicogna, il poeta scienziato, <strong>di</strong> cui“L’Eroica” pubblica nel marzo del ’31 Inno alla matematica,dove, richiamando Pitagora, scopritore dell’armoniadei numeri, la evoca come <strong>di</strong>sciplina che permette <strong>di</strong>vedere dal <strong>di</strong> fuori del cosmo le leggi che lo governano; enell’ottobre la lirica I sepolti, gli eroi per i quali è impossibileevadere dal quoti<strong>di</strong>ano.Cicogna, ingegnere, ufficiale <strong>di</strong> marina, giovanecombattente in guerra, come ragazzo del ’99, a <strong>di</strong>fesadella città <strong>di</strong> Venezia, abbandona l’esercito per gli stu<strong>di</strong> egli esperimenti. Aveva già inventato uno scandaglio acusticoin grado <strong>di</strong> rilevare la presenza <strong>di</strong> eventuali sommergibili.“L’Eroica” gli pubblica due raccolte, una <strong>di</strong> raccontiI ciechi e le stelle, l’altra <strong>di</strong> liriche Canti per nostri giornidove è celebrato il denaro come mezzo <strong>di</strong> progresso el’officina come luogo <strong>di</strong> sperimentazione <strong>di</strong> processi vitali.I racconti, a torto scambiati come anticipatori <strong>di</strong> unafantascienza italiana, toccano invece i mon<strong>di</strong> della scienzae delle sue possibilità, spesso nel contrasto con la realtàe con la volontà dell’uomo a non cambiare il corsodella propria esistenza.Cicogna muore tragicamente nel ’32, mentre stavacompiendo ricerche sperimentali destinate all’astronauticaper uno scoppio del motore a reazione che costruiva.Viene celebrato come l’eroe moderno che tentanuove vie nella ricerca e nella poesia.In suo ricordo pubblica anche una breve lirica, intitolataGrido dell’allodola, Elsa Morante, il cui nome apparesull’Eroica già nel ’31 (settembre e ottobre) con duepoesie Tutto e La Gioia; vi ritornerà poi l’anno successivo(genn.-febbr. 1933) con la lirica Saluto alla sera.La giovane Elsa (qui neppure ventenne) era precocissimanella scrittura: «A quell’epoca, per guadagnare,dava lezioni private <strong>di</strong> italiano e <strong>di</strong> latino, aiutava gli studentia scrivere le loro tesi <strong>di</strong> laurea, e pubblicava poesie(non pagate) e racconti (pagati) su qualche rara rivista.Nel tempo stesso, però, aveva incominciato a lavorare aracconti <strong>di</strong> assai maggiore impegno, scritti senza alcunfine pratico e per la sola necessità <strong>di</strong> esprimersi». A“L’Eroica” potrebbe essere arrivata <strong>di</strong> sua iniziativa, ograzie alla me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Bragaglia, <strong>di</strong> cui era amica.Non si sa se la Morante abbia conosciuto GiorgioCicogna. Forse fu impressionata dalla sua morte violenta.Ma è singolare che in uno degli Aneddoti infantili pubblicatitra i Racconti <strong>di</strong>menticati 38 , Lettere d’amore, sia <strong>di</strong>chiaratauna passione per l’a<strong>via</strong>tore Lindbergh, al qualeveniva in<strong>di</strong>rizzata anche una poesia Grido d’allodola cheterminava con i due versi qui affidati al rimpianto delloscienziato: «O terra, o cielo, gettate a quest’attimo / lavostra stupida eternità». Forse dall’originaria destinazioneal trasvolatore solitario, i versi infantili erano passatia un altro eroe, più vicino e umano, sconfitto dallamacchina, che tentava <strong>di</strong> vincere.Se le poesie restano consegnate alla preistoria dellaraccolta longanesiana Alibi, si <strong>di</strong>mostra molto interessanteil successivo racconto Il bambino ebreo del novembre-<strong>di</strong>cembre1937, da annettere al clima della primaraccolta Il gioco segreto pubblicata da Garzanti nel 1941(dove forse <strong>di</strong>fficilmente dato il momento un raccontocon questo titolo poteva essere incluso. Si sa che moltiracconti <strong>di</strong> questa serie finirono esclusi dal recupero perla nuova raccolta einau<strong>di</strong>ana del 1963 Lo scialle andaluso;la scrittrice, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni li trovava “decisamentebrutti” e aggiungeva: «Le mie immaginazioni giovanili– riconoscibili nei racconti del Gioco segreto – furonostravolte dalla guerra, sopravvenuta in quel tempo. Ilpassaggio dalla fantasia alla coscienza (dalla giovinezza


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 19alla maturità) significa per tutti un’esperienza tragica efondamentale. Per me quest’esperienza è stata anticipatadalla guerra: è lì che, precocemente, e con violenza rovinosa,io ho incontrato la maturità.»Dimenticato subito e senza riserve, Il bambino ebreosembra nutrirsi delle immaginazioni a sfondo religiosodella giovinezza, ma portare in sé temi esistenziali destinatia importanti sviluppi come la maternità non negata.Il tono lirico sembra appena velare quella che è storia <strong>di</strong><strong>di</strong>stacco, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> paure e <strong>di</strong> ombre, come comporta l’uscitadal ghetto, nel mondo sconosciuto, visto, in formatrasognata attraverso il filtro dei racconti, <strong>di</strong> un sapereche è possesso sicuro, anche nell’esor<strong>di</strong>o:«Sapeva che c’erano altre strade, fuori dal suo vicolo, eanche piazze con gran<strong>di</strong> chiese così splendenti che le colonneparevano <strong>di</strong> luce. Da quelle chiese uscivano suonidolci e profon<strong>di</strong>, che davano come un brivido. Ma egliaveva paura <strong>di</strong> quella luce, <strong>di</strong> quella strana gioia; preferivariportare nell’ombra le sue gambe malate, la sua faccinatutta <strong>di</strong>vorata dalla povertà, la sua bruttezza su<strong>di</strong>cia.».Ma il dato particolare <strong>di</strong> quel mondo altro, <strong>di</strong> cui ilbambino procede alla scoperta, è quello dell’appren<strong>di</strong>mentodel grande mistero della natività, attraverso ilracconto, appena accennato, <strong>di</strong> una vecchia cristiana,che trasfigura la storia <strong>di</strong> un incontro (come spesso nelGioco), <strong>di</strong> riconoscimento anche momentaneo e in fondo<strong>di</strong> intesa, <strong>di</strong> miracolo sognato.«Quando le vie si vuotarono, egli ebbe freddo. Nessunosi accorse <strong>di</strong> lui e non gli impe<strong>di</strong>rono <strong>di</strong> infilarsi zoppicandoin una straduccia, dove c’era una dura pietra, alta,che riparava un po’ dal vento. Gli dolevano la gola e pie<strong>di</strong>,la notte gli trapassava le piccole palme immote con unago <strong>di</strong> ghiaccio. Passò un cane senza guardarlo; il ventoululava e gli scompigliava i capelli, e tute le ombre parevanoirrompere su <strong>di</strong> lui per bere le sue lacrime gelate.Un’ombra più alta passò; era sola, e passò come tutte lesere vicino alla pietra, dove forse sarebbe venuto qualcunoignoto, col fiato che odora d’alcool, per darle <strong>di</strong>eci lire.Ma quella notte non veniva nessuno. Era piccola,sciupata, con la bocca livida, e non aveva un manto, mauno scialletto azzurro. Forse anch’ella si chiamavaMaria, e tremava per il freddo. E dentro il suo cuore solitariopiangeva una piccola voce non u<strong>di</strong>ta mai. Il suobambino non dormiva tra le sue braccia, sotto lo scialle,ma in cielo, dove sua madre lo aveva mandato prima chefosse vivo. Il battito delle piccole membra già nate s’erafermato d’improvviso; e forse egli era felice. Ma quaggiùc’era una donna a cui nessuno aveva detto mamma e cheaveva ucciso in sé questo nome. Ora tutto il suo corpo inuno spasimo si tendeva alla creatura che dormiva lontano.E nessuno avrebbe voluto averla con sé, nella culla,che era una culla così povera e fredda, mentre quella delcielo era fatta <strong>di</strong> stelle. Presto sarebbe andata lei a rifargliela,con quelle sue mani, e qualcuno l’avrebbe chiamata,qualcuno che era suo. Ora la notte la respingevacoi soffi gelati del vento e le urlava nella gola. Ella si arrestò,premendosi lo scialle sul petto. Il fanciullo accovacciatopresso la pietra non l’aveva ancora vista.Ma la donna lo guardò coi suoi gran<strong>di</strong> occhi celesti;guardò le spalle aguzze, e la testa infossata e gambe malatee livide, e le piccole mani ferme. E allora, piano piano,quasi avesse paura o dolcezza, gli accarezzò la testa,mentre qualcuno la guardava dal Para<strong>di</strong>so.»Nella donna <strong>di</strong> strada dai ricci rossi con lo sciallettoazzurro che lo accarezza il bambino intravedeMaria la madre, “la beata, la più bella”, (che per lui è figura<strong>di</strong> favola).L’incontro è la storia <strong>di</strong> due compensazioni: la madremancata (l’allusione all’aborto pare sofferta nella rapi<strong>di</strong>tà)accarezza nel bambino il figlio che la guarda dalPara<strong>di</strong>so; il bambino forse trovatello prova per la primavolta l’emozione <strong>di</strong> essere figlio, ha una madre celesteche il cielo incornicia <strong>di</strong> stelle.Nel bambino smunto che esce curioso del mondosembra <strong>di</strong> intravedere un fratello maggiore <strong>di</strong> Useppe,in cerca <strong>di</strong> un posto nel mondo, e <strong>di</strong> quella Ida, a cuinon verrà nemmeno la fantasia “<strong>di</strong> procurarsi l’aborto”.La giovane Elsa sa guardare presto nelle pieghedella storia, anche tra i trovatelli del ghetto, mentre siprofilano gli anni neri.Cozzani non valutò in particolar modo il raccontodella Morante e non segnalò la sua presenza sulla rivista;forse si accorse appena <strong>di</strong> lei. Ma anche per l’esor<strong>di</strong>entescrittrice, dall’inarrestabile vocazione, forse “L’Eroica”rappresentò per un breve attimo il tempo della speranza.


INFORMAZIONE PUBBLICITARIAContro il rischio cariechewing gum allo xilitolo.Priorità Prevenzione. Con un’incidenza del 22% nei bambini a 4 anni e <strong>di</strong> circa il 44%a 12 anni, la carie è ancora fonte <strong>di</strong> preoccupazione e <strong>di</strong> aggravio economico per moltigenitori italiani. Prevenire è il metodo più efficace e meno costoso per risolvere il problemae arrivare, come chiede l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità, entro il 2010 conil 90% <strong>di</strong> bambini a 5-6 anni senza carie e lo 0% a 18 anni per per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> denti per carieo malattie parodontali.Xilitolo. Oltre agli strumenti più semplicie generalmente raccomandati, quali dentifricio,spazzolino, sana alimentazione econtrolli perio<strong>di</strong>ci dal dentista, masticarechewing gum allo xilitolo è un validoaiuto per la prevenzione. Lo xilitolo è unedulcorante naturale ipocalorico utilizzatonel chewing gum quale sostituto dellozucchero.Il chewing gum allo xilitolo, stimolando laproduzione <strong>di</strong> saliva, incrementa i meccanismi<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa nei confronti della carie,come riportato nelle recenti Linee Guidaper la promozione della salute orale varatedal Ministero della Salute.Chewing gum e xilitolo: efficacia provatascientificamente. Lo stu<strong>di</strong>o* realizzatorecentemente dall’Università degli Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Milano ha sperimentato l’efficacia delchewing gum allo xilitolo rispetto a unchewing edulcorato con altre sostanze, suun campione <strong>di</strong> 153 bambini <strong>di</strong> 7-9 annicon elevato rischio <strong>di</strong> carie per un periodo<strong>di</strong> sei mesi.I risultati <strong>di</strong>mostrano che masticando quoti<strong>di</strong>anamentechewing gum allo xilitolo siriducono significativamente le concentrazioni<strong>di</strong> Streptococcus mutans, la principalespecie batterica responsabile della carie.Non solo: lo xilitolo ha un effetto positivoanche sul pH della placca che risulta menoacido e quin<strong>di</strong> più sicuro per l’integritàdello smalto dentale.Oltre alle normali pratiche <strong>di</strong> prevenzione,masticare chewing gum allo xilitolo è unmodo semplice ed efficace per curare la propriaigiene orale e prevenire il rischio carie.*Centro <strong>di</strong> Collaborazione OMS per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria <strong>di</strong> Comunità, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano; Istituto <strong>di</strong> Clinica Odontoiatrica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 21Il futuro dell’e<strong>di</strong>toriaIn un mondo <strong>di</strong> schermi,rimarrà il piacere della cartae-book e libri on line non sono vere alternativeGUGLIELMO CAVALLODesta forse qualche sorpresa venire a sapereche William (detto Bill) Gates, corifeo della Microsoft,qualche anno fa confessava <strong>di</strong> preferirela carta stampata allo schermo del computer quando avevada leggere qualcosa <strong>di</strong> non estremamente breve:«La lettura <strong>di</strong> un testo sullo schermo è ancora immensamenteinferiore alla lettura <strong>di</strong> un testo sulla carta.Persino io che ho schermi sontuosi e mi credo un pionieredello stile <strong>di</strong> vita del Web, quando si tratta <strong>di</strong> qualcosa<strong>di</strong> più <strong>di</strong> quattro o cinque pagine, lo stampo e mi piaceportarlo con me e scrivervi annotazioni. Deve fare unabella corsa a ostacoli la tecnologia per riuscire a uguagliarequesto livello <strong>di</strong> semplicità <strong>di</strong> uso».La sorpresa <strong>di</strong>minuirà se guar<strong>di</strong>amo in noi stessi, epiù largamente in quanti hanno o hanno sempre avutoconfidenza con l’oggetto che rappresenta l’espressionepiù compiuta <strong>di</strong> un testo su carta in età moderna, ma anchesu papiro, pergamena o carta primitiva in tempi piùlontani: il libro. Il quale, in un mondo che si av<strong>via</strong> semprepiù a <strong>di</strong>ventare un mondo <strong>di</strong> schermi, continua a vivereanche nel nuovo millennio in cui siamo entrati evocandouna serie <strong>di</strong> atmosfere, luoghi, abitu<strong>di</strong>ni, gesti, ricor<strong>di</strong>,fantasticherie, relazioni, storie, incontri, che a esso sonolegati o che intorno a un libro si possono intrecciare.Il futuro del libro si lega strettamente al suo passato.Ripercorriamo dunque per episo<strong>di</strong> e momenti questopassato, per cogliere meglio il ruolo che il libro può rivestirenel nostro mondo tumultuoso <strong>di</strong> schermi che sembravolerne decretare la scomparsa. Non è un caso che inun congresso dell’Associazione internazionale degli e<strong>di</strong>toritenutosi a Barcellona nel 1996, <strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>spiegarsidella nuova e<strong>di</strong>toria multime<strong>di</strong>ale, gli e<strong>di</strong>tori “tra<strong>di</strong>zionali”,alcuni anche <strong>di</strong> gran peso, manifestavano inquietu<strong>di</strong>ne:l’angoscia <strong>di</strong> chi sa <strong>di</strong> essere su una linea <strong>di</strong>confine tra un passato che par giungere al termine e unfuturo misterioso, che intravede invaso dall’elettronica.Scrisse Marshall McLuhan: «Quando una nuovatecnologia penetra in un ambito sociale non può cessare<strong>di</strong> permearlo finché non ne ha saturato ogni istituzione».In questa maniera McLuhan profetizzava in pratical’estinzione del mondo della carta stampata. Ma è propriocosì? Istituiamo un confronto con il passato, con l’epocatardoantica, quando si passò dal libro in forma <strong>di</strong>rotolo a quello in forma <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce, l’antenato dell’o<strong>di</strong>ernolibro, e con l’età moderna, quando dal manoscritto siè passati al libro a stampa. Dopo queste due rivoluzioni,la terza, quella o<strong>di</strong>erna e multime<strong>di</strong>ale, sembra cogentedebba portare, al pari delle precedenti, a un esito definitivo,vale a <strong>di</strong>re alla totale sostituzione del ‘libro <strong>di</strong>gitale’(libri in rete, cd-rom, e-books...) al libro a stampa.Si deve riflettere su un fatto. Le due rivoluzioniprecedenti – pur profondamente <strong>di</strong>verse tra loro – significaronoun cambiamento nella tecnologia della produzionelibraria, ma entrambe incisero solo parzialmentesull’universo mentale, sulle funzioni dello scritto, sulleconcrete pratiche <strong>di</strong> lettura e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o inerenti alla culturadel libro. Venne a instaurarsi insomma una <strong>di</strong>aletticatra <strong>di</strong>scontinuità e continuità. Si prenda il debutto sullascena, tra I e II secolo d.C., del libro-co<strong>di</strong>ce come vettore<strong>di</strong> testi letterari, e la sua irresistibile <strong>di</strong>ffusione tra III eIV, fino al suo finale trionfo sul libro-rotolo. Diversamenteda quanto era avvenuto fino a quel momento, il


22 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009Antonello da Messina, San Gerolamo nello stu<strong>di</strong>o, tavola,cm.45,7x36,2, Londra, National Galleryco<strong>di</strong>ce consentiva <strong>di</strong> ritrovare rapidamente un passo, unafrase; <strong>di</strong> forma più maneggevole, si adattava meglio allalettura e, se <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte, poteva esser letto conuna sola mano; avendo una capacità <strong>di</strong> contenuto assaipiù ampia <strong>di</strong> quella del rotolo, vi si potevano riversare perintero un’opera in più rotoli, o tutti gli scritti noti <strong>di</strong> unsingolo autore, o una selezione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> autori <strong>di</strong>versio <strong>di</strong> parti <strong>di</strong> queste in forma antologica.Questa rivoluzione creò nuove tipologie <strong>di</strong> testi,nuove fasce <strong>di</strong> lettori, nuove pratiche <strong>di</strong> lettura. Lo stessoavvenne per l’altra rivoluzione, quella dal libro-manoscrittoal libro a stampa. La tecnica tipografica rese possibileuna produzione in esemplari ripetibili, introdussenuovi <strong>di</strong>spositivi e<strong>di</strong>toriali, ampliò gerarchie, generi e tipi<strong>di</strong> libri: tutto questo creò nuovi lettori, determinònuovi atteggiamenti mentali, portò a nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> riceveremessaggi e <strong>di</strong> reagirvi, indusse nuove maniere <strong>di</strong>leggere. Ma se molte furono nell’uno e nell’altro caso le<strong>di</strong>scontinuità, molte pratiche invece, al <strong>di</strong> là delle rivoluzioninelle tecniche del libro, ebbero una continuità nellalunga durata, legate come erano ad alcune costanti.Una costante è la compagnia, che un libro può offrire, <strong>di</strong>un rapporto intimo e silenzioso, ma <strong>di</strong> cui siamo noi ascegliere i mo<strong>di</strong>, i luoghi e i tempi perché avvenga; un’altraè il con<strong>di</strong>videre con altri impressioni ed emozioni <strong>di</strong>lettura; e un’altra ancora il piacere del collezionismo.È lecito domandarsi perciò se alla <strong>di</strong>scontinuità determinatadal libro <strong>di</strong>gitale vi possano essere delle continuitàlegate al libro a stampa, le sole che possono garantirnela sopravvivenza. Occorre introdurre, anzitutto,una <strong>di</strong>stinzione: rotolo o co<strong>di</strong>ce, scritto a mano o prodottoa stampa, il libro è stato sempre un oggetto fornito <strong>di</strong>tutta una serie <strong>di</strong> caratteri fisici, che sono <strong>di</strong> volta in voltaentrati nel rapporto con il possessore o lettore. Il libro <strong>di</strong>gitaleè una scrittura che può interagire con l’immagine econ il suono sullo schermo, ma che segna una <strong>di</strong>scontinuitàtotale con l’oggetto fisico che è sempre stato il libro.E proprio qui risiede la maggior forza <strong>di</strong> quest’ultimo.Il sogno <strong>di</strong> una biblioteca universale in cui riuniretutti i libri scritti sembra ormai a portata <strong>di</strong> mano, ridottoalle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> uno schermo, giacché la tecnologiaelettronica annulla la <strong>di</strong>stinzione tra luogo del testo eluogo del lettore. Da qualsiasi angolo della terra, questoschermo può portare al lettore quel che in un libro èscritto, ma lo priva del piacere e dell’ansia <strong>di</strong> andare versoil libro, <strong>di</strong> trovarlo tra gli scaffali <strong>di</strong> una libreria o nellabottega <strong>di</strong> un antiquario, <strong>di</strong> leggerlo o <strong>di</strong> consultarlo magaria un banco in una biblioteca antica, silenziosa, quasiuna cattedrale, dove tra il libro polveroso e una lampadasi inserisce il fantastico, e dove perciò, ha scritto MichelFoucault, «il chimerico [...] nasce dalla superficie nera ebianca dei segni stampati». Non sembra, insomma, chenell’era dell’informatica le gran<strong>di</strong> biblioteche <strong>di</strong> conservazionepossano <strong>di</strong>ventare soltanto dei musei.E ancora: attraverso lo schermo, il lettore comunicacon una biblioteca universale, ma perde il contatto con ilcontesto sociale che gli è intorno e che ogni libro sottende:incontri, doni, prestiti, scambi, de<strong>di</strong>che, messaggi cheun libro può provocare. Tutti fattori <strong>di</strong> sociabilità, cui vienesottratto il lettore chiuso come in un cerchio nell’isolamentodella sua postazione davanti a un computer.E che <strong>di</strong>re della libertà del lettore che sceglie le situazioni,le positure fisiche, i gesti della lettura, e il modostesso <strong>di</strong> appropriarsi del testo attraverso il libro? Si pensi– pur nella <strong>di</strong>versità delle situazioni <strong>di</strong> lettura – all’‘or<strong>di</strong>nedel leggere’ che ha caratterizzato tutta l’età moderna:il leggere del dotto o dell’umanista nello stu<strong>di</strong>olo,circondato da libri e scaffali, o il leggere un po’ <strong>di</strong>stratto,in pie<strong>di</strong> o fugacemente poggiato a un tavolo, dell’aristocraticonella luminosità <strong>di</strong> una stanza tutta per sé, o il leggereora attento ora languido <strong>di</strong> fanciulle e dame.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 23Questo ‘or<strong>di</strong>ne del leggere’ resiste ancora oggi. Daun’inchiesta sulle abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> lettura degli italiani èemerso che il luogo preferito è la casa, in particolare lapropria stanza, in poltrona o a letto, ma anche al tavolo oalla scrivania. Il treno, quando capita, può costituire unavalida alternativa; non molti sono quelli adusi a leggereall’aperto; solo qualcuno ricorda la biblioteca (tutta<strong>via</strong>nel resto d’Europa la lettura in biblioteca è assai più <strong>di</strong>ffusache in Italia). Ma quando si considerano i giovani, iloro mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> leggere si <strong>di</strong>mostrano anarchici, svincolatida regole, schemi e valori sociali precostituiti: si legge<strong>di</strong>stesi per terra, con i pie<strong>di</strong> poggiati sul tavolo e in una serie<strong>di</strong> posizioni fisiche improprie e <strong>di</strong>verse. Il libro stessoè manipolato, rivoltato, portato addosso e scarabocchiatocome segno <strong>di</strong> uso in<strong>di</strong>vidualistico <strong>di</strong> consumo.Ha scritto H. Magnus Enzensberger sulla libertàdel lettore: «Il lettore ha sempre ragione e nessuno puòtogliergli la libertà <strong>di</strong> fare <strong>di</strong> un testo l’uso che più gli piace,[...] arrabbiarsi e rallegrarsi con lui, <strong>di</strong>menticarlo, plagiarlo,e ad un certo punto gettare il libro in un angolo».Hans Heyerdahl, Sguardo su Vinduet, 1881, olio su tavola,cm.46x37, Oslo, NasjonalgallerietInfine, va ricordato chi, in questo mondo massificato<strong>di</strong> schermi, costruisce la rarità: il bibliofilo. Esserebibliofilo significa cercare e acquisire un originale unico,arricchire o completare una collezione mirata <strong>di</strong> libri <strong>di</strong>una certa epoca, <strong>di</strong> un autore, <strong>di</strong> un’opera, riunire una serie<strong>di</strong> pezzi preziosi per antichità, e<strong>di</strong>zioni sommerse,esemplari scarsi, annotazioni <strong>di</strong> mani passate; ma esserebibliofilo significa anche sentire il piacere egoista <strong>di</strong> sfogliarelibri rari in una biblioteca privata, gustare la qualità<strong>di</strong> una scrittura a mano o <strong>di</strong> caratteri tipografici squisiti,fermare gli occhi sull’incanto <strong>di</strong> decori e incisioni, avvertiresotto le <strong>di</strong>ta il fremito <strong>di</strong> una pergamena ben lavoratao <strong>di</strong> una carta fine, carezzare la pelle o il velluto <strong>di</strong>una legatura. «Au temps des écrains, le monde de la collectiona encore de beaux jours devant lui», ha scritto ultimamenteRoger Chartier.Il libro <strong>di</strong>gitale potrà mai sod<strong>di</strong>sfare passioni, riti,gusti legati al libro tra<strong>di</strong>zionale? Da una parte, lo schermorappresenta una rottura totale con la tra<strong>di</strong>zione, rendendo<strong>di</strong>fficile un trionfo definitivo del libro <strong>di</strong>gitale; madall’altra numerose iniziative sono volte a creare prodottisempre più sofisticati e atti a <strong>di</strong>schiudere nuovi spazimultime<strong>di</strong>ali all’ampliamento sia della lettura <strong>di</strong> evasionesia dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento del sapere, magari me<strong>di</strong>antegerarchie, generi, tipi <strong>di</strong> libro <strong>di</strong>gitale in grado <strong>di</strong>coinvolgere fasce <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> lettori, tanto più che molti <strong>di</strong>questi si acculturano me<strong>di</strong>ante au<strong>di</strong>ovisivi e messaggi inmovimento. Si sente già <strong>di</strong>re <strong>di</strong> e-book che fanno sentireil fruscio del voltar pagina o che permettono <strong>di</strong> sottolineareil testo. Ma attualmente l’unico settore nel quale illibro <strong>di</strong>gitale ha avuto e potrà continuare ad avere successoè quello delle enciclope<strong>di</strong>e: un prodotto senza precisaanagrafe, che si consulta per voci, nel quale ogni vocerimanda ad altre, che richiede un ampio corredo <strong>di</strong> immagini<strong>di</strong> riferimento. Nel settore delle enciclope<strong>di</strong>e, eforse dei manuali, il cd-rom è destinato al trionfo definitivo,potendo sod<strong>di</strong>sfare tutte queste esigenze insieme eper <strong>di</strong> più occupando limitato spazio “fisico”.Una vera e propria civiltà del libro in rete o dell’ebookresta comunque su uno sfondo piuttosto lontano,anche perché vanno messi in conto problemi come il <strong>di</strong>rittod’autore, la salvaguar<strong>di</strong>a dell’autenticità del testo, lapossibilità <strong>di</strong> successive letture pur con il variare assai rapidodelle tecnologie, la durata dei supporti magnetici. Aparte il dovere <strong>di</strong> preservare libri, collezioni, bibliotechequali sono stati per centinaia <strong>di</strong> generazioni, il libro puòavere nell’imme<strong>di</strong>ato e in futuro un ruolo, un significato eun futuro: in ultima analisi, il libro <strong>di</strong>gitale «integrerà manon sostituirà la gran<strong>di</strong>osa macchina <strong>di</strong> Gutenberg».


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 25inSEDICESIMOLA MOSTRA DEL LIBRO ANTICO, CATALOGHI DI BIBLIOFILIA, RECENSIONI,MUSEI DEL LIBRO, ASTE, ESPOSIZIONI, APPUNTAMENTI, ANASTATICHEIL LIBRO ANTICOSI FECE MOSTRACosa si è perso chi siè perso l’e<strong>di</strong>zione XX<strong>di</strong> annette popel pozzoAMilano, la XX e<strong>di</strong>zione dellaMostra del Libro Antico si èsvolta dal 13 al 15 marzo nel belPalazzo della Permanente <strong>di</strong> <strong>via</strong> Turati.“Must” bibliofilo per appassionati ecollezionisti del libro italiano antico e <strong>di</strong>pregio moderno, la mostra è anche luogod’incontro per alcuni dei più rinomatilibrai internazionali. Quest’anno la listacomprendeva oltre 50 antiquariprovenienti da tutta Italia, Austria,Germania, Inghilterra e Spagna.Tra le opere più preziose eranoalcuni frammenti <strong>di</strong> musica me<strong>di</strong>evale,presentati dallo Stu<strong>di</strong>o BibliograficoSolmi, e manoscritti miniati quali laExpositio in epistolas Pauli <strong>di</strong> Haymo <strong>di</strong>Auxerre, <strong>di</strong> ambito francesequattrocentesco e <strong>di</strong> celebre provenienza(copia <strong>di</strong> Budé-Barrois-Ashburnham-Foyle-Kraus), presentati da Sokol, Londra.In occasione dei 450 anni dellaprinceps dell’Index Librorum Prohibitorumnel 1559 si sono viste tre rarità quali laprima e<strong>di</strong>zione veneziana del cosiddetto“in<strong>di</strong>ce tridentino”, stampata da PaoloManuzio nel 1564 (presso Il Polifilo), laprima e<strong>di</strong>zione dell’in<strong>di</strong>ce in Germania,stampata sempre nel 1564 a Dillingen(presso Sermoneta Stu<strong>di</strong>o Bibliografico) euna rara e<strong>di</strong>zione del più famoso manualeper inquisitori, il Malleus Maleficarum (ilMartello delle Streghe), del 1494 (pressoPaolo Rambal<strong>di</strong>). Sempre à propos <strong>di</strong>eventi commemorativi, la Libreria Biggio<strong>di</strong> Torino, ha presentato per il Centenariodella conquista del Polo Nord il catalogo1909-2009 Il traguardo del Polo Nord, conopere <strong>di</strong> molti esploratori che hannocontribuito alla conquista dell’Artico.Lo Stu<strong>di</strong>o Bibliografico Lex Antiquaha ammaliato i visitatori con otto raree<strong>di</strong>zioni uscite dai torchi del più nototipografo ebreo, Gershom Soncino (attivodal 1502 al 1527). Davvero mozzafiato,un testo <strong>di</strong> astronomia <strong>di</strong> Gherardoda Sabbioneta Tehorice planetarum (Pisa,Soncino, 1508) e il religioso Opus totichristiane reipublice <strong>di</strong> Pietro Galatino,primo libro stampato a Ortona a Mare(Soncino, 1518). Due e<strong>di</strong>zioni soncinianenotano inoltre la provenienza <strong>di</strong> GiacomoManzoni (1816-1889), bibliografo deiprestigiosi Annali tipografici dei Soncino.Rispettivamente da Pettini e daPregliasco si potevano ammirare due raree<strong>di</strong>zioni del De architectura <strong>di</strong> Vitruvio:sia la princeps illustrata del 1511 (Venezia,Giovanni Tacuino) a cura del notoarchitetto fra’ Giovanni Giocondo, chedopo la morte <strong>di</strong> Bramante portò avantii lavori <strong>di</strong> San Pietro a Roma insieme aRaffaello e Antonio da Sangallo, sia laprima assoluta in volgare del 1521, con leillustrazioni del Cesariano che <strong>di</strong>mostranochiaramente l’influenza <strong>di</strong> Leonardo daVinci (Como, Gottardo da Ponte).L’inglese Sims Reed convinceva con50 libri rari tra i quali spiccavano la primae<strong>di</strong>zione delle poesie <strong>di</strong> John Donne inpergamena coeva (Poems, Londra, 1633)e la prima e<strong>di</strong>zione in prima tiraturadell’importantissimo Le<strong>via</strong>than <strong>di</strong> ThomasHobbes (Londra, Andrew Crooke, 1651).Wolfgang Kaiser della libreria Tusculumportò in mostra un raro post-incunabolospagnolo (Pan<strong>di</strong>t Aragonie <strong>di</strong> LucioMarineo, Saragossa, 1509), appartenutoal noto bibliofilo ottocentesco Gomez dela Martina e all’artista inglese WilliamMorris, <strong>di</strong> cui è noto l’interesse per librigraficamente e artisticamente composti.Lo Stu<strong>di</strong>o Wunderkammer <strong>di</strong> LucaCableri aveva un nuovo tipo <strong>di</strong> catalogo“meraviglioso”. Invece della descrizioneclassica del tomo in offerta, un’insolitascheda: un invito alla scoperta del libroattraverso un bramo curioso.Ancora, non si possono tralasciarele librerie antiquarie specializzate instampe: Ai Tre Torchi, Il Bulino, MorraLella e Gianni Stampe Giapponesi eStanza del Borgo, che esponevano bulini<strong>di</strong> Albrecht Dürer (Piccola Passione),Agostino Carracci (Omnia Vincit Amor,appartenuto a Füssli) o l’acquaforte Ilmercato nuovo <strong>di</strong> Dresda <strong>di</strong> Canaletto.La XX e<strong>di</strong>zione è stata una tappaimportante, a conferma <strong>di</strong> un impegnobidecennale, ma già oggi aspettiamo conentusiasmo la XXI e<strong>di</strong>zione della Mostradel Libro Antico, che si terrà, semprea Milano, dal 12 al 14 marzo 2010.


26la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009IL CATALOGODEGLI ANTICHILibri da leggereper comprare libri<strong>di</strong> annette popel pozzoBELLE VEDUTE D’ITALIAE STORIA DEL NORD-ESTLibreria E<strong>di</strong>trice Goriziana LEGCatalogo n. 57: Libri antichi e rari, <strong>di</strong>segniseicenteschi <strong>di</strong> città italianeNel catalogo, preparatoper la Mostra del Libro Antico a Milano,si segnala una particolare raccolta<strong>di</strong> <strong>di</strong>segni anonimi, databili attorno allaseconda metà del ’600, che rappresentauna collezione <strong>di</strong> vedute <strong>di</strong> città italiane.Probabilmente ispirati a un’opera astampa del periodo, i <strong>di</strong>segni, eseguiti achina e a colori sui toni del verde, rosa earancio, vengono offerti in<strong>di</strong>vidualmentecon prezzi dai 1.500 ai 3.500 euro.Nella sezione <strong>di</strong> libri antichi e rari,particolore interesse viene dato a titoliche riguardano la storia locale <strong>di</strong> Venezia,Friuli, Slovenia e Dalmazia: Venezia e lesue lagune [Venezia, Antonelli, 1847,¤9.500], una rara e<strong>di</strong>zione del Virgilio in<strong>di</strong>aletto friulano a cura <strong>di</strong> Bosizio, LaEneide <strong>di</strong> Virgili tradotta in <strong>via</strong>rs furlans[Gorizia, Giuseppe Tommasini, 1775,¤6.500], Amadeno <strong>di</strong> Castro, Genesishistorica nobilis Janesiorum familiae[manoscritto cartaceo, 1704-1731, cheriguarda la famiglia Janesi <strong>di</strong> Tolmezzocon relativi documenti, ¤24.000],e Johann Ludwig Schönleben, Carnioliaantiqua et nova, che tratta le vicende inSlovenia [Labaci, Mayr, 1681, ¤12.000].Libreria E<strong>di</strong>trice GorizianaCorso Giuseppe Ver<strong>di</strong>, 67, Goriziawww.leg.it/ - antiqua@leg.itLIBRI PROIBITI E INQUISIZIONEA 450 ANNI DALL’INDICEStu<strong>di</strong>o Bibliografico Paolo Rambal<strong>di</strong>Note storiche attorno a una collezioneIn occasione dei 450 anni delprimo In<strong>di</strong>ce dei libri proibiti, 85 <strong>di</strong>versee<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> “in<strong>di</strong>ci”, alcuni titoli relati<strong>via</strong>ll’Inquisizione, testi censurati, trattatisticae giurisprudenza. Su tutti, una rara primae<strong>di</strong>zione veneziana del cosiddetto “in<strong>di</strong>cetridentino” [Venezia, Paolo Manuzio,1564], una prima dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Plantinstampato per i Paesi Bassi [Anversa,Christophe Plantin, 1570], una primae<strong>di</strong>zione veneziana dell’in<strong>di</strong>ce clementinocon le Dechiarationi [Venezia, NiccolòMoretti, 1596], un’e<strong>di</strong>zione del primo eunico in<strong>di</strong>ce espurgatorio e<strong>di</strong>to in Italia[Roma, Stamperia Camerale, 1607] el’importante e<strong>di</strong>zione dell’ultimo in<strong>di</strong>cedel 1948 [Città del Vaticano], che elencailluministi francesi, Beccaria, Kant, eautori più recenti come Leopar<strong>di</strong> o Croce.Stu<strong>di</strong>o Bibliografico Paolo Rambal<strong>di</strong>Via Provinciale Superiore 34, Molinella (Bo)www.rambal<strong>di</strong>rarebooks.comDA LEONARDO A VITRUVIO,TRA ARTE E ARCHITETTURALibreria Antiquaria PeriniCatalogo 24: L’arte attraverso i secoliUna serie <strong>di</strong> trattati <strong>di</strong> arte earchitettura tra cui si segnalano MartinoBassi, Dispareri in materia d’architettura[Brescia, Marchetti, 1572, prima ed.,¤5.800]; Ottone Calderari, Disegni e scrittid’architettura [Vicenza, Paroni, 1808,prima ed., ¤5.900], Leonardo da Vinci,Trattato della pittura [Parigi, Langlois,1651, prima ed., ¤10.000], BuonaiutoLorini, Delle fortificazioni, libri cinque[Venezia, Rampazetto, 1597 (1596), primaed. in seconda tiratura, ¤7.000], MarcoMoro e Giuseppe Zanetti, Album <strong>di</strong>gemme architettoniche ossia gli e<strong>di</strong>fizjrimarchevoli <strong>di</strong> Vicenza [Venezia,Brizeghel, 1847, ¤15.000], TorelloSaraina, De origine et amplitu<strong>di</strong>ne civitatisVeronae [Verona, Putelletto, 1540, primaed., ¤5.000], Marcus Vitruvius Pollio, Dearchitectura libri dece [Como, GottardoDa Ponte, prima ed. volgare, ¤P.a.R.].Libreria Antiquaria Perini s.a.s.Via A. Sciesa 11, Veronainfo@libreriaperini.comCENTO TITOLI DA MANGIARE,DIRETTAMENTE DAGLI STATESBen Kinmont BooksellerCatalogue 12: GastronomyCento titoli “gastronomici” dallibraio californiano come Il caffè. Cantidue <strong>di</strong> Lorenzo Barotti, [Parma, StamperiaReale, 1781, prima ed., $4.000], unicotitolo culinario e<strong>di</strong>to dal Bodoni.Gradevole l’invito a passare allapratica con un menu <strong>di</strong> 10 ricette trovatenegli stessi libri: un’elegante preparazioneper tartufi “truffes cuites sous la cendre”da Jules Rémy, Champignons et truffes[Parigi, 1861, prima ed., $1.000] o un“gâteau à l’Italienne frit” da Le CuisinierGascon [Amsterdam, 1740, prima ed.,$6.500], opera, si <strong>di</strong>ce, scritta dal nipote<strong>di</strong> Louis XIV e Madame de Montespan.Ben Kinmont, Bookseller1160 Pleasant Hill Road, Sebastopol, CAbkinmont@gmail.com


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 27IL CATALOGODEI MODERNILibri da leggereper comprare libri<strong>di</strong> matteo noja152 LIBRI PER METTERSISULLE TRACCE DELLA FELICITÀL’Arengario Stu<strong>di</strong>o Bibliografico“La fantasia e la passione”. Per una storiabibliografica della felicità. Stampato in120 esemplari ad personam in occasionedella XX Mostra del Libro Antico a Milano.«Non c’è libro che non abbia a chefare con la felicità…»: così il Libraio provaa compilare un catalogo che è un veroe proprio <strong>via</strong>ggio in 152 libri alla ricercadella felicità. Quel che si può arguire,sfogliando le pagine <strong>di</strong> questo catalogo èche, in ogni libro, depositata dallafantasia, soprattutto quando è coniugataalla passione, si trova traccia dell’umanapre-occupazione <strong>di</strong> conoscere il mondo innome <strong>di</strong> una sincera felicità, alla ricercadell’appagamento dei propri desideri.Dalle satire <strong>di</strong> Persio [Persius cumduobus commentis… stampato a Venezia“per Petrum Io. de QuarengisPergomensem” il 13 aprile del 1495,¤4.500] al libretto <strong>di</strong> Giampiero MughiniLa Collezione [Torino, Einau<strong>di</strong> 2009, ¤16]passando da Scipione Maffei[Dell’impiego del denaro. Libri tre…,Verona, Giannalberto Tumermani, 1744,¤2.800] e dal libro <strong>di</strong> Bruno MunariTeoremi sull’arte [Milano, All’insegna delPesce d’Oro, 1961, ¤250], senza perdersiSvevo e Freud, D.H. Lawrence e Montale,Alain Delon e Brigitte Bardot e molti altri.L’Arengario Stu<strong>di</strong>o BibliograficoVia Pratolungo 192, Gussago BSwww.arengario.itPIERO GOBETTI, L’ANTOLOGIADEI SAGGI E DELLE RIVISTELibreria Antiquaria SoaveCatalogo stampato in occasione della XXMostra del Libro Antico«Penso un e<strong>di</strong>tore come uncreatore. Creatore dal nulla se egli èriuscito a dominare il problemafondamentale <strong>di</strong> qualunque industria: ilgiro degli affari che garantisce lamoltiplicazione infinita <strong>di</strong> una sia purpiccola quantità <strong>di</strong> circolante. […] Bastache egli sia stato logico; non abbia fattotransazioni coi suoi principi <strong>di</strong> uomocolto, che pubblico e scrittori siano sicuri<strong>di</strong> lui.» [P. Gobetti, L’e<strong>di</strong>tore ideale, Milano,Vanni Scheiwiller e<strong>di</strong>tore, 1966, p. 72-73].Nella pagina del catalogo generale a leide<strong>di</strong>cata, la Libreria Antiquaria Soave –fondata nel 1937 dall’avvocato-scultoreAlessandro Soave – propone unainteressante raccolta pressoché completadelle e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Piero Gobetti. Si tratta <strong>di</strong>109 titoli su 114 (anche se sappiamo che,nel frattempo, ne hanno raccolti altri due)e delle due collezioni quasi complete delleriviste “La Rivoluzione liberale” e “IlBaratti”. Nel raccogliere tanti volumi, nontutti facili da reperire, c’è voluta unapassione e una costanza che rendonomerito alla libreria; costituisce infatti unatestimonianza solida e inconfutabile dellaforza ideale <strong>di</strong> questo grandepersonaggio che in una brevissima vitaseppe condensare capacità e potenzialitàtali da far impalli<strong>di</strong>re molte altreesperienze intellettuali e morali. La sisegnala nella speranza <strong>di</strong> poterla ospitarepresto presso la nostra <strong>Biblioteca</strong>.Libreria Antiquaria SoaveVia Po, 48, Milanowww.libsoave.comFUTURISMO 1909-2009,NONOSTANTE LA FESTALibreria Antiquaria PontremoliFuturismo 1909-2009 con “Collaudo”<strong>di</strong> Pablo EchaurrenNell’orgia <strong>di</strong> celebrazioni futuristeper un centenario senz’altro tempestivoma nella sostanza fuori posto, ché il“Filippo Tommaso”, come lo chiamaEchaurren nel Collaudo che serve dapremessa al catalogo, l’avrebbe schifato ese ne sarebbe tenuto alla larga, questobel catalogo, che viene a completare ilprecedente [pubblicato sempre per laMostra del Libro Antico, nel 2008], sistaglia come uno dei contributi più utili eimportanti. Compilato da una delle pochelibrerie italiane che con de<strong>di</strong>zione epassione ha curato sin dal principio dellasua attività il Novecento [qualcuno, non atorto, sostiene che la Libreria “hacostruito” questo mercato in Italia, comeper l’Ottocento fece il buon Parenti con lesue “rarità”], il catalogo si <strong>di</strong>vide inquattro parti: manifesti, cataloghi,perio<strong>di</strong>ci e libri.Con quasi 800 schede [cui si sommano le300 del primo] veloci ma esaurienti e conaccattivanti illustrazioni, questapubblicazione si appresta a <strong>di</strong>ventare unostrumento in<strong>di</strong>spensabile per chi èinteressato al movimento artistico creatoda Marinetti.Libreria Antiquaria PontremoliVia Vigevano, 15, Milanowww.libreriapontremoli.it


28 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009LIBRI CHE PARLANO DI LIBRIOmaggi d’autore alle pagine scrittee storie dovo i volumi prendono vita<strong>di</strong> gianluca montinaro, matteo noja e matteo tosiI SEGRETI DELLA LEGATURASECENTESCA, CITTÀ PER CITTÀDopo il successo del Dizionarioillustrato della legatura, «un’opera -scrisse Luigi Crocetti - che lascia amolte lunghezze tutte le altrepubblicate su questa materia», Federicoe Livio Macchi presentano un magnificoed eru<strong>di</strong>tissimo Atlante della legaturaitaliana. Questo tomo prende in esame,in modo sistematico, il censimento,l’illustrazione, la descrizione (<strong>di</strong>videndola materia per città e relative areegeografiche) e le principali tipologie<strong>di</strong> legature d’arte in Italia nel periododel nostro maggior splendore artistico eculturale: il XV e XVI secolo.I maestri, le botteghe, i ferricaratteristici <strong>di</strong> un luogo o <strong>di</strong> unascuola vengono descritti in oltre centotipologie, con schede illustrateed esemplari, anche ine<strong>di</strong>ti, <strong>di</strong> legaturedell’epoca. Completano l’operaappen<strong>di</strong>ci sui ferri, su dorsi e tagli, suifalsi. Un’opera scientifica <strong>di</strong> grandebellezza e suggestione, ma anche unautentico Atlante in grado <strong>di</strong> guidareil collezionista, l’antiquario, lo stu<strong>di</strong>osoin un mare magnum ancora in parteinesplorato e perciò ricco <strong>di</strong> scoperte.Federico e Livio Macchi, Atlante dellalegatura italiana, Sylvestre Bonnard,Milano 2009, pp.296, ¤90,00LE ITALICHE PENNE DEL ’900,EDIZIONE PER EDIZIONELe raccolte delle prime e<strong>di</strong>zionidella letteratura italiana del Novecentorappresentano ormai un settore “forte”del collezionismo librario. Fon<strong>di</strong> comequello <strong>di</strong> Sergio Reggi (da poco acquisitodall’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano)sono state giustamente elevate apara<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong> questo specifico ambitobibliofilo, spesso primo gra<strong>di</strong>no per chisi avvicina al bibliocollezionismo.Ciò che unisce tutti coloro che siinteressano al nostro ’900 letterario è“il” Gambetti-Vezzosi: citato, consultato,preso a esempio. In questo Raritàbibliografiche del Novecento italiano,non una nuova e<strong>di</strong>zione ma una nuovaopera, Lucio Gambetti e Franco Vezzosioffrono il più esauriente strumentod’indagine delle e<strong>di</strong>zioni italiane del XXsecolo: 277 scrittori catalogati, daAccrocca a Zavattin. Migliaia <strong>di</strong> titolidescritti attraverso i dati tecnici <strong>di</strong> ognie<strong>di</strong>zione e le in<strong>di</strong>cazioni del valore <strong>di</strong>mercato. Completa il tutto un’appen<strong>di</strong>cede<strong>di</strong>cata a singole e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> opered’autori esclusi dall’elenco principale.Lucio Gambetti - Franco Vezzosi,Rarità bibliografiche del Novecentoitaliano, Sylvestre Bonnard, Milano2008, pp.1064, ¤75,00QUANDO “ARIA D’ITALIA” ERASINONIMO DI ITALIAN STYLEDaria Guarnati arrivò a Milano daParigi nel 1936, dopo la morte del maritoGiacomo Francesco. Raffinata inten<strong>di</strong>triced’arte e collezionista, amica <strong>di</strong> scrittorie pittori, era figlia del conservatore delPetit Palais <strong>di</strong> Parigi, Henry Lapauze.L’incontro imme<strong>di</strong>ato con Giò Ponti <strong>di</strong>edecorpo a una rivista forse tra le più bellemai stampate in Italia, “Aria d’Italia”, cheuscì in anni turbolenti, tra il 1939e il 1941, in sette fascicoli, a cadenzatrimestrale. “Aria d’Italia” cercava<strong>di</strong> combinare la tra<strong>di</strong>zione classicadell’arte italiana con il nuovo stile che,proprio in quegli anni, stava prendendoforma tanto nell’arte che nell’architetturae anche nella letteratura. Accorte finezzed’avanguar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> tecnica graficae tipografica fondevano testi e immaginiche apparentemente potevano sembraretra loro eterogenei, accomunati in untentativo <strong>di</strong> dotta <strong>di</strong>vulgazione cherisultava innovativo. La sua rivista fu unesperimento originale, felicissimo anchese breve, <strong>di</strong> quello che allora si andavaformulando e che fu poi definito “italianstyle”, che Ponti cercava <strong>di</strong> proporre giàcon le sue riviste “Domus” e “Stile”.Ai sette fascicoli <strong>di</strong> quegli anni, nel 1954se ne aggiunse un ottavo dal titolo“Espressione <strong>di</strong> Gio Ponti”, interamentede<strong>di</strong>cato al lavoro dell’architetto. Neglianni Cinquanta, Daria Guarnati, pubblicòpresso la sua casa e<strong>di</strong>trice – Aria d’Italia –le opere complete <strong>di</strong> Curzio Malaparte.Sil<strong>via</strong> Bignami (a cura <strong>di</strong>), Aria d’Italia<strong>di</strong> Daria Guarnati. L’arte della rivistaintorno al 1940, Skira (Quaderni <strong>di</strong>Apice 2), Milano 2008, ¤24,00SAGGI LUMI SULL’INCONTROTRA TESTO E LETTORE«Ben lungi dall’essere scrittori,fondatori <strong>di</strong> un luogo proprio, ere<strong>di</strong>, sulterreno del linguaggio, dei conta<strong>di</strong>ni delpassato, scavatori <strong>di</strong> pozzi e costruttori <strong>di</strong>


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 29<strong>di</strong>more, i lettori sono <strong>via</strong>ggiatori:circolano sulle terre altrui, come noma<strong>di</strong>che cacciano <strong>di</strong> frodo attraverso i campiche non hanno scritto, razziando i benid’Egitto per trarne go<strong>di</strong>mento.La scrittura accumula, immagazzina,resiste al tempo stabilendo un luogo emoltiplica la sua produzione me<strong>di</strong>antel’espansionismo della riproduzione. Lalettura non si garantisce contro l’usuradel tempo (ci si <strong>di</strong>mentica e la si<strong>di</strong>mentica), non conserva o conserva malequanto ha acquisito e ciascuno dei luoghiove passa è ripetizione del para<strong>di</strong>soperduto». Questa citazione, tratta daL’invention du quoti<strong>di</strong>en <strong>di</strong> Michel deCerteau [Paris, Gallimard 1990; trad. it.:Roma, e<strong>di</strong>zioni Lavoro, 2001], è postaall’inizio dell’Introduzione <strong>di</strong> questaantologia <strong>di</strong> saggi perché definisce le ideefondamentali su cui si basa: la prima chela lettura non è già prevista o iscritta neltesto, la seconda che il testo è tale soloin virtù del fatto che esiste un lettore chegli attribuisce un significato. I vari saggi(a firma <strong>di</strong> R. Bonfil, G. Cavallo,R. Chartier, J.-F. Gilmont, A. Grafton,J. Hamesse, D. Julia, M. Lyons, M. Parkes,A. Petrucci, P. Saenger, J. Svenbro,R. Wittmann) hanno come scopo quello<strong>di</strong> evidenziare i vari mo<strong>di</strong> in cui nei secoliè avvenuto l’incontro tra il “mondo deltesto” e il “mondo del lettore”. Tenendoconto che i significati dei testi <strong>di</strong>pendonodalle forme e dalle modalità in cui i lettorili accolgono e se ne appropriano, ogniautore ha cercato <strong>di</strong> ricostruire in chemaniera, dall’antica Grecia sino allarivoluzione elettronica del XX secolo,l’uomo si sia posto <strong>di</strong> fronte agli oggetti,quali che fossero, che gli trasmettevanoun testo.Guglielmo Cavallo e Roger Chartier (acura <strong>di</strong>), Storia della letteratura nelmondo occidentale, E<strong>di</strong>tori Laterza(prima e<strong>di</strong>zione 1995, ristampa conaggiornamento bibliografico 1998),Roma-Bari 2009, pp.524, ¤20,00ERAN CINQUECENTO, ERANGIOVANI E FUTURISTI...Con un totale <strong>di</strong> 3270 schede per500 scrittori, un panorama esaustivodella produzione tipografica delmovimento futurista. Cammarotacompleta il lavoro <strong>di</strong> mappatura dei libri,delle riviste e dei manifesti futuristiiniziato con il volume Filippo TommasoMarinetti. Bibliografia nel 2002 sempreper Skira. Selezionati con criterio –tralasciando coloro che pur vantando unamilitanza nel Futurismo non avevano maiprodotto testi “futuristi” oppure quelli chepur cercando <strong>di</strong> proporre dei testi vicinial movimento non ne fecero mai parteeffettivamente – questi 500 nomi,in<strong>di</strong>cati anche con sommarie notebiografiche e l’eventuale pseudonimo,costituiscono un repertorio ormaidefinitivo della bibliografia futurista.Domenico Cammarota, Futurismo.Bibliografia <strong>di</strong> 500 scrittori italiani.Mart <strong>di</strong> Trento e Rovereto – CentroInternazionale Stu<strong>di</strong> Futurismo. Skira,Milano 2009. (Documenti, 10),pp.304, ¤25,00Nata in provincia<strong>di</strong> Firentze solo22 anni fa,Alessandra Rad<strong>di</strong> è dasempre lettrice <strong>di</strong> horrore fantasy. Ora varca labarricata con questo suo“Il libro che non volevamorire” (Sarnus, Firenze2009, pp.228, ¤12,00),un romanzo che <strong>di</strong>ce <strong>di</strong>aver tenuto nel cassettofin dall’età <strong>di</strong> 16 anni.Sua anche l’illustrazione<strong>di</strong> copertina.Il tutto si svolge in unaPraga (misteriosa comele compete, ma invasadai turisti) la cui calmaè rotta da un’inquietanteQUEI MAESTRI SCELTI PER I700 DELL’ATENEO PERUGINOUn ciclo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> mostre è statoav<strong>via</strong>to lo scorso anno dalla città <strong>di</strong>Perugia per celebrare i settecento anni <strong>di</strong>storia della propria nobile Università.L’inizio dei festeggiamenti è stato affidatoa “Scienza e scienziati”, esponendo i pezzipiù interessanti delle collezioniscientifiche dell’ateneo, ma allo scoccaredell’anno nuovo si è passati a “Maestri,insegnamenti e libri”, una vera e propriaindagine bibliografica sui primi quattrosecoli <strong>di</strong> storia dell’antica istituzione.Appena conclusa, la mostra lascia in doteal presente uno splen<strong>di</strong>do catalogo conalcune riproduzioni <strong>di</strong> antichi manoscritti,gran<strong>di</strong> tomi e co<strong>di</strong>ci miniati – con relatividottissimi saggi – de<strong>di</strong>cati all’iconografiadel “maestro” e del libro come sommaforma <strong>di</strong> insegnamento. E ancora, i testipiù prestigiosi prodotti dall’antico ateneo.Carla Frova, Fer<strong>di</strong>nando Treggiari,Maria Alessandra Panzanelli Fratoni (acura <strong>di</strong>), Maestri, insegnamenti e libria Perugia, Skira, Milano 2008,pp.262, ¤45,00L’OPERA PRIMA: UN’AFFASCINANTE VAMPIRE-STORYPRAGHESE SULLE TRACCE DI UN DIABOLICO LIBROscia <strong>di</strong> delitti che sembraricondurre a un maleficovolume “sfuggito allasua prigione” per mano<strong>di</strong> Goran, un sanguinariovampiro boemo. Sui loropassi, un’altra vampira,Mina, e i suoi cugini,Francis e Alice, esperti <strong>di</strong>paranormale, aiutati poida Dimitri, goffo ladro atempo perso. Peripezie,agguati e <strong>di</strong>savventure sisusseguono, guidandociattraverso l’intera città.


Abbiamo un latte per ognuno <strong>di</strong> voi.Parmalat ha de<strong>di</strong>cato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienzaed il lavoro. E per dare a ciascuno <strong>di</strong> noi la possibilità <strong>di</strong> scegliere, ne hacreato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro, garantito, <strong>di</strong> assolutaqualità e fiducia. Esaudendo i gusti e le necessità <strong>di</strong> tutti.Nutre la vita.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 31DOVE I VOLUMISONO DI CASAI musei del libro e lebiblioteche più belle<strong>di</strong> matteo tosiMUSEO BODONIANO,PARMA, PALAZZO DELLA PILOTTA,STRADA DELLA PILOTTA 3INFO: TEL. 0521/220411-449E-MAIL: MUBODONI@UNIPR.ITWWW.MB-MUSEOBODONIANO.ITIN CENTRO A PARMA,NEL TEMPIO DI BODONI,LA CARTA E LE SUE STORIESI FANNO “ESPOSIZIONI”Nonostante l’alto livello<strong>di</strong> eccellenza scientifica raggiuntadal centro espositivo dell’Istitutocentrale <strong>di</strong> patologia del libro, gestitoa Roma dal Ministero dei Beni culturali,e nonostante l’incre<strong>di</strong>bile proliferare<strong>di</strong> biblioteche anche straor<strong>di</strong>nariee raffinatissime lungo tutto lo Stivale,in Italia sembra mancare ancora quellacultura del libro come oggettoda mostrare in tutto il suo splendore,anche solo per la gioia degli occhi altrui.L’unico vero caso <strong>di</strong> un “museodel libro” italiano in grado <strong>di</strong> competerecon quelli sorti già da qualche lustrotra Germania, Francia e Gran Bretagna,infatti, si appoggia all’omaggio che Parmae la sua <strong>Biblioteca</strong> Palatina de<strong>di</strong>canoall’opera celebratissima <strong>di</strong> GaimbattistaBodoni, il grande tipografo, stampatoreed e<strong>di</strong>tore piemontese che nel 1768giunse nella “Città dorata”, su invito delDuca, come responsabile della Stamperiareale. E che, da qui, conquistò il mondodelle lettere e delle arti calcografichelegando il proprio nome all’invenzione<strong>di</strong> un nuovo stile <strong>di</strong> caratteri da stampa,presto definito neoclassico, e all’ideazione<strong>di</strong> un canone d’impaginazione rinnovatoe interamente ispirato a una sobrietàgrafica fatta <strong>di</strong> grazie dritte e molto fini,accompagnate da vasto bianco ai marginicosì come negli spazi e negli interlinea.Il museo parmense ripercorrequin<strong>di</strong> le tappe della vita e delle opere<strong>di</strong> Bodoni, analizzandone l’attività insiemealla storia tutta del manoscritto e dellastampa, della scrittura in generee dei caratteri tipografici nello specifico.Circa un migliaio sono le e<strong>di</strong>zionibodoniane <strong>di</strong> proprietà del museo (ossiai tre quarti dell’intera produzione “tirata”dal maestro e poi dalla sua vedova),un patrimonio unico, ulteriormenteimpreziosito dalla quasi totalità dei suoistrumenti “tipografico-fusori”: un’infinità<strong>di</strong> punteruoli, lame, spatole e pinzeper l’incisione dei singoli caratteri,cinquanta forme per fusione, oltre 35milapunzoni in<strong>di</strong>viduali e quasi 45mila matricioltre a un torchio ligneo ricostruitonel 1940 su modello dell’originale.Il meglio <strong>di</strong> questa sterminataraccolta è esposto su una teoria <strong>di</strong> vecchimobili-libreria e, soprattutto, in una serie<strong>di</strong> semplici vetrine che raccolgonoi gran<strong>di</strong> capolavori e<strong>di</strong>ti da GiambattistaBodoni, quasi tutti nelle loro tra<strong>di</strong>zionalilegature e<strong>di</strong>toriali in carta color ocrae molti con le pagine interne stampatesu quel papier vélin caro ai francesiper candore e morbidezza al tatto. Qualitàqui sublimate dal grande formato e dalla“corposità” scelta per fermare i testifondanti la cultura europea, daOmeroai maggiori poeti latini e da Dante e Tassoa Racine e La Fontaine.Tornando a parlare <strong>di</strong> Francia, poi,da sottolineare che il museo parmense,oltre alle suddette perle del “suo”maestro, conserva anche una notevolequantità <strong>di</strong> volumi stampati dalla famigliaparigina dei Didot, colleghi e “rivali”<strong>di</strong> Bodoni, come si evince dagli elogi e daireciproci “rimbrotti” scoperti in un rarocarteggio anch’esso in mostra.Ma se questo, in sintesi, è il ritrattodella migliore “arte del libro” europeaa cavallo dell’Ottocento, il museoconserva anche una serie <strong>di</strong> manoscritti eco<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>evale, e una selezione <strong>di</strong>veri e propri capolavori tipografici“composti” lungo cinque secoli, anch’essiprovenienti dalla biblioteca personale delduca <strong>di</strong> Parma, come la collezione esposta<strong>di</strong> trattati sulla scrittura.Il busto bronzeo <strong>di</strong> GiambattistaBodoni (opera <strong>di</strong> Carlo Corvi) e unateca <strong>di</strong> punzoni da stampa


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maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 33ASTE LIBRARIEMaggio e poi giugnoincanto per incanto<strong>di</strong> annette popel pozzo IL 30 APRILE, PARIGIAsta - “Estampes Ancienneset Modernes”. Si segnala Gravures<strong>di</strong> Marino Marini (1970, 23 tavole), uno<strong>di</strong> 65 esemplari su carta vélin de Rives.Info: www.piasa.fr DAL 1° AL 3 MAGGIO,BOLOGNAMostra mercato - “Antiche pagine” –XV Mostra mercato del libro e dellastampa antica e del ‘900 da CollezioneInfo: www.antichepagine.com DAL 4 AL 6 MAGGIO,MONACO DI BAVIERAAsta - All’incanto, una biblioteca <strong>di</strong>un castello della Germania del Sud ela Chronica mun<strong>di</strong> <strong>di</strong> Schedelin una e<strong>di</strong>zione latina e tedesca.Info: www.hartung-hartung.com DAL 6 ALL’8 MAGGIO,MONACO DI BAVIERAAsta - All’incanto numerosi incunaboli,fra cui una Biblia latina rubricata(Strasburgo, Rusch, 1480, 4 volumi) euna copia delle Decretales <strong>di</strong> Gregorio IXminiata (Magonza, Schöffer, 1473).Info: www.zisska.de IL 7 MAGGIO, LONDRAAsta - Da segnalare, Peintures de vasesantiques vulgairement appelés étrusques<strong>di</strong> Aubin Louis Millin de Grandmaison(Parigi, Didot, 1808-1810, prima ed.) euna rara prima e<strong>di</strong>zione in arabo degliElementi <strong>di</strong> Euclide, (Roma, 1594)Info: www.sothebys.com IL 10 MAGGIO, MILANOMostra mercato - “Vecchi libri inpiazza”. Mostra mercato <strong>di</strong> libri antichi,vecchi ed esauriti Info: tel. 02/804607 IL 12 MAGGIO, PARIGIAsta - “Livres Anciens et Modernes”.Info: www.piasa.fr IL 13 MAGGIO, PARIGIAsta - “Livres et souvenirs historiques”.Info: www.beaussant-lefevre.com IL 14 MAGGIO, PARIGIAsta - “Antique and Modern Books”.Info: www.artcurial.com IL 14 MAGGIO, LONDRAAsta - “Important books and manuscripts”.Info: www.bloomsburyauctions.com DAL 14 AL 18 MAGGIO,TORINOFiera - “Libri Antichi e Rari” - XXII FieraInternazionale del Libro <strong>di</strong> TorinoInfo: www.fieralibro.it IL 15 MAGGIO, PARIGIAsta - “An Amateur’s Library”.Info: www.artcurial.com IL 18 E 19 MAGGIO,AMBURGOAsta - “Wertvolle Bücher mit Maritimeund Norddeutsche Kunst”. Da segnalare,De istoria stirpium <strong>di</strong> Leonhart Fuchs(1542, prima ed. latina), ma ancheOver de voorteeling en wonderbaerlykeveranderingen der Surinaamscheninsecten <strong>di</strong> Maria Sibylla Merian (1730,256 tavole incise).Info: www.kettererkunst.de IL 19 MAGGIO, OXFORDAsta - “Printed Books and Maps”.Info: www.bonhams.com IL 19 E 20 MAGGIO,AMBURGOAsta - “Wertvolle Bücherund Autographen”.Info: www.hauswedell-nolte.de IL 28 MAGGIO, LONDRAAsta - “Vintage posters and printed books”.Info: www.bloomsburyauctions.com IL 28 MAGGIO, PARIGIAsta - “Livres Anciens et Modernes”.Info: www.alde.fr IL 29 MAGGIO, PARIGIAsta - “Livres Anciens et Modernes”.Info: www.lafon.auction.fr/cp/lafon/ IL 1° GIUGNO, LONDRAAsta - “Fine printed books et manuscriptsinclu<strong>di</strong>ng the Works of Charles Dickens”.Info: www.christies.com IL 3 GIUGNO, LONDRAAsta - “Valuable Printed Books andManuscripts, inclu<strong>di</strong>ng Fine Plate booksfrom an Historic Continental Library”.Info: www.christies.com IL 3 GIUGNO, PARIGIAsta - “Prints and Illustrated Books”.Info: www.artcurial.com


34la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009ANDANDO PER MOSTREQuando la stampa si fa d’artee quando l’arte guarda ai libri<strong>di</strong> matteo tosiLE “FORME” DEL SOL LEVANTEPER MANO DI UN SAMURAIFogli sciolti a stampa, illustrati conle vedute dei luoghi (“umani” enaturali) fondanti la culturanipponica o le meraviglie della flora edella fauna <strong>di</strong> tutto il mondo, e lororaccolte sotto forma <strong>di</strong> preziosissimialbum, quasi dei veri e propri “atlanti”del Sol Levante: ecco la raffinatissimapro<strong>di</strong>zione incisoria che ha regalatofama subitanea e immortale a ungiovane samurai <strong>di</strong> basso rango che,per coltivare il proprio talento nell’artedel <strong>di</strong>segno, ha abbandonato tutto,compreso l’incarico <strong>di</strong> comandante deivigili del fuoco lasciatogli in ere<strong>di</strong>tàdal padre, precocemente scomparso.Hiroshige fu il nome assegnatoglidal maestro Utagawa Toyohiro, il primoche lo prese a bottega e ne comprese iltalento, ed è con questo nome che sipresentò al “suo” Giappone quasi 200anni fa e che, già prima dell’avvento delNovecento, fu chiamato lui stesso“maestro” anche al <strong>di</strong> fuori della suaterra, a partire dalla nostra Europa.Dove Vincent van Gogh e <strong>di</strong>versi altriimpressionisti esercitavano la sensibilitàdella loro pittura en plein air, copiandoalcuni dei suoi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> paesaggi.Vedute e panorami che <strong>di</strong>venneroil fulcro portante dell’opera <strong>di</strong> Hiroshigefin quasi da subito, giusto il tempo<strong>di</strong> prendere confidenza con i ferridel mestiere ritraendo attori <strong>di</strong> teatrokabuki, guerrieri del passato e belledonne per i clienti del suo maestro, eappena dopo essere rimasto folgoratodalle Trentasei vedute del monte Fuji<strong>di</strong>pinte nel 1830 dal già celebratissimoHokusai, che poi <strong>di</strong>verrà suo rivale.Già l’anno seguente, infatti,<strong>di</strong> ritorno da un <strong>via</strong>ggio che lo portòdalla sua Edo (Tokyo) a Miyako (Kyoto),per scortare i cavalli consacrati che loShogun donava all’Imperatore,Hiroshige inaugurò la propria venanaturalistica con alcune serie che prestofurono veri e propri successi e<strong>di</strong>toriali,stampati a più riprese per venireincontro alla voglia dei giapponesi <strong>di</strong>scoprire il loro splen<strong>di</strong>do Paese: unade<strong>di</strong>cata ai Luoghi celebri della CapitaleOrientale, una alle Otto vedute <strong>di</strong> luoghicelebri <strong>di</strong> Edo, e ancora Le cinquantatréstazioni <strong>di</strong> posta del Tokaido, solo alcunidei 200 capolavori che oggi sono aRoma, in arrivo dall’Honolulu Academyof Arts, sede della splen<strong>di</strong>da collezione<strong>di</strong> oltre tremila fogli a stampa delmaestro nipponico che appartenneallo scrittore James Michener.HIROSHIGE.IL MAESTRO DELLA NATURAROMA, MUSEO FONDAZIONE ROMA,FINO AL 7 GIUGNO – INFO: 899/666805WWW.FONDAZIONEROMA.ITCATALOGO: SKIRA


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 35CARTE, CODICI E MESSALIDELL’ETIOPIA CRISTIANANigra sum sed formosa, sonoscura ma bella, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sé unaSposa nel Cantico dei Cantici.Bibbia, Vangeli, Corano e anche il Kebranagast – il “poema nazionale” etiopico –sembrano concordare sul fatto chequella donna sia la regina <strong>di</strong> Saba e ilsuo sposo il saggio Salomone, facendo<strong>di</strong>scendere dall’incontro tra la sovranaafricana e il leggendario Re d'Israelead<strong>di</strong>rittura la casa reale etiope.Di certo è impossibile liberarela storia dalla leggenda, ma non si puònegare la millenaria esistenza <strong>di</strong> unimpero cristiano a sud dell'Egitto e delPittore giovanissimo<strong>di</strong> madre inglese epadre greco, ThomasGillespie approda aFirenze per la sua primapersonale (Poggiali e Forconi,dal 17 maggio al 21luglio; tel. 055/287748)dopo essersi fatto notaresia ad ArtFirst sia a MiArt.Alle gran<strong>di</strong> tele <strong>di</strong> scorciSudan, un regno che a partire dal 1270ebbe anche una sua nuova Gerusalemmenella città <strong>di</strong> Lâlibalâ, un vero e propriocapolavoro <strong>di</strong> architettura rupestre, conun<strong>di</strong>ci gran<strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici scavati nella roccia<strong>di</strong> tufo e collegati fra loro da cunicoli.Proprio Lâlibalâ, grazie a novesplen<strong>di</strong>de acqueforti che il trevigianoLino Bianchi Barriviera incise dopo il suo<strong>via</strong>ggio africano del 1938-39, apre lasensazionale mostra veneziana (Ca’Foscari, fino al 10 maggio, info: tel. 041/TUTTO IL FASCINO E L’INQUIETUDINE DI FRANCISCO GOYA,MAESTRO DELL’INCISIONE NELLE TERRE DEI BORBONELa Galleria Civica d’Arte<strong>di</strong> Cava de’ Tirreniha da poco inauguratoil suo 2009 con Il segno <strong>di</strong>Goya (fino al 6 settembre;tel. 089/682303), una mostra<strong>di</strong> rara intensità che riunisceben ottanta incisioniappartenenti al ciclo “I<strong>di</strong>sastri della Guerra”. Unaprova inconfutabile dellamaestrìa tecnica del geniospagnolo che, ultrasessantenne,recuperò il maggiornumero possibile <strong>di</strong> lastrePUBBLICAZIONI D’EPOCA RIVISTE DA UN GIOVANE PITTOREper gridare la sua condanna<strong>di</strong> ogni guerra, strumentoche egli considerava l’epilogodella follia umana.Le truppe napoleonicheche invadono la suaSpagna sono qui metafora<strong>di</strong> ogni aggressione e dell’in<strong>di</strong>fferenzadei “gran<strong>di</strong>”verso la popolazione civile,sempre vittima <strong>di</strong> contrastiche poco le interessano.Precisi riman<strong>di</strong> storici,infatti, si sublimano e sivelano in quei continui ricorsial fantastico e al deformeche sono la cifra <strong>di</strong>stintivadell’arte <strong>di</strong> Goya,sia grafica sia pittorica.urbani e pompe <strong>di</strong> benzina,questa volta affianca20 curiose tecniche misteeseguite sulle pagine <strong>di</strong>alcuni libri d’epoca, rielaborandonele rasserenantiillustrazioni con incursioniche turbano l’immagine<strong>di</strong> quell’Occidente ideale,così tipico dei Ladybirdbooks degli anni ’60.2346947) che da quel verso del Canticoprende il nome e che racconta “sacro ebellezza dell’Etiopia cristiana” attraversoottocento anni <strong>di</strong> arte e spiritualità,sublimate da mitiche leggendee racconti ufficiali.Come quello del pittore NikolausBrancaleon, detto Mercurio, che, proprioal servizio del Doge, sul finire del XVsecolo giunse nelle terre dell’Impero delLeone e con le sue raffinate iconeinfluenzò quattro secoli <strong>di</strong> arte locale,come <strong>di</strong>mostrano i numerosi libriillustrati esposti nelle due sale chechiudono la mostra, tutti coloratissimi efittamente istoriati.Ma la carta, oltre al legno <strong>di</strong><strong>di</strong>versi <strong>di</strong>ttici e pale da cerimonia, la fada padrona anche lungo tutto ilpercorso espositivo, tra incisioni, co<strong>di</strong>ciminiati e suggestivi “rotoli magici”provenienti dalle più rinomate collezionipubbliche e private del mondo.E in tema <strong>di</strong> capolavori non si puònon citare lo splen<strong>di</strong>do “Mappamondo <strong>di</strong>Fra Mauro (normalmente conservatopresso la <strong>Biblioteca</strong> Nazionale Marciana),gioiello cartografico databile intorno al1450, un quadrato <strong>di</strong> oltre due metri <strong>di</strong>lato al cui interno è iscritto tutto ilmondo allora conosciuto, in formacircolare e insolitamente orientato a sud,corredato da oltre 4.000 “<strong>di</strong>dascalie”.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 37LIBRI DA INCONTRARE E NOBILIPENNE CON CUI CONFRONTARSIUna serie <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> letture attoriali a Roma,un tour <strong>di</strong> poesia contemporanea a Vicenza<strong>di</strong> gianluca montinaro e matteo tosiUN OMAGGIO AL DE SANCTISE ALLA NOSTRA LETTERATURAIl ciclo <strong>di</strong> incontri “L’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>Francesco de Sanctis”, promossodal Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali, nasce dalla volontà<strong>di</strong> valorizzare l’inestimabile tra<strong>di</strong>zioneletteraria italiana, delle bibliotechestoriche e dell’immenso patrimoniolibrario, attraverso una serie <strong>di</strong> “serateevento”che ne rivitalizzino – attraversolinguaggi nuovi e creativi – l’importanzaculturale per il nostro Paese.L’idea originaria del progetto,nonché il filo conduttore sottesoall’evento, rimanda alla Storia dellaLetteratura Italiana <strong>di</strong> Francesco DeSanctis (1817-1883), il più importantestorico e critico della nostra letteratura,oltre che intellettuale <strong>di</strong> importanzainternazionale. Tutto nasce, infatti, daun’iniziativa dell’erede del critico,Francesco De Sanctis jr., che ha deciso<strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione della ricercadecine <strong>di</strong> manoscritti, lettere e testiautografi, documenti fino a oggi rimastiinaccessibili, aprendo l’archivio personalee la biblioteca del suo antenato.Con la scoperta <strong>di</strong> alcuni ine<strong>di</strong>ti,attraverso la rilettura delle più bellepagine della Storia della LetteraturaItaliana, ha preso forma questo ampioprogetto che ha coinvolto un comitatoscientifico <strong>di</strong> professori, ricercatori, criticiletterari e d’arte <strong>di</strong> tutta Europa e uncomitato organizzativo <strong>di</strong> professionistidella comunicazione culturale.Gran<strong>di</strong> attori <strong>di</strong> teatro, cinemae televisione, si stanno misurandocon i capolavori recensiti dal De Sanctis,attraverso la formula della lettura ad altavoce, per avvicinare il pubblico allepagine più belle della nostra letteraturae raccontarne la storia. Gli autori e i testiselezionati sono quelli a cui De Sanctisde<strong>di</strong>ca maggior rilievo: Dante, Petraca,Machiavelli, Tasso, Alfieri e Leopar<strong>di</strong>.Ogni evento prende forma in unasala simbolo dell’Istituzione che ospita laserata e ogni lettura è preceduta da unabreve illustrazione <strong>di</strong> autore e operain relazione alla critica desanctisiana.I prossimi appuntamenti sono lunedì 4maggio, alle ore 17, a Palazzo Chigi,con Laura Morante che legge NiccolòMachiavelli, e lunedì 11 maggio, semprealle ore 17, a Villa Madama, con FabrizioBentivoglio che interpreta alcuni passi<strong>di</strong> Giacomo Leopar<strong>di</strong>.Info: www.fondazionedesanctis.itDIRE POESIA. CIOÈ FARNE UNAFESTA DEL DIRE E DELL’UDIRESi intitola “Dire Poesia” ed è unanuova rassegna <strong>di</strong> “Incontricon poeti contemporanei in luoghid’arte” che sta attraversando Vicenza,tentando l’ardua impresa <strong>di</strong> trasportareil bel “canto” al <strong>di</strong> fuori e al <strong>di</strong> là dellapagina scritta per farne esperienzacollettiva, emozione con<strong>di</strong>visa.A facilitare il tutto, <strong>di</strong>versi intermezzimusicali affidati giovani promesse<strong>di</strong> archi e tastiere, ma soprattuttogli affascinanti scenari dei palazzi, dellegallerie e dei musei (spazi molto <strong>di</strong>versitra loro, sia per il contesto sia per l’arteesposta) che ospitano ciascuno dei <strong>di</strong>eciappuntamenti in programma.Dieci declinazioni <strong>di</strong>verse della parolapoetica secondo <strong>di</strong>eci <strong>di</strong>versi “sentire”,ma tutti assolutamente contemporanei.Nulla <strong>di</strong> paludato, noioso e ingessato,quin<strong>di</strong>, ma occasioni in cui, per <strong>di</strong>rlasempre con Mariangela Gualtieri, “lapoesia vuol <strong>di</strong>ventare musica” perché “lapoesia vuole essere detta, vuole respiro,saliva, corpo, voce. Vuole uscire dallapolvere della pagina scritta, dallaletterarietà dalla camera chiusadel pensiero, sbavarsi in una boccache porta bene impressa la terra in cui ènata, il pane che ha mangiato, il vino cheha bevuto”.Un progetto coraggioso, quin<strong>di</strong>,che per il mese <strong>di</strong> maggio ha ancora inserbo l’incontro con Yves Bonnefoy(venerdì 22 alle 18, Palazzo Chiericati),Paolo Lanaro (lunedì 25 alle 18, PalazzoLeoni Montanari), Mariangela Gualtieri(martedì 26 alle 18, Palazzo LeoniMontanari) e Valerio Magrelli (mercoledì27 alle 18, Palazzo Leoni Montanari).Autori locali, quin<strong>di</strong>, ma ancheitaliani e internazionali, vista l’intenzionedel Comune <strong>di</strong> non dare vita a un merofestival, ma a un’occasione <strong>di</strong> “<strong>di</strong>versità”.Info: tel. 0444/222116


38la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009CAPOLAVORI DA SOGNAREAnastatiche preziose, esemplari unicie suggestivi fac-simili da collezione<strong>di</strong> gianluca montinaroL’ITALIANO COME CRUSCACOMANDA, ANCHE SU CDRealizzando la ristampa anastaticadel celebre Vocabolario degliAccademici della Crusca nellaprima “impressione” del 1612,l’Accademia della Crusca fa tornare incircolazione, nella sua corposa visibilità,quell’opera che nella storia della linguaitaliana ha costituito un evento decisivo,paragonabile all’apparire dei capolavoriletterari del Trecento, delle fondamentaliopere grammaticali cinquecentesche edel romanzo manzoniano.Racchiusa in un cofanetto,la riproduzione del Vocabolariodegli Accademici della Crusca (fedeleanche per formato e colore della cartae degli inchiostri) è accompagnata da uncd-rom con la versione elettronica delVocabolario integralmente consultabile eda un volume <strong>di</strong> presentazione storicolinguistica(Una lingua, una civiltà,il «Vocabolario»), corredato da numeroseimmagini, spesso ine<strong>di</strong>te, provenientidagli archivi e dalle collezionidell’Accademia.Impressionanti i numeri: 25.056lemmi, 299 opere citate, 62.870 citazioni(cifre eccezionali per quell’epoca, se sipensa che un vocabolario monovolumedell’italiano oggi conta 80.000 lemmi,comprensivi <strong>di</strong> straripante terminologiatecnico-scientifica).La pubblicazione, preparata in cinqueanni, mira a scopi sia scientifici sia<strong>di</strong> alta <strong>di</strong>vulgazione, perché costituisceuna fonte <strong>di</strong> conoscenze ancora daesplorare, soprattutto attraversoil mezzo elettronico. Mentre per lascelta dei materiali e la cura con cui èstata realizzata, l’opera si rivolge ancheagli appassionati delle e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pregio.Attorno al 1590, gli Accademicidella Crusca, ispirati dal filologo elinguista Leonardo Sal<strong>via</strong>ti, concepironoil progetto <strong>di</strong> uno strumento che,in un’Italia smembrata tra le potenzeeuropee e priva <strong>di</strong> un vero centropolitico, nonché linguistico-culturale,unificatore, normalizzasse l’uso dellalingua; definirono così un modellolinguistico basato sui testi del Trecentofiorentino, considerato il secolo d’orodella lingua per i gran<strong>di</strong> capolavori <strong>di</strong>Dante, Petrarca e Boccaccio,DE BATINES E IL SUO DANTEPersonaggio dai <strong>di</strong>versi interessi,il visconte Colomb de Batinesvisse asse<strong>di</strong>ato da guai finanziarie giu<strong>di</strong>ziari, cui si sottrasse convari “esili”. Nel 1844 è a Firenzee si de<strong>di</strong>ca a una Bibliografiadantesca ossia catalogo dellee<strong>di</strong>zioni, traduzioni, manoscrittie commenti della Comme<strong>di</strong>a edelle opere minori (Prato, 1845),opera rarissima (500 copie e unaper il Granduca <strong>di</strong> Toscana) cheSalerno E<strong>di</strong>trice rie<strong>di</strong>ta in 2 tomipiù uno con l’In<strong>di</strong>ce generale ele Giunte e correzioni, unapostfazione <strong>di</strong> Stefano Zamponie un In<strong>di</strong>ce dei manoscritti(Roma 2009, pp. 1808, ¤260).ma ampliarono il canone ai testi <strong>di</strong> variautori successivi anche non toscani.Nel 1612, dopo anni <strong>di</strong> intensapreparazione, vide la luce il Vocabolario,stampato a Venezia sotto la guidadell’Accademico segretario Bastianode’ Rossi, per i tipi <strong>di</strong> Giovanni Alberti.Il Vocabolario degli Accademicidella Crusca non occupa solo un postoprimario nella storia dell’italiano, masegnò anche un traguardo nella scienzalessicografica e nella coscienzalinguistica degli altri popoli, <strong>di</strong>venendocapostipite dei gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>zionari europei.Ampliato nelle successive e<strong>di</strong>zioni(1623; 1691; 1729-38; 1863-1923,incompleta), il blasonato Vocabolariofu modello e riferimento insostituibile,e <strong>di</strong>chiarato, per il Dictionnairede l’Académie Françoise (1694),il Diccionario de la lengua castellana,della Real Academia Española (1726-1739) e più tar<strong>di</strong> per il Dictionary of theEnglish Language <strong>di</strong> Samuel Johnson(1786) e il Deutsches Wörterbuchdei fratelli Grimm (1° vol. 1854).Vocabolario degli Accademici dellaCrusca 1612 (con volume <strong>di</strong>commento e cd-rom), Castelseprio,Era e<strong>di</strong>zioni, 2008, 590 euro.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano39L’ERBARIO CINQUECENTESCOCHE REINVENTÒ LA BOTANICAPochi libri sono affascinanti comegli erbari, titanici (e fallimentari) monumentialla furia catalogatoria degli uomini.Uno fra i più belli è il De Historia Stirpium <strong>di</strong>Leonhart Fuchs, pubblicato a Basilea dall’OfficinaIsingriniana nel 1542, <strong>di</strong> cui ora laAboca Museum presenta una magnificaanastatica. Il volume, rilegato con una copertinain cartone fasciato in similpelle, sipresenta in un cofanetto rigido stampatoin oro con <strong>di</strong>segni in rilievo a secco.Corredato da un esaurientefascicolo introduttivosulla vita e sull’opera dell’autore,il De Historia Stirpium èl’erbario più completo e innovativodella scuola botanicatedesca, in quanto contieneun’approfon<strong>di</strong>ta descrizionedelle piante me<strong>di</strong>cinali con unnuovo taglio scientifico: ogni scheda è seguitadalle nomenclature, dalla descrizionedell’aspetto, dal luogo <strong>di</strong> origine, e soprattuttodalle virtù curative <strong>di</strong> ogni erba,con continui riman<strong>di</strong> a Galeno e Ippocrate.Il testo in latino è corredatoda 517 tavole xilografiche(stampate con incisioni sulegno) colorate ad acquarello.Dal punto <strong>di</strong> vista fitografico,viene privilegiato l’aspettogenerale della pianta con ra<strong>di</strong>ci,steli, foglie, fiori e frutti alfine <strong>di</strong> permettere una più sicuraidentificazione della stessa.Fuchs Leonhart, De Historia Stirpium,Sansepolcro, Aboca Museum, 2008,pp.928, 480 euroLA “LEGENDA MAIOR” IN UNFACSIMILE DI GRANDE PREGIOCorreva l’anno 1209, e il 16 aprilePapa Innocenzo III approvò la regulavitae, adottata (fino a quel momento,come <strong>di</strong> prassi, ad experimentum)dai poveri frati raccolti attornoa sé da Giovanni <strong>di</strong> Pietro <strong>di</strong> Bernardone(1181 ca.-1226), in religione Francesco,frate men<strong>di</strong>cante <strong>di</strong> Assisi. Ne sarebbeimme<strong>di</strong>atamente nato un grande or<strong>di</strong>nepre<strong>di</strong>catore ed evangelizzatore,da subito impegnato outremer e oltrela Manica a portare la buona novellae la carità <strong>di</strong> Cristo Signore. E nesarebbe persino sorta l’Italia, l’Italiaautentica, se è vero com’è vero cheda Francesco origina il vernacolo italico,che dalla soave e cenciosa compagniadel santo stigmatizzato e canonizzatoa tempo record (e appunto creato,ai tempi nostri, patrono d’Italia) sgorgauna nostra prima “letteraturanazionale”, che in ambito francescanosorse persino un teatro <strong>di</strong>stintamenteitalico.Ebbene, per celebraree sottolineare questo importanteanniversario, <strong>di</strong> valore mon<strong>di</strong>alea tutto gustosamente italiano, l’e<strong>di</strong>torefiorentino Vallecchi (non nuovoa raffinate operazioni <strong>di</strong> alto valoreculturale) offre agli amatori il facsimiledel Co<strong>di</strong>ce Vittorio Emanuele 411,conservato nella <strong>Biblioteca</strong> NazionaleCentrale <strong>di</strong> Roma, il quale, risalenteal secolo XIV, contiene il testo dellaLegenda maior sancti Francisci.Scritta circa un secolo dopo la mortedel santo <strong>di</strong> Assisi da un altro santo,Bonaventura da Bagnoregio (1217 ca.-1274), su commissione dell’Or<strong>di</strong>nedei frati minori e approvata dal suoCapitolo generale a Pisa nel 1263,La Legenda maior è la biografia <strong>di</strong> sanFrancesco nella sua versione più fulgidae famosa, ma anche l’occasione per unelogio della santità quale <strong>di</strong>mensioneultima e piena della con<strong>di</strong>zione umana.Ora, la versione tramandata dal “VittorioEmanuele 411” è una vera rarità giacchépropone la Legenda (scritta in litteratextualis) nella versione completa,ma soprattutto arricchita da capoletterae da miniature su fondo oro (illustrantila vita <strong>di</strong> Francesco) come pocofrequentemente avviene per le redazionicoeve del testo. A un santo scrittocontenutisticamente così importanteed esteticamente tanto bello, l’e<strong>di</strong>zionefacsimile rende oggi giustizia perfetta.(Marco Respinti)San Francesco, Legenda maior,Vallecchi, Firenze 2009, pp.188,25 x 34,5 cm, stampa su cartapergamenata e applicazioni in oroa caldo antichizzato, legaturaartigianale in pelle con impressioniin nero e in oro, cofanetto rivestitoin carta marmorizzata, tiratura<strong>di</strong> 980 esemplari numerati


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 41CHICCHE IN COLLEZIONEChe farò senza Euri<strong>di</strong>ce?Musica e teatro in una delle primissime e<strong>di</strong>zioni bodoniane<strong>di</strong> Chiara BonfattiGluck, Christoph Willibald; Frugoni,Carlo Innocenzo; Calzabigi, Ranieride, Le feste d’Apollo, celebrate sulteatro <strong>di</strong> corte nell’agosto del 1769 per leauguste seguite nozze tra il Reale InfanteDon Fer<strong>di</strong>nando e la R. arciduchessa InfantaMaria Amalia. Parma, StamperiaReale; Giambattista Bodoni, 1769In 4to; 15, [1], 20, 27, [1], 28 p.Antiporta e 4 tavole calcografiche all’inizio<strong>di</strong> ogni atto, incisioni <strong>di</strong> JeanCharles Baquoy e Isidor StanislasHelman su <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Pietro AntonioMartini. Vignetta calcografica alfrontespizio, 4 vignette, una testatinae 3 culs-de-lamp calcografici.Graziosa e<strong>di</strong>zione, una delleprime bodoniane, composta<strong>di</strong> quattro atti teatrali,ciascuno con la propria paginazione:Le feste d’Apollo. Prologo; Atto <strong>di</strong> Bauci,e Filemone; Atto d’Aristeo; Atto d’Orfeo.Il piano <strong>di</strong> quest’opera era statoideato da Carlo Innocenzo Frugonie prevedeva tre atti <strong>di</strong> poeti <strong>di</strong>versi:Bauci e Filemone <strong>di</strong> G.M. Pagnini,Aristeo<strong>di</strong> G. Pezzana, Orfeo<strong>di</strong> Ranieride’ Calzabigi. Frugoni, che avevascritto solo i versi del Prologo, morì afine 1768, ma il lavoro fu portato atermine. Le partiture furono allestitein grande fretta, cosicché circa lametà dei numeri musicali delle Fested’Apollo deriva da opere <strong>di</strong> Gluck giàrappresentate. La musica si deve aChristoph Willibald Gluck, operistae primo grande classicista.Una rappresentazione <strong>di</strong> grandeinteresse anche per la storia dellamusica, collocandosi tra la prima e laseconda versione d’una delle più celebriopere in assoluto, ovvero Orfeoe Euri<strong>di</strong>ce. L’Atto <strong>di</strong> Orfeo è infatti laprima realizzazione italiana, se purrimaneggiata. Orfeo ed Euri<strong>di</strong>ce (libretto<strong>di</strong> Ranieri de’ Calzabigi) si videper la prima volta a Vienna nel1761, quando Calzabigi fu spinto alavorare con Gluck dal conte GiacomoDurazzo, Direttore generale deglispettacoli della corte imperiale.Quando l’Orfeo arrivò a Parmanell’estate del 1769, <strong>di</strong>ventò partedel trittico Le feste d’Apollo, su testo <strong>di</strong>Carlo Innocenzo Frugoni, allestitoda Gluck per celebrare le nozze delduca Fer<strong>di</strong>nando con la figlia <strong>di</strong> MariaTeresa d’Austria. Nella terza partedella festa, l’Atto d’Orfeo originalefu eseguito senza intervalli e con laparte del protagonista riscritta perun soprano castrato, Giuseppe Millico,che fu anche Anfrisio nel Prologo.Poi l’opera approdò a Londra (conaggiunte <strong>di</strong> J.C. Bach e Pietro Guglielmi),Bologna, Firenze, Napoli.Nell’Avvertimento si rivela: “Siè creduto che la separazione degliAtti, oltre il lasciar luogo alla Corted’abbre<strong>via</strong>re a suo talento lo spettacolo...potesse anche tentar variamentel’indole fantastica della Poesia,della Musica, e della Pittura... Siseppe appena che l’Atto d’Orfeo, applau<strong>di</strong>to,anni sono, sul Teatro Imperiale<strong>di</strong> Vienna, avrebbe incontratosul nostro l’aggra<strong>di</strong>mento dell’AugustaPersona, a cui queste Festesono sacre in gran parte”.L’Avvertimento è seguito da in<strong>di</strong>cazioniinerenti la musica, le mutazioni<strong>di</strong> scene, gli inventori delle scene,i balli, i cori e gli abiti. Le scenografiefurono affidate ai fratelli Galliarie al parmigiano Francesco Grassi,architetto, ingegnere teatrale e accademicoprofessore <strong>di</strong> Prospettivadella Real Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong>Parma. Direttore dei balli fu GiuseppeBianchi e i balli erano eseguiti da32 attori e attrici <strong>di</strong> cui 24 figuranti. Icori venivano eseguiti a loro volta da24 attori e attrici cantanti. Gli abitifurono realizzati da Giovanni Betti.


42 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009Il nuovo atteso “ospite” della nostra <strong>Biblioteca</strong>Signore e signori,Curzio Malaparte è quiun fondo <strong>di</strong> scritti e carteggi tutti da scoprire<strong>di</strong> Matteo Noja<strong>di</strong> Curzio Malaparte (al secoloKurt Erich Suckert, 1898-1957) è arrivato allaL’archivio<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>. La <strong>Biblioteca</strong> lo ha acquistato<strong>di</strong>rettamente dagli ere<strong>di</strong>, rappresentati dal nipote,l’avvocato Niccolò Rositani Suckert.Si tratta <strong>di</strong> un archivio corposo, ricco <strong>di</strong> circa 300faldoni <strong>di</strong> documenti: manoscritti, dattiloscritti, copie<strong>di</strong> articoli <strong>di</strong> giornali, recensioni, corrispondenza, moltefotografie e, infine, documenti personali e familiari.È ancora presto per poter <strong>di</strong>re cosa contengonoeffettivamente tutti i faldoni: ancora non abbiamo potutofare una ricognizione completa. Sicuramente visono alcuni ine<strong>di</strong>ti, alcune versioni <strong>di</strong> scritti conosciuticon ripensamenti e correzioni, e abbozzi mai finiti, soprattutto<strong>di</strong> opere teatrali cominciate e poi lasciate perdereperché agli occhi dello scrittore superate.Vi sono le poesie scritte ad Avignone,quando appena se<strong>di</strong>cennescappò dal Liceo Cicognini <strong>di</strong> Prato(lo stesso dove stu<strong>di</strong>ò anche d’Annunzio)e si arruolò volontario nellebrigate Garibal<strong>di</strong>, prima <strong>di</strong> partireufficialmente come soldato, l’annoseguente. E altri scritti dal fronte sonoancora nei quaderni originali,usati forse sul fronte francese, sulleArdenne, quando al comando <strong>di</strong> unasquadra <strong>di</strong> lanciafiamme sostennenumerosi assalti austriaci e fu insignitodella medaglia <strong>di</strong> bronzo italianae <strong>di</strong> quella d’honneur francese(in quella sanguinosa battaglia, dove morirono numerosissimiitaliani, si espose alle esalazioni <strong>di</strong> iprite chene con<strong>di</strong>zioneranno la salute per tutta la vita).Vi sono raccolti gli articoli <strong>di</strong> quando collaboravaalle riviste <strong>di</strong> Maccari, o del poco noto giornale da luifondato, “La Conquista dello Stato”, o del periodo incui, ancora giovane, nel 1929 <strong>di</strong>vene <strong>di</strong>rettore della“Stampa” <strong>di</strong> Torino.Vi sono i documenti del suo confino a Lipari,compresi i testi letterari che andava abbozzando. Vi sonole pagine <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ario, il Libro segreto, nel quale annotavapensieri e impressioni durante le sue missioni all’esteroall’inizio della Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.La parte che più si nota, a un primo e superficialeesame, è però quella della corrispondenza. Per como<strong>di</strong>tàandrebbe <strong>di</strong>visa in due grossi gruppi: uno relativo allelettere ricevute come <strong>di</strong>rettore della “Stampa” e poi comee<strong>di</strong>torialista <strong>di</strong> “Tempo” e l’altro relativo invece alettere <strong>di</strong> amici, conoscenti, e<strong>di</strong>tori escrittori ricevute in quasi cinquant’anni<strong>di</strong> attività intellettuale.Il primo gruppo, molto consistente,rispecchia la società italiana<strong>di</strong> due momenti ben precisi – gli anniTrenta <strong>di</strong> quando <strong>di</strong>rige il quoti<strong>di</strong>anotorinese e gli anni Cinquanta <strong>di</strong>quando “battibecca” sulle colonnedel rotocalco allora molto in voga –fornendo due ritratti che paiono <strong>di</strong>stantianni luce tra <strong>di</strong> loro e che restituisconoun’immagine del tutto ine-


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 43<strong>di</strong>ta del nostro Paese, oltre che in<strong>di</strong>care il gra<strong>di</strong>mentoche ebbe sempre, come pensatore e come giornalistapresso i suoi lettori.Il secondo gruppo, altrettanto cospicuo, ci testimoniala posizione centrale <strong>di</strong> Malaparte nel mondo intellettualee culturale <strong>di</strong> allora. Un fiume <strong>di</strong> lettere cheaccompagna la sua carriera politica e culturale: pochissimisono gli uomini politici, industriali e <strong>di</strong> cultura chesi sono sottratti alla sua amicizia o al suo fascino.Ciò che si è potuto intravedere è solamente la punta<strong>di</strong> un iceberg che, cre<strong>di</strong>amo, permetterà <strong>di</strong> valorizzarepienamente lo scrittore e il politico, potendo valutare lesue presunte contrad<strong>di</strong>zioni come adeguamenti ai mutamentistorici e sociali <strong>di</strong> cui fu testimone partecipe.Desta commozione lo scambio con Piero Gobetti,la stima e l’ironia che pervade le lettere tra i due, puresu barricate intellettuali e politiche del tutto opposte:talmente grande era il rispetto tra i due che faceva passarein secondo piano tutte le loro <strong>di</strong>versità. Letto congli occhi <strong>di</strong> oggi questo scambio epistolare ci restituiscedue giganti della nostra cultura, al cui cospetto moltiintellettuali o<strong>di</strong>erni scomparirebbero.Interessanti sono anche le numerosissime lettereche intercorrono tra lui e Prezzolini, scritte in un periodoparticolare per quest’ultimo, quando, dopo essere<strong>di</strong>venuto segretario <strong>di</strong> un istituto culturale della Societàdelle Nazioni a Parigi, si trasferì negli Stati Unitialla Columbia University <strong>di</strong> New York.Infine tra quei pochi carteggi che a oggi abbiamopotuto sorvolare, ci preme ricordare quello con DariaGuarnati, ideatrice della bella rivista “Aria d’Italia”, <strong>di</strong>cui parliamo nel Se<strong>di</strong>cesimo <strong>di</strong> questo numero, e dellacasa e<strong>di</strong>trice che stamperà le opere <strong>di</strong> Malaparte neglianni Cinquanta. È un epistolario affettuoso, in cui laraffinata e colta e<strong>di</strong>trice sembra farsi condurre per manonelle opere dello scrittore-amico, frequentatore comelei <strong>di</strong> molti pittori e collaboratore della rivista, chiedendogliconto <strong>di</strong> ogni cambiamento o ripensamento,delle parole che non capiva, del senso <strong>di</strong> alcuni braniche non le parevano chiari. Ma non è la sola e<strong>di</strong>trice che<strong>di</strong>aloga assiduamente con lui: cospicui sono gli epistolaricon Vallecchi, Bompiani, Mondadori per non parlaredei suoi e<strong>di</strong>tori stranieri, soprattutto francesi, chefinirono per <strong>di</strong>ventare suoi amici prima ancora chestampatori dei suoi lavori.Un insolito Malaparte ciclista e fotografo (nell’altra pagina)Il lavoro <strong>di</strong> sistemazione e <strong>di</strong> una prima catalogazionesi annuncia lungo e non dei più facili, anche se sicuramenteagevolato dal grande lavoro effettuato unaventina d’anni fa dalla sorella <strong>di</strong> Malaparte, Edda SuckertRonchi.L’obiettivo è quello <strong>di</strong> mettere in rete la maggiorparte dell’archivio in un tempo abbastanza breve ondepoter valorizzare al più presto la figura <strong>di</strong> questo straor<strong>di</strong>nariointellettuale a tutto tondo, tipicamente italianoe al tempo stesso prepotentemente internazionale: uomopolitico, scrittore, giornalista, fotografo, designer earchitetto, regista teatrale e cinematografico, fine conoscitoredelle arti e degli artisti. E quin<strong>di</strong>, testimoneprivilegiato <strong>di</strong> un mondo in eterno <strong>di</strong>venire.


44 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009I libri illustratiQUANDO LA PAROLAPASSA ALLE FIGUREDue secoli <strong>di</strong> grafica d’autore in oltre duemila volumi<strong>di</strong> Chiara NicoliniLa collezione <strong>di</strong> libri illustratidella <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong><strong>Senato</strong> raccoglie tesori <strong>di</strong> ogniepoca, soprattutto in italiano e infrancese. Ho avuto la fortuna <strong>di</strong> catalogarequelli pubblicati dalla fine dell’Ottocentofino ai giorni nostri, all’incirca2000 titoli, alcuni dei qualidecisamente importanti nella storiadell’illustrazione. Selezionarne pocopiù <strong>di</strong> una decina per dare un assaggio<strong>di</strong> ciò che la collezione custo<strong>di</strong>sce èstata un’impresa, anche perché moltivolumi hanno legature pregiate equin<strong>di</strong> non si prestano a essere “spalancati”per scannerizzarne o fotografarne le immagini.I livres d’artiste pubblicati dall’antiquario e collezionistad’arte Ambrose Vollard (1867-1939) tra il 1895 el’anno della sua morte (27 in tutto, più altri 24 che eranoin preparazione) sono tra i libri più celebrati del XX secolo.Vollard inaugurò la moda francese delle e<strong>di</strong>zioni sontuosea tiratura limitata illustrate da famosi artisti: cosìParallelement <strong>di</strong> Verlaine (1900), decorato dalle morbidelitografie rosate <strong>di</strong> Pierre Bonnard. Forse troppo all’avanguar<strong>di</strong>a,né Parallelement né i libri che Vollard pubblicòpoco dopo sembrarono suscitare l’interesse <strong>di</strong> bibliofilie collezionisti. Tutta<strong>via</strong> egli continuò a commissionareillustrazioni a gran<strong>di</strong> pittori dell’epoca quali Chagall e Picasso(che lo ritrasse nel 1910 nel noto <strong>di</strong>pinto cubista alui intitolato).Tra gli artisti che collaborarono con Vollard va ricordatoMaurice Denis (1870-1945), uno dei maggiorirappresentanti dei Nabis, gruppo simbolista che, sottol’influenza <strong>di</strong> Gauguin, sviluppò unostile pittorico caratterizzato da forticolori piatti, racchiusi entro decise lineenere. Il primo libro illustrato daDenis per Vollard fu un’e<strong>di</strong>zione deL’Imitation de Jésus-Christ (1903) limitataa 401 esemplari – il numero“1” stampato “ad personam” per papaLeone XIII. Per questo grande volume<strong>di</strong> 416 pagine Denis <strong>di</strong>segnò 216illustrazioni (un’ampia testina e un finalinoper ciascun capitolo) che venneroincise su legno da membri del5 Syn<strong>di</strong>cat des Graveurs sur Bois e impressecon inchiostro nero brillante.La tonalità sfumata e quasi litografica che ne risultò si ad<strong>di</strong>ceperfettamente alla decoratività naif e al simbolismodelle immagini <strong>di</strong> Denis. Nella collezione della BvS figuraanche l’ultimo libro illustrato da Denis, i Poèmes <strong>di</strong>Ronsard (Paris, 1944), che contiene numerose xilografiea colori (cornici floreali, scene pastorali, e figure monocrome).Un altro artista-illustratore francese che qui meritarammentare fu Raoul Dufy (1877-1953). Dufy appartenevaal gruppo dei Fauves, noto per il potere espressivobasato sull’uso <strong>di</strong> intensi colori puri. Le 30 xilografie cheDufy creò per Le Bestiaire, ou Cotège D’Orphée (Paris, Deplanche,1911) <strong>di</strong> Apollinaire sono una variante in biancoe nero della potente espressività Fauve. Il Bestiaire è oraconsiderato un capolavoro del XX secolo, ma l’e<strong>di</strong>zioneoriginale, limitata a 122 copie, ebbe debole successo. Il librofu comunque ristampato nel 1919 dalle É<strong>di</strong>tions de la


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 45Sirène e nel 1956 dalle É<strong>di</strong>tions du Cap <strong>di</strong> Monte Carlo.La BvS possiede l’e<strong>di</strong>zione del 1919, un volumetto inbrossura gialla nel quale ogni pagina è quasi interamenteoccupata da una xilografia e i versi <strong>di</strong> Apollinaire sono ridottia <strong>di</strong>dascalie. Le immagini <strong>di</strong> Dufy hanno un aspettoscultoreo, effetto al quale contribuisce la forza dell’impressionesulla morbida carta delle pagine (fig.1). Moltialtri artisti francesi hanno illustrato il Bestiaire. Tavy Notton,artista prolifico ma poco conosciuto, ne pubblicò aproprie spese una versione nel 1962. Limitata a 200 copiestampate su fogli sciolti, questa e<strong>di</strong>zione contiene 32 ampieincisioni al bulino, 8 delle quali a doppia pagina. La finissimaresa <strong>di</strong> animali e piante <strong>di</strong> Notton è al tempo stessonaturalistica e decorativa (fig .2).Un altro capolavoro letterario che ha attratto moltiillustratori è i Fleurs du Mal <strong>di</strong> Baudelaire. Oltre alla primae<strong>di</strong>zione del 1857, la BvS possiede un’e<strong>di</strong>zione pubblicataa Parigi dal Cercle Grolier nel 1923, decorata da42 acqueforti/acquetinte <strong>di</strong> Alméry Lobel-Riche (natonel 1880). Questa versione dei Fleurs si <strong>di</strong>stingue da altreche ho visto per il numero e la varietà delle immagini. Lobel-Richeeccelleva nel nudo femminile, uno dei suoisoggetti preferiti , ma interpretò con grande abilità anchepoesie che non cantano donne sensuali e “maledette”, comeLes Litanies de Satan (fig.3)Tra gli illustrati della BvS vi è una sezione de<strong>di</strong>cataalle opere pubblicate da Leon Pichon, altrotipografo/e<strong>di</strong>tore francese attivo agli inizi del XX secolo.Convinto che nella composizione grafica dei libri dell’epocafosse venuta a mancare quella unitarietà <strong>di</strong> concezioneche è alla base <strong>di</strong> un prodotto e<strong>di</strong>toriale esteticamenteineccepibile, Pichon fece dell’armoniosa combinazione<strong>di</strong> testo e illustrazioni il proprio obiettivo. Dalmomento che ciò è possibile solo stampando contemporaneamenteil testo e le immagini, egli commissionò l’illustrazionedei suoi libri a xilografi come Charles-ÉmileCarlègle (1877-1937) e René Georges Hermann-Paul(1864-1949). Lo svizzero Carlègle contribuì a numeroseopera classiche quali Les plus jolies Roses de l’AnthologieGrècque (1921), in cui i finalini rivelano una pre<strong>di</strong>lezioneper nu<strong>di</strong> stilizzati. Hermann-Paul decorò, tra l’altro,un’e<strong>di</strong>zione dei poemi <strong>di</strong> François Villons (1922) e unadella Comé<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Dante (1924). Ogni pagina del Villon recauna sezione <strong>di</strong> testo racchiusa entro uno stretto rettangoloche sembra applicato sopra la xilografia corrispondente,mentre Dante è illustrato con immagini non convenzionali(fig.4).Albert Dubout (1905-1976) fu un illustratore franceseattivo a partire dagli anni Trenta: lo apprezzo particolarmenteperché le sue illustrazioni sono piene <strong>di</strong> umorismoe splen<strong>di</strong>damente colorate al pochoir. Questa tecnica,sviluppata in Francia a partire dagli inizi del Novecento,consiste nell’applicazione manuale <strong>di</strong> colori, attraversouna mascherina <strong>di</strong>versa per ciascuna tonalità, a unastampa al tratto (cioè una stampa che riproduce in nero isoli contorni <strong>di</strong> una illustrazione). La BvS ha una decina<strong>di</strong> libri illustrati da Dubout, tra cui alcuni dei migliori, co-1 23


46 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 20094 6 7me i Contes Drolatiques <strong>di</strong> Balzac (Parigi, Gilbert Jeune,1939),Tartarin de Tarascon(Parigi, A l’Émbème du Sécretaire,1939), Cyrano de Bergerac (Orléans, MauriceRouam, 1947) con suite delle tavole, e L’Éloge de la Folie(Pargi, Gibert Jeune, 1951). Le impertinenti immagini,spesso caratterizzate da angolazioni sorprendenti (fig.5),che popolano questi volumi offrono una panoramica sullostile <strong>di</strong> Dubout e ne spiegano la costante popolarità (èinfatti uno dei pochi illustratori del passato ad avere unottimo sito interamente de<strong>di</strong>cato a lui, www.dubout.fr,provvisto <strong>di</strong> bibliografia completa e illustrata).Nella prima metà del XX secolo la moda del livred’artiste si <strong>di</strong>ffuse anche in Italia. La monografia <strong>di</strong> RalphJentsch The Artist and the Book in Twentieth Century Italy(Alleman<strong>di</strong>, 1993) contiene un’ampia e ben illustrata visioned’insieme del soggetto. Artisti <strong>di</strong> fama internazionalecome De Chirico, Massimo Campigli, e Lucio Fontanahanno contribuito a straor<strong>di</strong>narie e<strong>di</strong>zioni limitate<strong>di</strong> opere letterarie sia classiche sia moderne. La BvS possiede,tra l’altro, una copia de L’Apocalisse <strong>di</strong> De Chirico(Milano, E<strong>di</strong>zioni della Chimera, 1941), de Il Milione <strong>di</strong>Marco Polo con litografie <strong>di</strong> Campigli (Milano, Hoepli,1942), e una selezione delle poesie <strong>di</strong> Ungaretti illustrateda Fontana (Bucciarelli, 1965).L’opera <strong>di</strong> Mino Maccari (1898-1989) include più <strong>di</strong>2000 immagini riprodotte con ogni tipo <strong>di</strong> tecnica. Maccariiniziò nel 1924 con il perio<strong>di</strong>co satirico “Il Selvaggio”,che illustrò e <strong>di</strong>resse fino al 1942; durante la sua vita collaboròcon parecchi altri perio<strong>di</strong>ci, prese parte a molte esposizionie nel 1948 vinse il Premio Internazionale per l’Incisionealla Biennale <strong>di</strong> Venezia. La BvS ha due copie <strong>di</strong> Bestiedel 900 <strong>di</strong> Palazzeschi (Firenze, Vallecchi, 1951), illustratoda Maccari con 34 vivi<strong>di</strong> linoleum a colori e 16 inbianco e nero che ben si adattano alle strampalate storie <strong>di</strong>animali antropomorfici scritte da Palazzeschi (fig.6).Concludo con un cenno a due pubblicazioni italianecontemporanee: l’Alice nel Pese delle Meraviglie illustratada Giovanni Grasso Fravega (Silvio Berlusconi E<strong>di</strong>tore,1993) e Api <strong>di</strong> Mario Luzi con 3 acqueforti <strong>di</strong> WalterValentini (San Benedetto del Tronto, Stamperia Comunaled’Arte Riviera delle Palme, 2001). Nell’Alice <strong>di</strong> Fravegaogni pagina è incorniciata da motivi floreali che l’artistautilizza anche come sfondo delle illustrazioni a pienapagina. Alice e i vari personaggi della storia sono ritrattiin modo apparentemente realistico, ma poi si staglianomonocromi contro fondali densamente colorati (fig.7), ovi fluttuano sopra: è uno stilema tipico <strong>di</strong> Fravega checonferisce al libro un’atmosfera surreale molto adeguataal capolavoro <strong>di</strong> Carroll. Walter Valentini (1928) è un notoartista astratto contemporaneo le cui illustrazioni possiedonomeravigliose qualità tattili grazie alle parti in rilievoe ai dettagli resi ruvi<strong>di</strong> dall’applicazione <strong>di</strong> oro. Caratteristicada non sottovalutare. Tra carte pregiate, legatureda accarezzare, profumo <strong>di</strong> antico o <strong>di</strong> stampa fresca,pagine che, quando sfogliate, fanno “croc” o “flap”, eopere grafiche nascoste fra un capitolo e l’altro, i tesori <strong>di</strong><strong>via</strong> <strong>Senato</strong> coinvolgono molti più sensi <strong>di</strong> quanti uno possaimmaginare.© Copyright Illustration www.illustration-mag.com


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 47STORIE D’AZIENDACelebrazione griffataGiani Stuparich in omaggio ai 75 della tipografia Smolars<strong>di</strong> Matteo NojaUn libro ritrovato:L. Smolars & Nipote. 1872-1947Trieste : [Arti Grafiche L. Smolars& Nipote], 194748 p. più [11] c. <strong>di</strong> tav. : ill. ; 25 cmTesto <strong>di</strong> Giani Stuparich.Nel Fondo dei libri sulla storiadelle imprese italianedall’Unità ai nostri giorni,vi è una cospicua sezione de<strong>di</strong>cata ailibri giubilari, quei libri che vengonostampati dalle aziende, in occasione<strong>di</strong> particolari eventi o importantianniversari.Tra questi, e tra i molti curiosi,ve n’è uno che vogliamo segnalare.Si tratta <strong>di</strong> un opuscolo grigiolegato in brossura, stampato su cartaa mano; 27 riproduzioni fotografiche,nel testo e fuori, arricchisconocon sobrietà l’austera veste.Vi si narrano i 75 anni d’attivitàdella cartoleria e tipografia fondatanel 1872 da Lodovico Smolarsin pieno centro a Trieste, città chein quel momento conta più <strong>di</strong>120.000 abitanti e poco prima haospitato una grande Esposizioneindustriale e <strong>di</strong> belle arti: in brevetempo l’azienda con la sua <strong>di</strong>namicaoperosità <strong>di</strong>viene una vera e propriaistituzione nel panorama delcommercio locale. Ancora oggil’insegna Smolars, all’ombra delcampanile <strong>di</strong> San Giusto, significapenne stilografiche, matite, carte ecartoline d’ogni tipo, quaderni,<strong>di</strong>ari e cartelle.Nel 1895 la <strong>di</strong>rezione dell’aziendaviene assunta dal cognato <strong>di</strong>Lodovico, Luigi Carniel, marito <strong>di</strong>Costanza Smolars (che nel 1906 fececostruire uno dei più bei palazzidella città, quella “casa Smolars”dell’architetto Romeo Depaoli, sutatra <strong>via</strong> Mazzini e <strong>via</strong> Dante, notevoleesempio del liberty italiano).Col tempo, subentrano nella<strong>di</strong>rezione i figli <strong>di</strong> Luigi, Antonio,Icio e Dante, sportivi affermati inItalia e all’estero: scherma, canottaggio,montagna e automobilismoli vedono protagonisti. A loro, inseguito, si affiancha la sorella Luisa.Nel 1947, quando si festeggiano isettantacinque anni d’attività e vienestampata la pubblicazione, la gestioneè condotta da Dante e Luisa.Fin qui la normale descrizione<strong>di</strong> un fascicolo che illustra la storia<strong>di</strong> una <strong>di</strong>tta, come ce ne sonotanti. Ma alla prima carta <strong>di</strong> risguardouna de<strong>di</strong>ca manoscritta ininchiostro blu, recita: «Al nostroamico Giani con molto affettuosariconoscenza le prime copie uscitedalla tipografia. Gigetta e Dante.Trieste, ultimi ottobre 1947».Giani è, ov<strong>via</strong>mente, GianiStuparich, autore del testo, da sempreamico <strong>di</strong> famiglia; Dante è il figlio<strong>di</strong> Luigi e Costanza, già olimpionico<strong>di</strong> fioretto e canottaggio;Gigetta è Luisa, sorella <strong>di</strong> Dante,che nel 1914 sposò il grande scrittoreScipio Slataper.Gigetta è infatti una delle “treamiche” – forse la più mite e gentile– cui l’autore de Il mio Carso de<strong>di</strong>caun corposo e amoroso epistolario,pubblicato postumo a cura dell’amicoGiani [Torino, Fratelli Burattie<strong>di</strong>tori, 1931]. Le altre amiche sichiamano Elody Oblath, la più intellettualedel trio, che <strong>di</strong>viene poila moglie <strong>di</strong> Giani Stuparich, e AnnaPulitzer (la prima amata, laGioietta del romanzo), che nel1910 si suicida con un colpo <strong>di</strong> pistolasparato in pie<strong>di</strong>, davanti allospecchio, “in un atto vibrante <strong>di</strong>folle esaltazione eroica”.A Gigetta, durante gli annidello stu<strong>di</strong>o, dei <strong>via</strong>ggi e poi dalfronte, Slataper invierà molte appassionatelettere, compresa l’ultimadel 3 <strong>di</strong>cembre 1915 che termina:«Ti do uno, due e tanti baci. Salutae bacia i cari e saluta tutti. E ilSecondo Scipio [il figlio appena nato,n.d.r.], come sta?P.S. Ci offriamo volontari conGuido e Martelli. Sono sicuro chetutto andrà bene. Un bacio a ScipioSecondo». Di lì a poche ore cadrànell’azione <strong>di</strong> guerra, colpito mortalmentealla gola.


50 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009Acquisizioni recentiUna raccolta sempre piùricca, mese dopo mesedalla sicilia <strong>di</strong> pagano all’europa <strong>di</strong> molinari<strong>di</strong> Chiara Bonfatti e Giacomo CorvagliaAlighieri, Dante; Vernon, G. J.Warren. L’Inferno <strong>di</strong> Dante Alighieri<strong>di</strong>sposto in or<strong>di</strong>ne grammaticale e corredato<strong>di</strong> brevi <strong>di</strong>chiarazioni da G. G.Warren Lord Vernon accademico corrispondentedella Crusca. Londra (Firenze),Thomas & William Boone(T. Baracchi e figlio), 1858 – 1865.E<strong>di</strong>zione in 3 volumi, il primocontiene il testo con le note, la Seriedelle E<strong>di</strong>z. pubblicate sino al 1850, ilRepertorio dei Tipografi, librai, traduttori,commentatori, ecc...; il secondola Vita <strong>di</strong> Dante, un saggiostorico, Armi e notizie storico-aral<strong>di</strong>chedelle Famiglie Toscane cheson nominate nella Comme<strong>di</strong>a; ilterzo l’album <strong>di</strong> 112 tavv. con spiegazioni:Ritratti, monumenti e vedutedei luoghi ricorrenti nel Poema.De Rossi, Giovanni Bernardo(1742-1831). Apparatus Hebraeo-biblicusseu mss. e<strong>di</strong>tique co<strong>di</strong>ces sacri textusquos possidet novaeque var. lectionumcollationi destinat Joh. Bern. De-Rossi publi. in R. Parmensi Acad. Or.Litt. Prof. ac Theol. Facul. vice-praeses.Parma, Stamperia reale; GiambattistaBodoni, 1782. Il De Rossi, descrivendo413 manoscritti e 159 e<strong>di</strong>zionidel Vecchio Testamento in suo possesso,stampò a Parma. (Brooks, 213).Muret, Marc Antoine; Françoisde Neufchateau, Nicolas Louis.Conseils d’un pere a son fils imités desvers que Muret a écrtis en latin pour l’usagede son neveu par N. François (deNeufchateau.) Parma, GiambattistaBodoni, 1801.Bella raccolta <strong>di</strong> 46 versi latini<strong>di</strong> Muret, uno dei rari esempi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>zionibodoniane in cui è usato il caratteretedesco. Ogni pagina contieneun <strong>di</strong>stico latino in carattere corsivo,colla versione francese, italiana etedesca in carattere tondo semprepiù grande. Copia appartenuta a ErcoleViscontini, banchiere e membrodella nota famiglia milanese.Maistre, Joseph de. Plan d’unnouvel équilibre politique en Europe ouvragepubliée en 1798 sous le voile de l’anonymepar Joseph de Maistre[.] Nouvelleé<strong>di</strong>tion précédée d’une introductionpar M. R. de Chantelauze. Parigi; Lione,Charles Douniol; Girard et Josserand,1859. Prima e<strong>di</strong>zione con taletitolo e con il saggio <strong>di</strong> Régis DeChantelauze, è la ristampa del reazionarioAntidote au Congrès de Rastadtuscito anonimo a Londra [forseAmburgo] nel 1798, per mano <strong>di</strong> DePradt, ma attribuito per tutto l’800 alcontrorivoluzionario De Maistre.[Manin, Daniele (1804-1857)].Carte segrete e atti ufficiali della poliziaaustriaca in Italia dal 4 giugno 1814 al22 marzo 1848. Vol. I° [- III°]. Capolago(Torino), Tipografia Elvetica(Tip. <strong>di</strong> Luigi Arnal<strong>di</strong>), 1851 – 1852.Giovio, Giovanni Battista(1748-1814). Della vita e degli scrittidel Cav. gerosolimitano fra Carlo Castoneconte della Torre <strong>di</strong> Rezzonico memorie<strong>di</strong> Giambattista Giovio socio dell’Instituto<strong>di</strong> Bologna, e delle accademie<strong>di</strong> Parma, Mantova, S. Luca, venetadelle Belle Arti, ed italiana. Como,Pasquale Ostinelli, [dopo il 1802].Condorcet, Jean Antoine Nicolasde Caritat, marquis de. Analisiragionata <strong>di</strong> Condorcet sopra le istituzionipolitiche <strong>di</strong> Bielfeld tradotta dalfrancese in italiano da Raffaele Conserva.Milano,Carlo Tamburini, [1802].Mongitore, Antonino; Folengo,Teofilo; Licco, Gaspare; Sirillo,Bartolo; Bonaiuto, Bernardo. Drammaticherappresentazioni in Sicilia epoesie <strong>di</strong> autori siciliani dal secolo XVI alXVIII pubblicate per cura <strong>di</strong> GioacchinoDi Marzo vol. I [- II]. Palermo, LuigiPedone Lauriel (Tipografia delGiornale <strong>di</strong> Sicilia), 1876.


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 51Alongi, Giuseppe (1858-1939). La maffia nei suoi fattori e nellesue manifestazioni. Stu<strong>di</strong>o sulle classipericolose della Sicilia per Alongi Giuseppe.Roma; Torino; Firenze (Torino),Fratelli Bocca (Tip. e Lit. Camillae Bertolero), 1886 (1887).E<strong>di</strong>zione originale molto raradel primo saggio assoluto sulla Mafia,«eccellente e ancora valido».Pecchio, Giuseppe (1785-1835). Sino a qual punto le produzioniscientifiche e letterarie seguano le leggieconomiche della produzione in genrale[.]Dissertazione <strong>di</strong> Giuseppe Pecchio.Lugano, Gius. Ruggia e C., 1832.Prima e<strong>di</strong>zione. GiuseppePecchio, economista e patriota esulea Londra, è antesignano della modernasociologia della letteratura. Sitratta dunque del primo saggio <strong>di</strong> sociologiadella letteratura apparso inItalia nella prima metà dell’800.[Spannagel, Gottfried Philippvon]. Notizia della vera libertà fiorentinaconsiderata ne’ suoi giusti limiti, perl’or<strong>di</strong>ne de’ secoli. Con la sincera <strong>di</strong>samina,e confutazione delle scritture, e tesi,che in varj tempi ed a’ nostri dì sono statepubblicate per negare, ed impugnare i sovrani<strong>di</strong>ritti degli augustissimi imperadori,e del Sacro romano impero, sovra lacittà, e lo stato <strong>di</strong> Firenze, e il Gran ducato<strong>di</strong> Toscana. Parte I. [-III.] Milano, noe<strong>di</strong>tore, 1724 – 26. Rara “prima”.[Cuoco, Vincenzo (1770-1823)]. Saggio storico sulla rivoluzione<strong>di</strong> Napoli seconda e<strong>di</strong>zione con aggiuntedell’autore. Milano, Francesco Sonzogno,1806. Prima tiratura della secondae<strong>di</strong>zione.Stato pontificio. Tribunale criminalesupremo della Consulta.1847. 1848. Al supremo Tribunale dellaSagra Consulta romana <strong>di</strong> cospirazionepee la curia e fisco contro Severino delfu Ercole De Giorgi Bertola romano <strong>di</strong>anni 46. Vincenzo del fu Giovanni Micuccida Sinigallia <strong>di</strong> anni 53 pittore.Giovanni del fu Vincenzo Minar<strong>di</strong> daFaenza <strong>di</strong> anni 50 agente <strong>di</strong> affari...Carcerati Virginio Alpi e altri contumaci.Roma,Clemente Puccinelli, 1848.Saffi, Aurelio (1819-1890).Mazzini nel 1848. Conferenza tenutada Aurelio Saffi al Teatro Castelli il 15maggio 1885. Milano, FratellanzaRepubblicana Patria e Umanità(Tip. Flli. Bietti e G. Minacca), 1885.Torraca, Michele (1840-1906).I meri<strong>di</strong>onali alla Camera. Napoli, G.De Angelis e figlio, 1879. “Estrattodal Bollettino Napoletano, per curadell’Associazione Nazionale”.Milesi Ferretti, Antonio. Assentismoin Italia.Firenze; Prato, ufficiodella «Rassegna Nazionale»;Tip. Succ. Vestri, 1899.Pagano, Giacomo. Le presenticon<strong>di</strong>zioni della Sicilia e i mezzi per migliorarle.Firenze, G. Barbèra, 1875.Prima e<strong>di</strong>zione.Sismon<strong>di</strong>, Jean Charles LeonardSimonde de. Histoire de la renaissancede la liberté en Italie, de ses progrès,de sa décadence et de sa chute; parJ.C.L. Simonde de Sismon<strong>di</strong>, correspondantde l’Institut de France, de l’Académieimpériale de Saint-Pétersbourg, del’Académie royale des Sciences de Prusse,membre honoraire de l’Université deWilna, de l’Académie et de la Société desArts de Genève, de l’Académie italienne,de celles des Georgofili, de Cagliari, dePistoia; de l’Académie romaine d’archéologie,et de la Société Pontiana deNaples. Tome premier [-second]. Parigi;Strasburgo; Londra, Jean GeorgesTreuttel&J. Godefroy Wurtz (CharlesCrapelet), 1832. Prima e<strong>di</strong>zione.Bonald, Louis Gabriel Ambroise,vicomte de (1754-1840). Saggioanalitico sulle leggi naturali dell’or<strong>di</strong>nesociale ossia del potere, del ministro,e del sud<strong>di</strong>to nella società. Opera del signorvisconte De Bonald, Pari <strong>di</strong> Francia.Traduzione dal francese, eseguitasulla 2. e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Parigi del 1827. PerAdriano Leclerc; riveduta dall’autore.Napoli, <strong>Biblioteca</strong> cattolica, 1827.Bonald, Louis Gabriel Ambroise,vicomte de. Sull’in<strong>di</strong>ssolubilitàdel matrimonio considerata relativamenteallo stato domestico e allo stato pubblico<strong>di</strong> società. Opera del Sig. Visconte deBonald prima traduzione dal francese.Napoli, <strong>Biblioteca</strong> cattolica, 1827.Scudery, Georges de (1601-1667). Discorsi politici de i re, del signore<strong>di</strong> Scudery. Trasportati dal linguaggiofrancese nell’italiano dal signor GirolamoBrusoni, e de<strong>di</strong>cato all’illustriss. sign.la Signora Elena Cornara Piscopia dell’eccellentiss.signor Gio. Battista procuratore<strong>di</strong> San Marco. Venezia, ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>Francesco Storti & Giovanni MariaPancirutti, 1669. Prima ed. italiana.Molinari, Gustave de. Les soiréesde la rue Saint-Lazare. Entretienssur les lois économiques et défense de lapropriété par M.G.Molinari membrede la Société d’économie politique de Paris.Parigi, Guillaumin (GustaveGratiot), 1849. Prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>una delle migliori opere dell’insigneultra-liberista e anti-statalista belgache auspicò una società integralmente<strong>di</strong> mercato.


52 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009Chicche da bibliomaneCERTO, UNA LIBRERIA!Urge conservare i propri libri, a costo <strong>di</strong> cambiare le donnePiccole raccolte e librerie, <strong>di</strong> R. Obre<strong>di</strong>La Fiera del Bibliofilo, da la Fiera Letterariadel 19 <strong>di</strong>cembre 1926, p. 7Quanti che possono spenderee che posseggono appartamenti<strong>di</strong> un certo lusso, annoveranoda noi, tra i mobili <strong>di</strong> casaanche una libreria? Forse esagero <strong>di</strong>cendoil quattro o cinque per cento.In Italia si legge <strong>di</strong>scretamente,ma in generale un libro non lo si conserva,né lo si acquista col preconcetto<strong>di</strong> doverlo conservare, cioè conuna certa cura <strong>di</strong> scelta, sia per la materiacome per la veste. Non si pensaa priori che debba far parte <strong>di</strong> un corpusdegno del nome <strong>di</strong> piccola raccoltao <strong>di</strong> libreria. Entra in casa a sorte,secondo la moda, il grido dell’orache passa, la molteplice esposizionein vetrina, a suggestione del titolo odell’illustrazione sulla copertina,ballonzola un poco sui tavoli o sullepoltrone, e va a finire tra i giornali ele riviste spaiate <strong>di</strong> rifiuto, o emigraper benevoli prestiti senza ritorno.Se qualcuno resta, almeno inricordo del prezzo, non lo si fa rilegarecosì che dopo un po’<strong>di</strong> tempo sisfascia, si sciupa e si <strong>di</strong>sperde comegli altri. Per la rilegatura c’è una verae propria avversione. Costa cara, enon avendo il libro un posto <strong>di</strong> conservazionee costituendo quasi un ingombro,la si ritiene inutile. E coì permancanza <strong>di</strong> una scelta clientela,scarseggiano anche i buoni rilegatori.I bibliofili e gli amatori lo sannoper prova. E tutto questo perché il libronon lo si ama per sé, per la suaanima e per il suo corpo, non lo sisente come un lumen cor<strong>di</strong>s et speculumcorporis, come <strong>di</strong>rebbe Luca DePenna, e non si giunge neanche aconsiderarlo come un bel decorodella casa, un testimonio, se pur nonsempre veritiero, del buon gusto edell’intelligenza <strong>di</strong> chi la abita.Quante volte noi raccoglitori ci siamsentito <strong>di</strong>re, specialmente dalle signore:«Ma come?! Non si brontolain casa sua per tanto ingombro <strong>di</strong>carta attirapolvere? La sua povera signora,non <strong>di</strong>ce niente? Glielo permette?»E ci guardano con schietto,UNA RUBRICA AD HOCLa Fiera Letteraria, rivista<strong>di</strong> lettere, scienze e arti,venne fondata nel 1925da Umberto Fracchia e continuòle sue pubblicazioni fino al 1977.Fra i suoi più illustri <strong>di</strong>rettori,Gian Battista Angioletti,Curzio Malaparte, VincenzoCardarelli e Manlio Cancogni.Fra le sue rubriche fisse, questa“Fiera del bibliofilo” che,<strong>di</strong> numero in numero, proponevasvariate notizie letterarieed e<strong>di</strong>toriali sul variegato mondodelle e<strong>di</strong>zioni antiche,illustrate, d’autore.infantile compatimento comestrambi originali sciupatori <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>per creare l’infelicità coniugale e il<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne domestico. Cosa strana!Le donne che oggi in Italia sono lepiù numerose clienti dei librai, sono,in generale, anche le più accanite avversarie<strong>di</strong> raccolte e librerie.Per molte una raccolta non suscitache l’idea dell’ingombro, dell’invadenza,del <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne e dell’o<strong>di</strong>atapolvere. Gli appartamenti sonopiccoli; per il libro non c’è posto.Comprarne qualcuno a spizzico,senza metodo, per curiosità o per essereun po’ al corrente secondo leconversazioni del giorno, sì. Custo<strong>di</strong>rlo,farlo rilegare, dargli un postoduraturo nella casa, no.E pure è dalla conservazione edalla raccolta, che deriva la sceltaponderata, la costanza meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>acquisto, il profitto culturale e, pure,economico. Economico non tantoper il lapalissiano assioma che ciòche non si sciupa è un guadagno, maperché una raccoltina ben fatta concura e <strong>di</strong>scernimento può serbaredelle gra<strong>di</strong>te sorprese e acquistareun plus-valore che aumenta invece<strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire col tempo.Oggi, per esempio, in Francia,in Inghilterra fiorisce, e da noi è sullabuona <strong>via</strong>, la ricerca della valorizzazionedelle prime e<strong>di</strong>zioni, dei numeratie dei libri <strong>di</strong> lusso tipografico,o <strong>di</strong> carta, o <strong>di</strong> formato, anche <strong>di</strong> autoriviventi o scomparsi da non mol-


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 53to. E si pagano prezzi <strong>di</strong> vera affezione.Chi negli ultimi decenni si è formatauna collezione d’opere elettecon amore e buon gusto può avere ilcompiacimento <strong>di</strong> vedersela decuplicatae anche centuplicata <strong>di</strong> prezzo.Cosa che non guasta, anche se ilraccoglitore, come il buon Agricola<strong>di</strong> Catone, è emace e non vendace;appartiene, cioè, alla categoria degliamatori non negozianti o avari cheama il libro e lo stima con criteri piùduraturi e certi che resistono all’auramutevole del giorno. Abbiamovoluto, però accennare anche al vantaggiodei rialzi, quasi sempre sicuriper gli esperti, perché non è trascurabilee può anch’esso avere il suovalore <strong>di</strong> propaganda e persuasione.Date al libro il posto d’onoreche si merita, secondo la vostra agiatezzae la vostra con<strong>di</strong>zione sociale.Imparate a conoscerlo ne’ suoi meritiintrinseci ed estrinseci; sceglietelocon accurato e cauto esame e acquistatelocon metodo e costanza.Avrete così presto il nucleo che dovràraggruppare intorno a sé la futuralibreria. Ai primi compiacimentine seguiranno altri maggiori e ungiorno ci sarete grati dell’inoculamentodel bibliofilo e lo trasmetteretead altri con grande beneficiodella coltura e della <strong>di</strong>ffusione delbuono e bel libro nel paese.Il libro conservato lo si rivede,lo si rilegge o, almeno, si torna aconsultarlo, si mo<strong>di</strong>ficano e si riformanogiu<strong>di</strong>zi, si or<strong>di</strong>nano idee e conoscenze,su una stessa linea <strong>di</strong> unitàculturale, si dà corpo con membrapiù armonicamente rispondenti aquel tanto che si sa, si facilita la memoriacolla localizzazione e con minorfatica e quasi inavvertitamente,si riesce a dare alle proprie cognizioniuna fisionomia e un <strong>di</strong>segno piùpreciso e sicuro, un legame che <strong>di</strong>versamentenon avrebbero e che èmaterialmente rappresentato dai <strong>di</strong>versilibri della vostra raccolta cheriflettono i <strong>di</strong>versi gusti e le <strong>di</strong>versepre<strong>di</strong>lezioni e vi rappresentano comela vostra cultura li rappresenta.In queste brevi note insisteremosull’argomento. Consiglieremo;daremo schemi succinti <strong>di</strong> armonichecollezioni; in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> stampatoriantichi e moderni più pregiati e delleloro e<strong>di</strong>zioni migliori, nomenclaturee spiegazioni bibliografiche,suggerimenti sulla scelta, legatura econservazione del bel libro, tutte,insomma quelle elementari ma,purtroppo, tanto ignorate con<strong>di</strong>zioniche concorrono a formare il piccolobibliofilo, il fondatore dell’auspicataraccolta.Sarà bibliografia spicciola, losappiamo. Centesimi della vasta egrande scienza, ma con la loro utilemissione.I bibliofili in grande non hannobisogno <strong>di</strong> noi. Hanno a loro <strong>di</strong>sposizioneben altro e sanno dove pescarequello che ignorano. Noi ci accontenteremo<strong>di</strong> ripetere con Temantde Latour: «Io non faccio bibliografiané per i bibliofili <strong>di</strong> professionee neppure per i bibliofili <strong>di</strong> unacerta forza, ma per qualcuno che sapressappoco un po’ in meno, e perciòpiù <strong>di</strong>sposto a essermi indulgente».Per de Latour era modestia;per noi è sincerità. La più gran partedei lettori preferirà, ne siamo certi,questa bibliologia alla mano a quellapiù profonda e complessa che lasceremoai bibliotecari, ai gran<strong>di</strong> raccoglitori,agli stu<strong>di</strong>osi specializzati e ainegozianti hors-ligne.Né noi, né la maggioranza deinostri lettori abbiamo l’illusione, ola vana speranza <strong>di</strong> trovare tanto facilmentesul nostro cammino dei co<strong>di</strong>ciminiati, dei volumi quattrocenteschisu pergamena o silografici,degli esemplari unici o quasi, chehan già il loro asilo noto e sicuro enon lo cambiano che a suon <strong>di</strong> dollario sterline. Noi ci accontentiamodel libro bello e anche raro che sappiamo<strong>di</strong> poter raggiungere collenostre ricerche e coi nostri mezzi.Siamo i cadetti della famigliabibliofila, ma non per questo abbiamosod<strong>di</strong>sfazioni e gioie minori. Chiama il libro lo sa e quelli che imparerannoad amarlo lo conosceranno esolo allora allora ci sapranno <strong>di</strong>requale e quanto gradevole acquistoabbiano fatto per la loro vita.Un mobiletto apposito, unacinquantina <strong>di</strong> volumi ben scelti eben vestiti bastano per incominciare.Il resto vien da sé. Chi ha bevutoberrà. Le piccole raccolte si moltiplicheranno.La libreria sarà quelloche deve essere: «L’unico e vero in<strong>di</strong>cedella <strong>di</strong>stinzione e della superiorità<strong>di</strong> chi la abita.»Ma… e le signore?…Speriamo<strong>di</strong> poterle convertire. Se ci simetton loro…!


54 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – maggio 2009L’INTERVISTA D’AUTORECANTAMESSA, CHE FALE CARTE AL DIAVOLOL’avvocato del Milan e la sua biblioteca astrologicaDI LUIGI MASCHERONIFra le molte collezioni cui hade<strong>di</strong>cato vita e passioni -quadri dell’avanguar<strong>di</strong>arussa, ceramiche Art Deco francesie l’amore per le belle belle donne- i libri sono forse la più preziosa.Rigoroso e fedele avvocato delMilan, ma bibliofilo anomalo e<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato – “mi sonoinnamorato della lettura moltogiovane, ma la bibliomania èarrivata tar<strong>di</strong>, e pur amando moltoi libri come oggetto, li acquistoper leggerli: quin<strong>di</strong> solo quelli chemi interessano” - LeandroCantamessa ha ere<strong>di</strong>tato i nomi <strong>di</strong>battesimo (e le biblioteche) delnonno Leandro Arpinati, gerarcache poi ruppe con Mussolini e traNel 2007 ha pubblicato una bibliografiain due volumi per recensire tutte le opere<strong>di</strong> astologia e<strong>di</strong>te al mondo (e in tuttele lingue) tra Quattro e Novecento. E pareche oggi sia pronto alla seconda e<strong>di</strong>zione.La sua biblioteca sul tema, del resto,non teme nessuna concorrenza se non quella<strong>di</strong> un’altra sua collezione. Tutte e settantale annate dell’Almanacco del Calcio e tutte lee<strong>di</strong>zioni dei regolamenti della Federazioneitaliana gioco calcio, dal primo del 1902gli anni ’20 e ’30 fu presidente del Coni e della Figc;dello zio paterno Torquato, fondatore della primasocietà teosofica in Italia; e <strong>di</strong> Antonio Spazzoli, eroedella resistenza fucilato nel ’44. L’“ossessione” deilibri gliel’ha passata però la madre. Da ragazzo, acausa <strong>di</strong> una rara malattia alle ossa, rimane ingessatoper due anni dalle ginocchia al collo, potendorimanere solo sdraiato o in pie<strong>di</strong>. E in pie<strong>di</strong> curiosaalle spalle della madre che passa ore a leggere “strani”libri destinati a segnare la sua vita: da lì spicca il follevolo verso le stelle.È lì che inizia tutto: a 17-18anni, per uscire assieme alla ragazzache sarebbe <strong>di</strong>ventata mia moglie, <strong>di</strong>nascosto vendetti alla Libreria Nanni<strong>di</strong> Bologna i suoi libri <strong>di</strong> fantascienza.Ma già a 20-22 anni, in preda aisensi <strong>di</strong> colpa, mi misi a batterebancarelle e rigattieri per ricomprali.Così nasce la mia collezione completa<strong>di</strong> Urania, compreso il rarissimonumero 323 bis uscito nel 1963 conle strisce <strong>di</strong> B.C. <strong>di</strong> Johnny Hart.Libri che ho letto tutti, fino al 1978.Poi è passato all’astrologia.Scelta bizzarra.No, consequenziale semmai. Seesistono due <strong>di</strong>scipline simili nel loro


maggio 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 55essere straor<strong>di</strong>nari attivatori dellafantasia, una dal punto <strong>di</strong> vista dellaletteratura l’altra da quellodel pensiero, queste sono proprio lafantascienza e l’astrologia. Sempre <strong>di</strong>stelle e <strong>di</strong> cieli si tratta. E dai Sumeriin avanti, nulla come il cielo e lestelle ha mosso la fantasia dell’uomo.E quando ha iniziato lacollezione <strong>di</strong> astrologia?Una decina <strong>di</strong> anni fa entraialla libreria Me<strong>di</strong>olanum <strong>di</strong> LucaPozzi, a Milano. La mia compagnami <strong>di</strong>sse: “L’astrologia è la tuapassione. Compra un libro”. Eacquistai un testo <strong>di</strong> GiovanniPontano, umanista che in polemicacon Pico della Mirandola <strong>di</strong>fesel’astrologia con il poema “Urania”del 1476, e che poi scrisse ancheil “Meteororum liber”e il “De rebuscoelestibus”. Comunque, da allora,seguendo il consiglio <strong>di</strong> Pozzi <strong>di</strong>concentrarmi solo sui miei interessi,non mi sono più fermato.Tanto che è <strong>di</strong>ventato ilmassimo esperto e il più grandecollezionista <strong>di</strong> libri astrologicidel mondo: due anni fa Leiha curato per Olschki unabibliografia in due volumide<strong>di</strong>cata alle opere <strong>di</strong> astrologiapubblicate in tutte le lingue ein tutti i Paesi dal ’400 al ’900.Oltre 5mila titoli censiti, piùaltre 3mila schede già pronte per unaseconda e<strong>di</strong>zione che coprirà altri 30anni, per i quali ho spulciato icataloghi delle biblioteche <strong>di</strong> carta oonline dell’intero pianeta. E alcuni liho anche comprati…Quanti ne ha?Ottocento, acquistati ovunque,da Londra all’Australia. Soprattuttoa Milano e Bologna, poi Los Angeles.Saggi e trattati, ma soprattutto testipopolari, <strong>di</strong>scorsi e previsioni. Hannocosti mostruosi, mi creda. Ma nonriesco a trattenermi. Adesso sto dandola caccia alla produzione <strong>di</strong> opere cheseguì il nefasto annuncio, sulla base <strong>di</strong>una nefasta interpretazione <strong>di</strong> unastraor<strong>di</strong>naria congiunzione <strong>di</strong> pianetinel segno dei Pesci, nel 1524, <strong>di</strong> unsecondo <strong>di</strong>luvio universale. In Europasi scatenò il panico e sull’argomento sipubblicarono una cinquantina <strong>di</strong> testi.La sua professione <strong>di</strong>avvocato <strong>di</strong> una grande squadra<strong>di</strong> calcio è la causa, o forsela conseguenza, <strong>di</strong> un’altracollezione particolare.Possiedo la raccolta completadell’Almanacco del calcio dal 1939 al2009, agli inizi pubblicato da Rizzolie poi da Panini. E credo <strong>di</strong> esserel’unico a possedere tutte le e<strong>di</strong>zioni deiregolamenti della Federazioneitaliana gioco calcio, a partire da unlibrettino del 1902.Immagino lasciatoledal nonno, Leandro Arpinati,presidente <strong>di</strong> Coni e Figc.No, trovato per caso su unabancarella. Del resto, sono testi<strong>di</strong>fficilissimi da trovare, perché nonvenivano messi in commercio, a volteerano pubblicati dalle compagnie<strong>di</strong> assicurazioni. Se ti va bene li troviin qualche mercatino.A proposito, quale è statoil “colpo” della sua carriera?Su una bancarella <strong>di</strong> piazzaDiaz, qui a Milano. In mezzo a testidell’Otto e del Novecento, che peraltronon sono il mio primo interesse,spuntò fuori un libro <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina delSeicento, con le pagine <strong>di</strong>vise in duecolonne: da una parte un trattato <strong>di</strong>ginecologia, dall’altra <strong>di</strong> astrologia.Era il “Geneanthropeiae siue DeHominis Generatione Decatevchon”<strong>di</strong> Giovanni Benedetto Sinibal<strong>di</strong>,stampato a Roma da Caballi nel1642. Un libro del quale neppureimmaginavo l’esistenza. Al libraiochiesi solo: “Quanto vuole?”


3A DI COPCHIEDERE SEDORSO BIANCO+1/2 MM PER LATO

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