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Ta g r o n o m i at e c n i c a• i n d i c a z i o n i p r at i c h e p e r g e s t i r e m e g l i o l a r i s o r s a ac q uaRisparmio idrico in risaiacon l’irrigazione turnata▪La tradizionale coltivazione del riso per sommersione potrebbe diventare,in un futuro con sempre meno acqua a disposizione, difficilmentesostenibile. Irrigare il riso come si fa con il mais richiede meno risorseidriche e consente rese quasi uguali alla tecnica convenzionale▪di Stefano Cavigiolo,Diego Greppi, ElisabettaLupottoLa conservazione delle risorseidriche nei Paesi sviluppatirappresenta una delle maggiorisfide del presente e del prossimofuturo. Negli ultimi anni il verificarsi disituazioni meteorologiche particolari hadeterminato condizioni di carenza idricapiù o meno accentuate anche nel nostroPaese, con gravi ripercussioni sui rendimentidelle principali colture irrigueTra queste, il riso (Oryza sativa L.) rappresentauna delle specie più a rischio:in questa coltura una corretta gestionedell’acqua è in grado di influire in modoperentorio sui rendimenti produttivie qualitativi.Non è un caso che i principali areali incui si è sviluppata e diffusa la risicolturapresenti nei Paesi europei si siano distribuitiin zone ad ampia disponibilità idricacome le pianure vicine ai grandi fiumi.Nel nostro caso specifico, il riso ha tro-vato nella zona della Pianura Padana trail Piemonte e la Lombardia la sua collocazioneottimale.In questo contesto determinante perlo sviluppo della risicoltura nel nostroPaese sono stati gli interventi di miglioramentofondiario e le intense opere dicanalizzazione che hanno permesso dicreare un sistema efficace di distribuzionedell’acqua.L’agrotecnica convenzionale risulta attualmentequella in grado di ottenere irendimenti produttivi migliori da partedella coltura sia dalpunto di vista quantitativoche qualitativo.Tale tecnica, attraversoil sistema di coltivazioneper sommersione,richiede elevati volumid’acqua compresitra 15.000 e 20.000 m³/ha a stagione infunzione della natura del suolo e dei fenomenidi percolazione che in esso si verificano.Va ricordato che l’acqua percolata neiLa coltivazione del risoper sommersione richiedefino a 20.000 m³ d’acquaper stagioneterreni posti in quota più elevata può essereriutilizzata per la sommersione deiterreni «a valle» sia attraverso i fontanili,sia grazie alla caratteristica della reteirrigua di raccogliere le acque di scaricoridistribuendola nelle camere di risaiaposte a quote inferiori.L’impiego di tali volumi idrici risultaessenzialmente uno strumento di gestioneagronomica della risaia, non legatoa una specifica esigenza da partedella coltura.Pregi e difettidella sommersioneIl riso non deve essere considerato unapianta acquatica obbligata, infatti questasua caratteristica di crescere in ambientesommerso e privo di ossigeno è semplicementefrutto di un adattamento morfologicoe fisiologico.Il ruolo principale che assolve lo stratoidrico sulla coltura,nelle prime fasi dellosviluppo, è quello divolano termico, proteggendoladagli improvvisisbalzi di temperatura.Tale protezione,determinante per ilraggiungimento dei livelli produttivi, risultaessenziale a partire dalle prime fasidi germinazione fino alla fine della faseriproduttiva.Durante la fase vegetativa, condizionidi carenza idrica possono influire negativamentesulla crescita della pianta determinandomodificazioni della taglia,del numero di culmi di accestimento eriduzioni della superficie fogliare.Ma è nel periodo riproduttivo, compresotra la differenziazione dell’abbozzo panicularee la fioritura, che le condizioni dicarenza idrica possono avere pesanti ripercussionisui rendimenti produttivi.In questa fase condizioni di stress idricopossono indurre riduzioni nel numerodi granelli, sterilità e aborti fiorali, conconseguenze pesanti sui rendimenti produttivifinali. L’Informatore Agrario • 21/2007

Ta g r o n o m i at e c n i c a• i n d i c a z i o n i p r at i c h e p e r g e s t i r e m e g l i o l a r i s o r s a ac q uaRisparmio idrico in risaiacon l’irrigazione turnata▪La tradizionale coltivazione del riso per sommersione potrebbe diventare,in un futuro con sempre meno acqua a disposizione, difficilmentesostenibile. Irrigare il riso come si fa con il mais richiede meno risorseidriche e consente rese quasi uguali alla tecnica convenzionale▪di Stefano Cavigiolo,Diego Greppi, ElisabettaLupottoLa conservazione delle risorseidriche nei Paesi sviluppatirappresenta una delle maggiorisfide del presente e del prossimofuturo. Negli ultimi anni il verificarsi disituazioni meteorologiche particolari hadeterminato condizioni di carenza idricapiù o meno accentuate anche nel nostroPaese, con gravi ripercussioni sui rendimentidelle principali colture irrigueTra queste, il riso (Oryza sativa L.) rappresentauna delle specie più a rischio:in questa coltura una corretta gestionedell’acqua è in grado di influire in modoperentorio sui rendimenti produttivie qualitativi.Non è un caso che i principali areali incui si è sviluppata e diffusa la risicolturapresenti nei Paesi europei si siano distribuitiin zone ad ampia disponibilità idricacome le pianure vicine ai grandi fiumi.Nel nostro caso specifico, il riso ha tro-vato nella zona della Pianura Padana trail Piemonte e la Lombardia la sua collocazioneottimale.In questo contesto determinante perlo sviluppo della risicoltura nel nostroPaese sono stati gli interventi di miglioramentofondiario e le intense opere dicanalizzazione che hanno permesso dicreare un sistema efficace di distribuzionedell’acqua.L’agrotecnica convenzionale risulta attualmentequella in grado di ottenere irendimenti produttivi migliori da partedella coltura sia dalpunto di vista quantitativoche qualitativo.Tale tecnica, attraversoil sistema di coltivazioneper sommersione,richiede elevati volumid’acqua compresitra 15.000 e 20.000 m³/ha a stagione infunzione della natura del suolo e dei fenomenidi percolazione che in esso si verificano.Va ricordato che l’acqua percolata neiLa coltivazione del risoper sommersione richiedefino a 20.000 m³ d’acquaper stagioneterreni posti in quota più elevata può essereriutilizzata per la sommersione deiterreni «a valle» sia attraverso i fontanili,sia grazie alla caratteristica della reteirrigua di raccogliere le acque di scaricoridistribuendola nelle camere di risaiaposte a quote inferiori.L’impiego di tali volumi idrici risultaessenzialmente uno strumento di gestioneagronomica della risaia, non legatoa una specifica esigenza da partedella coltura.Pregi e difettidella sommersioneIl riso non deve essere considerato unapianta acquatica obbligata, infatti questasua caratteristica di crescere in ambientesommerso e privo di ossigeno è semplicementefrutto di un adattamento morfologicoe fisiologico.Il ruolo principale che assolve lo stratoidrico sulla coltura,nelle prime fasi dellosviluppo, è quello divolano termico, proteggendoladagli improvvisisbalzi di temperatura.Tale protezione,determinante per ilraggiungimento dei livelli produttivi, risultaessenziale a partire dalle prime fasidi germinazione fino alla fine della faseriproduttiva.Durante la fase vegetativa, condizionidi carenza idrica possono influire negativamentesulla crescita della pianta determinandomodificazioni della taglia,del numero di culmi di accestimento eriduzioni della superficie fogliare.Ma è nel periodo riproduttivo, compresotra la differenziazione dell’abbozzo panicularee la fioritura, che le condizioni dicarenza idrica possono avere pesanti ripercussionisui rendimenti produttivi.In questa fase condizioni di stress idricopossono indurre riduzioni nel numerodi granelli, sterilità e aborti fiorali, conconseguenze pesanti sui rendimenti produttivifinali. L’Informatore Agrario • 21/2007


t e c n i c aa g r o n o m i aTprogetti e studi in corsoRisparmio idrico: priorità per la ricercaL’azoto, influenzato dall’alternanza traambiente aerobico e sommerso, tipicodella gestione in sommersione, puòandare incontro a fenomenidi denitrificazione, volatilizzazionedell’ammoniaca e lisciviazioneOltre a questo, la sommersione esplicauna serie di effetti sia a livello delle caratteristichechimiche del suolo sia per quantoriguarda gli aspetti agronomici, con riflessievidenti sulla gestione della coltura.Tra questi si ricordano le modificazionia carico di alcuni elementi nutritivi,l’innalzamento del pH, il contenimentodi alcune erbe infestanti.Di particolare rilievo risulta il casodell’azoto, il quale in queste particolaricondizioni di alternanza tra ambienteaerobico e ambiente sommerso, vedel’instaurarsi di una serie di processi deleteri(denitrificazione, volatilizzazionedell’ammoniaca, lisciviazione) che aumentanole perdite e riducono l’efficienzadi utilizzazione dei fertilizzanti.Occorre inoltre precisare come il termine«sommersione continua», caratterizzantela metodologia tradizionale, noncoincida con un costante mantenimentodello strato idrico.La normale gestione idrica (governodell’acqua) prevede l’esecuzione di unaserie di asciutte distribuite durante le diversefasi di sviluppo della coltura.Di durata variabile, queste possono essereeseguite per garantire il radicamentodei germinelli, evitare fermentazioni acarico della sostanza organica, eseguiretrattamenti erbicidi e contenere lo sviluppodi alghe e infestanti acquatiche.Alternative colturaliper gestire la risaiaNegli ultimi anni l’adozione di agrotecnichealternative (livellamento dei terreni,semina interrata a <strong>file</strong>) e lo sviluppodi varietà a ciclo colturale ridotto (impiegodella falsa semina per la lotta alriso crodo) hanno indotto una differenziazionenelle modalità di gestione dell’acquaindividuando forme alternativedi gestione della risaia.Il livellamento coadiuvato con sistemilaser, ormai entrato nella pratica ordinaria,ha di fatto permesso un miglioramentodella gestione della risorsa idrica contenendogli sprechi, e soprattutto consentendoun elevato grado di uniformità didistribuzione su tutta la camera.Accanto alla tecnicadi coltivazione tradizionale,che riguardacirca l’80% della superficierisicola italiana, nelcorso degli ultimi annisi sono diffuse forme diconduzione alternativedella risaia con governidell’acqua differenti.Tali metodologie riguardano nello specificola tecnica della semina interrata a<strong>file</strong>, seguita da sommersione ritardata, ela tecnica con semina diretta, seguita dairrigazione turnata.Con la prima tecnica, la semina dellacoltura viene realizzata su terreno asciuttoimpiegando una normale seminatriceCon l’irrigazione turnatala risaia assorbe il 20%dell’acqua rispettoalla tecnica convenzionalein sommersioneLa comunità scientifica si sta muovendoverso lo sviluppo di strumenti che sianoin grado di permettere un utilizzo piùefficiente e sostenibile dell’acqua in risicoltura,così da consentire il mantenimentodi questa coltivazione nelle areea essa dedicate.Il <strong>Cra</strong> di Vercelli partecipa, con gli studisuddetti, alle attività di ricerca afferential progetto Cedrome (INCO-2005-015468)«Developing drought-resistant cereals to supportefficent water management in the Mediterraneanarea» (Sviluppo di cereali attialla coltivazione in regime di risparmioidrico nell’area mediterranea), di duratatriennale, finanziato dalla Commissioneeuropea, coordinato dall’Universitàdi Leiden, Olanda.L’obiettivo principale di Cedrome è unostudio complesso e coordinato per il miglioramentodella resistenza allo stressidrico nelle due più importanti specie cerealicoltivate nell’area mediterranea: ilriso e il frumento.Il progetto Cedrome, che appartiene aiprogetti in sviluppo nell’ambito del SestoProgramma Quadro Cee, vede il coinvolgimentodi 10 partecipanti tra i quali, perl’Italia, il <strong>Cra</strong> - Sezione per la risicolturadi Vercelli riveste il compito di capo gruppodei componenti il cui studio è specificamenteindirizzato al miglioramentogenetico.All’interno di questo gruppo vengonosviluppate una serie di tematiche e lineedi ricerca, tra le quali: l’identificazione divarietà e genotipi particolarmente idoneialla coltura in asciutta; l’impiego dellatecnica dei diploaploidi da colture dimicrospore per accelerare il rilascio divarietà adatte; lo studio dell’espressionedi geni direttamente coinvolti nellarisposta allo stress idrico e infine la genotipizzazionedi varietà di riso italianoper major genes coinvolti nella rispostaallo stress idrico e salino, e ad agenti patogeni.Inoltre, a sostegno delle attivitàsvolte nell’ambito di Cedrome, il <strong>Cra</strong> diVercelli partecipa al progetto nazionalea finanziamento diretto del Ministerodelle politiche agricole, alimentarie forestali Sicerme «Sistema integratoper lo sviluppo della cerealicoltura meridionale».Il progetto Sicerme, anch’esso approvatoper un triennio di ricerca, attraverso ilsottoprogetto riso prevede la caratterizzazionequalitativa e la miglior gestionedella coltura per quanto riguarda l’arealemediterraneo.•come quella utilizzata per il frumento;successivamente l’immissione dell’acquaviene posticipata per un periodo dicirca 30-45 giorni, quando la coltura haraggiunto lo stadio di 3ª-4ª foglia, ristabilendocosì il normale regime di sommersione.Indubbiamente con tale metodologia siinduce un certo risparmiodella risorsa idricarispetto al metodo tradizionale,proprio per effettodella ritardata immissionedell’acqua inrisaia.Oltre a questo vantaggio,la tecnica in questionedetermina una serie di ripercussionisull’agrotecnica, la quale va modulatasoprattutto per quanto concerneil periodo in cui la coltura si trova in situazionedi asciutta.In primo luogo, il ricorso alla seminainterrata comporta l’impiego di una doseinferiore di semente, generalmente circail 20-25% in meno, rispetto a quella im-21/2007 • L’Informatore Agrario


Ta g r o n o m i at e c n i c aL’irrigazione turnata in quattro puntiI punti principali per la gestione della risaiacon l’irrigazione turnata prevedono:•l’impiego di varietà di riso con buonao elevata risposta alle condizioni distress idrico;•una particolare attenzione alla gestionedegli adacquamenti nel periodoriproduttivo (tra la formazione dell’abbozzopaniculare e la fase di fioritura),glievitando il rischio di stress idrico;•un’accurata somministrazione de-piegata con la sommersione permanente.Si annullano, inoltre, i rischi di moria deigerminelli e i danni causati da insetti epiccoli crostacei.Viene impedita, almeno nei primi stadidello sviluppo, la crescita di popolazionialgali e vengono annullate le pericolosefermentazioni a carico della sostanzaorganica.La mancata sommersione, nei primistadi di sviluppo della coltura, determinainoltre un cambiamento nella composizionefloristica delle infestanti presenti,penalizzando quelle tipicamenteacquatiche e favorendo di contro quelleda asciutto.Semina direttacon irrigazione turnataQuesta tecnica di semina diretta prevedela sostituzione della sommersionecon irrigazioni turnate.Rispetto alla precedente, realizza unulteriore risparmio idrico visto che allasommersione permanente della risaia sisostituiscono solitamente dei brevi adacquamenti.Con questa particolare metodologia ilriso viene quindi considerato alla streguadi altri cereali, come ad esempio il mais.il quale viene irrigato quando si verificanole condizioni che possono indurrela comparsa di fenomeni di stress da carenzaidrica.Come per la precedente, la tecnica prevedela semina interrata della coltura,eseguita a <strong>file</strong> e su terreno asciutto, mentrel’apporto idrico avviene solitamentericorrendo a irrigazioni per sommersioneoppure per aspersione.Volumi e turni di adacquamento sonofortemente condizionati dall’evapotraspirazioneeffettiva, misurata nella coltura, a suavolta influenzata dall’andamento termoplu-elementi nutritivi, soprattutto nel casodei macroelementi dotati di maggioremobilità nel terreno, quali azoto e potassio;•frazionamento del fertilizzante indue o più interventi, privilegiando le fasiin cui la coltura manifesta le maggioririchieste di azoto (accestimento e formazionedella pannocchia). •Esistono alcune varietà italiane di risoche sono già in grado di adattarsi allacoltivazione in assenza di sommersioneviometrico della stagione, nonché dalle caratteristichepedologiche del suolo.Di regola, nella coltura in asciutta, restituendoil 100% dell’evapotraspirato egestendo in modo ottimale gli adacquamenti,è possibile ottenere nel caso delriso risultati produttivi di tutto rispettose paragonati a quelli conseguiti con lasommersione classica.In generale tale tecnica determina unabbattimento dell’impiego dell’acquache risulta in questo caso pari al 20% diquella utilizzata nella metodologia tradizionale.Nella gestione degli adacquamenti bisognaporre particolare attenzione soprattuttonel periodo riproduttivo (trala formazione dell’abbozzo paniculare ela fase di fioritura) evitando l’instaurarsidi condizioni di stress idrico particolarmentedannose in queste fasi.Anche con questa seconda metodologiabisogna modificare la tecnica colturalein funzione delle differenti esigenzecaratterizzanti la coltura in asciutta: ricorrereall’impiego di varietà di riso ingrado di manifestare una buona o elevatarisposta alle condizioni di stress idrico,adeguare la somministrazione degli elementifertilizzanti, impostare un correttocontrollo delle infestanti.Particolare attenzione deve essere postasoprattutto nel caso dei macroelementidotati di maggiore mobilità nelterreno: quali azoto e potassio.Soprattutto a carico del primo, l’alternanzadi periodi di asciutta (aerobiosi)e sommersione (prevalente anaerobiosi)determina condizioni ambientali favorevoliaffinché si realizzino i processi dinitrificazione prima e dilavamento e denitrificazionesuccessivamente, con pesantiripercussioni sull’efficienza stessadella fertilizzazione.Particolarmente utile in questa tecnicarisulta l’impiego, soprattutto in presemina,di concimi azotati a lento effetto o amatrice organica, in grado di determinareun rilascio graduale dell’azoto informa assimilabile.Come per la tecnica tradizionale, particolareimportanza va data al frazionamentodella dose distribuita in due o piùinterventi, privilegiando le fasi in cui lacoltura richiede le maggiori quantità diazoto (accestimento e formazione dellapannocchia).La lotta erbicida deve essere impostatasoprattutto verso il contenimento delletipiche infestanti da asciutto, come giavonie alcune specie di dicotiledoni, intervenendotempestivamente in modo daridurre la competizione fin dai primissimistadi di sviluppo della coltura.Infine particolare attenzione va postanei confronti della scelta varietale.A questo proposito occorre precisarecome attualmente nel nostro germoplasmarisicolo non sia possibile una distinzionetra varietà in funzione della tecnicacolturale adottata, a differenza di quantoavviene in molti Paesi asiatici con levarietà «upland», sviluppate specificamenteper la coltivazione in assenza disommersione.Attualmente l’attività di ricerca intrapresaha permesso di individuare, tra levarietà italiane, alcuni genotipi in gradodi adattarsi più o meno bene a questaparticolare metodologia.Il passo decisivo deve essere fatto attraversol’impostazione di un programma dimiglioramento genetico miratoall’ottenimentodi genotipi dotati delle caratteristichemorfologiche e fisiologiche tipichedei genotipi upland, ma al tempo stessoin grado di soddisfare i nostri standardquantitativi e qualitativi.Stefano Cavigiolo, Diego GreppiElisabetta Lupotto<strong>Cra</strong> - Istituto sperimentaleper la cerealicoltura• L’Informatore Agrario • 21/2007

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