il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

www.accademiaurbense.itriusciranno, se non vi sopraviene qualche fatto straordinario, valevolea dare alle cose un diverso indirizzo ». Da Torino, Carlo Cadorna i!12 agosto gli illustrava la situazione di quel difficile momento: le« vergognose» condizioni dell'armistizio; i! timore di quelle «ancorapiù vergognose» della pace, che si stava preparando; la crisi ministeriale;il re, « prigione del suo stato maggiore e della uffizialità »; Giobertifischiato a Vigevano; la deputazione del Circolo Italiano di Torino,che portava un indirizzo al re affinché continuasse la guerra, minacciatadagli ufficiali armati. La lettera documenta l'incertezza e iltormento di quei giorni: «Temiamo una ristorazione; l'aristocrazia eil gesuitismo qui già rialzano la testa. Bisogna tener deste le provincie,se la capitale, cieca di devozione pel Re e lavorata sino alle fondamentadalla aristocrazia e dal municipalismo, si lascia addormentare ».In Alessandria, Ferdinando Pio Rosellini ebbe un colloquio conCarlo Alberto, durante i! quale, parlando con molta franchezza, documentòal re la situazione effettuale del Piemonte. Tale colloquio èriferito dal Rosellini in una lettera al Buffa del 14 agosto. Lo scrittoree studioso toscano aveva indicato al re le cause che condussero all'armistizio,affermando che era necessario quanto prima riorganizzare l'esercito,armare la riserva, chiamare nuove leve, cambiare i generali, chiederel'intervento della Francia, usare discriminazione nella scelta degli uominiche avrebbero dovuto comporre il nuovo ministero, alimentarela fede nel principio monarchico-costituzionale. Il re aveva risposto alRosellini, lamentando le gravi mancanze commesse dai suoi generali,gli inganni, i tradimenti, dichiarando che era sua decisa intenzione diriprendere sollecitamente la guerra per giungere ad una «pace onorata», che sperava nella fortuna delle armi piemontesi, raccontandoparticolari dei fatti di Milano, dell'umiliazione che gli era toccato subirea Vigevano, dove l'esercito si era assolutamente rifiutato di combattere.A Tortona, il battaglione della milizia comunale, nel luglio del1848, come ci risulta dai documenti studiati, era prossimo al suo compimento:era stato eletto i! maggiore ed i! porta-bandiera, mancavaancora soltanto la nomina dell'aiutante maggiore, ed i! Buffa, nell'appelloche fece alla città i! 15 agosto, si rivolgeva particolarmente allaguardia nazionale affinché mostrasse comprendere la grandezza delproprio dovere. Nella provincia tortonese quasi nulla si era fatto, acausa della diffidenza che si era dimostrata verso quella istituzione daparte di alcuni amministratori comunali. Nella provincia di Voghera,i! Buffa ebbe a lottare aspramente contro alcune posizioni di diffidenteostinazione assunte in molte località e la insubordinazione dei militi58