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il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itContro l'azione repubblicana, operante in quei giorni a M<strong>il</strong>ano, aVenezia e in Toscana, scriveva 1'11 apr<strong>il</strong>e Raffaello Nocchi <strong>di</strong> Lucca,giunto da poco a Genova, da dove doveva partire per recarsi al fronte.« In Italia - asseriva lo scrittore toscano - si compone, o per meglio<strong>di</strong>re si agita un partito repubblicano. Ed è un partito, non un'opinionenazionale. L'opinione nazionale nn qui ha voluto e vuole <strong>il</strong> progressociv<strong>il</strong>e, ottenuto con lo svolgimento <strong>di</strong> tutti gli elementi esistenti, chenon ripugnano assolutamente <strong>di</strong> rinnovarsi a seconda de' nuovi bisogni.I gesuiti furono respinti implacab<strong>il</strong>mente, perché implacab<strong>il</strong>mente siopponevano al bene della nazione. Ma <strong>il</strong> repubblicanismo vuole andareoltre, ed espellere affatto anche l'elemento monarchico. Eppure chequesto sia stato operatore non ultimo dei presenti progressi ottenuti,è storia, è un fatto consacrato col nome <strong>di</strong> un gran Pontefice ». Intende<strong>il</strong> principio monarchico come forza unihcatrice, come punto fermosu cui può poggiare l'agitarsi delle opinioni, e conclude insistendosulla necessità <strong>di</strong> appoggiarsi al principio monarchico, in armonia conle istituzioni democratiche. «Abbiamo bisogno <strong>di</strong> essere forti - ammonisce<strong>il</strong> Nocchi - e per essere forti bisogna tendere a costituirsi<strong>nel</strong>la maggiore, e più saldamente basata unità ».Abbiamo seguito, attraverso i contributi essenziali, l'iter politicodel giornale del Buffa, in or<strong>di</strong>ne alla problematica moderata <strong>di</strong> queigiorni, <strong>nel</strong>la sua articolazione <strong>di</strong>alettica, secondo le <strong>di</strong>rettrici idealie strumentali suggerite da un momento particolarmente interessantedell'atmosfera quarantottesca. Il 14 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Buffa, <strong>il</strong> Ranco e glialtri comp<strong>il</strong>atori lasciavano <strong>il</strong> giornale. Tra gli azionisti e la <strong>di</strong>rezionedel giornale era sorta una incompatib<strong>il</strong>ità, la quale fu sostanzialmenteprovocata dalla improvvisa partenza del Buffa e del Rosellini per laLombar<strong>di</strong>a. Gli azionisti non giustificarono l'abbandono della <strong>di</strong>rezionedel Buffa, sia pure motivato da nob<strong>il</strong>i e patriottiche intenzioni.Mentre egli era ancora in Lombar<strong>di</strong>a, licenziarono alcuni comp<strong>il</strong>atori e<strong>di</strong>chiararono decaduto dal suo ufficio <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore. Tornato a Genova <strong>il</strong>12 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Buffa lasciò la <strong>di</strong>rezione del giornale .6. L'ultimo numero." La vcrrcnza tra <strong>il</strong> Buffa e gli azionisti è documentata da alcune lettere e dagliatti legali relativi. In un ricorso degli azionisti del giornale al giu<strong>di</strong>ce del quartiere <strong>di</strong>S. Teodoro in Genova si legge: «1II.mo Signor Giu<strong>di</strong>ce. Esponesi per parte dei sottoscrittiazionisti della Società alla Lega Italiana; che essendo venuti in cognizione, permezzo della pubblica voce, come <strong>il</strong> signor avvocato Domenico Buffa, <strong>di</strong>rettore del giornaleLa Lega Ituliana, siasi improvvisamente allontanato da Genova per recarsi ai confin<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong>, <strong>nel</strong> mentre che ammirano lo slancio generoso che spingeva detto signorBuffa a portare <strong>il</strong> suo braccio in soccorso agli oppresi, pure considerando come conquesto priva del suo senno <strong>il</strong> giornale, altronde già vac<strong>il</strong>lante per l'assenza dell'<strong>il</strong>lustreMurniani, e non ostante l'impegno da lui contratto, sia col pubblico in generale, che cogli46

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