il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

www.accademiaurbense.itMilano, che il Buffa comunica nelle lettere. Dopo aver affermato chele prodezze di Milano, nei cinque giorni che durò il combattimento,furono veramente favolose, che i cittadini di quella città rivelaronoun valore formidabile, pone particolarmente l'accento sulle scelleratezzecompiute dai soldati austriaci e accenna alla venerazione dei milanesiper Pio IX e alle intenzioni del governo provvisorio di convocareun'assemblea generale di tutto il Lombardo-Veneto. Il 25 marzo,dopo aver riferito sugli aspetti più sensibili della città nella sua fìsionomianuova, che recava tuttavia la presenza di una lotta furibonda,e della nuova atmosfera psicologica, si preoccupa per il Piemonte, lacui azione, teme, non sia stata così immediata come forse i lombardiavrebbero desiderato. Riferendosi all'arrivo in Lombardia delle truppepiemontesi, conclude: «Se fossero entrate solamente due o tre giorniinnanzi sarebbe stata altra cosa: ora converrà che Carlo Alberto mostrila propria importanza o vincendo qualche grande battaglia o cacciandoi tedeschi da Verona, o insomma con qualche fatto veramente grande.In caso diverso, questa entrata tardiva farà poco frutto nell'opinionedel Lombardo ». Il 26, ancora annotava al fratello «Oggi alle 11antim. giungerà quì il reggimento Regina e sarà accolto in trionfo.Ma bisogna che il nostro governo faccia presto, e non perda un minuto». AI suo occhio attento di osservatore politico non sfuggiva ilpericolo di una reazione antipiemontese in Lombardia, e le difficoltàdi una eventuale fusione; conosceva le aderenze della propaganda repubblicanae la loro consistenza, viva in alcuni esponenti della rivoluzione.Il 28, scriveva ai genitori: «Carlo Alberto è entrato in Lombardia,ha protestato ch'egli non si vuole ingerire delle cose internedel paese, e colle sue truppe caccierà e distruggerà i nemici: ma vedreteche quì si vorrà proclamare la repubblica, e quello che si vorrà farquì si vorrà fare prima a Genova poi in Piemonte, poi in Toscanae in tutta Italia: e già in Venezia s'è fatto. Ora in Lombardia, Toscanae Romagna potrà, essendo senza resistenza nessuna, ma in Piemontee a Napoli produrrà inevitabilmente una guerra civile », Talitimori lo avevano indotto ad inserirsi nei circoli politici della capitalelombarda, con il preciso scopo di controllarne le intenzioni, di studiarneil temperamento, di rilevarne l'entità e la dimensione operativa perquanto poteva interessare il rapporto tra il Piemonte e la Lombardia.Poiché la corrente antipiemontese o comunque municipalistica milanesecercava di attenuare le simpatie verso i liguri e i subalpini, diffondendola voce che i volontari genovesi fossero stati accolti inMilano con freddezza (ed era evidente in tale propaganda la direttrice43