il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

gli occhi sullo Statuto di Pio è quella risoluta franchezza con cui separal'uno dall'altro i due poteri, temporale e spirituale ». E conclude « Seil potere spirituale rinunzia a quella ingerenza che aveva da anticonelle cose temporali, e questo fa in Roma dove il Principe è sacerdote,in qual altra contrada del mondo potrà amai negare di farlo? ».4. Confermate le prime notizie della rivoluzione milanese, chea Genova giunsero il 19 marzo per mezzo del corriere, DomenicoBuffa partì nella mattinata del 21 con Giorgio Doria e Ferdinando PioRosellini per la frontiera lombarda. A Novi si unirono agli altri volontaripiemontesi e liguri (e tale cittadina fu il primo centro di raccolta,da dove i vari gruppi di guardia civica e di borghesi mossero, concerto ordine, verso Voghera). In quello stesso giorno, il Buffa si affrettòa scrivere al fratello Ignazio, rimasto alla redazione del giornale«Fatemi il piacere di gridare subito e gridare e gridare che a Novi b­non è uno schioppo, e non trovarono nulla, e bestemmiano », Il mattinodel giorno seguente, da Voghera, riferiva le notizie raccolte suMilano e sottolineava la carenza di armi e a mezzogiorno, da S. MartinoSiccomario, comunicava al fratello «Siamo arrivati un'ora fa alGravellone e qui abbiamo trovato buon numero di nostri amici: Mameli,Cambiaso, Farina, Deferrari ecc. ... saremo da 150 partiti daGenova; contando quelli partiti da altre parti dello stato saremo 600all'incirca: i più armati con fucili da caccia, ma tutti egregiamentedisposti e impazienti di romperla: c'è un po' di disordine, com'è naturale,ma questo poco importa. Di truppe regolari quì non abbiamo connoi più che una compagnia del reggimento Regina; ma a poca distanzasi trovano altre compagnie di questo medesimo reggimento; c'è pureun'ottantina di uomini a cavallo, venuti da Vigevano: insomma lenostre forze sono un po' scarse a fronte dell'impresa », Tale insufficienzadi uomini e di mezzi per effettuare l'entrata in Lombardia èancora sottolineata in un'altra lettera al fratello dello stesso giorno,nella quale rileva che lo spirito di tutti era eccellente, e che si aspettaval'artiglieria, che avrebbe dovuto oltrepassare Voghera, senza dellaquale era impossibile tentare di passare il confine. Il 24 marzo, daMilano, narra al fratello e ai genitori il passaggio del confine, la sostaa Pavia e l'entrata in Milano: «Eravamo cinque o sei cento, de' qualiforse 250 genovesi. Entrammo in trionfo per porta Ticinese, umiliatiquasi di raccogliere tanti applausi, tanti evviva senza aver fatto ancoranulla... Le vie e le finestre erano piene di persone, che ci applaudivano». Interessanti sono le impressioni, colte nell'immediatezza, di42www.accademiaurbense.it