il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itLe cose di Lunigiana precipitano: il governo toscano corrompe glianimi, promettendo, minacciando, denigrando. Il governo piemontese nonfa nulla e tace.I governi provvisori avrebbero mandato un memoriale al parlamento,ma la condotta del Piemonte è siffatta, che, dubitando dell'esito, non voglionopiù innanzi compromettersi presso la Toscana. Però, sapendo l'amiciziaonde mi avete onorato, e conoscendo la vostra onestà e valore, que' governimi pregarono caldissimamente, acciocché vi stringessi a fare un'interpellanzain parlamento, e a quest'effetto mi dettero documenti, sovra i qualiabborracciai la nota che v'acchiudo. Rimetto il tutto alla vostra prudenza,se prima di mover parola nella camera fosse meglio d'interpellare il Pinellie ragguagliarlo d'ogni cosa. Il fatto si è che bisogna pigliare un partito subito,e terminativo, poiché le cose precipitano.Non dubito che prenderete a cuore la causa lunigianese. Sappiate chetutti i lunigianesi non isperano se non in voi in voi solo: quindi, vedete,quanto il vostro silenzio ci grava. lo attendo vostre lettere con affettoindicibile.Perdonate e operate. Questo vi raccomanda il vostro amico veroG. RezascoA tergo: Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino.AllegatoINTERPELLANZACaduti i governi modenese e parmigiano, una parte della Lunigiana,per atti testimoniati a quasi unanimità di suffragi, richiese l'aggregazioneimmediata col Piemonte; l'altra parte (ed è la maggiore) fu occupata dallaToscana, e presso che interamente senza consultare il voto popolare.Il governo piemontese mosse lagnanze di ciò al toscano, specialmentedopo veduto che la Toscana occupava tratto tratto colle armi anche i paesiche s'erano dedicati al Piemonte. E il governo toscano, scrupoloso controgli altri, e niente per sé, rimandava le lagnanze al piemontese, adducendoche le dedizioni agli Stati sardi non fossero regolari. A troncare le questioni,l'intendente della Spezia con lettera del 5 luglio avvisava i governi provvisorilunigianesi che il governo del re e quello del granduca avevano elettocommissari, i quali girando tutta quanta la Lunigiana esaminassero lo statovero delle cose, e quindi ne facessero relazione, appresso la quale sarebbero399
definitivamente risolute le quistioni. E l'intendente pregava i suddetti governiprovvisori a rendere subitamente di pubblica notizia quell'accordo de' duegoverni, il che farebbe similmente il governo toscano nella sua parte diLunigiana. Furono fatti gli avvisi nella Lunigiana sarda; ma nella toscanamancarono. Le popolazioni aspettarono, e i commissari non si videro mai.In questo sopraggiunsero i rovesci della guerra italiana, coronati dall'armistizioSalasco. Allora, nel maggiore pericolo e contravvenendo a' patti dellaprotezione, il governo piemontese richiamò dalla povera Lunigiana tutti icarabinieri che vi aveva. I governi provvisori se ne lamentarono all'intendentedella Spezia, al ministero, al comitato de' due ducati, al Re, ma niunarisposta. Contuttociò non mutarono le popolazioni; e quando nella prossimitàdella riapertura del parlamento furono rimandati i carabinieri in Lunigiana,le accoglienze popolari che ricevettero que' buoni .soldati, provanoabbastanza che, dove troppo sovente i governi abbandonano i popoli, questiassai di rado abbandonano quelli.Se non che nel frattempo che la Lunigiana fu priva delle forze sarde,il governo toscano (che nello scompartimento di Massa pose tutta interaquella provincia senza riguardo alla volontà pubblica, quasi gli toccasse digiure divino) si valse di quell'occasione ed occupò militarmente i paesidi Avenza e di Parana, che da lunga pezza avevano fatta lor dedizione alPiemonte.Però il governo sardo, poco innanzi che rimandasse i carabinieri inLunigiana, significava ai governi provvisori con lettera degli 8 ottobre dell'intendentedella Spezia che ben lungi il governo di S. M. di abbandonarele popolazioni di Lunigiana che si dedicarono al Piemonte, accolse con troppapremura le libere votazioni de' lunigianesi per poter acconsentire ad unaoccupazione che fosse a tale voto contraria. Aggiungeva che l'occupazionedi Parana e Avenza non poteva credersi ordinata dal governo toscano, quindifarebbe energici uffizi presso di lui onde siano repressi gli arbitrii di quelletruppe e delle autorità subalterne, e sia rispettato lo statu quo introdotto daquelle votazioni. -Le furono parole: l'occupazione de' due paesi suddetti ele minaccie agli altri continuarono da parte della Toscana. Laonde il lOnovembre l'intendente della Spezia scriveva come il ministero avesse rafforzatole pratiche; le quali, non sortendo esito buono, il governo di S.M.,sia a conservazione della propria dignità che per debito contratto verso icomuni della Lunigiana che si posero sotto la protezione sarda, è dispostodi provvedere con mezzi i più efficaci, onde non riesca vano il protettoratoda lui assunto de' comuni lunigianesi.Dopo tutto ciò, ognuno aspettava qualche risoluzione onorevole. Edecco invece che una lettera dell'intendente della Spezia del 16 novembre400www.accademiaurbense.it
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definitivamente risolute le quistioni. E l'intendente pregava i suddetti governiprovvisori a rendere subitamente <strong>di</strong> pubblica notizia quell'accordo de' duegoverni, <strong>il</strong> che farebbe sim<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> governo toscano <strong>nel</strong>la sua parte <strong>di</strong>Lunigiana. Furono fatti gli avvisi <strong>nel</strong>la Lunigiana sarda; ma <strong>nel</strong>la toscanamancarono. Le popolazioni aspettarono, e i commissari non si videro mai.In questo sopraggiunsero i rovesci della guerra italiana, coronati dall'armistizioSalasco. Allora, <strong>nel</strong> maggiore pericolo e contravvenendo a' patti dellaprotezione, <strong>il</strong> governo piemontese richiamò dalla povera Lunigiana tutti icarabinieri che vi aveva. I governi provvisori se ne lamentarono all'intendentedella Spezia, al ministero, al comitato de' due ducati, al Re, ma niunarisposta. Contuttociò non mutarono le popolazioni; e quando <strong>nel</strong>la prossimitàdella riapertura del parlamento furono rimandati i carabinieri in Lunigiana,le accoglienze popolari che ricevettero que' buoni .soldati, provanoabbastanza che, dove troppo sovente i governi abbandonano i popoli, questiassai <strong>di</strong> rado abbandonano quelli.Se non che <strong>nel</strong> frattempo che la Lunigiana fu priva delle forze sarde,<strong>il</strong> governo toscano (che <strong>nel</strong>lo scompartimento <strong>di</strong> Massa pose tutta interaquella provincia senza riguardo alla volontà pubblica, quasi gli toccasse <strong>di</strong>giure <strong>di</strong>vino) si valse <strong>di</strong> quell'occasione ed occupò m<strong>il</strong>itarmente i paesi<strong>di</strong> Avenza e <strong>di</strong> Parana, che da lunga pezza avevano fatta lor de<strong>di</strong>zione alPiemonte.Però <strong>il</strong> governo sardo, poco innanzi che rimandasse i carabinieri inLunigiana, significava ai governi provvisori con lettera degli 8 ottobre dell'intendentedella Spezia che ben lungi <strong>il</strong> governo <strong>di</strong> S. M. <strong>di</strong> abbandonarele popolazioni <strong>di</strong> Lunigiana che si de<strong>di</strong>carono al Piemonte, accolse con troppapremura le libere votazioni de' lunigianesi per poter acconsentire ad unaoccupazione che fosse a tale voto contraria. Aggiungeva che l'occupazione<strong>di</strong> Parana e Avenza non poteva credersi or<strong>di</strong>nata dal governo toscano, quin<strong>di</strong>farebbe energici uffizi presso <strong>di</strong> lui onde siano repressi gli arbitrii <strong>di</strong> quelletruppe e delle autorità subalterne, e sia rispettato lo statu quo introdotto daquelle votazioni. -Le furono parole: l'occupazione de' due paesi suddetti ele minaccie agli altri continuarono da parte della Toscana. Laonde <strong>il</strong> lOnovembre l'intendente della Spezia scriveva come <strong>il</strong> ministero avesse rafforzatole pratiche; le quali, non sortendo esito buono, <strong>il</strong> governo <strong>di</strong> S.M.,sia a conservazione della propria <strong>di</strong>gnità che per debito contratto verso icomuni della Lunigiana che si posero sotto la protezione sarda, è <strong>di</strong>sposto<strong>di</strong> provvedere con mezzi i più efficaci, onde non riesca vano <strong>il</strong> protettoratoda lui assunto de' comuni lunigianesi.Dopo tutto ciò, ognuno aspettava qualche risoluzione onorevole. Edecco invece che una lettera dell'intendente della Spezia del 16 novembre400www.accademiaurbense.it