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il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itcitta<strong>di</strong>ni, in<strong>di</strong>pendentemente dal censo, ha <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere rappresentata.Interessante è un articolo del Ranco, pubblicato <strong>il</strong> 23 febbraio,sul governo austriaco in Lombar<strong>di</strong>a, <strong>nel</strong> quale, riferendosi alla proibizio<strong>nei</strong>mposta dalla <strong>di</strong>rezione generale <strong>di</strong> polizia sull'uso dei cappellialla «calabrese », alla «puritana» all'« ernani » <strong>di</strong>mostra <strong>il</strong> sostanzialedeca<strong>di</strong>mento austriaco in Europa. «Strano invero - proseguel'articolista - che una potenza così detta <strong>di</strong> prim'or<strong>di</strong>ne in Europa,un impero <strong>di</strong> trentasei m<strong>il</strong>ioni d'uomini, puntellato da mezzo m<strong>il</strong>ione<strong>di</strong> baio<strong>net</strong>te e dalla proverbiale fedeltà de' sud<strong>di</strong>ti, si tenga compromessoda alcuni in<strong>di</strong>vidui irrequieti e da una piuttosto che da altraforma <strong>di</strong> cappello, e creda non <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole alla propria <strong>di</strong>gnità, allapropria forza <strong>di</strong> scendere a ripieghi <strong>di</strong> così povera meschinità, <strong>di</strong> cosìsciocca e selvatica ferocia ».R<strong>il</strong>evata ancora, con referenze storiche, l'ingerenza austriaca inItalia, non più tollerab<strong>il</strong>e con <strong>il</strong> nuovo spirito politico, <strong>il</strong> Ranco conclude:«È tempo, per Dio, che sia finita una volta questa anarchia<strong>di</strong>plomatica e governativa che avv<strong>il</strong>isce nazioni e governi; è tempoche si inauguri <strong>nel</strong>l'Europa ribattezzata un'epoca nuova e si mostriirrevocab<strong>il</strong>mente che <strong>il</strong> capriccio e la volontà <strong>di</strong> dentro e <strong>di</strong> fuori nonsono più regola per nessuno, che la forza senza consecrazione, che <strong>il</strong>successo senza ragione sono finiti per sempre. È tempo che nessunoignori che i popoli possono forse ancora rassegnarsi ad essere vinti,ma um<strong>il</strong>iati e derisi no ». Pubblicato lo statuto, <strong>il</strong> Buffa <strong>il</strong> 7 marzo,ne r<strong>il</strong>evava le somiglianze specifiche con le altre costituzioni <strong>di</strong> Napolie <strong>di</strong> Toscana e pertanto faceva un breve esame comparativo <strong>di</strong> esse,insistendo particolarmente sullo stato giuri<strong>di</strong>co dei valdesi, degli israeliti,<strong>di</strong> tutti gli acattolici <strong>nel</strong>l'ambito delle tre costituzioni. Accentuavai motivi <strong>di</strong> maggiore liberalità della costituzione piemontese, rispettoalle altre (specialmente riferendosi all'articolo 5 dello statuto albertinoe all'articolo 13 <strong>di</strong> quello toscano, riguardanti i trattati <strong>di</strong> alleanzae <strong>di</strong> commercio) e soprattutto lodava l'articolo 32, relativo al <strong>di</strong>rittodei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> adunarsi pacificamente e senza armi (<strong>di</strong>ritto non ancorariconosciuto dalle altre costituzioni, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> quelle inglese ebelgica). Esprimeva tuttavia alcune riserve e ad<strong>di</strong>tava elementi integrativi.Il 14 marzo, <strong>il</strong> Buffa, notando che l'Austria «più veloce a'nostri danni che non siamo noi al nostro bene, ha stretto la sua legain Italia », deplorava l'atteggiamento <strong>di</strong> alcuni principi italiani, intentipiù alla ristrutturazione della loro politica interna, che alla valutazionedei problemi <strong>di</strong> massima importanza <strong>nel</strong>l'ambito nazionale. Il loropensiero doveva concentrarsi <strong>nel</strong> binomio: lega e guerra; gli avveni-40

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