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il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.it<strong>di</strong> apparecchiare; e tenendo per fermo che sopra questi, come men noti,anziché sopra quegli altri notissimi a tutti, eravamo chiamati a pronunziare,ci tornava impossib<strong>il</strong>e giu<strong>di</strong>care dell'opportunità, senza involgere inun medesimo giu<strong>di</strong>cio quello che <strong>il</strong> Ministero avesse fatto per promuoverla,e all'uopo afferrarla, che è quanto <strong>di</strong>re la sua politica. E in questo modos'interpretò dalla maggioranza della Commissione <strong>il</strong> proprio mandato.Poiché la <strong>di</strong>scussione fu condotta a questo punto, la raunanza, si <strong>di</strong>visein <strong>di</strong>versi e contraii pareri. Fedele narratore <strong>di</strong> ciò che fu in essa ragionatoe conchiuso, io vi esporrò con eguale schiettezza così l'opinione della maggioranzacome quella della minoranza, e le conclusioni dell'una e dell'altrapropugnate. Comincierò dalla minoranza, la quale fu <strong>di</strong> sei contro otto(Il generale Durando era assente).Si ritenga adunque che la minoranza opinò dapprima la <strong>di</strong>scussionedovere unicamente versare sulla opportunità del fare la guerra: ma poi,condotta la questione del voto della maggioranza sulla politica del Ministero,e lungamente <strong>di</strong>scussa dall'una e dall'altra parte, da ultimo si fecerovarie proposizioni, le une delle quali si riferivano unicamente all'opportunitàdella guerra, le altre alla politica ministeriale: ma <strong>di</strong> queste ultimeavendo la priorità come più generica, fu dalla detta minoranza <strong>di</strong> voti sei,senza esitazione, rigettata.Diverso fu <strong>il</strong> parere della maggioranza. E pigliando le mosse dalla me<strong>di</strong>azione,<strong>di</strong>rò che se <strong>di</strong> quella non ci furono esposte le con<strong>di</strong>zioni positive,dalle negative, che ci vennero notificate, fummo sforzati a conchiudernech'esse non rispondono all'onore della nazione, come noi l'inten<strong>di</strong>amo, nonci danno sufficiente malleveria della sua vera in<strong>di</strong>pendenza. Più ancora:quali che siano quelle con<strong>di</strong>zioni, se non furono accettate dall'Austria pericolante,molto meno lo saranno dall'Austria vincitrice <strong>di</strong> Vienna. La paceonorevole è impossib<strong>il</strong>e.E quando pure volesse riputarsi onorevole una pace che sacrifìchi alcunodei <strong>di</strong>ritti acquistati per <strong>il</strong> voto dell'unione, potrebbe <strong>il</strong> presente Ministeroconchiuderla senza gravi pericoli interni? noi lo neghiamo: perciocchéniun ministero può salvarsi salvoché con quelle gran<strong>di</strong> idee, dellequali fu sempre fermo e pubblico mantenitore. Ora se una tal pace vienfatta da uomini che sempre si mostrarono inchinevoli a terminare <strong>il</strong> granlitigio piuttosto coi protocolli che coll'armi, e vien fatta senza sperimentareun'altra volta la fortuna della guerra, quella pace sarà dal popolo riputatafrutto <strong>di</strong> debolezza anziché <strong>di</strong> necessità i<strong>nel</strong>uttab<strong>il</strong>e; e negli animi sdegnosi,che la Dio mercè non sono pochi, gitterà i semi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> ire, e <strong>di</strong> funesticonsigli.Dall'altro lato, se un tal ministero domani alzerà <strong>il</strong> grido <strong>di</strong> guerra,382

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