il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itche il popolo desiderava una costituzione, perché in essa trovava itermini precisi della sua dignità: libertà e sicurezza. Dichiarava che ifondamenti di una costituzione dovevano essere riposti nel dirittoprivato e pubblico, e che pertanto una costituzione doveva contenerei principi della libertà individuale e della sicurezza pubblica: a) libertàdi opinione; b) guardia nazionale; c) parlamento; d) libertà individuale.Concludeva, se «qualunque di coteste franchigie e malleveriemancasse in una costituzione o vi stesse in mostra ed in apparenzapiù che in effetto, farebbe perdere a quella ogni suo valore, perchétutte si legano e si mantengono mutuamente ». Nello stesso numerodel giornale, il Ranco, riferendosi a certo ordine autocratico ancoravivo in Sardegna, e facendo capo al programma governativo del 23ottobre, ammoniva che « se un sincero desiderio del meglio e la setedi nazionalità impongono una politica nuova e questa richiede nuovielementi di governo, diversi di gran lunga dai vieti, bisogna ad ognicosto volere i mezzi corrispondenti, dacché, senza di questi, le intenzionisono lettera morta ». Criticava i metodi e l'ordinamento della polizia(nella quale era avvenuta una mera sostituzione di persone, e nonmutamenti radicali), l'ingerenza militare, che avrebbe dovuto cessaree, invece, polizia e comandi militari esercitavano ancora la loro azioneimprovvida e vessatoria, ed il codice militare restava ancora il simbolodella nazionalità e vigevano, tuttavia, i tribunali eccezionali. Poneva,quindi, come primo fondamento dell'indipendenza nazionale la libertàindividuale del cittadino.Le direttrici politiche del giornale esprimevano, con piena misura,le istanze delle iniziative dei circoli genovesi. Il 7 febbraio, il consigliocomunale genovese si riuniva in seduta straordinaria per ascoltare lalettura di un memoriale scritto da Vincenzo Ricci con il contributodi una commissione appositamente eletta. I punti basilari di tale memorialeerano i seguenti: l.") chiedere al re l'istituzione della GuardiaNazionale; 2") fargli conoscere la convenienza e l'opportunità di adottareuno statuto rappresentativo e quegli ordini fondamentali, cheerano confacenti alle circostanze attuali, e alla consapevolezza civiledello stato. L'assemblea deliberava, con 45 voti favorevoli e 2 contrari,che il memoriale fosse sollecitamente presentato al re dai due sindaci,i quali partirono il mattino seguente per Torino, salutati dal popolocol grido: viva la Costituzione. Il 9 febbraio, il Buffa lodava il corpomunicipale di Torino, che aveva con nobile franchezza esposto al rei bisogni e i desideri del popolo, e quello di Genova, che ne avevaimmediatamente seguito l'esempio. Esprimeva la propria fiducia nel-36
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www.accademiaurbense.itche <strong>il</strong> popolo desiderava una costituzione, perché in essa trovava itermini precisi della sua <strong>di</strong>gnità: libertà e sicurezza. Dichiarava che ifondamenti <strong>di</strong> una costituzione dovevano essere riposti <strong>nel</strong> <strong>di</strong>rittoprivato e pubblico, e che pertanto una costituzione doveva contenerei principi della libertà in<strong>di</strong>viduale e della sicurezza pubblica: a) libertà<strong>di</strong> opinione; b) guar<strong>di</strong>a nazionale; c) parlamento; d) libertà in<strong>di</strong>viduale.Concludeva, se «qualunque <strong>di</strong> coteste franchigie e malleveriemancasse in una costituzione o vi stesse in mostra ed in apparenzapiù che in effetto, farebbe perdere a quella ogni suo valore, perchétutte si legano e si mantengono mutuamente ». Nello stesso numerodel giornale, <strong>il</strong> Ranco, riferendosi a certo or<strong>di</strong>ne autocratico ancoravivo in Sardegna, e facendo capo al programma governativo del 23ottobre, ammoniva che « se un sincero desiderio del meglio e la sete<strong>di</strong> nazionalità impongono una politica nuova e questa richiede nuovielementi <strong>di</strong> governo, <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> gran lunga dai vieti, bisogna ad ognicosto volere i mezzi corrispondenti, dacché, senza <strong>di</strong> questi, le intenzionisono lettera morta ». Criticava i meto<strong>di</strong> e l'or<strong>di</strong>namento della polizia(<strong>nel</strong>la quale era avvenuta una mera sostituzione <strong>di</strong> persone, e nonmutamenti ra<strong>di</strong>cali), l'ingerenza m<strong>il</strong>itare, che avrebbe dovuto cessaree, invece, polizia e coman<strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari esercitavano ancora la loro azio<strong>nei</strong>mprovvida e vessatoria, ed <strong>il</strong> co<strong>di</strong>ce m<strong>il</strong>itare restava ancora <strong>il</strong> simbolodella nazionalità e vigevano, tuttavia, i tribunali eccezionali. Poneva,quin<strong>di</strong>, come primo fondamento dell'in<strong>di</strong>pendenza nazionale la libertàin<strong>di</strong>viduale del citta<strong>di</strong>no.Le <strong>di</strong>rettrici politiche del giornale esprimevano, con piena misura,le istanze delle iniziative dei circoli genovesi. Il 7 febbraio, <strong>il</strong> consigliocomunale genovese si riuniva in seduta straor<strong>di</strong>naria per ascoltare lalettura <strong>di</strong> un memoriale scritto da Vincenzo Ricci con <strong>il</strong> contributo<strong>di</strong> una commissione appositamente eletta. I punti bas<strong>il</strong>ari <strong>di</strong> tale memorialeerano i seguenti: l.") chiedere al re l'istituzione della Guar<strong>di</strong>aNazionale; 2") fargli conoscere la convenienza e l'opportunità <strong>di</strong> adottareuno statuto rappresentativo e quegli or<strong>di</strong>ni fondamentali, cheerano confacenti alle circostanze attuali, e alla consapevolezza civ<strong>il</strong>edello stato. L'assemblea deliberava, con 45 voti favorevoli e 2 contrari,che <strong>il</strong> memoriale fosse sollecitamente presentato al re dai due sindaci,i quali partirono <strong>il</strong> mattino seguente per Torino, salutati dal popolocol grido: viva la Costituzione. Il 9 febbraio, <strong>il</strong> Buffa lodava <strong>il</strong> corpomunicipale <strong>di</strong> Torino, che aveva con nob<strong>il</strong>e franchezza esposto al rei bisogni e i desideri del popolo, e quello <strong>di</strong> Genova, che ne avevaimme<strong>di</strong>atamente seguito l'esempio. Esprimeva la propria fiducia <strong>nel</strong>-36