il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itfame, la più orribil fame sistematicamente adoprata contro quegli eroi,affinché, estenuati, non potessero più reggere le armi, contro cui nessunaprepotenza era valevole. Tutti correremo - diceva - incontro ai nostricari fratelli, daremo loro il bacio d'amore; e come essi brandirono, brandirannol'invitto acciaro per difendere l'italiana libertà e indipendenza. Vedretecome scintilleranno i loro occhi dalla gioia, allorché, consumato il tempodell'infame armistizio, sarà loro dato di correre contro la rabbia tedesca epurgare per sempre la bella Italia. E guai a chi si attentasse con una vergognosapace imprimerci sulla fronte il marchio dell'infamia!Finì dicendo elogi del generale della valorosissima Brigata Aosta (1aprima ad entrare); con avvertire che era stato elevato a tale grado da pochigiorni, e quindi non compreso nel numero di quei generali, che per tradìmenti,o almeno inettezza, avevano condotto a sì dolorosa rovina un'armatasenza pari.Il Morchio riscosse per tali parole si lunghi applausi da rendere ognorpiù chiaro che in Genova all'amore intenso verso i nostri prodi soldati,vanno congiunti il profondo sentimento della riparazione dovuta all'amorenazionale, e la confidenza riposta nel loro valore di avere senz'altro taleriparazione.Il presidente quindi proponeva all'adunanza un indirizzo al Circolo diTorino, che si addimostrava tanto amorevole a Genova, ed approvava l'opposizionefatta ad un ordine ingiusto del ministero degli Interni. Sanzionatadal Circolo la proposta, e data incombenza di stendere l'indirizzo al presidente,questi credette utile manifestare la necessità che tutti i circoli italianisi alleassero fra di loro, stringessero quasi una lega per comunicarsi i desiderii,per imprimere in questi supremi istanti alle nostre provincie unandamento uno, onde tutte le forze italiane possano svilupparsi e concorrereal riscatto della patria italiana.Approvato il disegno, il Circolo rimetteva alla commissione di meditareun progetto a tale proposito.Il cittadino Luigi Lomellini, non essendo per lo stato di sua voceal caso di parlare, presentava alla presidenza una sua proposizione periscritto, diretta a dare ai nostri soldati un attestato dell'amor genovese versoloro. Ci duole non poter, per la mancanza di tempo, riferire le belle paroledi quella proposta bellissima. Lo faremo dimani.Il sig. Bixio, già ardito volontario nella guerra della nostra indipendenza,levavasi per dipingere la situazione di Venezia, ove solo incontaminataancora risplende la nazionale bandiera, avvertiva che Venezia, abbandonatadalla flotta sarda, mancava di denaro e di armi, e talché in ogni compagniadella guardia civica non vi sono più di otto uomini armati. Venezia com-350

www.accademiaurbense.itperava 16.000 fucili; 10.000 di questi fucili ora sono a Genova, ed appartengonoa Venezia.Quindi il Bixio, tra vivi plausi, proponeva si cercasse un modo perottenere questi fucili a Venezia.E l'adunanza commossa si alzava, chiedendo che tutta unita e collacommissione in testa movesse in modo rispettoso ma energico a presentarsial nostro Pareto, onde fosse proceduto alla immediata consegna dei fucili.Ma sul riflesso, suggerito da un socio, della facilità di confondere il generosomovimento con un progetto di eccitamento al disordine, l'assembleaaderi a che la sola Commissione agisse per lo intento di tutti. Un tale entusiasmonon poteva però essere sterile.Il sig Cernuschi propose di fare una colletta per Venezia; su del cheil nostro Pellegrini disse parole si animatrici, che venne immediatamenteapprovato di farla in modo degno di Genova, cioè generale, per le botteghe,per le piazze, per le case dei buoni cittadini. Quindi era sciolta l'adunanza;ma non pochi impazienti di remare vollero far subito le loro offerte, cheprodussero in pochi istanti la somma di L. n. 237, rimessa a mani delCambiaso, membro della commissione.Viva Genova e l'Indipendenza Italiana.Un socio del CircoloAllegato CCIRCOLO ITALIANO SEDUTA DEL 12 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI 1Genova, 14 settembre 1848.Il segretario legge il processo verbale che viene approvato. Il presidentepreludia al rapporto della commissione incaricata del soccorso a Venezia.David Morchia relatore espone le istanze fatte in proposito al municipio,e le parole avutene di energica cooperazione per l'effettuazione delvoto di un milione. Il presidente dà lettura di una lettera relativa al soccorsoo prestito veneto, e quindi espone come il nostro Accame avesse donatoun bacino d'argento. Il Lomellini discorre il dono di un paio [di] orecchinifatto da una cittadina, quanto generosa, modesta. Bixio accenna ad un'accademiache sabbato venturo sarà dedicata alla pericolante Venezia, ed eccitala commissione del circolo italiano a curarne il migliore successo.1 Foglio volante. Tip. Ferrando.351

www.accademiaurbense.itperava 16.000 fuc<strong>il</strong>i; 10.000 <strong>di</strong> questi fuc<strong>il</strong>i ora sono a Genova, ed appartengonoa Venezia.Quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> Bixio, tra vivi plausi, proponeva si cercasse un modo perottenere questi fuc<strong>il</strong>i a Venezia.E l'adunanza commossa si alzava, chiedendo che tutta unita e collacommissione in testa movesse in modo rispettoso ma energico a presentarsial nostro Pareto, onde fosse proceduto alla imme<strong>di</strong>ata consegna dei fuc<strong>il</strong>i.Ma sul riflesso, suggerito da un socio, della fac<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> confondere <strong>il</strong> generosomovimento con un progetto <strong>di</strong> eccitamento al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, l'assembleaaderi a che la sola Commissione agisse per lo intento <strong>di</strong> tutti. Un tale entusiasmonon poteva però essere ster<strong>il</strong>e.Il sig Cernuschi propose <strong>di</strong> fare una colletta per Venezia; su del che<strong>il</strong> nostro Pellegrini <strong>di</strong>sse parole si animatrici, che venne imme<strong>di</strong>atamenteapprovato <strong>di</strong> farla in modo degno <strong>di</strong> Genova, cioè generale, per le botteghe,per le piazze, per le case dei buoni citta<strong>di</strong>ni. Quin<strong>di</strong> era sciolta l'adunanza;ma non pochi impazienti <strong>di</strong> remare vollero far subito le loro offerte, cheprodussero in pochi istanti la somma <strong>di</strong> L. n. 237, rimessa a mani delCambiaso, membro della commissione.Viva Genova e l'In<strong>di</strong>pendenza Italiana.Un socio del CircoloAllegato CCIRCOLO ITALIANO SEDUTA DEL 12 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI 1Genova, 14 settembre 1848.Il segretario legge <strong>il</strong> processo verbale che viene approvato. Il presidenteprelu<strong>di</strong>a al rapporto della commissione incaricata del soccorso a Venezia.David Morchia relatore espone le istanze fatte in proposito al municipio,e le parole avutene <strong>di</strong> energica cooperazione per l'effettuazione delvoto <strong>di</strong> un m<strong>il</strong>ione. Il presidente dà lettura <strong>di</strong> una lettera relativa al soccorsoo prestito ve<strong>net</strong>o, e quin<strong>di</strong> espone come <strong>il</strong> nostro Accame avesse donatoun bacino d'argento. Il Lomellini <strong>di</strong>scorre <strong>il</strong> dono <strong>di</strong> un paio [<strong>di</strong>] orecchinifatto da una citta<strong>di</strong>na, quanto generosa, modesta. Bixio accenna ad un'accademiache sabbato venturo sarà de<strong>di</strong>cata alla pericolante Venezia, ed eccitala commissione del circolo italiano a curarne <strong>il</strong> migliore successo.1 Foglio volante. Tip. Ferrando.351

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