il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itAllegatoLETTERA DI UN ESULE LOMBARDO SULLA CHIAMATA A TORINODELLA cast DETTA CONSULTA DI STATO DI LOMBARDIA 1Carissimo Amico.Torino, 26 agosto 1848.Quel tradimento che incominciò nel decorso mese di marzo e costòtante lacrime alla Lombardia ed alla Venezia sta per compiersi; ed eccoil perché rompo un silenzio, che aveva giurato di mantenere.Devi sapere che il governo sardo convocò nella sua capitale l'intitolataConsulta lombarda. Ivi non vi sono interessi nostri da regolare, e due solecose potrebbonsi sottoporre al voto consultivo di quella retrograda congrega.La prima, di proporre lo sterminio di tutti coloro che amano di cuorel'italiana indipendenza: la seconda di parteggiare l'onta di una pace vergognosae letale simile a quella deplorata di Campoformio; cose tutte e dueche incontrar possono con facilità la simpatia dell'anteavvertita consulta.E sta veramente, per quanto si fa credere, sul banco della diplomazia quellapace ignominiosa e fratricida, che i veri italiani preconizzarono fino dalmese di· marzo. La Lombardia, comprese le due fortezze di Mantova edi Peschiera rimarrebbe a re Carlo Alberto. L'eroica, e sventurata Veneziaalla casa d'Asburgo. A perpetuità d'infamia, Lombardia pagherebbe, nonè palese in quanti anni, quattrocento milioni di lire, le quali verserebbonsinelle mani dell'Inghilterra, a deconto del maggior credito che tiene versol'impero austriaco. Argomenta da ciò che testé precorse, con quanta facilitàla rediviva Consulta lombarda presterà la di lei adesione al vituperanteconvegno.Ma, per Iddio, la storia dirà bene a' presenti ed a' futuri le nequizieemerse dal di in cui mossero sul suolo di Lombardia le milizie capitanateda re Carlo Alberto, a quello nel quale venne Radetzky ricondotto in Milano.Dirà come siensi con impassibile e freddo animo consegnate allatedesca rabbia le lombarde provincie, onde si esulcerassero, infistolisserole non per anco rimarginate sue piaghe, all'unico e solo scopo di renderenecessaria una pace perpetrata a danno dell'italiana indipendenza. Truce ilpensamento di consegnare a chi li tradiva i poveri lombardi; truce, nefandoquello di condurre a nuova schiavitù la Venezia. Alcuni mi chiedevano chepoteri fossero rimasti alla favolosa, ipocrita Consulta lombarda, in seguitoall'obbrobriosa capitolazione imposta dal re Carlo Alberto e soscritta igno-3341 Contenuta in opuscolo di p.p. 8. Non reca il nome della tipografia.

www.accademiaurbense.itrantemente e malignamente dal sig. Bassi, podestà di Milano e da due altriassessori de' quali non rammento il nome. Nomi che la storia consegneràall'esacrazione de' posteri: capitolazione segnata sotto quelle mura che,difese dall'esercito piemontese, dalle truppe lombarde e dai cittadini, avrebberoveduta la distruzione delle orde tedesche, e cosi la salvezza dell'italianoriscatto? Quali poteri, risposi? i poteri che i traditi lasciano sofferenti a'loro traditori; que' poteri che il popolo, dimentico dell'alta missione dicui Dio lo incaricò, non si cura di annientare. lo non vo' dire meno eroicoil popolo delle Cinque giornate, vo' dirlo acciecato ed infelice, come ilcompiangeva allorché sentivalo a gridar morte a' suoi veri amici, mentreschiacciavasi sotto i piedi dagli aristocrati, dai sardi-gesuitici, per ridurloa servitù più codarda della teutona.Chi vide Milano reso forte arnese di guerra, chi ammirò l'entusiasmodella sua popolazione, il coraggio delle sue donne nel di del periglio, ladisperazione delle madri, il furor del popolo, lorché la nuova suonò dellacapitolazione, può dire a se stesso ed agli altri: la Lombardia fu vilmentetradita ma non vinta. Può dire a se stesso ed agli altri: abbandonata Milanoa sé, affidata alle sole forze cittadine, i barbari avrebbero trovata la tombaove adesso baldanzosi non di vittoria, ma di successo, disertano le proprietàdi quei miseri che esular dovettero dalla patria terra, tutto abbandonandoalla vandalica voracità del tedesco.Sia improntato l'anatema di maledizione sulla fronte di tutti coloroche entreranno a consigliare la pace minacciata. Le madri preghino nelnutrire i loro pargoli che trasmutino il latte in veleno, ove taluno di essi,fatto adulto, ricalcitri a vendicare una pace tanto cruenta.Non accetti la sposa un maritale amplesso ove non venga accompagnatoda un brando tinto nel sangue di un traditore della patria. Nonmeriti il bacio materno quel figlio che vantare non possa d'avere uccisoun nemico dell'italiana indipendenza. E tutta Italia risuoni di sole maledizioniai degeneri che la tradirono. Un continuato lamentar di singhiozzi edi imprecazioni scuoterà Dio sull'eterno suo seggio, e fia che una voltasprigioni il fulmine distruttore de' tiranni, per ridonare ai popoli la libertàsanta che loro promise.Infelici, mel credi, siamo tutti perché a straniero soccorso volgemmo.Generosa la Francia, sempre invincibile, sembra addormita all'ombra de'passati trionfi; né s'accorge che i despoti del nord l'accerchiano potentementeper assalirla un giorno e dividerla. Perché non profitta delle convulsionidi Germania, e d'Italia: isolata dal resto dell'Europa vedrà prestocorrere il sangue de' suoi figli sul di lei terreno, e tardi si pentirà di nonavere sostenuto, assicurato con l'armi il trionfo della libertà in Europa.335

www.accademiaurbense.itAllegatoLETTERA DI UN ESULE LOMBARDO SULLA CHIAMATA A TORINODELLA cast DETTA CONSULTA DI STATO DI LOMBARDIA 1Carissimo Amico.Torino, 26 agosto 1848.Quel tra<strong>di</strong>mento che incominciò <strong>nel</strong> decorso mese <strong>di</strong> marzo e costòtante lacrime alla Lombar<strong>di</strong>a ed alla Venezia sta per compiersi; ed ecco<strong>il</strong> perché rompo un s<strong>il</strong>enzio, che aveva giurato <strong>di</strong> mantenere.Devi sapere che <strong>il</strong> governo sardo convocò <strong>nel</strong>la sua capitale l'intitolataConsulta lombarda. Ivi non vi sono interessi nostri da regolare, e due solecose potrebbonsi sottoporre al voto consultivo <strong>di</strong> quella retrograda congrega.La prima, <strong>di</strong> proporre lo sterminio <strong>di</strong> tutti coloro che amano <strong>di</strong> cuorel'italiana in<strong>di</strong>pendenza: la seconda <strong>di</strong> parteggiare l'onta <strong>di</strong> una pace vergognosae letale sim<strong>il</strong>e a quella deplorata <strong>di</strong> Campoformio; cose tutte e dueche incontrar possono con fac<strong>il</strong>ità la simpatia dell'anteavvertita consulta.E sta veramente, per quanto si fa credere, sul banco della <strong>di</strong>plomazia quellapace ignominiosa e fratricida, che i veri italiani preconizzarono fino dalmese <strong>di</strong>· marzo. La Lombar<strong>di</strong>a, comprese le due fortezze <strong>di</strong> Mantova e<strong>di</strong> Peschiera rimarrebbe a re Carlo Alberto. L'eroica, e sventurata Veneziaalla casa d'Asburgo. A perpetuità d'infamia, Lombar<strong>di</strong>a pagherebbe, nonè palese in quanti anni, quattrocento m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> lire, le quali verserebbonsi<strong>nel</strong>le mani dell'Ingh<strong>il</strong>terra, a deconto del maggior cre<strong>di</strong>to che tiene versol'impero austriaco. Argomenta da ciò che testé precorse, con quanta fac<strong>il</strong>itàla re<strong>di</strong>viva Consulta lombarda presterà la <strong>di</strong> lei adesione al vituperanteconvegno.Ma, per Id<strong>di</strong>o, la storia <strong>di</strong>rà bene a' presenti ed a' futuri le nequizieemerse dal <strong>di</strong> in cui mossero sul suolo <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a le m<strong>il</strong>izie capitanateda re Carlo Alberto, a quello <strong>nel</strong> quale venne Radetzky ricondotto in M<strong>il</strong>ano.Dirà come siensi con impassib<strong>il</strong>e e freddo animo consegnate allatedesca rabbia le lombarde provincie, onde si esulcerassero, infistolisserole non per anco rimarginate sue piaghe, all'unico e solo scopo <strong>di</strong> renderenecessaria una pace perpetrata a danno dell'italiana in<strong>di</strong>pendenza. Truce <strong>il</strong>pensamento <strong>di</strong> consegnare a chi li tra<strong>di</strong>va i poveri lombar<strong>di</strong>; truce, nefandoquello <strong>di</strong> condurre a nuova schiavitù la Venezia. Alcuni mi chiedevano chepoteri fossero rimasti alla favolosa, ipocrita Consulta lombarda, in seguitoall'obbrobriosa capitolazione imposta dal re Carlo Alberto e soscritta igno-3341 Contenuta in opuscolo <strong>di</strong> p.p. 8. Non reca <strong>il</strong> nome della tipografia.

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