il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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politica, a noi par quella di aiutare gagliardamente un popolo a costituirsie durare in essere di nazione », Accentuati i fondamenti dellatradizione storica, e le istanze del progresso sociale, passa ad asserireche « promovendo noi e aiutando (per quanto i privati il possono) laLega Italiana, noi effettualmente aiutiamo un'opera santa, essendo chenelle presenti condizioni di nostra patria, niuna cosa può meglio d'unaconfederazione giovare al fatto finale e massimo della nazionalità ».La lezione giobertiana è presente in questo scritto, o almeno vi ècontenuta come componente, in armonia con le direttrici stesse dell'orientamentopolitico del Mamiani, i cui punti d'incontro col pensierodell'abate torinese sono frequenti e si polarizzano nel tema:tradizione storica e spiritualismo cattolico. La Lega, che il pesaresedefinisce nel programma come termine di realismo politico, comesuperamento del metodo rivoluzionario, variamente sterile, trova ilsuo ubi consistam nel mettere in disparte «le speranze troppo ambiziosee troppo fantastiche» e nel badare alla realtà delle cose, e nelrivolgere l'attenzione al certo e al probabile. «L'Italia - prosegueil Mamiani - è da secoli divisa in più stati, ed ha fra essi poca overuna comunanza di vita politica; per la qual cosa, non potendositogliere le divisioni, e volendo pure che l'Italia sia una, quanto èfattibile mai, rimane che noi ci acconciamo a quella forma di unitàche sola può coesistere con la pluralità degli stati, cioè ad una confederazionela più stretta, la più omogenea, e la meglio ordinata chedar si possa. A questa dunque intenderemo con tutto l'animo e tuttol'ingegno, e talora con l'autorità della storia, tal'altra col ragionamento,più spesso con le induzioni chiare ed aperte che gli avvenimenti quotidianisuggeriranno per se medesimi, sforzeremoci di conseguire cheil concetto di una Lega Italiana politica divenga nella mente del popolosimbolo di nazione e desiderio inestinguibile, e in quella dei principiun'alta necessità di fatto », Lamenta il fatto che da tale Lega sianocostretti ad essere esclusi i Lombardi, ma l'unione degli altri statiitaliani può essere motivo di speranza per il loro riscatto. La Lega,egli sostiene, deve essere preparata con l'educazione morale e intellettualedel popolo, perché « nessuna cosa di gran momento viene attuatanel mondo senza l'animo e le braccia del popolo, e unicamente da luiriceverà la nostra carissima patria redenzione certa e finale; ... in Italiaautore ed iniziatore primo di tutte le nostre glorie fu il popolo ».Sottolinea, quindi, il problema sociale, secondo « la umanità dei nostritempi e lo spirito del Vangelo ». Continua, affermando che le riformeavvenute, e la possibilità di dialogo politico conducono ad una conce-28www.accademiaurbense.it

www.accademiaurbense.itzione democratica della vita: di qui la necessità di una filosofia civile,che si articoli in tutte le classi sociali. Assunto del giornale appare,relativamente alla situazione politica, quello di conciliare la moderazionee la libertà, la legalità e l'energia, e, riguardo alla formazionecivile e morale del popolo, è la comparazione del passato col presente,l'esposizione dei principi elementari della economia pubblica, dei bisognidei cittadini, la predicazione dell'equa distribuzione della ricchezza.Il Mamiani conclude, affermando che il nuovo giornale promuoveil culto delle memorie patrie e delle dottrine italiane e la ricercadelle impronte dell'indole nazionale, e la rigenerazione d'Italia, perché«il primato della sapienza civile e il primato altresì delle lettere edelle arti geniali nessuno può toglierei se noi fermamente il vorremo;dacché la natura ci ha nelle virtù della mente e nella intuizione delbello sopra ogni nazione privilegiati ».Il Buffa, dopo avere affermato che « la questione sul diritto d'intervento,pel guale una potenza può ingerirsi negli affari d'un'altra,è forse la più grande e importante di quante possa agitarne la politicad'oggidì », passa ad illustrare il termine ed il concetto di « intervento»nella sua radice storica, in relazione alle istituzioni sociali e civili, ein ordine al principio di autorità e di diritto positivo. Lo definisce«un atto di puro arbitrio» e non trova per esso nessuna giustificazione,se non nella violenza. Puntualizza la questione di interventonella distinzione netta tra « interesse» e « giustizia », sostenendo chela politica dell'intervento è sempre legata ad un interesse specificodi una grande potenza. Discute alcune osservazioni del Guizot, pronunciatealla Camera dei Pari il 3 agosto 1847, relativamente all'atteggiamentodella Francia verso la Svizzera e l'Italia, in ordine alproblema di intervento e sostiene che il senso del discorso del Ministrofrancese era ben chiaro, pur nel mimetismo apparente e cioè «chenella Svizzera si dee intervenire perché l'interesse della Francia richiedeche quella non pervenga mai ad unità; e che in Italia, per lo contrario,non è luogo ad intervento, perché quivi la Francia non ha interessidiretti e veramente grandi; e che anzi questa dee secondare le generoseintenzioni del Papa, perché le può tornare di qualche utilità. Quì nonè parola di diritto: il pernio massimo non è la giustizia, ma il benedella Francia; il resto è tutto coordinato a lei, lecito o illecito, secondoche le torna; e i popoli non hanno vita veramente propria, non sonosui juris, ma debbono risorgere o giacere, o fors'anche perire, quandol'utile della Francia lo chiegga ». Per quanto riguarda gli stati italiani,la questione d'intervento è assai complessa, perché l'Italia è una nazione29

www.accademiaurbense.itzione democratica della vita: <strong>di</strong> qui la necessità <strong>di</strong> una f<strong>il</strong>osofia civ<strong>il</strong>e,che si articoli in tutte le classi sociali. Assunto del giornale appare,relativamente alla situazione politica, quello <strong>di</strong> conc<strong>il</strong>iare la moderazionee la libertà, la legalità e l'energia, e, riguardo alla formazioneciv<strong>il</strong>e e morale del popolo, è la comparazione del passato col presente,l'esposizione dei principi elementari della economia pubblica, dei bisognidei citta<strong>di</strong>ni, la pre<strong>di</strong>cazione dell'equa <strong>di</strong>stribuzione della ricchezza.Il Mamiani conclude, affermando che <strong>il</strong> nuovo giornale promuove<strong>il</strong> culto delle memorie patrie e delle dottrine italiane e la ricercadelle impronte dell'indole nazionale, e la rigenerazione d'Italia, perché«<strong>il</strong> primato della sapienza civ<strong>il</strong>e e <strong>il</strong> primato altresì delle lettere edelle arti geniali nessuno può toglierei se noi fermamente <strong>il</strong> vorremo;dacché la natura ci ha <strong>nel</strong>le virtù della mente e <strong>nel</strong>la intuizione delbello sopra ogni nazione priv<strong>il</strong>egiati ».Il Buffa, dopo avere affermato che « la questione sul <strong>di</strong>ritto d'intervento,pel guale una potenza può ingerirsi negli affari d'un'altra,è forse la più grande e importante <strong>di</strong> quante possa agitarne la politicad'oggidì », passa ad <strong>il</strong>lustrare <strong>il</strong> termine ed <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> « intervento»<strong>nel</strong>la sua ra<strong>di</strong>ce storica, in relazione alle istituzioni sociali e civ<strong>il</strong>i, ein or<strong>di</strong>ne al principio <strong>di</strong> autorità e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto positivo. Lo definisce«un atto <strong>di</strong> puro arbitrio» e non trova per esso nessuna giustificazione,se non <strong>nel</strong>la violenza. Puntualizza la questione <strong>di</strong> intervento<strong>nel</strong>la <strong>di</strong>stinzione <strong>net</strong>ta tra « interesse» e « giustizia », sostenendo chela politica dell'intervento è sempre legata ad un interesse specifico<strong>di</strong> una grande potenza. Discute alcune osservazioni del Guizot, pronunciatealla Camera dei Pari <strong>il</strong> 3 agosto 1847, relativamente all'atteggiamentodella Francia verso la Svizzera e l'Italia, in or<strong>di</strong>ne alproblema <strong>di</strong> intervento e sostiene che <strong>il</strong> senso del <strong>di</strong>scorso del Ministrofrancese era ben chiaro, pur <strong>nel</strong> mimetismo apparente e cioè «che<strong>nel</strong>la Svizzera si dee intervenire perché l'interesse della Francia richiedeche quella non pervenga mai ad unità; e che in Italia, per lo contrario,non è luogo ad intervento, perché quivi la Francia non ha interessi<strong>di</strong>retti e veramente gran<strong>di</strong>; e che anzi questa dee secondare le generoseintenzioni del Papa, perché le può tornare <strong>di</strong> qualche ut<strong>il</strong>ità. Quì nonè parola <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto: <strong>il</strong> pernio massimo non è la giustizia, ma <strong>il</strong> benedella Francia; <strong>il</strong> resto è tutto coor<strong>di</strong>nato a lei, lecito o <strong>il</strong>lecito, secondoche le torna; e i popoli non hanno vita veramente propria, non sonosui juris, ma debbono risorgere o giacere, o fors'anche perire, quandol'ut<strong>il</strong>e della Francia lo chiegga ». Per quanto riguarda gli stati italiani,la questione d'intervento è assai complessa, perché l'Italia è una nazione29

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