il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itAllegato ACOPIA DI PETIZIONE DI FEDERICO GROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATISignori Deputati.Il modo con cui gli agenti del governo toscano si adoprano per aggregarela intera Lunigiana al granducato di Toscana, è tale da reclamare lamaggiore attenzione della Camera: comeché si attenti alla libertà di quellepopolazioni, si impedisca loro di unirsi allo Stato nostro, e quelle stesse siminaccino di una forzata aggregazione che hanno invocata ed ottenuta laprotezione del nostro governo.E che ciò sia, lo dimostra lo avere essi provocato il decreto granducaledel 12 maggio, che aggregava alla Toscana i territori della Lunigiana, dietroil supposto che ciò fosse per aderire agli espressi voti.Quando invece molti fra i paesi della Lunigiana furono occupati assaidopo quel decreto; molti non hanno ancora esternato alcun voto, dominatidalla influenza di Francesco V di Modena e dei gesuiti. E, ciò che piùmonta, alcuni, come Calice, Madrignano ed altri, sono tutt'ora sotto laprotezione del governo nostro. Né la volontà del popolo fu mai consultatalegalmente: anzi il più delle volte noI fu del tutto. Perché si eccitaronoalla unione con promesse di impieghi e di locali privilegi i membri dei diversigoverni provvisori di Lunigiana, i quali, se reluttanti, furono disciolti arbitrariamente,ed i paesi che volevano unirsi allo stato nostro ed avevanoinnalzata la nostra bandiera, furono invasi ed occupati, armata mano, dallemilizie toscane. Cosicché, mentre tutta l'Italia tende alla unificazione, o acostituire per lo meno un regno forte e compatto, che possa tutelare laindipendenza e la libertà contro lo straniero, si resuscita, dagli agenti toscaniin Lunigiana, il municipalismo nell'oggetto e nel soggetto. Si impediscecon l'arte e con la forza la libera espressione della volontà popolare,e si tenta di segregare dal nuovo regno una provincia, che ne fa partenaturalmente, perché i lunigianesi sono liguri per origine, come lo sono pergli interessi ed i commerci, e perché la Lunigiana, politicamente e militarmentee commercialmente è il necessario anello di comunicazione fra ilgolfo di Spezia e Parma e Modena, ai quali stati era unita prima degli attualiavvenimenti.Delle Signorie Loro, devotissimo servitore.firmato: A. Federico Grossi219

www.accademiaurbense.itAllegato BSCHIARIMENTI SUGLI AFFARI LUNIGIANESIICaduti i governi di Modena e di Parma, furono instituiti in Lunigianai governi provvisori, eletti parte dall'autorità municipale, e parte da unapiccola scelta di possidenti. Questi governi provvisori furono subito circuitie subbillati dal governo toscano e dai suoi missionari. I quali, pertirare le comuni all'aggregazione toscana, promettevano l'esenzione delleimposte e della leva per un dato numero d'anni, promettevano sovvenimentiper la seccagione degli olivi, promettevano officii a coloro portasseromaggiormente la causa toscana, favorivano le gare e gli odii municipaliaccordando preture, tribunali d'appello e simili, ad ogni comune o distrettoche ne domandava a discapito dell'altro. A queste concessioni e promissioniponevano di riscontro, e pongono la leva piemontese, dura e numerosa,la giustizia in Piemonte sanguinosamente adoperata, le gabbelle ingorde,la certezza che il Piemonte cederebbe al granducato il sarzanese e quantoè di sardo sulla riva sinistra della Vara, con altri trovati che, abbindolando,potessero alienare gli animi de' lunigianesi dall'aggregazione piemontese.Le quali istanze continue si veggono confessate nell'annesso documenton. 1 del governo provvisorio di Barbarasco, governo che fece la sua dedizionealla Toscana.E queste brighe portarono il frutto che Massa e Carrara e molti comunilunigianesi or sieno toscani. Ma è da notarsi la nullità di quella aggregazione,benché temporanea. Imperocché, in pochissimi luoghi (e specialmente né aPontremoli, né a Bagnone, né a Fivizzano) fu consultato legalmente ilvoto delle popolazioni. Pressoché tutti i comuni furono incorporati allaToscana, o per la sola determinazione de' governi provvisori non autorizzatia ciò, o per i soli voti di alcuni possidenti del capoluogo; mostruositàcui tentò legittimare il sig. Enrico Sabatini, delegato toscano a Pontremoli,il quale nel suo bando del 30 maggio (documento n. 2) volle dare adintendere che i voti del capo-luogo tiravano dietro a sé tutto il distretto.Povero delegato! Egli non vide che se la sua dottrina politica fosse vera,Parma e Modena, antiche capitali della Lunigiana, sendosi date al Piemonte,ne verrebbe che la Lunigiana, per questa sola ragione, dovrebbediventar piemontese, non toscana. Molto più che la Lunigiana, ancoral La scrittura è autografa di Giulio Rezasco, il quale, indubbiamente, è l'autore diquesta memoria, sottoscritta dal Grossi.'220

www.accademiaurbense.itAllegato ACOPIA DI PETIZIONE DI FEDERICO GROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATISignori Deputati.Il modo con cui gli agenti del governo toscano si adoprano per aggregarela intera Lunigiana al granducato <strong>di</strong> Toscana, è tale da reclamare lamaggiore attenzione della Camera: comeché si attenti alla libertà <strong>di</strong> quellepopolazioni, si impe<strong>di</strong>sca loro <strong>di</strong> unirsi allo Stato nostro, e quelle stesse siminaccino <strong>di</strong> una forzata aggregazione che hanno invocata ed ottenuta laprotezione del nostro governo.E che ciò sia, lo <strong>di</strong>mostra lo avere essi provocato <strong>il</strong> decreto granducaledel 12 maggio, che aggregava alla Toscana i territori della Lunigiana, <strong>di</strong>etro<strong>il</strong> supposto che ciò fosse per aderire agli espressi voti.Quando invece molti fra i paesi della Lunigiana furono occupati assaidopo quel decreto; molti non hanno ancora esternato alcun voto, dominatidalla influenza <strong>di</strong> Francesco V <strong>di</strong> Modena e dei gesuiti. E, ciò che piùmonta, alcuni, come Calice, Madrignano ed altri, sono tutt'ora sotto laprotezione del governo nostro. Né la volontà del popolo fu mai consultatalegalmente: anzi <strong>il</strong> più delle volte noI fu del tutto. Perché si eccitaronoalla unione con promesse <strong>di</strong> impieghi e <strong>di</strong> locali priv<strong>il</strong>egi i membri dei <strong>di</strong>versigoverni provvisori <strong>di</strong> Lunigiana, i quali, se reluttanti, furono <strong>di</strong>sciolti arbitrariamente,ed i paesi che volevano unirsi allo stato nostro ed avevanoinnalzata la nostra ban<strong>di</strong>era, furono invasi ed occupati, armata mano, dallem<strong>il</strong>izie toscane. Cosicché, mentre tutta l'Italia tende alla unificazione, o acostituire per lo meno un <strong>regno</strong> forte e compatto, che possa tutelare lain<strong>di</strong>pendenza e la libertà contro lo straniero, si resuscita, dagli agenti toscaniin Lunigiana, <strong>il</strong> municipalismo <strong>nel</strong>l'oggetto e <strong>nel</strong> soggetto. Si impe<strong>di</strong>scecon l'arte e con la forza la libera espressione della volontà popolare,e si tenta <strong>di</strong> segregare dal nuovo <strong>regno</strong> una provincia, che ne fa partenaturalmente, perché i lunigianesi sono liguri per origine, come lo sono pergli interessi ed i commerci, e perché la Lunigiana, politicamente e m<strong>il</strong>itarmentee commercialmente è <strong>il</strong> necessario a<strong>nel</strong>lo <strong>di</strong> comunicazione fra <strong>il</strong>golfo <strong>di</strong> Spezia e Parma e Modena, ai quali stati era unita prima degli attualiavvenimenti.Delle Signorie Loro, devotissimo servitore.firmato: A. Federico Grossi219

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