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il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itDal coraggio e dalle armi ci verrà la prima: dalla concor<strong>di</strong>a e dal sennoci verrà la seconda.lo non parlerò <strong>di</strong> coraggio all'eroica M<strong>il</strong>ano, e a tutti i valorosi abitatoridella Lombar<strong>di</strong>a e della Venezia.Essi avranno in breve armi, e sapranno adoperarle.Armi già hanno quando i fratelli Piemontesi sono accorsi in loro ajuto,e già incalzano lo straniero per cacciarlo anco con la vergogna <strong>di</strong> una sconfittain campo.Non parlerò nemmeno della concor<strong>di</strong>a e del senno che ammiro in tuttigli italiani i quali cooperano alla cacciata degli austriaci. Questa è concor<strong>di</strong>a,e questo è senno civ<strong>il</strong>e per <strong>di</strong>struggere <strong>il</strong> dominio straniero. Ma noi abbisogniamod'un altra concor<strong>di</strong>a, d'un altro senno civ<strong>il</strong>e per ricostituire e consolidare'la nazionalità italiana. Abbiamo bisogno d'una concor<strong>di</strong>a che ci <strong>di</strong>a launione, e d'un senno che ci <strong>di</strong>a la forza ora, e poi, e sempre contro ognistraniero.Genova, lasciatemelo <strong>di</strong>re non con orgoglio municipale che aborro, maper conoscienza piena del mio luogo natale, ha dato e dà un grande esempio.Genova poteva guardare in<strong>di</strong>etro e pensare a se stessa: invece guardò innanzi,e pensò all'Italiaper non <strong>di</strong>videre la unione degli Stati retti da Carlo Alberto,per non indebolire le forze che dovevano sostenere la gran causa italiana; eaccettò sinceramente <strong>il</strong> nuovo patto comune della Costituzione. Genova, anticarepubblica, <strong>nel</strong> risorgere della francese repubblica, vide che questa forma<strong>di</strong> governo sarebbe stato un ostacolo alla liberazione d'Italia, e alla forzache le abbisognerà per mantenersi libera e in<strong>di</strong>pendente: quin<strong>di</strong> fece tacerele antiche memorie, e non pensò che al bene presente e futuro della nazionalitàin<strong>di</strong>pendente. Genova è risoluta a conservare <strong>il</strong> principato costituzionale.lo che la conosco, io che da tanto tempo mi sono immedesimato a tutto<strong>il</strong> suo popolo, io affermo questa verità, con la certezza della esperienza.Genova non vuole la repubblica: e quando <strong>di</strong>co Genova, intendo la generalità,non già pochi in<strong>di</strong>vidui, i quali possono vagheggiare uno stato municipalerepubblicano, senza pensare all'Italia intera, e alla forza che deve avere.Questa forza non le può venir mai da piccoli stati, anzi da ogni municipioconvertito in stato. Verrà quella forza dagli stati gran<strong>di</strong>, compatti, eben or<strong>di</strong>nati alla maggior possib<strong>il</strong>e libertà. La libertà non toglie, ma dà laforza; la toglie e non potrebbe darla giammai la <strong>di</strong>visione e sud<strong>di</strong>visione d'Italiain repubblichette, che le impe<strong>di</strong>rono la libertà e la in<strong>di</strong>pendenza per tantisecoli, e che ora le farebbero perdere la più bella occasione che mai le si siapresentata per riparare i delitti delle sue meschine <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, e per coglierei frutti della sua nuova e necessaria unione.Fratelli Lombar<strong>di</strong> e Ve<strong>net</strong>i; alla gloria <strong>di</strong> aver cacciato <strong>il</strong> nemico co-210

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