il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itLe prodezze di Milano ne' cinque giorni e nelle cinque notti che duròil combattimento, sono veramente favolose. Un francese mi diceva: che sonomai le nostre giornate di luglio e di febbrajo a paragone di quelle di Milano?gl'Italiani sono giganti. Intendete bene che l'averle dette un francese è cosastraordinaria. Tutte le strade sono magnificamente asserragliate; le stradediritte, alquanto lunghe contengono molti asserragliamenti, per cui si vedeche i cittadini guadagnavano il terreno palmo per palmo. Bisogna notareche quando cominciò la mischia non erano forse in tutta la città 300 boccheda fuoco: bisognava vincere senz'armi per procurarsi le armi. I cittadiniandavano contro il cannone con una intrepidezza maravigliosa; giovinettidi dieci o dodici anni correvano alle barricate come gli uomini adulti. loprocurerò raccogliere i fatti di queste grandi giornate: accertatevi che sonocose che passano quasi la credibilità.Ma quanto furono grandi i Milanesi, tanto si mostrarono iniqui, scelleratie peggio che barbari gli austriaci. In alcuni luoghi della città diederoil saccheggio: entravano per le case, trucidando quanti v'erano; in alcunesi trovarono famiglie di dieci o dodici individui tutti uccisi, dai vecchi aibambini. Le madri, alcune volte domandando pietà, mostravano loro dallafinestra i bambini ancora in fasce, e quelli tiravano al bambino e l'uccidevanotralle mani della madre, e si vedeva cascar già nella via, svolazzandoper aria le fasce slegate. E quei barbari li pigliavano così morti e gl'infilzavanosulle bajonette. Alcuni prigionieri furono da loro bruciati vivi, altriincalcinati; insomma si rinnovano i tempi d'Attila. Al contrario, i cittadini,quanti prigionieri facevano, o quanti pigliavano de' feriti austriaci, li trattavanoe curavano con grandissima umanità.Per tutta la città, ad ogni passo, si trova ancora scritto con carbone suimuri: morte ai ladri. Ieri mattina, appena usciti i nemici dalla città, fu inuna piazza innalzato un busto a Pio IX, il cui nome è qui venerato ed amatooltre ogni dire. Tutti portano la coccarda tricolore, ma nel mezzo è unamedaglia col ritratto di lui.I tedeschi sfogano ora la loro rabbia scorrendo le camPl1gne: jeri incendiaronoMelegnano. Le barbarie più inaudite contro e donne e ragazzi evecchi si vanno commettendo da loro. Insomma il combatterli non è piùsolamente combattere per la libertà, ma per l'umanità, e qualunque governosi pregi d'essere non dico civile, ma almeno umano, deve porgere ajuto ailombardi per cacciare d'ogni luogo queste bestie feroci.Dicesi qui che Venezia e soprattutto Treviso siano in rivolta, e cosìPadova e altre città: l'esempio di Milano ha svegliato ed infiammato tutti.Gli austriaci fanno l'ultime prove; essi hanno violato troppo le leggi piùsacre, perché le popolazioni, da ogni angolo della Lombardia, non insorgano.192

www.accademiaurbense.itCredo che il governo provvisorio di Milano intenda convocare un'assembleagenerale di tutto il Lombardo-Veneto, affinché decida qual governovuol scegliere. Qualunque sia per scegliere l'ha comperato col suo sanguee con prodigi inauditi di valore; niuno ha diritto d'imporgliene un altro.lo ho la testa così confusa da tutto quello che ho udito, che non so neppurescrivere per minuto i fatti di Milano, ma spero poterne avere qualchenarrazione e la manderò.Addio. Tomaso è qui; salutate Ranco, Orsini ecc.DomenicoA tergo: AI Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.Car.mi genitori.60BUFFA AI GENITORIMilano, 24 marzo 1848.Ieri non vi scrissi, perché fui tutto il giorno in marcia per Milano,dove ora mi trovo. Entrammo in trionfo: nella via da Pavia a Milano, lepopolazioni ci venivano incontro battendo le mani. A Milano, poi, vi ripeto,fu un vero trionfo. Le vie, le finestre erano piene di persone che salutavano,applaudivano. Descrivervi l'aspetto di questa città è impossibile. Tuttele vie, tutte senza eccezione, sono piene di barricate: i prodigi di valoreche i milanesi hanno fatto durante cinque giorni, e cinque notti di continuocombattimento sono cose inaudite. Le barbarie, le scellerataggini che commiserogli austriaci sono affatto difformi da quanto si conosce dei tempipresenti: tenete per certo che i tempi d'Attila furono rinnovati. Quel pocoche ho potuto raccogliere finora, lo leggerete sulla Lega; ora non ho tempoa scrivere di più. Tomasino è quì con me allo stesso albergo.Addio, state sani ed allegri.DomenicoA tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Novi per Ovada.13193

www.accademiaurbense.itLe prodezze <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano ne' cinque giorni e <strong>nel</strong>le cinque notti che durò<strong>il</strong> combattimento, sono veramente favolose. Un francese mi <strong>di</strong>ceva: che sonomai le nostre giornate <strong>di</strong> luglio e <strong>di</strong> febbrajo a paragone <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano?gl'Italiani sono giganti. Intendete bene che l'averle dette un francese è cosastraor<strong>di</strong>naria. Tutte le strade sono magnificamente asserragliate; le strade<strong>di</strong>ritte, alquanto lunghe contengono molti asserragliamenti, per cui si vedeche i citta<strong>di</strong>ni guadagnavano <strong>il</strong> terreno palmo per palmo. Bisogna notareche quando cominciò la mischia non erano forse in tutta la città 300 boccheda fuoco: bisognava vincere senz'armi per procurarsi le armi. I citta<strong>di</strong>niandavano contro <strong>il</strong> cannone con una intrepidezza maravigliosa; giovi<strong>net</strong>ti<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci anni correvano alle barricate come gli uomini adulti. loprocurerò raccogliere i fatti <strong>di</strong> queste gran<strong>di</strong> giornate: accertatevi che sonocose che passano quasi la cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità.Ma quanto furono gran<strong>di</strong> i M<strong>il</strong>anesi, tanto si mostrarono iniqui, scelleratie peggio che barbari gli austriaci. In alcuni luoghi della città <strong>di</strong>edero<strong>il</strong> saccheggio: entravano per le case, trucidando quanti v'erano; in alcunesi trovarono famiglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci in<strong>di</strong>vidui tutti uccisi, dai vecchi aibambini. Le madri, alcune volte domandando pietà, mostravano loro dallafinestra i bambini ancora in fasce, e quelli tiravano al bambino e l'uccidevanotralle mani della madre, e si vedeva cascar già <strong>nel</strong>la via, svolazzandoper aria le fasce slegate. E quei barbari li pigliavano così morti e gl'inf<strong>il</strong>zavanosulle bajo<strong>net</strong>te. Alcuni prigionieri furono da loro bruciati vivi, altriincalcinati; insomma si rinnovano i tempi d'Att<strong>il</strong>a. Al contrario, i citta<strong>di</strong>ni,quanti prigionieri facevano, o quanti pigliavano de' feriti austriaci, li trattavanoe curavano con gran<strong>di</strong>ssima umanità.Per tutta la città, ad ogni passo, si trova ancora scritto con carbone suimuri: morte ai ladri. Ieri mattina, appena usciti i nemici dalla città, fu inuna piazza innalzato un busto a Pio IX, <strong>il</strong> cui nome è qui venerato ed amatooltre ogni <strong>di</strong>re. Tutti portano la coccarda tricolore, ma <strong>nel</strong> mezzo è unamedaglia col ritratto <strong>di</strong> lui.I tedeschi sfogano ora la loro rabbia scorrendo le camPl1gne: jeri incen<strong>di</strong>aronoMelegnano. Le barbarie più inau<strong>di</strong>te contro e donne e ragazzi evecchi si vanno commettendo da loro. Insomma <strong>il</strong> combatterli non è piùsolamente combattere per la libertà, ma per l'umanità, e qualunque governosi pregi d'essere non <strong>di</strong>co civ<strong>il</strong>e, ma almeno umano, deve porgere ajuto a<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong> per cacciare d'ogni luogo queste bestie feroci.Dicesi qui che Venezia e soprattutto Treviso siano in rivolta, e cosìPadova e altre città: l'esempio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano ha svegliato ed infiammato tutti.Gli austriaci fanno l'ultime prove; essi hanno violato troppo le leggi piùsacre, perché le popolazioni, da ogni angolo della Lombar<strong>di</strong>a, non insorgano.192

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