il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itper la prima volta accompagnò le loro voci benedicenti. Molto popolo cristianoaccorse ad onorare la gratitudine di quei fratelli rigenerati allalibertà e nei diritti civili.Una polemica importante si agita in Firenze tra la commissione deputataad un progetto di statuto per gli studii e qualche privato cittadino.Quando la commissione stampò il suo progetto perché fosse lecito a tuttidire il proprio parere si proponeva di raccogliere tutte le osservazioniche venissero latte per ualersene a dar l'ultima mano ad un lavoro di grandeimportanza. Pareva persuasa che le mutazioni a farsi per servire a questiultimi avvenimenti non dovessero essere di tal fatto da alterarlo sostanzialmente.Ma si è ingannata: e già il signore Attilio Zuccagni Orlandini,il sig. Clemente Bussi, Raffaello Lambruschini hanno cominciato a rilevaredifetti si madornali da strabiliarne. Altri scrivono e altri aspettano di serivernequando saranno istituite le camere, e sarà per immediatamente giovare.Ma la commissione fa rispondere nella Gazzetta, e, bene o male, intavolauna polemica.Questo, credo io, giova, perché nel disputare si produce il vero. Deidifetti per altro si scusa facendo osservare che il progetto compilavasiquando non era anco abolita la vecchia polizia, e dietro istruzioni restrittive.Ma gli rispondono che uomini onorati, chiamati a progettare il benedovevano progettarlo intero, non temere la polizia; e se le istituzioni eranoimperative e categoriche, si che non lasciasse luogo a sembrare onestissimie non servi, non dovevano accettare il mandato. In sostanza non v'è nessunodei 120 articoli del progetto che non meriti censura; e quello che iprefati critici han detto è un nulla. Ma, lasciando stare l'esame, che misarà argomento di lunghi discorsi ad altri tempi, piacemi osservare chesarebbe pur tempo d'istituire per la crescente generazione altre scuole ediverse dalle avute fin quì.Sinora la natura degl'insegnamenti apprestati alla tenera età, occupandola memoria. isteriliva le altre facoltà; e l'intelletto che più bisognavacibare, languiva di desiderii insaziati. Da chi aveva impreso di castraresotto magli efficaci tutte le teste e colla speciosità delle lettere che perciòsi onorano della potenza, si adescavano i più schivi, e i più renitenti. Lelettere non sono fatte per la tenera età, speculazione di cervelli esercitati alpensiero. Perciò si ridussero al meccanismo della lingua, che si predicavala madre e la balia d'ogni sapere: e in quella tenuti i migliori anni dellementi desiose si curavano, coll'ignoranza delle cose del mondo e di se stesso,che il popolo avrebbe ubidito anche ai tiranni. Leggete le storie di questi176
www.accademiaurbense.ittre secoli, considerate le diverse fasi degli stati dei popoli, vedrete s'iodico vero.Si sforzavano gl'istruttori pubblici di lusingare colle narrazioni de'fatti romani e greci i teneri ingegni che sbadigliavano alle declinazioni ealle coniugazioni, e ammortivano sulla prosodia; ma romani e greci eranopopoli disformi dai nostri, popoli con leggi e diritti bene avversi a quellia cui stemmo contenti fin qui; erano una contraddizione, e impotenti acondurre ad uno scopo civile ne' tempi, si fuggirono. I giovani a quindicianni cessavano da questi studii senza nulla sapere, senza nessuna capacità;erano tuttavia infanti nella famiglia, bambini nel comune. Da ciò venivacagione di persuadere che, salvo al nobile, gli studi erano inutili al restode' cittadini; onde crebbe quel male che, poi fatto gigante, generò tuttequelle sciagure dalle quali, sebbene riscossi, ancora non sono i popoliliberati.Ci voleva poco a pensare che greci e romani, tanto famosi, non eranocresciuti a si grande virtù imparando gli alfabeti e le gramatiche de' popoliche avanti a loro erano stati, ma la morale cittadina, ma il trattar l'armi.Esempi ad incitamento dell'animo non si prendessero né da assiri né daegiziani, ma dai padri proprii e dagli avi; il diritto pubblico non si mostravanelle legislazioni straniere, ma nelle istituzioni patrie, né si titillavanogl'ingerii collo scandire versi, o scimieggiare orazioni di finito argomento,ma s'infiammavano di parlar franco e serrato di buona prosa nellefragranti questioni civili. Nelle scuole non si piattiva per gli erre e per gliesse, ma si esercitava alla lotta, al corpo, al disco, ad ogni sorta di ginnastica.E di là venivano quegli uomini il cui nome empi il mondo e attraversoalla caligine de' secoli giunse meraviglioso insino a noi. Né i nostrivecchi, non romani, ma italiani, erano disformi dai romani e dai greci, ela Lega lombarda non si compose di grammaticanti, ma di percotenti; e learmi gravi e le macchine gravissime non trattarono per esercizio fra i banchie le tabelle, ma nelle piazze e nei campi, in faccia ai nonni e ai padri chedi patria parlavano e di nazione, di ricchezza, di forza, di governo giusto,e di libero commercio.Disfacciamo, adunque, tutte queste scuole, in cui si confondono gl'ingegnie gli animi; il latino e il greco vadano in cattedra, come il francese,il tedesco, l'arabo e il conto; chi ne abbisogna li apprenda. Costituzione difamiglia, di città, di stato, debiti e diritti de' minori e de' maggiori, religionesiano la istruzione; mezzo ad istillare negli animi teneri la virtùcivile, e crescerli forti e generosi; canto, nuoto, salto, scherma e tiro albersaglio, afforzino i corpi, li addestrino ai futuri bisogni. Bandiscasi latroppo delicata cura delle membra e delle carni che ormai ci ha fatti impa-12177
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www.accademiaurbense.itper la prima volta accompagnò le loro voci bene<strong>di</strong>centi. Molto popolo cristianoaccorse ad onorare la gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quei fratelli rigenerati allalibertà e <strong>nei</strong> <strong>di</strong>ritti civ<strong>il</strong>i.Una polemica importante si agita in Firenze tra la commissione deputataad un progetto <strong>di</strong> statuto per gli stu<strong>di</strong>i e qualche privato citta<strong>di</strong>no.Quando la commissione stampò <strong>il</strong> suo progetto perché fosse lecito a tutti<strong>di</strong>re <strong>il</strong> proprio parere si proponeva <strong>di</strong> raccogliere tutte le osservazioniche venissero latte per ualersene a dar l'ultima mano ad un lavoro <strong>di</strong> grandeimportanza. Pareva persuasa che le mutazioni a farsi per servire a questiultimi avvenimenti non dovessero essere <strong>di</strong> tal fatto da alterarlo sostanzialmente.Ma si è ingannata: e già <strong>il</strong> signore Att<strong>il</strong>io Zuccagni Orlan<strong>di</strong>ni,<strong>il</strong> sig. Clemente Bussi, Raffaello Lambruschini hanno cominciato a r<strong>il</strong>evare<strong>di</strong>fetti si madornali da strab<strong>il</strong>iarne. Altri scrivono e altri aspettano <strong>di</strong> serivernequando saranno istituite le camere, e sarà per imme<strong>di</strong>atamente giovare.Ma la commissione fa rispondere <strong>nel</strong>la Gazzetta, e, bene o male, intavolauna polemica.Questo, credo io, giova, perché <strong>nel</strong> <strong>di</strong>sputare si produce <strong>il</strong> vero. Dei<strong>di</strong>fetti per altro si scusa facendo osservare che <strong>il</strong> progetto comp<strong>il</strong>avasiquando non era anco abolita la vecchia polizia, e <strong>di</strong>etro istruzioni restrittive.Ma gli rispondono che uomini onorati, chiamati a progettare <strong>il</strong> benedovevano progettarlo intero, non temere la polizia; e se le istituzioni eranoimperative e categoriche, si che non lasciasse luogo a sembrare onestissimie non servi, non dovevano accettare <strong>il</strong> mandato. In sostanza non v'è nessunodei 120 articoli del progetto che non meriti censura; e quello che iprefati critici han detto è un nulla. Ma, lasciando stare l'esame, che misarà argomento <strong>di</strong> lunghi <strong>di</strong>scorsi ad altri tempi, piacemi osservare chesarebbe pur tempo d'istituire per la crescente generazione altre scuole e<strong>di</strong>verse dalle avute fin quì.Sinora la natura degl'insegnamenti apprestati alla tenera età, occupandola memoria. ister<strong>il</strong>iva le altre facoltà; e l'intelletto che più bisognavacibare, languiva <strong>di</strong> desiderii insaziati. Da chi aveva impreso <strong>di</strong> castraresotto magli efficaci tutte le teste e colla speciosità delle lettere che perciòsi onorano della potenza, si adescavano i più schivi, e i più renitenti. Lelettere non sono fatte per la tenera età, speculazione <strong>di</strong> cervelli esercitati alpensiero. Perciò si ridussero al meccanismo della lingua, che si pre<strong>di</strong>cavala madre e la balia d'ogni sapere: e in quella tenuti i migliori anni dellementi desiose si curavano, coll'ignoranza delle cose del mondo e <strong>di</strong> se stesso,che <strong>il</strong> popolo avrebbe ubi<strong>di</strong>to anche ai tiranni. Leggete le storie <strong>di</strong> questi176