il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

intendere dal titolo che gli abbiamo assegnato: si propone cioè dipromuovere in effetto una lega italica, la quale deve constare di dueelementi: l'uno è opinione dei popoli, l'altro il fatto dei principi.Ora il nostro foglio tenterà far sì che l'idea di una lega frai principiitaliani divenga nel popolo così universale e così evidentemente utile,ch'ella si trasformi in una opinione nazionale: e dall'altro si sforzeràinvestigare e trarre a luce ogni aspetto della questione, acciò i principi,pienamente chiariti intorno ad essa, possano con maggiore fiducia efacilità accedere col fatto all'opinione e al desiderio de' popoli ». Nellostesso documento il Buffa sottolineava l'urgenza inalienabile di unalega fra gli stati italiani, perché «chiunque ponga mente alle condizionipolitiche de' principi italiani e alla piccolezza loro rispetto allegrandi potenze europee, scorge di primo tratto che qui non è via dimezzo: o vedere inghiottita da queste, e però spenta la nostra nazionalità,o legarci strettamente a' nostri principi, e insieme coll'esistenzaloro difendere la propria; e noi ci rallegriamo che il corso degli avvenimentiabbia oggimai condotto l'Italia a questa felice necessità chel'interesse de' principi suoi sia pur quello de' popoli e viceversa quellode' popoli sia de' principi. Cosicché quando oggidì diciamo nazionalitàitaliana intendiamo non solo il cospirare dell'opinione di tutti i popoliitaliani ad un punto solo, ma ancora il cospirare del fatto di tutti iprincipi italiani a quel punto medesimo». Accettati tali principi inlinea di massima, il Buffa pensava a definire il regolamento relativoalla società degli azionisti, a stendere un piano di lavoro, secondoun preciso schema tematico, ad impegnare i collaboratori, a consultarsicon i compilatori (così chiamati su consiglio dell' Aquarone) a cercarecorrispondenti. L'Aquarone gli scriveva il 14 dicembre con soddisfazione:«I tre componenti la redazione, tu, Mamiani e Ranco, paionmicomprendere tre specialità assai distinte e abbastanza estese» e glisuggeriva, concludendo «se mi permetteste vi osserverei esser convenevoledi intitolare il giornale la Lega Italiana, non italica, che inquest'ultimo modo puzza di lucerna». Il consiglio dell'Aquarone eragià stato corrisposto; infatti nel progetto definitivo del 15 dicembreil titolo era La Lega Italiana. In tale documento il Buffa affermavache il giornale avrebbe seguito l'indirizzo di una politica moderata, e« tenterà svolgere dalle leggi esistenti tutto quel bene che contengonoe ponendone in evidenza i difetti, quando ne abbiano, far da quellascaturire il bisogno di leggi migliori». Il giornale doveva essere unmezzo per aiutare il governo a promuovere il progresso sociale e apercorrere la via della nazionalità; ma «non dubiterebbe fargli legal-18www.accademiaurbense.it