il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net
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www.accademiaurbense.itNel mentre si faceva il corso a Porta S. Barnaba, ora detta Porta CarloAlberto, il marchese Diofebo di Soragna e il colonello Crotti, ambi giànoti per le loro tendenze assolutiste, si recarono in fretta dal duca e, fattisiannunziare, entrarono precipitosi nella sua stanza. Ivi il colonello Crotti simise a gridare che se non si faceva intervenire la forza armata a dissiparela sedizione, all'indomani si sarebbe saccheggiato il tesoro e la casa ducale.A queste infamie faceva eco il Soragna. Il duca esitava a credere, quandosovraggiunse il conte Zileri, commissario straordinario, ben noto anch'essoper avere indegnamente occupato il posto del bravo conte Cantelli, podestà,ed anch'esso si fece a dipingere a negri colori la più savia e moderatadimostrazione che far si potesse da un popolo desideroso di arrivare legalmentea possedere anch'esso quel savio e ordinato vivere civile, di chegodono i nostri fratelli in Sardegna, Toscana, Romagna e Due Sicilie. Echi sa a quali estremi avrebbero essi indotto il troppo incredulo duca, seper buona sorte, non fosse sopragiunto il direttore di polizia Onesti, ilquale assicurò il duca che la popolazione non si sarebbe condotta a nessuncolpevole eccesso, e che egli rispondeva della quiete e del buon andamentodi quella giornata. Sia dunque all'Onesti la debita lode per avereconscienziosamente operato e parlato in quel momento, ed evitati così gravissimidisordini che potevano accadere. Ma, ritiratosi il direttore di polizia,gli altri tre, tanto dissero e fecero, che il duca spedì subito un'altra staffettaa Cremona a sollecitare l'arrivo di un battaglione austriaco, il qualearrivò qui martedì mattina prima del mezzodì, stanco e in tale stato dadestar compassione anziché sdegno o timore. Oggi gli austriaci hanno rilevatii posti tutti della città e la gran guardia al palazzo ducale, e i nostriufficiali, arrossisco nello scriverlo, hanno convitati gli ufficiali austriaci adun banchetto, dove saranno più di cento. Dio sa quali nefandità uscirannoda quelle sagge labbra.Dopo l'arrivo dei tedeschi, molte perquisizioni sono state fatte nellecase de' cittadini, sempre per cercar le fila di una pretesa congiura. Poveristolti, se non birbanti di mala fede, e chiudete gli occhi per non vedere laluce! Ma la luce ci sarà anche quì. È Dio che lo vuole.[Eugenio Leonardi]P.S. Se qualcuno desideri sapere come sia trapelata nel pubblico laconversazione avvenuta nella stanza del duca, sappia che in quel momentovi era una deputazione di Berceto, composta di tre signori, i quali d'accordol'hanno ripetuta.174A tergo: Pel Sig. Avv.to Domenico Buffa.
www.accademiaurbense.it48LUCIANO SCARABELLI A BUFFAC. A.Firenze, 19 febbraio 1848.La città unanime si rallegrò della bontà somma del pnncipe, il qualemsieme con quello statuto avrebbe dovuto scrivere la dimissione del gonfaloniereconciosiachè aveva in faccia al mondo falsato la fiducia che ilpopolo fiorentino ha sempre mantenuta al sovrano e più che mai l'avevariposta e raffermata il di 11, allorquando egli espose il seguente motuproprio (copiato dal 39 della Concordia e metteva in majuscolo le parole:Aspettate tranquilli ancora pochi giorni!).Il gonfaloniere e la magistratura non vollero aspettare quando tuttoil regno era quieto e aspettante, e il di successivo presero quella deliberazioneche abbiamo dato nel 17 della Lega. Poi il gonfaloniere stesso,come direttore della Patria ripeté la domanda, e tutti, fino i facchini, sapevanoche la Costituzione era già composta e firmata, era già presta allastampa e se ne diceva pubblicamente la sostanza. L'Alba rimproverò almunicipio quella inobbedienza, che tendeva a far credere fuori stato chese il granduca aveva sollecitato lo statuto era stato per essi. Il principe siebbe molto a male dell'operato del Ricasoli, pure perdonò.Varie persone delle più dotte e savie di Firenze sono state richiesteda parte del papa di diverse cognizioni politiche e scientifiche, le quali sonosubito state date. Le si credono servite poi a comporre la costituzioneromana. A Parma chieste riforme e costituzione; il Duca infuriato domandòa Piacenza 1200 uomini. Di Parma spedirò presto uno scrittarello.A tergo: Al Chiar.mo Sig. Domenico Buffa. Genova.Luciano49LUCIANO SCARABELLI A BUFFAC. A.Firenze, 23 e 24 febbraio 1848.Ier sera gl'israeliti fecero festa nella loro chiesa in ringraziamentodei benefici ricevuti dal generoso e pietoso animo del granduca; l'organo175
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www.accademiaurbense.it48LUCIANO SCARABELLI A BUFFAC. A.Firenze, 19 febbraio 1848.La città unanime si rallegrò della bontà somma del pnncipe, <strong>il</strong> qualemsieme con quello statuto avrebbe dovuto scrivere la <strong>di</strong>missione del gonfaloniereconciosiachè aveva in faccia al mondo falsato la fiducia che <strong>il</strong>popolo fiorentino ha sempre mantenuta al sovrano e più che mai l'avevariposta e raffermata <strong>il</strong> <strong>di</strong> 11, allorquando egli espose <strong>il</strong> seguente motuproprio (copiato dal 39 della Concor<strong>di</strong>a e metteva in majuscolo le parole:Aspettate tranqu<strong>il</strong>li ancora pochi giorni!).Il gonfaloniere e la magistratura non vollero aspettare quando tutto<strong>il</strong> <strong>regno</strong> era quieto e aspettante, e <strong>il</strong> <strong>di</strong> successivo presero quella deliberazioneche abbiamo dato <strong>nel</strong> 17 della Lega. Poi <strong>il</strong> gonfaloniere stesso,come <strong>di</strong>rettore della Patria ripeté la domanda, e tutti, fino i facchini, sapevanoche la Costituzione era già composta e firmata, era già presta allastampa e se ne <strong>di</strong>ceva pubblicamente la sostanza. L'Alba rimproverò almunicipio quella inobbe<strong>di</strong>enza, che tendeva a far credere fuori stato chese <strong>il</strong> granduca aveva sollecitato lo statuto era stato per essi. Il principe siebbe molto a male dell'operato del Ricasoli, pure perdonò.Varie persone delle più dotte e savie <strong>di</strong> Firenze sono state richiesteda parte del papa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse cognizioni politiche e scientifiche, le quali sonosubito state date. Le si credono servite poi a comporre la costituzioneromana. A Parma chieste riforme e costituzione; <strong>il</strong> Duca infuriato domandòa Piacenza 1200 uomini. Di Parma spe<strong>di</strong>rò presto uno scrittarello.A tergo: Al Chiar.mo Sig. Domenico Buffa. Genova.Luciano49LUCIANO SCARABELLI A BUFFAC. A.Firenze, 23 e 24 febbraio 1848.Ier sera gl'israeliti fecero festa <strong>nel</strong>la loro chiesa in ringraziamentodei benefici ricevuti dal generoso e pietoso animo del granduca; l'organo175