il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itla larghezza della stampa diventa necessanssima. Ciò non per tanto i Sardisono ancor privi di questo benefizio, di cui godono già da molto i popolifratelli del Piemonte e della Liguria. Per siffatta ragione un malcontentoprofondo serpeggia sordamente nell'isola. Il governo ci pensi.Nel corrente inverno, rigido oltre l'usato, una miseria spaventevoleregna in tutti i paesi della Sardegna. Quì, a Cagliari, nel giro di pochi giornimorirono lungo la via cinque accattoni assiderati dal freddo, estenuati dallafame. Il governo è il municipio rimanevano spettatori indifferenti di questascena straziante! Una società però di benefiche persone, col frutto di volontarieablazioni, e di private questue veniva tosto in soccorso della immensamendicità del paese, provvedendola d'alloggio, e di fuoco per tutto l'inverno.In una delle scorse sere compariva al teatro civico un ordine del governoconcepito in questi termini: È proibito qualunque segno di disapprovazione,e i contravventori saranno punitt economicamente in quel modoche piacerà a S.E. Ai nostri giorni, nei quali la Dio mercè, gli Stati del reCarlo Alberto sono governati dalla legge, questo piacere di S.E. in fatto dipene dà a' nervi, quantunque in affari di sì lieve momento. Il governoci pensi.L'ultime notizie quì giunte dal continente produssero un effetto bendoloroso. Gl'affari di Milano e di Pavia indignarono tutti gli animi. I Sardifremono come gli altri popoli dell'Italia, e come tutti gli altri popoli dell'Italiasono pronti a sagrificare le sostanze e la vita a difesa dell'indipendenzae della incolumità nazionale.Ai gesuiti non resta in Sardegna altro appoggio tranne quello di qualchedonnicciola e di qualche vecchio affigliato. I gesuiti hanno molti contida aggiustare colla Sardegna. Viva Gioberti! Viva la dieta elvetica! Ci scrivonodalla città di Tempio, in data del 17: Le acque del Termo sono salitepiù di tre metri oltre al segno in cui, al dire dei più vecchi, solevano alzarsiin quelle invernate massimamente piovose che Dio manda. Fa spaventoudire il racconto di questo disastro. La corrente ha schiantato le molte esaldissime travi del ponte provvisorio, e rovesciato buona parte dei piedistallidel nuovo ponte. Poveri noi! Quando sarà che avremo un ponte sulTermo? I ministri sentenzieranno. Intanto la fame divora un gran numerodi cittadini, e duecento famiglie, che traevano il pane dai lavori intorno alponte, saranno forse costretti a mendicare. La desolazione della nostra cittàè indescrivibile.A tergo:Alla Direzione del Giornale « La Lega Italiana ». Genova.160

www.accademiaurbense.it38GIUSEPPE ALBINI A TOMMASO FERRANDO 1Genova, 29 gennaio 1848.Il piroscafo napolitano giunto in questo porto pendente la notte, partitoda Napoli la sera del 26, diretto per Marsiglia, si chiama il « Nettuno »,della forza di 90 cavalli, comandato dal tenente di vascello cav. don DiegoSalinas con 47 uomini di equipaggio. Riferisce che la popolazione di quellacapitale è tranquilla, che S.M. il Re ha fatto molte concessioni, per cui hannofatto delle feste, ma che nella Sicilia vi è sempre il più gran torbido. A bordonon ha passeggieri veruno, né personaggi di distinzione.Sono suo aff.mo ser.oAlbiniP.S. La brigata Regina è partita da Genova dietro una staffetta arrivataverso le 5 p.m. con ordine di fare doppia tappa. È pure in marcia perAlessandria un reggimento di cavalleria e qualche battaglione d'artiglieria.A tergo: Al Sig. P.rone Col.mo. Il Sig. Tommaso Ferrando. Genova.1 Tipografo. Presso il suo stabilimento si stampava il giornale La Lega Italiana.39IL DIRETTORE DELL'OMNIBUS DI NAPOLIAL DIRETTORE DELLA LEGA ITALIANA 1Egregio e gentile sig. Direttore.Napoli, 3 febbraio 1848.Prendendo l'Omnibus una importanza positiva nella politica d'Italia,perché del primo Stato italiano costituzionale, la prego fraternamente annunziarlonel suo tanto accreditato giornale. Ho per 15 anni sospirato, eDio sa come per 15 anni ho alimentata questa sempre moribonda fiaccoladi stampa periodica! Ora aiutiamoci, affratelliamoci. E per lei direttamente,la prego, dove dovesse ritardare la spedizione del foglio, per legge di pub-1 Carta intestata: Offido dell' Omnibus diretto da Vincenzo Torelli (in Napoli).11161

www.accademiaurbense.itla larghezza della stampa <strong>di</strong>venta necessanssima. Ciò non per tanto i Sar<strong>di</strong>sono ancor privi <strong>di</strong> questo benefizio, <strong>di</strong> cui godono già da molto i popolifratelli del Piemonte e della Liguria. Per siffatta ragione un malcontentoprofondo serpeggia sordamente <strong>nel</strong>l'isola. Il governo ci pensi.Nel corrente inverno, rigido oltre l'usato, una miseria spaventevoleregna in tutti i paesi della Sardegna. Quì, a Cagliari, <strong>nel</strong> giro <strong>di</strong> pochi giornimorirono lungo la via cinque accattoni assiderati dal freddo, estenuati dallafame. Il governo è <strong>il</strong> municipio rimanevano spettatori in<strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> questascena straziante! Una società però <strong>di</strong> benefiche persone, col frutto <strong>di</strong> volontarieablazioni, e <strong>di</strong> private questue veniva tosto in soccorso della immensamen<strong>di</strong>cità del paese, provvedendola d'alloggio, e <strong>di</strong> fuoco per tutto l'inverno.In una delle scorse sere compariva al teatro civico un or<strong>di</strong>ne del governoconcepito in questi termini: È proibito qualunque segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione,e i contravventori saranno punitt economicamente in quel modoche piacerà a S.E. Ai nostri giorni, <strong>nei</strong> quali la Dio mercè, gli Stati del reCarlo Alberto sono governati dalla legge, questo piacere <strong>di</strong> S.E. in fatto <strong>di</strong>pene dà a' nervi, quantunque in affari <strong>di</strong> sì lieve momento. Il governoci pensi.L'ultime notizie quì giunte dal continente produssero un effetto bendoloroso. Gl'affari <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e <strong>di</strong> Pavia in<strong>di</strong>gnarono tutti gli animi. I Sar<strong>di</strong>fremono come gli altri popoli dell'Italia, e come tutti gli altri popoli dell'Italiasono pronti a sagrificare le sostanze e la vita a <strong>di</strong>fesa dell'in<strong>di</strong>pendenzae della incolumità nazionale.Ai gesuiti non resta in Sardegna altro appoggio tranne quello <strong>di</strong> qualchedonnicciola e <strong>di</strong> qualche vecchio affigliato. I gesuiti hanno molti contida aggiustare colla Sardegna. Viva Gioberti! Viva la <strong>di</strong>eta elvetica! Ci scrivonodalla città <strong>di</strong> Tempio, in data del 17: Le acque del Termo sono salitepiù <strong>di</strong> tre metri oltre al segno in cui, al <strong>di</strong>re dei più vecchi, solevano alzarsiin quelle invernate massimamente piovose che Dio manda. Fa spaventou<strong>di</strong>re <strong>il</strong> racconto <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sastro. La corrente ha schiantato le molte esal<strong>di</strong>ssime travi del ponte provvisorio, e rovesciato buona parte dei pie<strong>di</strong>stallidel nuovo ponte. Poveri noi! Quando sarà che avremo un ponte sulTermo? I ministri sentenzieranno. Intanto la fame <strong>di</strong>vora un gran numero<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, e duecento famiglie, che traevano <strong>il</strong> pane dai lavori intorno alponte, saranno forse costretti a men<strong>di</strong>care. La desolazione della nostra cittàè indescrivib<strong>il</strong>e.A tergo:Alla Direzione del Giornale « La Lega Italiana ». Genova.160

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